Capitolo 8

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JORGE'S P.O.V.

Sbuffo riprovando a contattare la ragazza dai capelli castani, che sembra perfetta per l'idea che gira nella mia testa. Martina, la bella studentessa di economia, che pare essere scomparsa nel nulla. Poi ricordo.

"Emma, fai venire Molfese nel mio ufficio, per favore?" chiedo alla mia segretaria attraverso l'interfono.

"Si, signor Blanco" risponde con la sua solita formalità.

Poco dopo vedo la chioma rossa della nuova stagista affacciarsi alla porta dell'ufficio.

"Mi cercava?" domanda con la voce squillante.

"Ehm si, entra" la invito a sedersi difronte a me.

"Cosa le serve?" si siede alla poltrona, mantenendosi seria e composta.

"Volevo chiederti di tua cugina, Martina" la vedo sciogliersi alle mie parole, mentre un gran sorriso sornione si fa spazio sul suo viso.

"Oh... chieda pure" solleva il sopracciglio, mostrandosi ancora più attenta a quello che sto per dire.

"Ecco..." cerco di trovare le parole per chiedere informazioni senza apparire, in qualche modo, patetico. "Sto cercando di contattarla su Instagram, da questa mattina a dire il vero, ma..." lascio in sospeso la frase, distogliendo lo sguardo dalla rossa, che continua a fissarmi sorridente.

"Lasci perdere, quella secchiona di mia cugina abbandona il telefono spento nella borsa e lo riprende a fine giornata, è all'università ora" risponde divertita.

"Ah... e a che ora finiscono le lezioni?" entrambi guardiamo l'orologio a muro.

"Più o meno tra mezz'ora, all'una e qualcosa" scrolla le spalle, per poi tornare a guardarmi ghignando.

"Perfetto, puoi andare" cerco di mandarla via, ma a quanto pare non sembra voler muoversi dalla poltrona.

"Prima mi dice perché cerca Martina" incrocia le braccia al petto.

"Nulla che ti interessa" ricambio il ghigno, provando a concludere qui il discorso.

"E' mia cugina, mi riguarda" assume una strana espressione, che mi strappa una risatina leggera.

"Torna a lavoro, Molfese" indico con lo sguardo la porta del mio ufficio e lei, sbuffando, si alza ed esce incuriosita e scontenta.

Sistemo rapidamente l'ultima pratica su cui stavo lavorando e, dopo aver avvisato Emma che esco prima, corro fuori l'edificio.

In poco tempo raggiungo la sede della facoltà di economia e parcheggio la mia auto a pochi passi dal cortile, dove una marea di studenti è divisa in gruppetti a parlare tra di loro.

Mi faccio spazio tra la folla e dopo qualche minuto la vedo.
E' vicino l'entrata, appoggiata ad una colonna, mentre ride animatamente con tre ragazze, compagne di corso presumo.

"Martina" richiamo la sua attenzione, ma facendo voltare tutte e quattro.

"Jorge... che ci fai qui?" domanda, facendosi avanti verso di me.

"Un 'ciao Jorge, che bello vederti' sarebbe gradito" sdrammatizzo, cingendole i fianchi.

"C-che fai?" abbassa lo sguardo sulle mie mani, mentre io le bacio velocemente una guancia.

"Ti saluto, come si deve" sorrido, riuscendo a far sorridere anche lei.

"Okay, va bene... ciao Jorge" mantiene il sorriso, ricambiando il bacio sulla guancia. "Ora mi dici che ci fai qui?" ridacchia, spostandosi una ciocca di capelli castani dal viso.

All'improvviso tu// JortiniUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum