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La modesta abitazione dello zio Steven odorava di un legno povero, e il bruno, con la solita indifferenza, posava i piedi sul pavimento freddo mentre le iridi erano intente a contemplare l'unicità dell'arredamento. Vi bastava passare una semplice mano sulla superficie pulita di uno dei mobili per capire che esso fosse stato costruito a mano.
Liscio al solo tocco, sebbene con qualche minuta imperfezione. Se la casa aveva il compito di far sentire una persona accolta, l'abitazione dello zio era praticamente ben riuscita. La scelta di una illuminazione pressoché gialla, aveva conferito al luogo un'aria ancor più carolosa.
E il persistente profumo di lavanda, dovuto ai panni freschi appena portati dentro, era senz'altro gradevole.

Qualche bottiglia di birra consumata andava a rovinare il tappeto marrone posto tra i tre divani. Il vecchio era più o meno un accumulatore, infatti, erano presenti vari oggetti sparsi qua e in là, occupando una piccola area nel salotto.
La maggior parte erano da ritenere inutili.

Zio Steven non era un amante dell'arte, di fatto, l'unico quadro presente all'interno della sua casa era solamente un ritratto dell'adorato cane: Sam. Un quadro di grandi dimensioni, forse anche troppo, ma al vecchio piaceva così com'era. L'animaletto per lui contava più di qualsiasi altra cosa in questo mondo.

« Allora, cosa vuoi dirmi giovane uomo? » gli chiese il vecchio, mettendo in bocca un paio di noccioline.

Il brunetto si accomodò sul divano scuro, appoggiando la testa sullo schienale. « Senti zio, tu lo sai che ti voglio tanto bene? » cominciò il nipotino con un sorrisetto, « Felix, dimmi pure di cosa hai bisogno. » rispose, capendo al volo che era qui per chiedergli un favore.

« È Allen il problema. » sputò frustrato, prendendo tra le braccia un cuscinetto color grano.

« Cosa ti ha fatto di male tuo cugino? » domandò non capendo a cosa si riferisse.

Verso ora di pranzo a Felix era arrivato un messaggio dal cugino Allen Lee, un giovanotto che risiedeva nella Contea di Fairfield. Inizialmente ne era rimasto stranito poiché non corresse buon sangue tra i due, ma dopo aver letto quanto aveva potuto scrivere, ovvero, un vero e proprio ricatto aveva provato a chiamarlo. Ma da Allen nessuna riposta.

Il solito coglione...

« Sai, lo avevo bloccato ovunque, da snapchat, instagram, a twitter perché non mi rompesse le palle. Ma non so come quello è venuto a sapere del mio mestiere... E non è nemmeno la parte peggiore perché mi ha ricattato dicendo che lo avrebbe comunicato a tutta la famiglia in Corea. »

« Ah. » si lasciò sfuggire il vecchio piuttosto sorpreso da quanto sentito. Era consapevole che quei due non si sopportassero però non credeva l'altro sarebbe arrivato fino a tal punto.

« È tutto quello che hai da dire?
Il tuo nipote preferito sta per perdere la reputazione a causa di uno schifoso bastardo. Andiamo, quello si fa la perm e posta tik tok con gli hashtag: "asian", "korean", "kpop". » blaterò uno dopo l'altro, « è lui la disgrazia per la nostra famiglia, non io. »

Non bisognava nemmeno dimenticare dei tik tok con la descrizione: "scegli il tuo asian boy". Ovviamente Allen era imbarazzante, ma forse le persone che lo seguivano lo erano ancora di più. Ossessionati, più precisamente, avevano una malata ossessione per i giovani coreani...
« Cosa vuoi che faccia? » gli chiese lo zio Steven prendendo un sorso dalla lattina di birra.

« Perché non provi a parlargli, insomma sia io che lui siamo piuttosto cocciuti però a te diamo retta. » consigliò anche se un po' incerto, « D'accordo, allora ci proverò. »

« Grazie zietto. » sospirò.

Il bruno si perse a fissare l'uomo davanti ai suoi occhi. E pensò alla sua famiglia.
Non aveva mai avuto un buon rapporto con suo padre, tant'era occupato ad elogiare i suoi cugini per aver preso un dottorato, o aver preso casa e messo su famiglia.
Sua madre era sicuramente una persona dolce, ma anche lei, anche se inconsapevolmente, gli faceva pesare il non aver scelto una buona università e dunque, non aver scelto una facoltà che potesse renderli orgogliosi.

DADDY, HYUNLIX Where stories live. Discover now