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- Cosa sta succedendo, Felix? - soggiunse la rauca e stanca voce di un uomo in lontananza, il quale ansimante raggiunse, anche se correndo come un folle, la sala d'attesa. - Perché hai la veste da paziente? - non smise un attimo di porre domande, preoccupato com'era.

- Salve signore, come stavo dicendo al signor Lee - parlò uno dei chirurghi già pronto ad operare, - l'incidente stradale ha causato un emopericardio al compagno, che ora verrà portato in sala operatoria. Ad assisterlo ci sarà uno dei miglior cardiochirurghi dell'ospedale, quindi state tranquilli. - cercò di rassicurarli infine.

- Mi scusi, non sono un esperto, cos'è questo emopericardio? - chiese sempre l'uomo, non capendo se fosse un qualcosa di alquanto grave o qualcosa di superabile. Ma il nome, gli fece già intuire che riguardasse il cuore.

- In seguito ad un incidente stradale nel quale il signor Lee e Choi, sono rimasti gravemente feriti, quest'ultimo ha riportato un affassamento della parete toracica con frattura delle costole - cominciò spiegando, - e poiché non è da considerarsi un versamento di lieve entità, siamo costretti ad intervenire chirurgicamente. -

- In poche parole, è una emorragia interna tra i due foglietti pericardici. - si aggiunse così l'affascinante cardiochirugo, la cui ammirabile bellezza passò putroppo inosservata a Felix, in quanto fosse occupato a non svenire miserabilmente davanti a tutte queste persone.

- Capisco. - rispose sollevato l'uomo, regalando un sorriso ai due esperti chirurghi.

- Applicherò un drenaggio pericardico per far evacuare il sangue, e quindi permettere al cuore di svolgere la sua normale attività senza costrizioni. - concluse il dottor Hwang, continuando ad igienizzarsi le mani, che poi in seguito avrebbe dovuto lavare nuovamente con cura prima dell'operazione.

- Tutto chiaro, grazie, e niente spero vada bene. -

I due medici della Ackles Mercy L.S. Hospital, annuirono per poi voltarsi e avviarsi verso la sala operatoria, dove il loro paziente stava cominciando a subire gli effetti degli anestetici.

L'uomo, conosciuto meglio come il Manager Harris, coi piedi ormai stanchi si sedette esausto su una di quelle poltrone blu oltremare; medesimo colore presente nei suoi espressivi occhi d'altronde. Sospirò pesantemente, per poi portare lo sguardo allarmato sulla figura leggermente addormentata di Felix.

Il quale invece dolorante, avrebbe chiaramente voluto dimenticare questa intensa giornata, colma di avvenimenti piuttosto spiacevoli; come la distruzione della sua nuova Lamborghini bianca. Ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che era sopravvissuto a tale incidente, in particolar modo si chiedeva perché fosse successo a loro sebbene stessero guidando con prudenza. Ciononostante se avrebbero dovuto rispondere alla legge, Choi era colui che aveva guidato, quindi egli non era altro che la vittima di un brutale accaduto.

Questo era quanto lo faceva star sereno, oltre al fatto di essere vivo e avere tutte le parti del corpo, scolpito dagli dei si poteva confermare, intatte. Soprattutto, il suo delineato ed angelico volto caratterizzato da due boccioli rosa carnosi, che i suoi numerosi ammiratori tra l'altro parevano apprezzare quanto la sua pube e gli abbronzati pettorali.

- Mi vorresti spiegare quanto è successo? - lo supplicò il manager, prendendo un sorso dalla bottiglietta d'acqua frizzante.

Felix lo aveva potuto chiamare un'oretta fa, dicendo che lui e Glen erano rimasti feriti, e specificando addirittura che quest'ultimo sembrava star morendo tra le sue possenti ed amate braccia. Aveva enfatizzato eccessivamente come al solito, facendo soltanto venire un colpo al povero uomo. - Un camion ci ha travolti alla statale 14, mentre stavamo uscendo da un casinò e facendo ritorno a casa come ogni venerdì sera d'altronde. -

- Vi avevo detto di smetterla una volta per tutte con questa storia, visto dove siete finiti ora, spero vivamente non finirete sui giornali o direi addirittura in Tv. - rimproverò severamente. - Ti prego, non metterti anche tu, che a stento riesco a vedere al momento - sussurrò stremato, massaggiandosi le tempia. - comunque lamentati con Glen, che sembra essere dipendente dal gioco d'azzardo, io l'ho solo voluto accompagnare in quanto compagno. -

- Chi stava guidando? - domandò d'improvviso, cogliendo alla sprovvista l'uomo castano.

- Glen, io ero troppo ubriaco per farlo. - rispose, portando lo sguardo suo rapito dalle forme abbondanti di un attraente infermiera mulatta, la quale inconsapevolmente si ritrovò a sorridergli in modo seducente.

- Chi stava guidando veramente? - rifece la domanda, conoscendone già la risposta, ma stava solo aspettando di sentirselo pronunciare dalla bocca del suo cliente. Le cui eleganti perle color miele stavano segretamente provando a conquistare la donna dall'altra parte della sala.

Felix ghignò, lasciandosi scappare una fragorosa risa di stupore: - Tu mi conosci troppo bene Thomas. - lo applaudì grato.

- In quanto tuo manager, sono dalla tua parte, dimmi solo di quali telecamere della sorveglianza devo sbarazzarmi, e se ci sono altre prove inconfutabili, che potrebbero incastrarti. - disse, tirando fuori il cellulare, per prenderne nota.

Il brunetto sorrise. - Siamo stati al casinò: The Mirage, occupati prima di quello, per il resto ci penseranno alcuni miei fidati uomini a sporcarsi le mani. -

- E con Glen, che cosa pensi di fare? -

- I medici avranno trovato sicuramente un minimo di alcol nel suo sangue, e poi sai com'è fatto il mio Glen - parlò in modo seducente, - mi sta sotto da ormai anni, e farebbe di tutto pur di girare un porno con me, o meglio pur di far sesso con me. -

- Vedo che come al solito, la tua malvagia mente ha pianificato tutto senza che io mi dovessi preouccupare. - fece notare, sollevato di assistere una persona così arguta.

- Già, non mi farò sicuramente rovinare la reputazione da un misero incidente di cui la colpa è stata soltanto mia per aver guidato in uno stato di ebbrezza. -

- Ora devi solo aspettare che Glen si risvegli al più presto per accordare con lui. -

- Perché deve risvegliarsi? - domandò con un'espressione sconvolta, - può semplicemente morire in quel gelido letto d'ospedale, non credi anche tu? - sorrise come un maniaco.

- Non credevo fossi crudele a tal punto. -

- Mi reputo soltanto un uomo egoista, caro Thomas, e per me stesso darei il mondo. - disse semplicemente.

- Lo vedo. -

- Ah, mi sono ricordato di una cosa - parlò, alzandosi dalla poltrona scura, - prendimi il miglior avvocato dello Studio Legale Clairton, devo sistemare alcune faccende importanti. -

- D'accordo, c'è altro? -

- No. - replicò avviandosi verso la bella infermiera, che ora era seduta ad occuparsi di alcuni documenti dei pazienti della sala 4.

Ma proprio nel mentre si stava recando dalla donna mulatta, la sua attenzione fu immediatamente catturata da un chirurgo che di soppiatto gli si avvicinò, folgorandolo all'istante. - Signor Lee - lo richiamò con la sua morbida voce il cardiochirurgo, - venga con me. -






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