Capitolo 1

496 17 50
                                    

MARTINA'S P.O.V.

Rileggo attentamente l'ultimo paragrafo della pagina, ripetendomi nella testa i punti chiave di questo concetto, così da poter passare alla pagina successiva del libro di testo di diritto commerciale.

Puntuali come un orologio svizzero suonano al campanello, interrompendo così il mio momento. Quando studio tendo ad isolarmi dal resto del mondo, creando una specie di bolla.
Sbuffando, mi alzo dalla mia comoda sedia da scrivania e vado ad aprire la porta.

"Ti sto chiamando da mezz'ora" esclama entrando in casa la mia migliore amica, Mercedes Lambre.

"Ciao Tini, che bello rivederti! Come stai?" ironizzo, beccandomi un'occhiataccia dalla bionda. "Che succede?" domando poi. Sorrido leggermente, provando a contenermi davanti alla sua buffa espressione.

"Come devo fare con te?" alza gli occhi al cielo lamentandosi.

"Dai su, parla" richiudo la porta e ci accomodiamo in salotto. Siamo sole in casa; i miei genitori sono fuori città per lavoro, o meglio, papà è fuori città per un convegno di medici e mamma lo ha accompagnato, mentre credo che mio fratello sia uscito con i suoi amici.

"Ho ricevuto l'invito per la festa per il lancio della nuova collezione delle sorelle Guerena" sorride euforica. Questa è, per l'appunto, la sua più grande passione. La moda è un elemento fondamentale nella vita di Mercedes, proprio per questo studia per diventare stilista e, nel frattempo, lavora per un'agenzia di modelle.

"Ahh che bello, sono felice per te" dico con sincerità. Le sorelle Guerena sono due stiliste di fama internazionale e la loro casa di moda è molto rinomata.

"Sono felicissima anche io, soprattutto perché tu verrai con me" sorride sorniona, puntandomi l'indice contro.

"Cosa? Scordatelo. Settimana prossima ho l'esame di diritto commerciale, lo sai" scuoto energicamente la testa. "Non guardarmi così!" chiudo gli occhi; non posso e non devo cedere davanti al suo solito sguardo, con il quale riesce a corrompere chiunque.

"Dai Tini, è un mese che non esci con me e Cande... per favore" mi supplica.

"Portaci Cande dai, devo studiare" mi stringo la coda, tipica acconciatura da sessione, insieme alla crocchia ovviamente.

"A proposito... se accendessi il telefono sapresti che tua cugina domani inizia come stagista in un'azienda" borbotta e un po' mi sento in colpa. Ma mi complimenterò con Candelaria più tardi. "Poi stai sempre su quei libri, hai bisogno di un po' di svago" mi scuote per le spalle.

"Piano piano" ridacchio. Ammetto che il suo modo di fare mi ha, leggermente, divertita.

"Dai forza, ho portato un vestito che ti starà da urlo!" saltella, spingendomi poi verso la mia stanza.

"Ma frena, non ti ho detto di si" protesto, ma ormai è tutto inutile.

"Diamo il via alla trasformazione: da studentessa disperata a bomba sexy" resto perplessa alle sue parole e anche un po' spaventata. Temo che la mia amica sia diventata un caso clinico.

"Tu sei pazza" roteo gli occhi. Mi sfila gli occhiali che uso per studiare, mi scioglie i capelli e mi spinge, letteralmente, in doccia. E' assurda questa ragazza.

Mi lavo in fretta e poi tocca alla mia migliore amica, mentre io inizio ad asciugarmi i capelli. Finiamo di prepararci insieme e il vestito che ha portato per me è a dir poco meraviglioso.
E' lungo e nero, con dei dettagli argento e una profonda scollatura sulla schiena. Inoltre, presenta uno spacco a sinistra, mettendo in mostra le mie gambe.

"Sarai la più bella" mi sorride dallo specchio e poi torna a dare gli ultimi ritocchi al suo trucco.

"Non posso competere con te" ricambio il sorriso. Per quanto mi veda piuttosto carina così conciata, non reggo di certo il paragone con la bionda. Il vestito rosso che indossa fa risaltare la sua carnagione chiara e lo scollo a barca lascia le sue spalle scoperte.

"Fidati, ti prenderebbero come modella" fa l'occhiolino, schioccando poi un bacio volante al nostro riflesso sullo specchio. "Vamos amiga, Javier ci aspetta" mi porge il braccio e, dopo aver preso le nostre borsette, usciamo di casa a braccetto per raggiungere l'autista.

JORGE'S P.O.V.

Squilla il telefono nella tasca della giacca, interrompendo il mio lavoro. In ufficio regna il silenzio a quest'ora, dato che la maggior parte degli impiegati dell'azienda è tornato a casa.

"Pronto?" rispondo senza neanche vedere chi mi sta chiamando. "Ah ciao mamma, certo che vengo stasera" tiro un sorriso, riportando lo sguardo sui documenti che ho tra le mani. "Si, tranquilla. Torno a casa a cambiarmi e arrivo" chiudo rapidamente la chiamata e mi concentro nuovamente sui bilanci del mese passato.

"Jorge, io vado, ci vediamo dopo alla festa" si affaccia alla porta dell'ufficio il mio commercialista, nonché grande amico, Facundo. "Emma mi ha detto di ricordarti che domani arriva la nuova stagista" annuisco in silenzio.

"Si, a dopo" lo congedo in fretta.

Dopo aver concluso di revisionare anche alcune cose per un colloquio di lunedì, torno a casa.

Faccio una doccia veloce per riprendermi un po' dalla stanchezza del fine settimana; fortuna che domani è sabato. Mi metto in tiro. Indosso uno smoking nero di una collezione maschile di mia madre e mia zia. Do un'ultima occhiata allo specchio e, dopo essermi assicurato di essere impeccabile, esco di casa per raggiungere la sala in cui si celebrerà l'evento di stasera.

"Oh eccolo!" attira l'attenzione del gruppetto, il mio migliore amico, vedendomi arrivare. Appena apro le porte di vetro e lo sguardo di parte dei presenti cade su di me, alcuni addirittura iniziano a bisbigliare. Devo ammettere che mi piace stare al centro dell'attenzione, soprattutto femminile, e in una vita come la mia è inevitabile.

"Ehilà Diè!" saluto il mio amico, battendogli il cinque. "Ciao splendore" faccio fare una giravolta a Lodovica, la mia migliore amica e fidanzata di Diego il cretino.

"Ciao scemo" ridacchia la bruna. Saluto poi anche alcuni figli di amici di famiglia, che erano in compagnia dei miei amici e poi vado alla ricerca di mia madre.

"Ah mamma, eccoti" raggiungo la bellissima donna che mi ha partorito, che stava parlando insieme ad un gruppetto di altre tre donne.

"Oh Jorge, figliolo" mi abbraccia, congedandosi dalle bionde.

"Come stai?" le chiedo. E' da un po' che non la vedo, troppo preso dal lavoro.

"Emozionata" sussurra e subito dopo ci raggiunge anche la zia.

"Ciao Jorgito" mi abbraccia la donna, molto simile a mia madre. "Alvaro e Fernando?" domanda poi. Mia madre indica con lo sguardo mio padre e mio zio, nel pieno di una conversazione con un noto ingegnere, il signor Ramirez.

"Io vado dai miei amici" avviso le due donne, provando ad allontanarmi prima che inizino a farmi la solita ramanzina.

"Fermo signorino" dice mia mamma.

"Ceci non è il momento" la trattiene zia Elenia e per un attimo le sono grato.

"Va bene, ma prima o poi dovrai spiegarmi quell'articolo sul giornale che parla di te" borbotta. Forzo un sorriso e mi allontano, cercando tra la folla i miei amici e qualche bella ragazza con cui passare la serata.

Angolo Autrice:
Ehm... sono tornata!
Ammetto che avevo intenzione di farvi una sorpresa la settimana prossima, ma eccomi qui.

emmewriter ecco cosa ti dicevo... Sorpresa! Guarda che ho pubblicato questa storia solo per festeggiare il voto di maturità, eh! Ancora complimenti amica, sono orgogliosa di te.❤️❤️

A parte Alezamp che già sapeva... RossellaMallardo0 jortini_esxiste mi avevate già sgamata voi. Comunque spero vi piaccia!🙃

All'improvviso tu// JortiniWhere stories live. Discover now