Omicidio

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Cassio lo strattonò per i corridoi affollati, tenendolo a sé e sollevandogli il polso per costringerlo a stare fermo e seguirlo. La sua vicinanza gli annebbiava la mente, la presenza di quel corpo dietro al suo, e lui si sforzò di non pensarci mentre veniva trascinato per i corridoi del castello.

“Dove potrebbe mai essere?” lo sentì mormorare tra i denti, mentre lo guidava senza meta in cerca degli appartamenti di Pierre.

Cassio sembrava perso, non aveva idea di dove andare, ma almeno nessuno li disturbava, stavano tutti ben attenti a non incrociare il cammino della guardia con il prigioniero. 

A un certo punto, Davide sentì Cassio irrigidirsi contro di lui. Gli strinse il polso più forte, polso che aveva iniziato a formicolare, e lo trascinò in una sala adiacente. “Templare in vista” gli sussurrò all’orecchio.

Non avrebbero potuto farsi vedere da altri templari, avrebbero potuto riconoscere Cassio come impostore, non sapevano se si conoscevano tutti o se fosse normale per loro incrociare un volto nuovo con la loro divisa. 

Nella sala in cui l’aveva trascinato stavano delle sarte, sedute all’arcolaio, che producevano quello che sembrava un ampio tappeto dai mille colori, col motivo di un pavone. Nessuna di loro li interpellò, alzarono gli occhi dal loro lavoro e li guardarono per un attimo per poi riprendere la loro attività, senza chiedere loro cosa ci facessero lì.

Essere abbigliati come dei templari dava loro la libertà di andare dove volevano e di fare ciò che volevano senza che nessuno facesse domande, il piano sembrava aver funzionato, da quel punto di vista. L’unico problema era che non sapevano da che parte si trovava Pierre.

Dopo che il crociato passò, Cassio lo trascinò fuori dalla stanza. Davide si accorse che svoltava sempre nei corridoi meno frequentati, forse pensando che il loro obiettivo si sarebbe trovato dove nessuno poteva disturbarlo. In breve si trovarono in un corridoio deserto, e Davide tirò un sospiro di sollievo.

“Puoi lasciarmi adesso,” gli disse, e Cassio obbedì. Lui si agitò il polso, che formicolava, e lo massaggiò per fare riprendere la circolazione. 

“Scusami,” gli disse, “ti ho fatto male?”

“Solo il tanto necessario,” rispose Davide, che ora che non aveva più la presenza di Cassio dietro di lui aveva iniziato a schiarirsi la mente, libera dai pensieri assurdi che aveva avuto sino a poco prima.

Tirò fuori il bracciale dalla manica e impostò la bussola. Il GPS non avrebbe funzionato per mancanza di satelliti a cui agganciarsi, ma lui aveva allenato il suo orientamento, e la bussola gli sarebbe bastata. 

Camminarono in silenzio uno accanto all’altro per minuti interi, in quella parte deserta del castello. Lo ispezionarono a fondo, sino ai piani superiori, quando all’improvviso sentirono un forte rumore metallico e videro che un gruppo di templari correva nella direzione opposta alla loro, troppo di fretta per degnarli di uno sguardo. Nonostante questo, i due si gettarono in un corridoio laterale, per non essere scoperti.

“Cosa sarà successo?” chiese Cassio, sentendo il rumore della cotta di maglia che si allontanava. 

“Avranno scoperto il corpo che hanno trovato nudo in fondo alle scale,” rispose Davide. “Ora staranno più attenti a chi è qua intorno vestito da templare, sanno che c’è un impostore. Non possiamo abbassare la guardia.”

Accademia CronoWhere stories live. Discover now