Capitolo diciassettesimo

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Nonostante la sofferenza, nonostante tutto, nessuno era mai rimasto ucciso.

Persino l’agente Coulson, dello S.H.I.E.L.D., sebbene trafitto dallo scettro di Loki durante l’attacco di New York, era riuscito a sopravvivere.

- Io sono.. - sussurrò compiaciuto, con l’ultima Gemma tra le mani - ineluttabile.

Iniziò a pensare che lo fosse davvero, iniziò a pensare che Thanos sarebbe veramente riuscito a sterminare metà della popolazione universale.

- Jane - sentì nel suo auricolare - Jane..

Non credeva funzionasse ancora e per poco non sussultò dallo spavento. Eppure quella voce, la voce di Pietro, le alleggerì il cuore.

Sussurrò qualcosa in risposta, assicurandosi che Thanos non la vedesse, poi ordinò al ragazzo di portare tutti in salvo, lontani da lì.

- No - si oppose - non senza di te.

- Non preoccuparti, starò bene - mentì.

Ringhiò un altro paio di volte, sicuro che quando sarebbe tornato non l’avrebbe trovata viva.

Dopo poco si guardò attorno, indugiando lo sguardo sul campo circostante.

Pietro allontanò gli Avengers portandoli sulla cima di una delle colline verdi. Abbastanza lontani, pensò. Un beffardo sorriso le comparve sul volto.

Le bastò poco per attingere al proprio potere, semplice come accendere un interruttore. Distruttivo come una bomba nucleare.

Lo senti fluire veloce, corrente nelle vene. Lasciò che la pervadesse e tornò a fissare con occhi incandescenti quelli tetri di Thanos, curioso.

- Spero che la tua saggezza ti sia di consolazione - pronunciò mentre le sue iridi mutarono di un bianco perla - perchè come tu stesso hai detto: lo temi, lo sfuggi, il destino arriva ugualmente.

Alzò un’ultima volta lo sguardo al cielo, sorridendo alla quiete delle nuvole. Così, permise al proprio potere di esplodere in tutto il suo impeto.

Forse sua madre aveva commesso degli errori, atrocità imperdonabili. Non se ne preoccupò: lei avrebbe usato quel potere onestamente.

Inspiegabilmente, le Gemme dell’Infinito furono naturalmente attratte da quell’aura di energia oro e si staccarono con violenza dal guanto di Thanos, ormai in preda ad un'espressione di terrore.

Tutte e sei le si posizionarono accanto, fluttuando intorno alla sua figura con calma ed eleganza.

Le sue capacità non le permettevano di brandirle, bensì ne erano all'origine. Un tutt’uno con esse.

- Se c’è una cosa che non posso sopportare oltre all’arroganza e la presunzione - dichiarò solenne - sono le persone che sprecano il mio tempo.

Attinse alla virtù delle Gemme e annientò, così come era nei piani del titano, Thanos stesso e ogni essere del suo esercito presente nell’Universo.

- Sono orgogliosa di te - udì in lontananza - sarò sempre, profondamente, orgogliosa di te.

- Mamma..?

Non era più in Wakanda, neppure avvolta di energia. L’atmosfera era ambrata, quasi tutto intorno fosse solo crepuscolo.

- Sono consapevole dei tuoi pensieri nei miei confronti - ammise la donna - e chiedere il tuo perdono o dimostrarti quanto me ne penta non sarà d’aiuto. Non posso chiedere la tua fiducia, solo la tua attenzione. Sei d’accordo?

La ragazza annuì.

Sua madre le assomigliava così tanto..

- Sono stata accecata da un contorto senso della giustizia, ingannata dalle parole di Thanos. Tornare indietro sarebbe stato vano, perciò ho continuato, aiutandolo nella ricerca delle Gemme. Si fidava di me, mi avrebbe affidato le pietre per brandirle e in quel momento le avrei distrutte.

Non c’era molto tempo.

- Serve che tu faccia ciò che non sono stata in grado di portare a termine.

- Sopravviverò? - chiese calma, probabilmente consapevole della risposta che avrebbe ricevuto.

- Le Gemme sono il motore del nostro potere, distruggendole verrà distrutta una parte di te. Non so darti una risposta, ma spero che tu possa avere ancora una lunga e felice vita - sorrise.

Forse sua madre aveva commesso degli errori, ma aveva combattuto con le unghie e con i denti per rimediare. Sebbene non ce l’avesse fatta la stessa determinazione l’aveva trasmessa alla figlia.

Chiuse gli occhi sotto la carezza della sua mamma, permettendo che una lacrima le rigasse il viso.

- Ti amo, Jane.

Lasciò che le Gemme le facessero un piccolo favore, un dettaglio che voleva venisse corretto.

Infine, pose fine a quella forza.

You didn't see that coming? | Pietro MaximoffWhere stories live. Discover now