Capitolo decimo

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Nonostante fosse passata una settimana di assidue ricerche, di Ultron non c’era la minima traccia.

Sembrava si fosse dissolto dalla rete.

- Ho trovato qualcosa - se ne uscì Clint - una base Hydra nel New Jersey. Sono riuscito a sbloccare qualche dato dei file di Strucker.

- Tracce di Ultron? - chiese il Capitano.

- Di qualche giorno fa. È in disuso dal 1945, solo lo S.H.I.E.L.D. ne era a conoscenza.

- Non più a quanto pare - intervenne Athena - ci penso io, se adesso è deserta non correrò rischi.

Stark cercò di dissuaderla, ma la ragazza fu irremovibile. Dannatamente testarda.

- Se hai intenzione di partire allora ti porti il potenziato - pronunciò il padre.

- Cosa? - Pietro lo guardò confuso.

- Nell'eventualità in cui succeda qualcosa voglio che abbiate una via di uscita - chiarí Tony.

Athena sbuffò, stanca di essere sottovalutata.

- Congratulazioni saetta, ora sei un Avengers.

- Non ho bisogno di essere salvata - sbottó.

Pietro la squadró deluso, non capendo perché stesse tanto rifiutando la sua compagnia.

I ragazzi salirono in auto, Athena al volante.

- Potevamo prendere il Quinjet, sarebbe stato più veloce - brontolò il ragazzo.

- Lo so - rispose - ma dobbiamo essere discreti, nessun margine di errore. Semplice ricognizione, recuperiamo qualche file e ce ne andiamo. Chiaro? - comandó Athena.

- Si signora - rispose Pietro burberó.

La ragazza si girò alterata, aggrottando la fronte.

- Adesso fai il bambino?

- Non lo so, dimmelo tu.

- Si può sapere qual è il problema?

- Tu - sospiró - tu sei il mio problema.

- Ah adesso sarei un problema.

- Si, lo sei - esclamò severo.

La rabbia si mescolò alla agitazione.

Quell'affermazione lasciò un'indescrivibile amarezza. Athena continuò a guidare seria.

In un paio di ore la ragazza fermò la macchina a poche centinaia di metri da un complesso logoro e in disuso. Il cielo si era già fatto buio.

- Camp Lehigh - disse Athena rompendo il silenzio - è la base militare dove Rogers è stato addestrato durante la seconda guerra mondiale..

- Cosa c’è? - domandò Pietro vedendo lo sguardo della ragazza fisso nell’orizzonte.

- Mi sono fatta insegnare dal Capitano più che potevo. Il regolamento dell’esercito proibisce lo stoccaggio di munizioni entro 450 metri dal campo - pronunciò - quell’edificio è nel posto sbagliato.

La saetta ruppe la serratura e la porta diede accesso a un bunker sotterraneo.

Fianco a fianco barcollarono nel buio fino a quando le luci non si accesero, rivelando un intero locale di apparecchiature elettroniche.

- Non può essere il punto di trasmissione dati, è una tecnologia antica - affermò Athena perplessa.

Il ragazzo inserì nella porta USB del computer centrale la chiavetta che Barton aveva dato loro prima di partire e l’attrezzatura si azionò.

- Maximoff Pietro, nato nel 1989.

Una voce irruppe dal monitor, facendo sgranare gli occhi a entrambi. La piccola telecamera che si era azionata inquadrò Athena.

- Winchester Jane, nata nel 1994.

La ragazza indietreggiò terrorizzata.

- É uno scherzo? - le lacrime iniziarono a riempirle gli occhi, la voce si fece tremolante.

- Forse è una registrazione - balbettò Pietro cercando di tranquillizzarla.

- Io non sono una registrazione - contestò - non sarò più l’uomo di quando il Capitano mi fece prigioniero nel 1945. Ma io esisto.

- Armin Zola - cercò di dire la ragazza senza piangere - uno scienziato tedesco che lavorava per Teschio Rosso. É morto da anni..

- Primo errore, io sono svizzero. Secondo, guardatevi intorno: non sono mai stato tanto vivo. Nel 1972 mi diagnosticarono una malattia terminale. La scienza non poteva salvare il mio corpo; la mia mente, tuttavia, meritava di essere salvata, in una banca dati su 60 km di nastro. Voi vi trovate nel mio cervello.

- Cosa c’entra Ultron? - chiese Pietro - Perché ha avuto bisogno di venire qui?

- Jane - replicò la macchina - cercava informazioni.

- Tu cosa sai? - ringhiò Athena.

- Jane Winchester, nata il 14 gennaio 1994 a Heidelberg, Germania, da Thomas Hans Winchester, nato il 29 agosto 1968 a Washington, Stati Uniti. Madre: sconosciuta.

- Perchè Stark non ha trovato queste informazioni?

- L’Hydra sa fare il suo lavoro.

Athena sentiva come se la testa le stesse per scoppiare. Barcollò per le vertigini. Riprese le forze e si mise a trafficare con il computer.

- Che stai facendo? - Pietro era preoccupato.

- Prima cosa, ho ventun’anni. In secondo luogo, non ho intenzione di sentire altro - continuò furiosa - troverò da me le informazioni.

La ragazza cliccò un tasto, azionando il download dei file interessati all’interno della chiavetta.

Tuttavia, prima che il trasferimento dati si completasse un missile colpì il bunker.

Senza che Athena riuscisse a recuperare la pen drive, Pietro la afferrò e trasse miracolosamente in salvo prima che la struttura cedesse su se stessa.

Uscirono dalle macerie, fortunatamente illesi.

- Mi prendi in giro?! - urlò la ragazza.

- Ti ho salvata, avrei dovuto lasciare che il cemento ti schiacciasse? Che tu morissi?!

- Avevo qualcosa su di me tra le mani, per la prima volta nella mia vita! - ribatté lei.

- Nessuna informazione vale la tua vita.

Athena tacque. I suoi occhi erano appannati dalle lacrime e il suo viso sporco di fuliggine.

Guardò l'edificio bruciare, una vita tornare cenere.

Cadde in ginocchio con la testa dolorante e un nome impresso nella mente: Jane Winchester.

- Non lo dovrà sapere nessuno - dichiarò.

You didn't see that coming? | Pietro MaximoffHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin