Capitolo sesto

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Il conflitto fu breve e terribilmente distruttivo.

Con i suoi poteri, Wanda incantò le menti di tutta la squadra: solo Barton, memore del controllo mentale subito da Loki, fu abbastanza efficiente da fermare la potenziata con una freccia che le attaccò sulla fronte, mandandole una scarica elettrica e inibendo le sue capacità.

Athena riuscì a liberarsi per correre in aiuto dei compagni, a terra moribondi.

Pietro, con uno scatto, spinse Clint contro una finestra e recuperò la sorella.

- Ti ribelli a me? Nonostante quello che potrei offrirti? - domandò Ultron ad Athena.

- Sceglierò da me da quale parte stare - affermò lei con un sorriso malizioso e la pistola tra le mani.

- Hai scelto la parte sbagliata.

E con uno scatto, l’androide trafisse il fianco della ragazza con una scheggia di metallo.

Stark, poco più lontano, urlò in preda alla rabbia.

Il potenziato, con ancora la gemella dolorante tra le braccia, si paralizzò.

La ragazza lasciò cadere la pistola e poggiò la mano sulla ferita. Guardò Ultron, poi posò lo sguardo su Pietro, che percepì tutto il suo terrore.

Barton le corse incontro prima che potesse cadere, aiutandola a comprimere la ferita.

Iron Man, con una cannonata di energia, distrusse l’androide e i gemelli fuggirono via.

- Banner, abbiamo Athena - comunicò dalla radio - è stata colpita, ed è grave.

La squadra fu trasportata a fatica il più veloce possibile sul jet. Ancora deboli dall’incantesimo di Wanda, cercarono di aiutare Athena, che tratteneva a stento urla di dolore.

Quando la situazione fu messa sotto controllo, Stark si avvicinò a Clint, seduto al volante.

- Vuoi il cambio?

- No, sto bene - ribatte - se vuoi farti un riposino è il momento giusto, mancano diverse ore.

- Diverse ore da dove? - chiese Tony perplesso.

- Una casa sicura - rispose Barton sorridendo.

Come pianificato, dopo qualche ora il Quinjet atterrò su un campo nei pressi di una casa piuttosto isolata. Scesero tutti tranne Athena.

Aveva professato di star bene e volere un po’ di tranquillità. Nelle sue condizioni nessun si sentì di contestare il suo desiderio.

- Cos'è questo posto? - domandò Thor percorrendo l'entrata dell'abitazione.

- Una casa sicura - replicò sarcastico Stark.

Barton entrò reggendo Natasha, ancora scossa dal controllo mentale poco prima subito.

- Tesoro, sono io - dichiarò Clint.

La casa era accogliente, i colori morbidi le donavano un senso di sicurezza.

Da una porta uscì una donna incinta, che si diresse verso Barton salutandolo con un bacio, lasciando la squadra piuttosto spiazzata.

- Sarà un agente speciale - arrangiò Tony.

- Signori, lei è Laura - fece Barton.

- Conosco tutti i vostri nomi - disse lei sorridendo.

- Papà!

Dalle scale due bambini corsero incontro a Clint, che li abbracciò amorevolmente.

- Loro - aggiunse Stark, più che mai confuso - sono agenti più piccoli.

La bambina chiese di Natasha, che si girò e la prese in braccio in un gesto di affetto.

- Scusate per l'intrusione - affermò il Capitano.

- Avremmo avvisato ma eravamo occupati a non avere idea della vostra esistenza - concluse Tony.

Occhio di falco spiegò che Fury, il direttore dello S.H.I.E.L.D., pianificò tutto perché la sua famiglia fosse al sicuro, lontano dai file della compagnia.

La porta si aprì lasciando entrare Athena.

Tutti la guardarono esterrefatti, arrabbiati che si fosse alzata non curante delle sue condizioni.

- Athena, cosa ci fai qui? - chiese il padre furioso e terribilmente preoccupato.

- Abbiamo un problema.

- Si, te in piedi - continuò Thor.

- No, uno più grande - ribatté, alzando la maglietta e mostrando come la ferita fosse completamente scomparsa senza lasciare traccia.

I presenti sgranarono gli occhi per lo stupore.

- Non è stato Ultron.. - anticipò lei - Ho paura sia collegato al Mjollnir, dev’essere successo qualcosa.

Effettivamente, nessuno aveva più discusso del fatto che la ragazza fosse riuscita ad alzare il martello del Dio del Tuono.

Così, a Thor tornarono in mente le immagini che l’incantesimo di Wanda gli aveva mostrato.

- Insomma, non avete niente da dire? - domandò Athena con rabbia, confusa e disorentiata.

Nuovamente senza risposta, uscì dalla casa sbattendo la porta, profondamente delusa.

Il padre cercò di seguirla, ma fu bloccato dal Capitano Rogers.

- Ci penso io.

Stark annuí.

Steve raggiunse la ragazza, che si fermò a pochi metri dal capannone poco distante dalla casa.

- Questa situazione mi manda in bestia! - esclamò, girandosi verso il Capitano - Credevo di essere normale, di essere fottutamente normale..

- Invece sei incredibile - ribatté lui.

- Come?

- Non mi sorprende che tu sia stata ‘degna’ del Mjollnir - Steve guardò il cielo.

- Temo di non riuscire a seguirti.

- Sono sicuro che tu abbia il passato più doloroso di tutti noi, totalmente avvolto dal mistero, eppure guardi il mondo con desiderio. Non ti sei mai arresa alla vita. Ci sono domande alle quali non posso rispondere, ma se c’è una persona in grado di affrontare tutto questo, quella sei tu.

×××

A Seoul, in Corea, la dottoressa Cho camminava per i corridoi in direzione del proprio laboratorio.

- Grida e il tuo intero staff morirà.. - fece minaccioso Ultron nell’ombra - Potevo ucciderti la sera che ci siamo conosciuti, non l'ho fatto.

- Vorresti che ti ringraziassi? - rispose lei confusa.

- Vorrei sapessi il perché.

La dottoressa guardò la culla, comprendendo al volo le intenzioni di Ultron.

- La culla rigenerativa produce tessuti, non può costruire un corpo vivente.

- Si, può. Tu puoi. Ti mancano solo i materiali - concluse l’androide, per poi poggiare lo scettro di Loki sul petto della dottoressa, ipotizzandola.

You didn't see that coming? | Pietro MaximoffWhere stories live. Discover now