Capitolo sedicesimo

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Il respiro spezzato dal colpo, la vista oscurata per un attimo mentre il dolore le trafisse la schiena.

- Sei difficile da uccidere, te lo concedo - pronunciò Thanos, sorpreso - ho sentito molto parlare di te.

- Ho tutto il giorno liberò - sorrise dolorante la ragazza, il sapore metallico del sangue le si infiltrava tra le labbra. Ne sputò una parte a terra.

Il terreno era freddo sotto le sue ginocchia.

Teneva stretta a se la Gemma del Tempo, maledicendo nella mente il Dottor Strange.

Perchè diamine gliela aveva affidata? Non sarebbe stata più al sicuro nelle mani di un Maestro delle Arti Mistiche? Perchè, perchè lei?

Thanos era comparso dal nulla, inarrestabile. Avevano combattuto come meglio potevano, ma la sua forza era cento volte maggiore.

Intorno a lei nient’altro che dolore e distruzione.

Incontrò con lo sguardo la figura di Visione, grigio e senza vita tra le braccia di Wanda, ormai esausta persino per disperarsi. Sperare, invece, sarebbe stato vano: non avrebbero mai vinto.

- Non riuscirai mai nel tuo intento.

- Oh - ghignò l’altro - ne sei certa?

Le afferrò i capelli con forza, strattonandola. Jane trattenne un ringhio per non mostrarsi debole.

- Dubito tua madre ti abbia parlato di me - esordì all’improvviso, spezzando la tenacia che la ragazza aveva tanto cercato di dimostrare.

- Non avrei mai creduto si sarebbe abbassata ad un umano - proseguì - aveva una immensa potenzialità. Se non si fosse ritirata il nostro piano si sarebbe concluso molti anni fa. Che peccato..

Non rispose, le mani avvolte da volute e riccioli di energia. Gli occhi risplendenti d’odio.

- Il suo potere era inimmaginabile, avresti dovuto vederla nel fiore dei suoi anni: distruggeva mondi con il solo schiocco delle dita.

- Tu menti! - urlò Jane.

- Dubiti forse delle mie parole? Sei ingenua, ragazzina. Emilia non è mai appartenuta al bene.

La voce risuonava tagliente e gelida.

Come avrebbe mai potuto sconfiggere un essere del genere? Non ne sarebbe mai stata in grado.

- Insieme abbiamo portato pace e prosperità.

- Sterminando popoli e pianeti - ringhiò Jane.

- Il fine giustifica il mezzo, siete stati voi umani a dirlo. Nel momento in cui siamo venuti a conoscenza delle Gemme sapevamo che lei le avrebbe potute brandire, ne eravamo certi.

Nonostante quegli orrori, il sole splendeva tanto da accecare gli occhi. Il cielo era di un azzurro terso.

- Invece, a un passo dalla vittoria, tua madre ha rovinato tutto, tutto! - gridò con rabbia - Si è lasciata ammaliare da un essere inferiore, inutile.
Tutto il suo potere è fluito in te, una umana, e non sei neanche in grado di utilizzarlo - ghignò.

- Smettila..

- Siete solo delle minuscole particelle momentanee in un universo indifferente - concluse augusto - il momento di giocare è finito.

La ragazza tentò di rialzarsi a fatica, le gambe tremanti per lo sforzo e i polmoni in fiamme, contrastando come poteva la forza di Thanos.

- Il gioco è appena iniziato - sorrise maliziosa.

L’essere allentò la presa dallo stupore e Jane ne approfittò per librarsi in aria. Aumentò la velocità, salendo di quota in una corsa inarrestabile.

- No! - urlò lui. Thanos sapeva: Jane avrebbe distrutto la Gemma del Tempo e senza il suo piano sarebbe andato a monte. Non poteva permetterlo.

Lei continuó a salire, un sorriso beffardo stampato sul volto. Probabilmente non sarebbe sopravvissuta, ne era consapevole.

Era un rischio disposta a correre.

Le braccia del nemico la afferrarono, l’espressione feroce. Non le avrebbe permesso di farlo.

Recuperò il pugnale dalla coscia e tentò di colpirlo, invano. Al contrario, fu lei quella ferita. Rispose assestandogli un pugno in faccia ed iniziarono a combattere, precipitando nel vuoto.

Il terreno quasi si aprì al loro impatto con il suolo.

Jane portò le mani alle orecchie, cercando inconsolabilmente di frenare il fischio che sentiva invaderle la testa come un fulmine.

Sperava di aver guadagnato tempo. Non fu così, perché quando finalmente ebbe la forza per aprire gli occhi, Thanos brandiva la Gemma del Tempo.

Non ce l’aveva fatta.

- So cosa significa perdere - disse  il Titano quasi fosse rammaricato - sentire disperatamente di aver ragione e ciononostante fallire. È spaventoso, fa tremare le gambe. Ma io vi chiedo, per quale fine? Lo temi, lo sfuggi, il destino arriva ugualmente.

Si sentì morire.

- Il tesseract o la testa del tuo grande amore, presumo tu abbia una preferenza..

Confusa da quelle parole, Jane non capì che Thanos non stava parlando con lei finchè non vide, davanti a lei, comparire il Dio degli Inganni.

- Oh certo - rispose Loki - uccidi pure.

Lo sguardo le si riempì di terrore, poi le sue suppliche e le sue urla furono spezzate dalla mano del Titano stretta intorno al suo collo.

- Loki.. - mormorò tentando in tutti i modi di liberarsi, cercare uno spiraglio d’aria, ma le forze la stavano già abbandonando.

Il Dio provò a resistere, tuttavia cedette.

- Va bene, fermo! - gridò. Il tesseract gli comparve tra le mani, splendente nella sua luce blu.

- Sei dannatamente incorreggibile - tossì lei.

- Il sole brillerà nuovamente su di noi, bambolina.

- Oh - lo interruppe Thanos - il tuo ottimismo è mal riposto asgardiano - disse in una leggera risata.

- Beh prima di tutto - replicò Loki - non sono asgardiano, e secondo: noi abbiamo un Hulk.

Il bestione verde si scagliò sul Titano, colto alla sprovvista dall’improvviso attacco.

Il Dio dell’Inganno afferrò la ragazza e la tenne stretta a se. Le mise le mani attorno al viso e le sposto i capelli, rivolgendole uno sguardo di una intensità che per un attimo rabbrividì.

- Ferma qui, ho un piano.

- No, no.. - cercò di dire, ma il ragazzo si era già alzato, diretto verso Thanos.

- Io, Loki, principe di Asgard - era pronto - figlio di Odino.. - si fermò e guardò suo fratello, lontano e privo di sensi - legittimo erede di Jotunheim, Dio dell’Inganno, ti faccio promessa - fece avvicinandosi al Titano, mentre con la mano estrasse un pugnale - della mia immortale fedeltà.

Dopo un respiro profondo, sferrò il colpo. Tuttavia, il Titano non si lasciò ingannare, e bloccò il Dio.

- Immortale? Dovresti scegliere i termini con più cautela - lo afferrò per il collo e alzò da terra. Cercò di divincolarsi ma la presa si fece più stretta.

- Tu non sarai mai.. un Dio - e con quella frase Loki, il suo primo amore, morì.

You didn't see that coming? | Pietro MaximoffWhere stories live. Discover now