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Si stavano fissando. Damon stordito da tutto l'alcool che gli stava facendo bruciare il sangue, Emily era paralizzata, i suoi muscoli non volevano saperne di ascoltare i suoi comandi, avrebbe voluto picchiarlo, urlargli contro ogni possibile insulto. Era malata di lui, intossicata dal desiderio di poterlo avere e Damon era infantile, perverso e possessivo, era scritto su carta ufficiale che la loro storia sarebbe stata piena di alti e, troppi, bassi. Damon, con il suo atteggiamento da strafottente, Emily gentile ma irascibile... Che diavolo sarebbe nato da una relazione del genere? Da un veleno del diavolo, dall'inferno era stata programmata e fatta arrivare sulla terra una sostanza tossica che li aveva completamente soffocati. Non potevano più respirare. Damon non poteva chiedere aiuto a nessun neurone in quel momento, erano ad una festa in piscina, una piscina di alcool. Emily era pensierosa, le sue gambe continuavano a pensare al posto suo, tutte le parole che avrebbe voluto urlare contro a quel bambino si erano incastrate nella gola e nemmeno quella poca saliva rimasta era riuscita a smuoverle. Non potevano continuare in quel modo, ma in realtà: quando, quando avevano iniziato? Da quando non potevano "continuare in quel modo" se non avevano nemmeno iniziato in quel modo? Le gambe di Emily, finalmente, si staccarono dal suolo. Iniziarono di nuovo a rispondere ai suoi comandi anche se in maniera molle e tremolante. Era arrabbiata, delusa, dispiaciuta, innamorata e soffocata da e per Damon. Non poteva iniziare a stare così male, non poteva iniziare a fare nulla che riguardasse il ragazzo, o "uomo", posto davanti a lei. Non poteva iniziare nessun legame con una persona del genere. Quando ancora erano migliori amici, ai tempi delle medie e del liceo, com'era il loro rapporto? Tutto si era sgretolato nella loro mente, se cercavano quei ricordi, arrivava solo un colore statico, assente. Non voleva più quella storia d'amore che le bambine sognavano con un lieto fine insieme al loro principe azzurro. Il suo principe azzurro non c'era. O per meglio dire, c'era, c'è stato, c'è stato ma nel momento sbagliato. Quando stava con Stefan, Damon non era nemmeno un pensiero per lei. Era il suo migliore amico, l'amico che hai dall'infanzia. Alla fine, in molti casi, l'amicizia finisce o semplicemente si cresce e non hai più il tempo che avevi da bambino di giocare alle 16.30 in punto al parco con la palla che puntualmente doveva prendere tua madre perché tu pensavi solo a divertirti. Non poteva più aspettare il suo principe azzurro, ormai era un soldato come gli altri. Non era nessun tipo di principe. Doveva saperlo, quel reale doveva sapere che per lei non era altro che un semplice individuo che faceva parte di un esercito. Prima di dirglielo però, Emily doveva convincere se stessa. I sentimenti che provava per Damon erano reali, che lui fosse un principe o un semplice soldato, non poteva cambiare quello che non voleva sentire, ma che pressava dentro il suo torace.

Damon non capiva più perché vedeva la figura di Emily immobile, il sangue continuava a bollire nelle sue vene, però in quel momento si sentiva vivo, come quando percepiva le proprie emozioni prima di morire. Emily non si muoveva di una virgola, era come una statua. Si continuava a ripetere in testa che ci sarebbero state delle conseguenze se avesse continuato a bere così, ogni volta che Emily parlava con un altro ragazzo o con uno con cui era stata; la figura della ragazza finalmente si mosse, Damon deglutì più e più volte a corto di saliva nella bocca, solo un odore di alcool lo avvolgeva.

"Io così non posso più andare avanti Damon" disse Emily guardandolo con occhi spenti, disperati ma che riuscivano a nascondersi grazie alla vista stordita del ragazzo posto davanti a lei, "è un ossessione malata Damon, la nostra non potrà mai essere una relazione che avrà una fine se già non riesce ad iniziare, non posso più soffocare così per colpa tua, non puoi farmi sputare anche l'anima facendomi sentire una merda comportandoti da persona davvero infantile" continuò, e Damon ascoltava, con quel briciolo di lucidità che iniziò anch'esso ad abbandonarlo poi rispose "io non ti faccio sentire in colpa, io ti amo e basta". Non poteva più buttare scuse sul "ti amo" sempre, ogni volta lui usava quella parola a difesa di tutto, che ormai, li aveva portati a questo punto "non me ne frega più un cazzo se mi ami, mi stai uccidendo, da dentro, ogni parte di me sta morendo per colpa tua, sto scomparendo standoti vicino" disse Emily praticamente urlando, le lacrime le avevano inondato il viso, così simmetrico che sembrava di una specie di entità sovrumana. Emily era bella per Damon, Dio se era bella per lui. La paragonava nei suoi sogni agli angeli, sia per il suo aspetto estetico che per quello interiore. "Damon, io non so più che dire, ti comporti come se avessi cinque anni, aspetti sempre le mie scuse, mi tratti come uno zerbino, mi uccidi parlando e tutte le volte mi costringi a venirti incontro e ad amare sempre di meno me stessa. Io così non è che non c'è la faccio più, Dio si anche quello, ma più che altro è solo che non voglio più andare avanti" Emily riprese fiato dopo aver, di nuovo, involontariamente urlato contro la figura ubriaca del ragazzo che ormai la faceva morire ogni secondo della sua vita, Damon pensò che stesse scherzando o comunque che si sarebbe ricreduta e chiarita più tardi, così si alzò e le andò in contro barcollando, la faccia interrogativa di Emily diceva tutto. "Stammi lontano Damon" disse per ultima cosa prima di ricevere un attacco da parte del ragazzo che non voleva più vicino; la mossa di Damon fu involontaria, comandò il suo corpo facendolo trasformare sotto il controllo dell'alcool presente nella sua pelle. Emily ricominciò ad urlare "mi hai stancato, tu e il tuo poco autocontrollo cristo" disse toccando la parte del corpo che Damon aveva colpito: la spalla le faceva male ma in quel momento il suo unico pensiero era fare una cosa, scappare; "Damon, sono figlia di un originale, ma forse tutta quella roba nel tuo corpo non lo sa. Se anche solo volessi farti del male saresti steso a terra a prescindere, toccami una seconda volta e fidati che ti ricorderai di me per sempre" si calmò, facendosi forza raggiunse il volto del suo, ora ex, migliore amico quasi ragazzo, posizionandosi a pochi centimetri, sputandogli alcune parole praticamente nella bocca "faccio le valigie, prova a seguirmi o a fare qualsiasi cosa che mi riguardi e vedrai cosa farò io". Damon, distrutto da se stesso, rimase lì fermo.

Emily invece raggiunse le camere, e quando entrò nella stanza le sue amiche sapevano tutti i dettagli dell'accaduto.

...

LEGGETE PLEASE:

Giuro di essere viva. Tra poco ho gli esami quindi non ho uno spazio nei miei impegni per poterlo utilizzare per scrivere. Ci stiamo avvicinando alla fine... Questa storia l'ho iniziata tanto tempo fa, molte cose non hanno un senso logico,
Nella prossime che scriverò (*se le scriverò*) sicuramente cercherò di cambiare molte cose e di scrivere qualcosa che abbia almeno senso. Vi saluto e vi abbraccio.

Emily

nel modo in cui mi baci • the vampire diaries •Where stories live. Discover now