9. Situazione imbarazzante

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Maya.

I giorni passarono da quella strana sera, ma i dubbi nella mia testa no. Nonostante il trasferimento frequentavo assiduamente casa di Jess. Mio padre ed il suo passavano buona parte della giornata assieme e la signora Books mi riempiva di chiamate più di quanto in realtà facesse sua figlia, invitandomi a passare del tempo a casa loro. Pian piano stavo iniziando a ritenermi parte di quella famiglia anch'io. Con Jess la storia era diversa: dopo quel avvenimento i nostri discorsi iniziarono a farsi più sintetici, freddi, ed iniziammo ad evitarci come la peste per paura imbatterci in altri strani atteggiamenti o di finire a parlare di quella sera...come se la mia vita non fosse già abbastanza complicata da sola.
《Siamo arrivati, vieni con me!》disse Derek entrando in una caffetteria.《Derek, che piacere rivederti!》rispose un ragazzo sulla trentina da dietro il bancone.
Era muscoloso, molto muscoloso. Aveva i capelli rasati, due occhioni color nocciola e sul mento si intravvedeva un piccolo pizzetto a mosca.《È un piacere anche per me Josh》si appoggiò al bancone come a volersi pavoneggiare. Che spaccone!
《Ascolta, l'ultima volta mi avevi detto di aver bisogno di personale qui dentro. Ti ho portato qualcuno che potrebbe esserti utile》continuò facendo segno nella mia direzione.
《Sono Maya》mi presentai recitando un sorriso.
Il ragazzone rispose con un sorriso più sincero del mio da dietro il banco da bar,《hai mai fatto un cappuccino Maya?》
《Beh, certo.》
《Allora torna domani alle 8.00am, vestiti comoda, sei in prova per una settimana.》
...

《Dopo tante peripezie finalmemte ho trovato un dannato lavoro!》,sospirai uscendo dalla caffetteria.
Derek prese posto su una panchina e si accese una sigaretta con la sua solita arietta allegra e soddisfatta. Mi accomodai accanto a lui fissandolo ammirata. Che portasse una maschera, o qualcosa del genere? Come poteva una persona qualunque essere totalmente senza pensieri? Io, di quelli ne avevo troppi.
《Ti vedo molto pensierosa in questo periodo, che ti prende?》mi chiese. Leggeva anche nella mente, oltretutto?
Beh, ammettiamolo, era impossibile non notare che il cervello da quella fatidica sera mi stava andando in fumo. Abbassai lo sguardo e ci pensai-tanto per cambiare- due volte prima di rispondere. Poi fissai i miei occhi nei suoi.《Ti piaccio, Derek?》
Lui spalancò gli occhi confuso da quella domanda.
《Si, certo ma...》non ebbe il tempo di finire di parlare che mi avvicinai ed afferrai il suo volto lasciandogli un bacio sulle labbra.
Il contatto con la sua pelle mi fece tormare in uno stato razionale. Un milione ancora di domande affollarono la mia testa e tutte si potevano benissimo racchiudere in una sola:che cazzo sto favendo? Mi staccai di scatto sentendomi un attimo in imbarazzo e mi portai una mano alla fronte sbuffando.
《Scusami, non volevo farlo》pronunciai, poi mi sollevai dalla panchina, agitata.
Derek impassibile mi afferrò un braccio.《Maya, che sta succedendo? Sta calma, siediti.》
Seguii il suo consiglio e lasciai perdere il mio sguardo nel vuoto, a seguire e contare tutti o giallissimi taxy che correvano sulla strada.
《Derek, credi che io...》mi interruppi. Non ero sicura di cio che stavo facendo.
《Che tu?...》
《Ho seri dubbi sul mio orientamento sessuale》,sputai.
Lui rimase paralizzato un attimo, poi scoppiò in una enorme, rumorosa risata. Lo guardai perplessa. Cosa c'era da ridere?
《Hai paura d'essere lesbica?Certo, sarebbe uno spreco, ma...》disse portando un braccio attorno al mio collo.《Se tu lo fossi, non morirebbe di certo nessuno.》
Rimasi sbalordita da quella sua reazione, infondo per me passare una serata intera a limonare con una ragazza non era una cosa da tutti i giorni, ne la cosa più naturale del mondo. Per me era stata una cosa tanto insolita e anormale, quanto bella. Cosa stava accadendo? Perché mi sentivo così confusa da un bacio che probabilmente un significato neppure ce l'aveva? Poi realizzai...
《Che bel casino, cazzo!》esclamai.
《Credo di avere una cotta per una ragazza.》

Jess.

Rechel bussò alla porta ed entrò nella mia stanza mentre riordinavo i miei appunti di biologia. Di conversare, non avevo la minima voglia...ma era pur sempre mia sorella.《Studi molto ultimamente!》esclamò.
《È un modo per distrarmi, ho troppi pensieri per la testa.》
《Hai litigato com Maya? Vi vedo poco insieme ultimamente.》
Solamente sentir pronunciare il suo nome mi rendeva tesa e rigida come il troco di un pino.
《No》,mi affrettai a rispondere spalancando gli occhi, ed inevitabilmente iniziai un po' a balbettare.
《Lei è alla ricerca di un buon posto di lavoro e non ha molto tempo da dedicarmi》mentii.
Rechel si avvicinò ad una cornice sulla mia scrivania che conteneva una foto con me e Mike, e la prese tra le mani.
《Non dirmi che pensi ancora al giorno dell'incidente allora. Infondo, è passato un anno e mezzo!》
Il mio sguardo si fece cupo.《Ci sono cose che non passano neppure dopo cento anni, Rachel. Ma tranquilla, è solamente che il diploma si avvicina, e sto iniziando a riflettere su cosa farò il prossimo anno》mentii ancora.
Lei mise la cornice al suo posto e prese posto sul letto accanto a me.《Capisco》disse comprensiva.
《Comunque ero venuta per dirti che domani io e la piccola Hailey torniamo a New York. Stasera la mamma ha invitato tutti a cena come il primo giorno che siamo arrivate》sorrise e sollevandosi mi stampò un bacio sulla fronte.
《Il giorno della consegna del diploma sarò qui, promesso》continuò ancora, poi uscì dalla stanza.
Mi sollevai anch'io afferrando la cornice con la foto.
Sei tu il problema, Mike? pensai, e mi prese un forte senso di nostalgia.
La sera come mi era stato annunciato intorno alla tavola erano presenti anche mr. Riva e Maya. E come al solito mi fu difficile restare li fino alla fine della cena. Dopo l'accaduto mi era complicato starle accanto. E se mi avesse chiesto spiegazioni? Preferivo scappare come una vigliacca, lo ammetto. Era una situazione imbarazzante. In realtà neppure io sapevo il motivo per cui avevo fatto ciò che avevo fatto, ed in verità-anche se lei non lo sarebbe mai venuta a sapere- una parte di me lo avrebbe fatto di nuovo, mentre l'altra continuava a dirmi che c'era qualcosa di sbagliato. Che avessi sviluppato dei sentimenti nei suoi confronti? Non ne ero sicura, e neppure ptonta. Infondo ne avevo baciate tante di ragazze per gioco e sotto effetto del alcol, ma quella sera era stato diverso. Forse perché Maya, a differenza delle troiette di cui non ricordavo ne nome ne volto, faceva parte della mia quotidianità.
Scappai da tavola appena conclusa la cena, sperando ancora che il mio sguardo non incrociasse il suo, ed uscii di casa dirigendomi in uno spazio verde che si trovava poco distante da li. Mi accucciai sotto una quercia accendendomi una sigaretta; stavo fumando decisamente troppo da un po' di tempo a quella parte.
《Jessica!》mi sentii chiamare dalla voce affannata di Maya, sembrava aver fatto una bella corsa. Sbuffai. Non si può neppure scappare da un problema in santa pace, pensai. Si piegò in due cercando di recuperare il respiro.
Sollevai gli occhi al cielo.《Cosa ci fai qui?》
《Sei corsa via dopo cena, tua sorella era preoccupata e mi ha chiesto di seguirti.》
Non commentai, lei prese posto accanto a me sfilandomi la sigaretta dalle labbra e rubandone qualche tiro.
《Dobbiamo parlare Jess, sai cosa intendo...》disse.
《Hai ragione, dobbiamo parlare.》

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