7. Un annuncio importante

1.9K 104 1
                                    

Maya.

Lo shipping a San Francisco aveva un non so ché di gratificante. Mi sentivo come parte di qualche strano telefilm americano di quelli che seguivo alla T.V. in Italia.
《Come mi sta?》,chiesi a Jess uscendo dal camerino e sfoggiando un abitino stretto in pizzo bianco.
Lei spalancò appena gli occhi e questo mi bastò a farmi amare quel abito.
《Niente male!》disse avvicinandosi a me. Afferrò l'etichetta, sollevò un sopracciglio e storcendo le labbra mi chiese:《Ma puoi permettertelo?》
《Approfitto per un altro po' di tempo dei soldi che mi fornisce mio padre》dissi osservandomi allo specchio mentre mi spostavo i capelli sulla spalla destra.
《Tra un po' dovrò iniziare a cercarmi un lavoro》continuai.
《Pensavo ti saresti iscritta a scuola.》
《Oh no, io ho già preso il diploma lo scorso anno》ridacchiai.
《In che campo ti piacerebbe lavorare?》
《Non so, ho sempre pensato di voler frequentare la facoltà di scienze motorie all'università. Sai, sono sempre stata una sportiva. Ma ormai credo che farò altro nella vita...》
Lei ascoltava attentamente ciò che dicevo, poi osservò l'orologio.
《Dobbiamo rientrare, si è fatto tardi!》
《Ok, arrivo》dissi socchiudendo gli occhi in un sorriso e chiudendo le ante dello spogliatoio.
Più passavano i giorni più sembrava riuscissimo ad andare d'accordo, o per lo meno ormai non passavamo tutto il tempo a litigare ed insultarci. A volte con i suoi modi di fare mi innervosiva, mi imbarazzava, aveva uno strano effetto su di me, e la mia faccia che avvampava ogni qual volta che lei mi guardasse negli occhi con quel suo sguardo profondo ed ammagliante ne erano la prova. Ma quando parlavamo, scherzavamo, quando si comportava spontaneamente mi sembrava di conoscerla da sempre, riuscivo ad essere davvero a mio agio.
Era questo ciò a cui pensavo mentre rientravamo a casa soddisfatte dai nostri acquisti.
《Scusate il ritardo》disse lei notando la tavola già pronta.
Una ragazza sui venticinque si sollevò dal suo posto con una bambina di non più di tre anni tra le braccia avvicinandosi a noi. Jess rimase paralizzata con gli occhi lucidi alla vista di quelle due, ed inizialmente non ne capii il motivo. Notai una forte somiglianza tra la ragazza e Jessica, ma la ragazza aveva gli occhi scuri, neanche lontanamente paragonabili alla bellezza di quelli di Jess.
Nulla da fare, amavo il suo sguardo.
Jess strinse lei e la bambina in un caloroso abbraccio, dopodiché si avvicinò a me
《Lei è mia sorella Rechel, e la piccola Hailey è mia nipote》disse, e la ragazza mi porse la mano socchiudendo gli occhi in un dolcissimo sorriso.
《Io sono Maya》la afferrai saldamente e salutai la bambina che si nascondeva timidamente tra le braccia della mamma e mi scrutava con i due occhietti color nocciola.
《A tavola!》Ci chiamò Mr. Books e tutti ci accomodammo.
C'era un'aria insolitamente allegra quella sera. Dopo l'incidente della mamma non avevo mai più sentito aria di casa, di famiglia, e quella sera dopo tanto tempo mi sentii al posto giusto. Mio padre si sollevò dalla sedia maneggiando un bicchiere di vino.

《Ho aspettato volontariamente stasera per dirlo a tutti. Saremmo dovuti rimanere in questa casa per poco tempo, ma oggi dopo quasi un mese ho finalmente trovato un appartamento adatto a me e mia figlia, e domani sarà l'ultimo giorno qui per noi. Volevo ringraziare tutti per la vostra ospitalità e fare un brindisi all'amicizia che lega noi e le nostre due famiglie. Sappiate che di qualsiasi cosa abbiate bisogno, la famiglia Riva è a disposizione.》

Spalancai gli occhi osservando mio padre, poco dopo sentii Jess afferrarmi la mano destra sotto il tavolo per non farlo notare agli altri.
《Perché non mi hai detto nulla?》sussurrò.
《Non ne sapevo nulla, sono stupita quanto te!》risposi nello stesso modo.

Jess.

Derek non c'era neppure quella mattina a scuola, e la giornata passò molto lentamente. La campanella delle 14.30 pm suonò la fine delle lezioni. Mi incamminai passo dopo passo verso l'uscita del cortile, ma una figura apparì di fronte a me impedendomi di proseguire.
《Che cazzo vuoi Ben?》
《Oggi non c'è il tuo amichetto a difenderti, eh?》mi chiese avvicinandosi lentamente e notai un taglio sotto il suo occhio sinistro.
Rimasi immobile, non potevo fargli notare che ero impaurita, infondo lui era un ragazzo, ed anche molto grosso e muscoloso.
《Sparisci!》Lo fulminai con gli occhi, lui si avvicinò al mio orecchio.
《Se Ian fosse qui, nessuno ti vedrebbe come l'eroina che salva il culo vergine delle nuove arrivate, e tutti ti riconoscerebbero come la puttanella che sei》sorrise maliziosamente.
《Il tuo caro amico creperà con il culo in una cella》risposi fredda.
Lui mi prese il volto con una mano stringendo.
《Lasciala, testa di cazzo!》la voce di Maya si udì li accanto.
Il ragazzo mollò la presa.
《Ah, ecco qui la puttanella numero due》si passò una mano tra i capelli con fare spavaldo.
《Non toccarla più se non vuoi guai seri, Ben》gli sussurrai con aria minacciosa all'orecchio prima di allontanarmi sperando di averlo intimorito.
《Che ci fai qui?》chiesi a Maya stupita di vederla.
《È il nostro ultimo giorno, voglio passare più tempo possibile assieme》sorrise in un modo indescrivibilmente dolce.
Mi sedetti su una panchina ad aspettare il bus per tornare a casa, mentre lei scrutava nella sua borsa in cerca di qualcosa.
《Hai pensato a qualcosa per questa sera?》
《Si, ma non posso dirti nulla.》
《Odio le sorprese lo sai》sbuffai.
《Questa ti piacerà》disse abbracciandomi da dietro le spalle e posandomi tra le mani un bicchiere di caffè ancora caldo.
《L'ho preso poco fa al bar, pensavo che saresti stata stanca dopo tutte quelle ore li dentro, magari ti aiuta a rimetterti in sesto》disse.
I suoi abbracci mi rendevano tesa, non ci ero abituata, ma dovevo ammettere che mi piaceva. Per la prima volta mi lasciai andare.
《Grazie》le dissi afferrando il bicchiere con la mano sinistra, e con l'altra le spostai delicatamente il volto nella mia direzione stampandole un bacio sulla guancia. Lei ne rimase visibilmente stupita.
《E tu sei la stessa Jess che ho incontrato qui lo scorso mese?》
Rimasi basita, non ci avevo neppure fatto caso.
《Ti voglio bene, troia!》mi disse stringendomi ancora più forte.
Ridacchiwi compiaciuta e sollevai il bicchiere di caffè tra le mie mani.
《Attenta, potrei rovesciarti un altro di questi addosso.》
Lei scoppiò a ridere, mi lasciai contagiare dalla sua risata.

The otherside Onde histórias criam vida. Descubra agora