21. Effetto Lucifero

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"Paradossalmente è stato Dio a creare l'inferno come luogo dove tenere il male."
Philip Zimbardo 

«Ora puoi tornare indietro.»

La voce di Kilian la riporta brusca alla sua strana e grottesca esistenza fra quelle mura piene d'arte.

Ayar apre gli occhi piano, poi si ricorda di Edvin e tira su il busto, si alza in piedi senza aspettare il permesso di Kilian.

Comincia a guardarsi intorno. L'ipnologo è di fronte a lei, uguale a come l'ha lasciato. Lance è davanti al letto, le mani sono sospese a pochi millimetri dalla pelle lacerata di Edvin, che ha l'espressione sofferente e soffoca le urla mentre la sua epidermide si rimargina lenta, ogni frammento di lui torna a posto.

Ayar sorride nel vederlo vivo e supera Kilian per raggiungerlo, per entrare nel suo campo visivo e mostrargli che è lì, che lo stava aspettando, non l'ha abbandonato. Gli accarezza il viso, appoggia le labbra sulla sua fronte e vi lascia un bacio affettuoso; non le importa se intorno a loro ci sono altre persone, non le importa che non sia più un segreto – lo è mai stato?

I suoi occhi raggiungono Lance. Ha il volto bianco, è come se stesse guardando in faccia la morte in persona. È stremato, distrutto. Ha le occhiaie profonde e livide, gli zigomi scavati, le mani sporche di sangue che continuano a rimanere sospese sul corpo di Edvin e ne ripristinano i tessuti.

Edvin non pronuncia alcuna parola, continua a urlare mentre il dolore lo divora – e no, non è mai stato così forte, non è mai stato tanto intenso. Si sente profanato dalla lama del mietitore e rispedito sulla terra in un corpo rappezzato. Si sente come la creatura del dottor Frankenstein, appena venuto al mondo e catapultato in una vita orrenda, solo – seppur circondato da altri individui.

È morto ed è tornato indietro, ma ha perso una parte di sé.

Non è semplice descrivere ciò che prova, per questo continua a urlare, è l'unico modo con cui può esternare tutta la sofferenza che avverte. Ha il cervello distrutto, lacerato come lo sterno che fatica a ricomporsi. Si sente come se lo stessero scuoiando vivo, anche se l'intenzione è l'esatto opposto. Suturargli la pelle fino a far cessare ogni dolore.

Lance è stremato, le sue mani ricadono lungo i fianchi, il capo a penzoloni sorretto appena dalla schiena ricurva. Kilian si precipita a controllare che stia bene, poi raggiunge gli attrezzi vicino a Lance – Ayar neppure li aveva notati. Ago e filo, e così prende a suturare di fretta e senza emozione il petto di Edvin, ciò che rimane delle sue ferite.

«Aiuta Lance a tornare in camera. Dagli del sangue, starà meglio. E se lo merita.»

Ordina Kilian, e Ayar sobbalza a quella richiesta e "no", protesta la sua mente, vuole rimanere lì e stringere Edvin fra le sue braccia, non lasciarlo mai più.

Sta solo intralciando il lavoro di Kilian, quel confuso mettere a posto ciò che rimane dei tagli e degli squarci.

«Ayar, sbrigati, cazzo», continua, stavolta più infuriato, col tono meno pacato che in precedenza.

E allora Ayar, terrorizzata da un cambio nel tono di voce che non gli ha mai, mai sentito avere, lascia Edvin e raggiunge Lance per aiutarlo a tirarsi su. È difficile sorreggerlo, e da parte sua usa le poche forze che gli rimangono per non pesarle troppo addosso.

Il tragitto fino alla camera da letto di Lance sembra infinito e Ayar deve fermarsi diverse volte per riprendere fiato. Certo, è immortale, ma non ha la super-forza.

Si accorge di due fattori. Il primo: la sua camera da letto è molto più vicina rispetto a quella di Lance. Secondo: in camera di lui c'è quella bestia infernale e con il suo padrone in quello stato le salterà addosso per farla a pezzi.

Effetto LuciferoWhere stories live. Discover now