capitolo 1

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respiro.

è questo che mi manca.

non riesco a respirare già da un po a causa di questa mascherina.

ma la devo tenere obbligatoriamente.

faccio sacrifici si, ma devo farlo, per tornare alla normalità.

fa male.

fa male vedere la persona che ami dopo tanto tempo per colpa di un virus.

solo limitarsi ai sorrisi a distanza con la mascherina, che in sostanza non si vedono, solo le guance che si alzano.

però non mi lamento.

almeno la vedo.

qui sul set, con me e con gli altri, con il tampone fatto ovviamente, a cercare di capire come continuare la stagione.

una cosa positiva è che questa serie è ambientata in un ospedale/vigili del fuoco.

quindi le idee non mancheranno sicuramente.

siamo in una sala grande,molto grande, tutti seduti con la distanza e mascherine alzate come dovrebbe essere.
siamo tutti risultati negativi al test ma per poter togliere la mascherina dovremmo almeno dichiarare di non uscire con nessuno se non con queste persone qui.

come al solito è arrivata in ritardo, e quando mai lei puntuale.

mi saluta con la manina che svolazza vicino al suo corpo, una mossa da bambina ma è dolcissima.

la saluto anche io con la mano per poi allungandola verso di lei come a volerla portare qui verso di me, infatti si siede nella sedia accanto alla mia.

appena si siede allunga la mano verso la mia e le punte delle nostre dita si toccano,un contatto che non avevo con lei da tanto, e mi mancava.

posiamo entrambe il braccio giù e ci guardiamo negli occhi.
quei suoi occhi azzurri, in tinta con il suo caschetto biondo, la rendono perfetta.

ma lei non lo sa.
non sa niente di tutto questo.
non sa che è bella.
non sa che assomiglia ad una bambina.
non sa che è tenera.
non sa che è capace di cambiarmi umore.
non sa che la amo.
non glielo ho mai detto.
e ho paura che un giorno sia troppo tardi.
ma ho anche paura che se glielo dico rovino tutto il nostro rapporto.

"ed è per questo che voglio augurarmi che non ci succeda mai nulla perché questa serie ha bisogno di voi.
grey's anatomy ha bisogno di voi"

ci alziamo tutti, dopo applausi, raccomandazioni e parole commoventi, e ognuno di noi va a firmare un foglio all'entrata di una stanza altrettanto grande, che ci permette di mettere su carta la dichiarazione di non uscire da nessuna parte con nessuno oltre che delle persone di qui.
lo firmo, vado nella stanza e mi siedo in una poltroncina, permettendomi per la prima volta dopo tanto, di togliermi la mascherina.

"ei"
un sussurro mi sfiora l'orecchio, e come se mi fossi appena spogliata morente di freddo, appoggio la mia guancia sulla sua, come per riscaldarmi.

sono tornata a respirare

chiudo gli occhi beandomi di un tocco suo, finalmente dopo mesi,lasciandomi andare a sospiri pesanti ma carichi.

sento i suoi capelli sfiorarmi il collo e successivamente la sua bocca sulla mia clavicola, e nel mentre due braccia che mi coprono tutta come se fosse una coperta.

la coperta, bello questo soprannome.

gli sfioro le mani con le dita, come a volermi segnare ogni suo particolare nella mia mente in modo da non poterlo dimenticare.

poi con uno scatto improvviso mi giro, la tiro verso di me e cade sopra di me in questa mini poltroncina, un po' stretta per entrambe.

sembriamo come delle cuffie appena uscite dalla tasca e che per scoglierle ci vuole una gran fatica.

la guardo, guardo il suo sorriso che non vedo da tanto e le prendo il collo con le braccia, accarezzandole la schiena con le mani e le pronuncio due semplici parole.

"vieni qui"

si sporge verso di me e si accoccola letteralmente a me,avvolgendomi i fianchi con le gambe e il collo con le braccia, sorridendo abbastanza visibilmente sul mio collo.

ci abbracciamo.

dopo tanto ci abbracciamo.

la mia mente è già andata nel pallone dal solito profumo che mette, e che non sentivo da tantissimo.

la respiro, la guardo, la stringo come se da un momento all'altro potesse andare via.

poi una lacrima scende, un altra la segue,e piango silenziosamente cercando di non farmi vedere ma una cade sulla sua guancia, quindi beh ecco poco sgamabile.

cerco di evitare il suo sguardo ma non ci riesco, è troppo forte, mi chiama cercandomi e non riesco a sfuggirlo.

non con lei.

si alza per poco su di me e si mette proprio di fronte il mio viso.

i suoi occhi parlano e i miei non riescono starsi zitti.

mi prende le guance con le mani, mi porta più vicino a se, mi dà un bacio vicino alle labbra, ma vicino non sopra, e mi stringe forte, tanto forte.

scoppio.

scoppio a piangere sulla sua spalla, silenziosamente ma scoppio.

"ei ei guardami un secondo"

ritorna nella posizione di prima

"è tutto ok, è tutto ok lo capisci? sono qui Stef, sono qui"

"mi sei mancata"

"anche tu, da morire, ma ora sono qui ok?"

e mi ristringe di nuovo.

di solito parliamo sussurrando,come se nessuno dovesse sentire quello che diciamo, come a tenerlo nascosto, una cosa nostra, a proteggere quegli attimi.

dio se mi sei mancata danielle

𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐫𝐞Onde as histórias ganham vida. Descobre agora