46 - Verso la nostra seconda vita

2.8K 136 14
                                    

Can

      Marito e moglie.
Aprendo gli occhi alla luce del sole nascente del giorno dopo il nostro matrimonio, il primo pensiero che raggiunse la mia mente fu questo: eravamo finalmente marito e moglie, il signore e la signora Divit. Non potevo ancora credere che fosse vero, eravamo lì stretti l'uno all'altra nella nostra camera da letto, nella nostra casa pronti ad iniziare la nostra vita insieme.

      Guardai la mia Sanem addormentata tra le mie braccia con un profondo senso di gioia mista a incredulità, ancora non riuscivo a credere che quella donna eccezionale avesse potuto perdonarmi per tutti gli errori commessi per i quali faticavo io stesso a perdonarmi.
      Le accarezzai piano i capelli guardandola come si guarderebbe il tesoro più prezioso, un'opera d'arte dal valore inestimabile, lei per me era tutto e ancora il mio cuore perdeva un battito ogni volta che pensavo al fatto di  essere stato ad un passo da perderla definitivamente.

Sanem

      Mi risvegliai dal sogno più bello che avessi mai fatto, mi stiracchiai pigramente realizzando pian piano di avere la testa appoggiata su un petto  muscoloso e  di essere avvolta da due braccia  forti che mi tevano stretta come se ne valesse della propria vita.
 Mi resi conto che non era stato un sogno, aprendo piano gli occhi mi trovai di fronte a una  realtà più bella di qualsiasi sogno.
Il viso del  mio uomo, mio marito, il mio albatross, il mio amore era davanti a me e mi guardava con occhi meravigliosamente innamorati.
Cos'era questo se non il paradiso?
Sorrisi felice come non mai, gli poggiai una mano sulla guancia.

- Günaydın kocacığım, buongiorno marito mio -

Lui mise a sua volta  la mano sulla mia guancia  e sorridendo rispose:

- Günaydın karım, buongiorno moglie mia -

      Ci guardammo negli occhi intensamente, era il primo giorno della nostra seconda vita, il primo giorno della nostra vita insieme, il futuro ci aspettava:  una nuova vita, una nuova casa e noi insieme con il nostro bambino, la nostra famiglia.

       Trascorremmo l'intera mattinata a letto, ridendo come due adolescenti innamorati,  riscoprendoci reciprocamente, donandoci liberamente l'uno all'altro nella certezza  che avevamo infine il nostro per sempre.
      Eravamo felici come non lo eravamo stati neanche all'inizio della nostra storia, avevamo messo a nudo i nostri cuori ed ora finalmente potevamo amarci apertamente ogni istante della giornata fino alla fine dei nostri giorni.

      Can aveva pensato a tutto, si allontanò pochi minuti per tornare con un vassoio  carico di una ricca colazione che consumammo a gambe incrociate sul letto,  imboccandoci l'uno l'altra tra un bacio e una  carezza sfiorata.

      Cominciammo a prepararci ad uscire a malincuore ma forti della consapevolezza che questo era solo l'inizio, che questo era per noi il primo giorno di una moltitudine di giorni d'amore. Eravamo impazienti di cominciare la nostra nuova vita tornando a casa da tanta parte di entrambi i nostri cuori, non vedevamo l'ora di riabbracciare il nostro bambino.

      Salpammo alla volta del cottage pieni di gioia, speranza e amore, ci sembrava tutto nuovo e diverso ora che eravamo insieme ad affrontare la vita.
Apprezzai oltremodo il viaggio in barca, quella barca che avevo odiato perchè mi aveva portato via l'anima, dopo la romantica gita della  sera precedente stava cominciando a rappresentare per me uno spazio fuori dal tempo dove poter condividere con il mio albatros il suo amore per la libertà.

        Avevamo deciso di continuare a vivere nel mio cottage mentre finivamo di sistemare ed arredare la nuova casa, Can aveva preparato solo la nostra camera per la prima notte di nozze, voleva che scegliessimo insieme tutto il resto dell'arredamento, era la nostra casa e voleva che la sentissi mia.

Can

     Ero così felice, veleggiavamo felici verso il nostro futuro, tornavamo da nostro figlio per cominciare  la nostra vita insieme come famiglia, mentre manovravo il timone tenevo mia moglie tra le braccia  e guardavo agli anni a venire con rinnovata fiducia.
      Attraccati al molo di Yusuf,  lo trovammo ad aspettarci sotto il portico con un sorriso felice, era stato da subito il nostro sostenitore più convinto, il nostro angelo custode.
Se non fosse stato per lui chissà se avrei mai trovato il coraggio di avvicinarmi a quella costa e a Sanem, avrei potuto perdere per sempre  l'unica donna della mia vita a causa della mia stupidità.

       Raggiungemmo il cottage che era ormai ora di pranzo, sembrava non esserci nessuno ma sentimmo delle voci provenire dal giardino sul retro, girammo l'angolo per trovare mio padre e Mihriban sdraiti sulla coperta sotto il salice che ridevano coccolando il piccolo Nihat. Erano una gioia per gli occhi, erano felici era lampante,  a quanto sembrava le cose per il vecchio Aziz si stavano decisamente mettendo per il meglio.
     La tavola sotto la grande acacia era apparecchiata per noi con ogni ben di Dio, ci videro arrivare e si alzarono leggermente imbarazzati ma chiaramente contenti per noi, per il nostro matrimonio.
   Ecco altri due angeli custodi che avevano vegliato sulla nostra sofferenza e che ora gioivano insieme a noi per la nostra felicità.
    Ci salutarono per lasciarci soli a godere  del  nostro primo pranzo in famiglia, finalmente insieme, finalmente noi.


Un amore rinato dalle ceneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora