22 - Come resistergli?

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Sanem

Ah Sanem Ah, come riuscirai a resistergli? 

                Non ne sei mai stata capace, come pensi di farlo adesso che con quell'aria piratesca ed il viso abbronzato è ancora più affascinante che mai?

            Una mattina, uscendo sul portico con Nihat in braccio,  mi stavo rilassando guardando come di consueto lo spettacolare panorama sul Bosforo  quando, con la coda dell'occhio, ho percepito un movimento, mi sono girata a guardare e.... altro che panorama.

              Eccolo lì, a petto nudo sul tetto del cottage di Yusuf con il suo bel tatuaggio dell'albatros in vista ed i muscoli guizzanti mentre fissava le tegole a colpi di martello.

              Ah Sanem non ti fissare! Passai più volte la mano davanti al viso per potermi risvegliare da quel sortilegio, quando lo vidi alzare la testa e guardare verso di me. Allah Allah, mi aveva vista, mi affrettai a rientrare morendo per l'imbarazzo, Ah Sanem, ah!

               Ad un certo punto erano iniziati i piccoli pensieri: fiori, libri e poi, un colpo al cuore, la mia bandana, QUELLA BANDANA, trovata la mattina presto  legata alla balaustra del  portico.

                Non potevo credere ai miei occhi, l'aveva tenuta con sè tutto questo tempo?  Sembrava consunta quasi fosse stata tenuta a lungo in mano, d'mpulso la annusai, profumava tanto di lui. Com'era possibile?   Come aveva potuto un uomo che ti aveva voltato le spalle dall'oggi al domani aver tenuto con tanta cura un oggetto che per la vostra storia d'amore aveva rappresentato tanto?

                 Non sapevo spiegarmelo, non sapevo spiegarlo al mio cuore che voleva credere che ci fosse ancora qualcosa per cui sperare,  mentre la mia mente razionale  cercava di riportarlo con i piedi per terra perchè era inutile illudersi: presto se ne sarebbe andato di nuovo.

              Mentre i giorni passavano la sua figura silenziosa e rassicurante era diventata una costante delle nostre giornate. Vederlo affaccendarsi intorno al mio cottage per piccole riparazioni o per tagliare l'erba, in modo che potessi sedermi sulla riva con il piccolo, mi facevano temere di abituarmi troppo alla sua presenza.

              Era stato il compleanno di mio padre, quel giorno veramente soffrivo enormemente la sua mancanza. Lo avevo chiamato per fargli gli auguri e la sua voce nostalgica che mi chiedeva quando sarei tornata a trovarli mi aveva devastato. Tornando a casa con la spesa ero decisamente di cattivo umore al pensiero di non poter essere vicino al mio caro babacim.                
             Vederlo venire verso di me per aiutarmi mi aveva fatto saltare i nervi, avevo sfogato su di lui tutta la mia tristezza e la mia frustrazione.

               Me ne ero pentita immediatamente e non avevo fatto altro che logorarmi per il  rimorso tutta la sera, non ero neanche scesa al molo per la vergogna. Pensai tutta la notte a come chiedere scusa e alla fine la mattina decisi di portargli un po' di baklava, tanto per cercare di distendere gli animi.

               Che soddisfazione vedere la sua faccia stupita una volta assaggiato il primo boccone di dolce, brava Sanem, fagli capire che non sei più la sciocca ragazza del quartiere, che sei cresciuta e maturata e che puoi raggiungere ogni obiettivo che ti prefiggi, anche cucinare!

                Il primo pomeriggio era diventata la mia parte preferita della giornata, Can raggiungeva me ed il piccolo Nihat sulla coperta all'ombra del grande salice.
               Era un momento di pace assoluta, avevamo firmato un tacito armistizio per cui quelle ore erano sacre, erano la vita che avevamo sognato e non avevamo avuto, erano gioia, calore e famiglia.

               Can stava prendendo confidenza con il piccolo, si vedeva che si sentiva sempre più a suo agio intorno a suo figlio, lo toccava con spigliata tenerezza, lo coccolava, lo vezzeggiava e lo guardava con un infinito amore.
               Potevo vederlo chiaramente nei suoi occhi ed in ogni suo gesto, era un padre meraviglioso ed attento. Si vedeva che era genuinamente interessato ad ogni aspetto della vita del bambino e desideroso di imparare a curarlo.
             Era stato uno spasso vedere le sue enormi mani alle prese con creme e pannolini.

             Ah Sanem ah, come potrai resistere a questo aspetto dolce e sensibile dell'uomo che già ami disperatamente e che, non negarlo, sai che amerai per sempre?

            Aveva detto che era tornato per me e che non sarebbe più andato via, lo aveva detto prima di sapere dell'esistenza di nostro figlio. Potevo credergli? Potevo credergli dopo che mi aveva promesso che avrebbe sempre tenuto la mia mano e non l'avrebbe mai lasciata andare per poi girarmi le spalle senza alcuna esitazione?
            Quando mi aveva chiesto di sposarlo al suo compleanno aveva detto che ero la sua vita, la sua metà,  eppure mi aveva abbandonato per un anno intero.

              Sarebbe venuto nuovamente il momento in cui l'albatros irrequieto che era in lui lo avrebbe spinto a partire di nuovo?

Ah Sanem, ah!

Fatti venire tutti i dubbi che vuoi ma rispondi a questa domanda: come potrai resistergli?


Un amore rinato dalle ceneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora