30 - Babam

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Can

Non posso dire di essermi scoraggiato dopo l'epilogo non proprio idilliaco della nostra cena romantica, diciamo che avevo sperato in qualcosa di meglio.Non era evidentemente  pronta a prendere in considerazione le mie parole, non si fidava ancora di me. 

Rimprendemmo la nostra routine ormai consolidata, la raggiungevo sotto il salice per trascorrere del tempo con il piccolo e la sera per guardare le stelle, tutto sommato riuscimmo a riacquistare quel rapporto fatto di rilassanti silenzi.

Una sera invitai mio padre a cena sulla barca, avevo proprio bisogno di passare del tempo da solo con lui. Fu molto colpito dal luogo in cui avevo ormeggiato, arrivando incontrò Yusuf che gli fece strada verso la barca. Salendo in coperta li vidi arrivare sul molo che già chiacchieravano come vecchi amici, c'era stata da subito una simpatia istintiva evidentemente.

Avevo apparecchiato all'aperto, mio padre mi raccontò della sua permanenza a Cuba, di come quell'isola gli avesse rubato il cuore e la gente lo avesse conquistato da subito. Aveva vissuto momenti difficili durante le cure,  ma per fortuna aveva avuto vicino a sè vecchi amici che si erano trasferiti lì a vivere da diversi anni.

Venne il mio turno di raccontare, lui aveva visto Sanem solo una volta in agenzia, il giorno del 40° anniversario della Fikri Harika, il giorno prima della sua partenza.
Gli raccontai tutto:  il nostro incontro da sogno, la mia ricerca di quella ragazza misteriosa, la sua incursione in casa ed il suo profumo che mi aveva permesso di riconoscerla.
Venne poi  la parte  riguardante i sutterfugi di Emre, gli intrighi di Aylin, i problemi con la mia licenza, il continuo fuggire di Sanem, la verità e la rottura. E poi di nuovo l'amore, gli intrighi della mamma, Polen, Fabri, la prigione e la vendita del profumo.
Mi vergognai di me stesso quando gli raccontai della mia violenta reazione, il mio chiamarla l'altra, lei che ostinantamente mi aveva seguito nella mia fuga fuori città, la mia decisione di partire per i Balcani, il suo incidente, Yigit, il suo abbandono dell'agenzia per andare a lavorare alla casa editrice, i tormenti di quel periodo in cui io ero geloso di Yigit e lei di Polen.
Il rapimento verso la baita di montagna, lo strazio per la partenza di lei per Izmir ed la mia per i Balcani,  il nostro essere incapaci di lasciare l'altro. La proposta di matrimonio e tutti i problemi creati dalle nostre madri, gli intrighi di Huma e Yigit fino alla rottura a causa del diario bruciato e la mia partenza per un anno.

Faticai a trovare le parole per esprimere tutta la sofferenza provata durante quell'anno di lontanza, a posteriori non saprei spiegare quale forza oscura mi abbia impedito di tornare indietro da lei quando da subito mi ero reso conto di aver sbagliato. Perchè? Perchè non ero tornato dopo un giorno, una settimana, un mese? Perchè avevo fatto trascorrere un anno intero di un immenso nulla fatto solo di incubi e angoscia?

E poi il ritorno, l'incredibile coicidenza di vederla per caso  su quel molo, la paura di trovarla legata ad un altro uomo ma anche l'incapacità di andarmene. Quale buona stella mi aveva permesso di ritrovarla ?  Non poteva essere una coincidenza.

Era arrivato il momento della verità, quella era la rivelazione che più mi emozionava, sino ad ora lo sapevano o solo ad Emre, Metin e Akif, ma dirlo a mio padre era tutta un'altra cosa. 

- Babam, c'è dell'altro - Mi guardò preoccupato dalla serietà della mia espressione.

- Ho deciso da subito, appena capito che non c'era un altro uomo nella sua vita, di volerla riconquistare a tutti i costi, sapevo di  amarla ancora immensamente e rivederla mi ha fatto capire che lei è l'altra metà di me senza la quale non sono completo.
Gli ho chiesto perdono per averla abbandonata e gli ho confessato tutto il mio amore.
Ma non sapevo di averle fatto tutto il male possibile lasciandola-

Avevo la voce rotta ed il pianto negli occhi. Mio padre mi mise una mano sulla spalla per darmi conforto guardandomi con sguardo interrogativo.

- Babam, Sanem mi ha dato un figlio mentre io non c'ero. Sono padre di un bellissimo bambino -

Il vecchio Aziz rimase a bocca aperta, senza parole e poi... non fece altro che abbracciarmi, abbracciarmi forte per congratularsi ma anche per alleviare il mio dolore, il mio senso di colpa per quello che avevo fatto alla donna che amavo. Avevo bisogno del suo conforto, del suo sostegno, in lui sapevo di poter trovare il saggio padre e l'amico fidato a cui puoi rivelatre i miei tormenti più oscuri.
Mi tenne così, tra le braccia finchè non sentì che la tensione mi abbandonava, poi venne il momento della gioia, allentammo l'abbraccio per guardarci negli occhi.

- Sei padre, non ci posso credere, sono nonno! Aspettavo che Emre mi desse da un momento all'altro questa notizia, mai avrei  immaginato che fossi tu a darmela per primo.
Sono felice per te Can, so che sarai un padre meraviglioso-

 - E' così bello papà, un piccolo essere perfetto nato da un amore grande, lo amo così tanto, non avrei potuto mai immaginare che la paternità fosse un tale uragano di emozioni: orgoglio, paura, amore, timore, forza e debolezza. Mi sento sopra una nuvola, non smetterei un attimo di guardarlo se potessi, di accarezzarlo ogni istante, di tenerlo tra le braccia per non lasciarlo andare più, quel sorriso sdentato è capace di farmi cadere sulle ginocchia per l'emozione. Ma posso dirti una cosa? Provo esattamente le stesse sensazioni per Sanem, non riesco a  starle lontano, vorrei toccarla, stringerla forte e... quel sorriso babam, quelle fossette, cosa mi fanno quelle fossette.

Non si fida più di me papà, le ho fatto tanto male. Per paura della vergogna che avrebbero provato i genitori di fronte alla sua gravidanza ha tagliato i ponti con tutti, famiglia e amici, nessuno sa del bambino neanche Layla.
Ti rendi conto? Ha vissuto tutto questo da sola, DA SOLA!
A volte penso, come darle torto, come può fidarsi ancora di me? Amarmi? Non potevo immaginare che fosse incinta quando sono partito papà altrimenti mai e poi mai l'avrei lasciata. Ma nonostante tutto non mi voglio arrendere, voglio indietro la mia Sanem, devo insegnarle di nuovo a fidarsi di me, devo provarle che può farlo. Solo Allah sà quanto ha bisogno quella ragazza di una persona vicino che la sostenga dopo tutto quello che ha passato completamente da sola. Voglio viziarla per il resto della sua vita, voglio amarla in modo vergognoso, senza ritegno -

Aziz mi ascoltava assorto, mise una mano sulla mia

- Bak oğlum, guarda figliolo, nessuno meglio di me può capire come ti senti.  A differenza tua però  io non ho trovato la forza di lottare. Ho perso la donna della mia vita.

Can mi guardò interrogativo, non capiva.

- La mamma?-

-  No Can, c'è stata una donna prima di lei. L'ho amata con tutto il cuore e con tutta l'anima ma quando alcune incomprensioni si sono messe tra di noi io non ho avuto la forza e la determinazione per lottare per lei, per il nostro amore. Il mio orgoglio e la mia incoscienza mi hanno allontanato da lei e l'ho rimpianto per il resto dalla mia vita.
Son passati 32 anni, non che tenga il conto naturalmente, eppure ogni giorno ho un pensiero di rimpianto per quello che poteva essere e non è stato.
Ho sposato tua madre sapendo di amare un'altra ed il nostro matrimonio era destinato a finire già prima di sposarci.
Ti prego, non fare il mio stesso errore, non permettere che le circostanze ti rendano incompleto per tutta la vita. Ho sempre la sensazione che mi manchi qualcosa, un pezzo essenziale del mio cuore, mi sento solo anche se sono tra cento persone.
Lotta per il tuo amore Can, lotta per lei ti prego -

Ci abbracciammo di nuovo trovando uno nelle braccia dell'altro il conforto di cui avevano bisogno le nostre anime. Fu un momento unico, che avremmo ricordato per sempre.  
Parlammo ancora un po' dei miei piani di avvicinamento a Sanem e dei passi successivi da fare per riconquistarne la fiducia. Avevo qualche idea in mente.

Si era fatto tardi, scendemmo dalla barca e continuando a chiacchierare lo accompagnai verso la sua macchina in strada.  Mentre eravamo vicini al confine con la proprietà di Sanem vedemmo aprire la porta del suo cottage e il  silenzio della notte venne rotto dalle risate cristalline di tre donne. Ci fermammo incuriositi.

Venivano verso di noi dirette alla strada, senza averci visto a causa del buio di quel punto poco illuminato. Fu solo quando ci arrivarono a fianco che ci notarono e rimanemmo tutti stupidi quando due voci all'unisono dissero

- Mihriban?-

- Aziz?-



Un amore rinato dalle ceneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora