41 - Pezzi di cuore

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Sanem

             Non potevo credere a quello che stava succedendo, avere mia sorella lì dove l'avevo sempre voluta, vicina a me, mi sembrava incredibile. Nel frattempo ci avevano raggiunti Aziz e Mihriban per avvisarci che la cena era pronta nel giardino di Yusuf.

               Come avevano fatto ad organizzare tutto senza che mi rendessi conto di niente?

Fu divertente vedere l'orgoglio di Aziz nel presentare Mihriban a suo figlio Emre, era chiaro che gli stava presentando più di un'amica ed Emre apparve sorpreso ma divertito e felice per il padre.

                Arrivarono anche Metin e Denise, ormai la  tavolata sotto l'albero nel giardino di Yusuf era diventata lunghissima, si arricchiva via via di nuovi elementi, la nostra famiglia cresceva a vista d'occhio. La nostra famiglia, certo, perchè quello eravamo,  una grande famiglia.
Mihriban, Denise e Yusuf erano stati in quell'anno la famiglia che per forza di cose non avevo.              
                Metin era stato da sempre il fratello che Can non aveva potuto avere accanto negli anni della lontananza forzata da Emre imposta da Huma. 

                Era bellissimo vedere tutti  sereni spensierati, ero veramente felice e dovevo tutto ciò a Can, al suo ritorno e alla sua scelta di lottare per noi questa volta anzichè fuggire, stava riuscendo pian piano a ricostruire pezzi del mio cuore devastato dalla sua partenza.

                 Lo guardai sorridere a suo fratello, era così bello, non sembrava possibile ma riusciva a farsi amare ogni giorno sempre  di più, era incredibile!

Can

                  Le soprese per Sanem non erano ancora finite, ne stavano per arrivare altre due  proprio in quell'istante, senza farmene accorgere mi allontanai.

                 Avevo indetto una riunione di emergenza ed eccoli arrivare, feci loro strada  verso il retro della casa di Yusuf, non si aspettava il vociare e la confusione che si sentiva arrivare da dietro l'angolo, si fermarono interdetti per guardare ad una ad una le facce delle persone sedute al grande tavolo e...

                Il primo a vederla fu Cey Cey, si agitò come solo lui sapeva fare  e cominciò a correre in circolo ripetendo - Sanem! Sanem! Sanem! - a quel punto la individuò anche Deren - Saneeeem!-

                Da parte sua Sanem era ancora una volta a bocca aperta, corse verso di loro estasiata, quanto gli erano mancati Deren e Cey Cey.
Deren con il tempo era diventata una cara amica mentre Cey Cecy, beh Cey Cey era speciale per lei, era il fratello che non aveva mai avuto, era allegria, era spensieratezza ma era anche ascolto e conforto, lo era sempre stato.
           Era grazie a Cey Cey che era finita per sbaglio in quella galleria buia ed aveva incontrato il suo albatros, non l'avrebbe mai ringraziato abbastanza per essere così maldestro e confusionario.

            Li abbracciò con le lacrime agli occhi ed una gioia immensa, era così bello rivederli, ora doveva fargli conoscere la parte più bella della sua vita.
Li prese entrambi per mano e li portò davanti a Can che era seduto al grande tavolo con il piccolo Nihat sorridente sulle ginocchia.

- Amici, devo presentarvi una persona importante per me, è l'essenza e la gioia della mia esistenza, il regalo più bello che la vita potesse mai farmi.
Vi presento vostro nipote zii, vi presento Nihat -

           Deren si portò entrambe le mani  alla bocca incredula mentre Cey Cey cominciò a fremere facendo piccoli passi sul posto come se non riuscisse a stare fermo e a contenere
l'emozione.
Mentre Deren abbracciava me e Can , Cey Cey si mise in ginocchio davanti a Can per essere all'altezza del piccolo Nihat
- Ciao Nihat, io sono zio Cey Cey, piacere di conoscerti-  gli strinse la mano come si farebbe con un adulto ed il piccolo, contento, non fece altro che lanciarsi in avanti e stringergli le braccine al collo .
              Cey Cey rimase impietrito, era un'emozione troppo forte per lui, avrebbe voluto evidentemente urlare, come faceva di solito, o correre da qualche parte per sfogare le sue sensazioni, ma non riuscì a fare altro che stringere  quel corpicino profumato a sè provando una tenerezza che mai prima d'ora aveva sperimentato. Quel frugoletto si era conquistato un angolo del suo cuore per sempre, questo era sicuro.

           Trascorsero ore liete e spensierate, pian piano gli ospiti cominciarono a salutare ed andarono via, come al solito portammo il piccolo a dormire e ci andammo a godere il nostro momento speciale sul molo.

           Eravamo felici come non mai, era stata una serata memorabile, tutti i nostri amici più cari erano intorno a noi c'era mio padre, c'erano mio fratello e sua sorella, mancava una parte essenziale della sua vita che era diventata una parte importante anche della mia.

           Amavo profondamente i genitori di Sanem, Mevkibe era stata un toccasana per il bambino abbandonato dalla mamma che era in me, mi aveva fatto conoscere il calore e l'affetto materno come nessuno nella mia vita prima ed amavo Nihat per il suo essere un padre saggio ed affettuoso.

Ad un certo punto Sanem disse:

           -  Can voglio ringraziarti, dopo tutto questo tempo non riuscivo ad avere il coraggio di dire loro la verità, mi sembrava di averli traditi tutti tagliandoli fuori dalla mia vita, mi sentivo in colpa e non trovavo la forza di dire loro la verità.
           Se non fossi intervenuto tu probabilmente non sarei mai riuscita a riabbracciali tutti.  Mia sorella soprattutto, so di averle fatto un torto enorme escludendola dalla mia vita ma sapevo anche che non sarebbe mai stata capace di tenere un segreto del genere davani al micidiale sguardo indagatore di mia madre -

               L'abbracciai forte cercando di trasmetterle tutto l'amore che provavo, era impossibile da descrivere a parole, potevo solo esternarlo tenedola stretta.

           - Sanem è il minimo che potessi fare, sono io il responsabile di tutta la sofferenza che hai vissuto dovendoti allontanare da tutti, era una mia responsabilità proteggerti ed io non l'ho fatto, sinceramente non ho idea di cosa non abbia funzionato esattamente quella notte al capanno,   ma guardando il piccolo Nihat non posso che ringraziare Allah per averci donato una meraviglia del genere.
           Avrei solo voluto che le cose fossero andate diversamente, avrei voluto averti sposata subito come era mia intenzione fare e tutto questo non sarebbe mai successo. Tekrar özür dilerim,  ti chiedo ancora scusa Sanem, la missione della mia vita da adesso in poi sarà ripagarti per tutto quello che ti ho causato -

Mise la sua mano sulla mia guancia guardandomi negli occhi adorante.

- L'importante è che ora tu sia tornato, che mi ami ancora e che non ci lascerai più, solo questo conta, lasciamo al passato quello che è stato, aşkım, amore mio.



Un amore rinato dalle ceneriWo Geschichten leben. Entdecke jetzt