Capitolo 7: Qualcosa è cambiato

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Era passata circa una settimana da quando mio fratello era in coma. Le mie giornate erano tutte uguali: scuola, ospedale, casa e così via tutti i giorni. Ciro, Carmine e le ragazze mi stavano accanto, mentre Totò, Gianni e Filippo mi aiutavano in casa.
Io, dal canto mio, cercavo di evitare tutti il più possibile, l'unica persona che volevo in questo momento era in bilico tra la vita e la morte su un lettino d'ospedale. Ormai lì mi conoscevano tutti e quando mi vedevano mi abbracciavano e provavano a darmi conforto. Passavo le mie nottate a piangere e avevo smesso di mangiare regolarmente, oltre a dormire giusto quattro ore a notte. L'unica mia valvola di sfogo era suonare e cantare, infatti quando avevo un po' di tempo libero era l'unica cosa che facevo, come adesso.
Sono in camera mia, sto provando a suonare alla pianola 'Let her go' di Passenger mentre la canto.

Pov's Ciro
Sono appena entrato in casa di Edo con la spesa, quando sento dal piano di sopra una voce melodiosa. È Azzurra che canta, ma sta cantando in inglese e non capisco molto, quasi niente. In questi giorni Azzura ha gli occhi spenti, ma come biasimarla infondo. Edoardo è la sua famiglia ed oltre questo lei si sente responsabile di ciò. In questi giorni ho provato a cercare Valletta, ma è come se si fosse volatilizzato, sparito nel nulla. Ho provato anche a chiamare la madre dei gemelli per avvertirla, ma mi ha liquidato con un "finché non muore non scendo". È proprio stronza, mi chiedo i figli da chi abbiano preso. Filippo non è male come pensavo, sta provando ad aiutare molto Azzurra e noi tutti, addirittura ha prolungato la sua permanenza a Napoli per aiutarci. Carmine le sta accanto più che può, idem le ragazze, ma anche loro sono distrutti. Edoardo è entrato nel cuore di tutti, ha sempre dato il 100% per le persone che ama e soprattutto per la sorella.
Mentre penso a ciò, sistemo la spesa e poi salgo a farmi una doccia, quando sento di nuovo Azzurra cantare e provo a tradurre le parole.

Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go
And you let her go

Non lo capisco l'inglese, ma non posso pretendere molto, l'unica cosa che capisco è che Azzurra sta piangendo, dato che il canto è spezzato dai singhiozzi. Senza pensarci troppo, entro dentro la sua stanza. Ha una maglietta di Edo addosso e dei pantaloncini, sempre suoi. Dice che così lo sente più vicino.
Entro nella stanza e le accarezzo una spalla, lei si gira di soprassalto, evidentemente non mi aveva sentito arrivare. Dopodiché, si alza e mi guarda negli occhi. Ha delle occhiaie profonde, tutti i capillari intorno agli occhi rotti per il pianto e il naso arrossato. Mi distrugge vederla cosi. L'abbraccio, l'abbraccio forte e le accarezzo i capelli. È ancora piccola per vedere le schifezze del mondo, ma quando nasci a Napoli, in quartieri come questi, devi imparare a crescere precocemente perché la vita non ti regala nulla, ma anzi, ti toglie più di quanto hai.
Io:"Stai tranquilla Azzurra, ci sono io qua con te. Edo starà bene, è una tigre, lo sai. Quando meno te lo aspetti lo ritroverai in casa a darti fastidio e gli urlerai contro, come sempre. Fidati, principessa." Le dico provando a confortarla, ma la verità è che nemmeno io ci credo a queste parole. Ho paura che il mio migliore amico non di svegli più, o che se si svegli non cammini più. Ho paura, inoltre, che se non cammina più prova a suicidarsi. Edo non è abituato a stare fermo e mi ha sempre detto che se un giorno fosse finito sulla sedia a rotelle si sarebbe ucciso. Ho paura, per la prima volta in vita mia ho paura.
Prendo Azzurra in braccio e, mentre lei mette la testa nell'incavo del mio collo, io la poggio delicatamente sul letto e la copro, sperando che possa riposare un po', successivamente faccio per uscire, quando sento la sua vocina assonnata.
A.C:"Resta con me, per favore." Come se fosse una calamita, mi tolgo i jeans e mi infilo sotto le coperte con lei, stringendola al mio petto, lei si stringe a me e mette una sua gamba sul mio bacino, dopo qualche minuto il suo respiro diventa regolare, segno che fortunatamente si è addormentata e, dopo poco, mi addormento anche io.

Pov's Azzurra
Mi sveglio per la luce che arriva dalla finestra, ho dormito veramente bene dopo tanto tempo.
Sono ancora abbracciata a Ciro, lui sta ancora dormendo. Mi soffermo un po' a guardarlo, non l'ho mai fatto più di tanto. Sembra un bambino quando dorme, un bambino però a cui è stata tolta l'infanzia, un bambino che non è mai stato veramente piccolo. So da che famiglia proviene e mi sono fatta raccontare da Edo la sua storia, lui è diverso. Ha sempre voluto distaccarsi da loro e conoscendo Edo ce l'ha fatta, in parte. Sembra così rilassato e sono felice che anche lui finalmente riesca a dormire, dato che ogni notte lo sento rigirarsi nel letto.
È stato il primo ragazzo, dopo Edoardo, con cui ho dormito, nemmeno con Carmine l'ho mai fatto, però devo dire che è stato il sonno più tranquillo che ho fatto dopo una settimana, ed è tutto grazie a Ciro.
Dopo un po' lo sento muoversi leggermente e, non so perché, mi viene da prendergli il viso e appoggiarlo sul mio petto, accarezzandogli la guancia.
Sicuramente qualcosa è cambiato tra noi, ma ora non ho tempo di pensare a queste cose, prima di tutto deve stare bene mio fratello e poi penserò alla mia vita.
Lascio un bacio sulla fronte di Ciro e quando sento che stringe maggiormente la presa sul mio bacino sorrido, riaddormentandomi poco dopo, con un paio di occhi nero pece fissi nella mia testa.

Il migliore amico di mio fratello Where stories live. Discover now