Capitolo 6: Non doveva succedere

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Dopo aver ricevuto quel messaggio corro verso Ciro che mi guarda sollevando un sopracciglio.
Io:"Stai bene?" Gli chiedo controllandolo con lo sguardo.
C.R:"Ti sembra che io stia male?" Ribatte secco, spegnendo la sigaretta con la scarpa. Lo guardai male, cioè io mi preoccupo per lui e questo mi risponde pure male? Ma guarda te! Dopo qualche secondo a pensare a vari modi per far male a Ciro Ricci, due occhi verdi balenano nella mia mente. Edoardo.
Io:"Devi portarmi da mio fratello." Gli dico secca.
C.R:"È a lavoro, oggi sta solo." Mi dice lui aprendo la macchina. A quel punto sbianco. Edo da solo, no!
Io:"E allora devi volare da mio fratello. Ora!" Gli dico entrando in macchina e lui, senza battere ciglio, fa come ho detto. Spero solo di arrivare in tempo.

Pov's Edoardo
Ero in officina tutto solo, mentre canticchiavo una canzone che passava la radio mentre aggiustavo questa macchina quando, ad un certo punto, sentì suonare il portone. Strano pensai, a quest'ora non viene mai nessuno.
Aprì e mi voltai a prendere un panno per pulirmi le mani, quando sentì dei colpi di tosse. Mi girai e vidi due ragazzi, avranno su per giù 20 anni.
Io:"Avete bisogno?" Chiedo gentilmente.
X:"Sei Edoardo Conte?" Chiede. Lo guardo confuso e annuisco. Dopodiché si guarda con l'amico, tira fuori la pistola ed io indietreggio. Di solito non mi spavento, ma questo posto non è mio.
X:"Questi sono perché tua sorella non ascolta." Non capisco cosa voglia dire finché due proiettili mi colpiscono entrambe le gambe. Perché io? E cosa c'entra Azzurra? L'ultima cosa che vedo sono i due ragazzi scappare, poi buio. Azzurra, aiutami.

Pov's Azzurra
Siamo ancora in macchina, c'è traffico. Non c'è mai traffico a Napoli e proprio oggi deve esserci, che cazzo!
Decido di chiamare Carmine, dirò anche a lui di andare in officina, magari riesce a sventare qualcosa.

Io:"Carmine, ti prego, vai in officina da Edo." Dico sull'orlo del pianto.
C.D.S:"Azz cos'è successo? Mi metto le scarpe e vado." Chiede preoccupato.
Io:"Ciro è venuto a prendermi a scuola, ho paura." Gli dico piangendo definitivamente.

Lui fortunatamente capisce e attacca la chiamata, probabilmente sta correndo in officina mentre io mi lascio andare ad un pianto disperato con Ciro che mi guarda senza capire.

Pov's Ciro
Non capisco perché stia piangendo, in realtà non sto capendo niente da quando sono andato fuori scuola sua, ma vederla piangere mi dispiace.
Io:"Cos'è successo Azzurra?" Le chiedo, sperando riesca a rispondermi, ma il cellulare le squilla di nuovo.
Dopo aver risposto, piange ancora più forte.
A.C:"Cambio direzione. Dobbiamo andare in ospedale." Mi dice affondando nel sedile e mettendosi le mani in faccia. Odio non capire e non avere il controllo della situazione, ma questa volta passo. Annuisco semplicemente andando verso l'ospedale.

Pov's Azzurra
So che sto facendo impazzire Ciro, ma in questo momento è l'ultimo dei miei pensieri. Carmine mi ha detto che ha trovato Edo svenuto in officina con due buchi alle gambe, ha chiamato l'ambulanza e stavano andando in ospedale. Mi dispiace, Edo. Mi dispiace tanto, è tutta colpa mia. Ho distrutto la vita di mio fratello e non potrei sentirmi peggio. Edoardo è tutto ciò che ho, è la persona più simile ad una madre e ad un padre che io abbia. Senza rendermene conto, sto stringendo la mano di Ciro, non so perché ma mi da almeno un minimo di conforto, probabilmente perché anche lui tiene molto a mio fratello e so che se sapesse darebbe di matto.
Dopo altri 15 minuti siamo arrivati in ospedale ed io corro giù dalla macchina, mi fiondo dentro l'ospedale e cerco Carmine con lo sguardo. Quando lo trovo, mi fiondo tra le sue braccia e ricomincio a piangere più forte mentre lui mi stringe cercando di prendersi un po' del mio dolore. Tiene molto ad Edoardo, hanno imparato a contare l'uno sull'altro quando non c'ero, è come un fratello per lui.

Pov's Ciro
Carmine mi ha mimato con le labbra 'Edo'. Non posso credere che sia successo qualcosa al mio migliore amico, a mio fratello. Mi siedo su quelle sedie scomode con le mani nei capelli. Siamo solo noi tre e si sentono solo i singhiozzi di Azzurra. Dopo un'oretta, Carmine si alza e va probabilmente a prendere un caffè e qualcosa di caldo per lei, mentre Azzurra si siede di fianco a me.
A.C:"Mi dispiace." Mi dice quasi in un sussurro.
Io:"Per cosa?" Per cosa dovrebbe dispiacersi? Lei non c'entra niente.
A.C:"È colpa mia se Edo sta così. Un paio di giorni fa mi sono arrivati dei messaggi in cui mi veniva chiesto di starti lontana, altrimenti avrebbero fatto del male a te ed Edo. Io ci ho provato, ti giuro che ci ho provato con tutta me stessa e lo sai pure tu, ma oggi quando mi sei venuto a prendere a scuola, mi è arrivato un altro messaggio, l'ultimo probabilmente. E poi, è successo questo a Edo. Mi dispiace Ciro, mi dispiace davvero tanto. Forse quel giorno avrei dovuto concedermi a Luca e tutto sarebbe finito là, magari sarebbe andato tutto per il verso giusto. Io sarei partita per l'America, Edo e Carmine non sarebbero stati arrestati, poi sarei tornata e avrei continuato la mia vita tranquilla. Invece no, ho sbagliato tutto e alla fine ci è andato di mezzo mio fratello." Conclude, piangendo a dirotto.
Non posso crederci, questa ragazza è più forte di quello che sembra e ha fatto tutto questo solo per suo fratello e per me. Le prendo il viso e la costringo a guardarmi negli occhi, li ha tutti arrossati e gonfi, sembra una bambina.
Io:"Guardami piccola Conte, non è colpa tua. Tu hai fatto la cosa giusta tanti anni fa, fidati. E se tuo fratello sta cosi è colpa di chi gli ha sparato, non tua. Non mia. Non di Carmine. Solo di Luca Valletta." Le bacio la fronte e la stringo, provando a prendermi un po' del suo dolore. Carmine è tornato e ci ha portato un thé caldo ad entrambi, effettivamente ne avevamo bisogno. Dopo un po' arriva il dottore e Azzurra si alza dicendo di essere la sorella.
Dott:"Non voglio mentirvi, la situazione è grave. Ha perso molto sangue, ha sbattuto la testa ed è entrato in coma. Ma c'è un'altra cosa... Rischia di perdere l'uso delle gambe." Dice il dottore abbassando la testa. Azzurra crolla, crolla abbracciata a me e crollo anche io. Non doveva succedere. Non a lui. Non ad Edoardo Conte.
Giuro, su ciò che ho di più caro al mondo, che questa cosa Luca Valletta non la passa liscia.
Quanto è vero che mi chiamo Ciro Ricci.

Il migliore amico di mio fratello Where stories live. Discover now