9. di lacrime, voragini e paure

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James mi guarda preoccupato mentre mi lascia scivolare tra le braccia di Scorpius. Non ho bisogno di essere una Legillimens per capire quello che sta pensando in questo momento. 

Cosa diamine sta succedendo?

Già, è esattamente quello che mi chiederei io se trovassi mia cugina tremante e viola per il freddo nel bel mezzo della notte sulla terrazza della villa di famiglia.

Scorpius mi stringe a sé con protezione, cullandomi tra le sue braccia e non lasciando a nessuno la possibilità di guardarmi in viso. Odio profondamente il tocco delle sue dita delicate sulle mie braccia e lui lo sa benissimo eppure per una volta non ho il coraggio di lamentarmi. Mi nasconde contro la sua maglietta e lo apprezzo molto perché vorrei che nessuno mi vedesse in queste condizioni. Faccio fatica persino a tenere gli occhi aperti per quanto sono gonfi e rossi per le lacrime che ho versato fino ad adesso.

Scorpius sa di fresco, di pulito. Sa di tutto ciò che vorrei essere e che non sono. 

La Rose che vorrei.

È così facile per lei. Tutti le vogliono bene, ha un corpo stupendo, snello e con le curve al punto giusto. Non le piace il colore stravagante dei suoi capelli eppure sa perfettamente che è proprio quello a renderla più appariscente rispetto alle altre ragazze. 
La Rose che vorrei è perfetta ed è per questo che non esiste. Al suo posto però, ha lasciato questa Rose. La Rose tremante e debole, la stessa Rose che non riesce a reggere lo sguardo dei suoi cugini che la guardano confusi e preoccupati.

Se questo non succedesse ogni notte penso che anche io mi guarderei in questo modo.

Scorpius dice qualche parolina di consolazione, rassicurandoli che va tutto bene e che ci penserà lui, giusto per farli tornare tutti a dormire. A poco a poco, anche se titubanti è parecchio confusi, iniziano a lasciare la stanza e rimangono solo Cassie, Louis e James. La prima sembra sconvolta e mio cugino ne approfitta per stringerle la mano di nascosto mentre James mi guarda come se stesse cercando di trovare la risposta ad un dilemma di matematica che non riesce a risolvere.

È stato lui a trovarmi sulla terrazza, seduta a terra e tremante per il freddo, ed è stato sempre lui il primo a cercare di riscaldarmi e a chiedermi che cosa stesse succedendo. Non sono riuscita a rispondere nemmeno una volta. Ci ho provato, ma dalla mia bocca non è uscita nemmeno una sillaba per quanto mi sforzassi. Avevo e ho ancora adesso la lingua impastata e sono sicura che se provassi a dire «Sto bene» la voce mi tremerebbe e non riuscirei a convincerli.

«Va bene se Cassie viene a dormire nella mia stanza? Starà sul letto di Rose ovviamente» sento dire da Louis in lontananza, ma sono troppo preoccupata a cercare di soffocare i miei singhiozzi per riuscire a concentrarmi su quello che stanno dicendo. Sento Scorpius annuire e voltarsi verso l'altro lato della stanza dove James mi continua a fissare da in piedi.

Tiene le braccia incrociate all'altezza del petto ed è palese che voglia saperne di più. Da quando Scorpius mi ha preso tra le sue braccia è l'unico con cui sono riuscita a mantenere un contatto visivo nonostante la vista offuscata dalle lacrime. 

Ha tante domande, lo capisco dal suo sguardo, ma purtroppo sono domande a cui io stessa non posso e non so dare risposta. James ignora Scorpius e mi fissa dritta negli occhi, poi fa qualche passo avanti per trovarsi a pochi metri da me e sospira. «Promettimi che ne parleremo.»

Intontita scuoto la testa con convinzione perché non voglio trascinare anche lui nel mio baratro di sofferenza e dolore, ma dall'occhiataccia che mi rifila capisco che non accetta un no come risposta. Così mi costringo ad annuire lentamente, consapevole nel mio cuore che farò di tutto per evitare questa conversazione. James è un animo gentile e generoso non si merita di portare un fardello del genere sulle spalle. 

Collateral effect | ScoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora