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CLINT

"Wow" mormorai, guardandomi attorno, "In circostanze diverse, sarebbe fantastico." Il posto era buio e silenzioso e noi eravamo tra le montagne, intenti ad arrivare in cima. Non sembrava che ci fosse qualcun altro oltre a noi. "Scommetto che il procione non dovrà scalare una montagna." disse Nat con un broncio.  "Tecnicamente, non è un procione, sai?" le feci notare. Nat alzò le spalle, "Beh, comunque, mangia spazzatura". 

"Benvenuti" All'improvviso parlò una voce. Istintivamente, Nat ed io prendemmo le armi, pronti ad affrontare qualunque cosa fosse sul nostro cammino. Una figura alta si profilò davanti a noi, vestita con un mantello nero fluttuante e francamente inquietante. Il suo aspetto mi colse di sorpresa quando alzai lo sguardo. Per un momento, pensai di star fissando "colui-che-non-deve-essere-nominato" dipinto di rosso. Soffocai una risata, che considerando la situazione, non era propriamente adeguata. 

Nat sembrò sapere a cosa stessi pensando senza che dovessi nemmeno dirlo, mentre mi lanciò un'occhiataccia. "Natasha, figlia di Ivan. Clint, figlio di Edith." La figura parlò. Nat e io ci guardammo l'un l'altro e il mio sorriso fu completamente sostituito dalla confusione. "Tu chi sei?" Chiese Nat stanca. "Considerami una guida." rispose la figura "Per te e per tutti coloro che cercano la Pietra dell'Anima". 

"Oh bene." si rilassò Nat "Dicci dove si trova, e poi ci rimetteremo in viaggio" La figura ci guardò, stoica in volto. "Se solo fosse così facile." Un nodo mi si formò in gola alle sue parole.

Ci fece cenno di seguirlo, conducendoci sull'orlo della scogliera. "Quello che cerchi si trova davanti a te." Parlò di nuovo "Come quello che temi". Sembrava semplice. Guardai Nat, che stava sbirciando oltre il bordo lungo la ripida discesa. "La Pietra è laggiù." Mormorò Nat. "Per uno di voi si" disse il Teschio "mentre l'altro, per ottenere la Pietra, deve perdere ciò che ama. Uno scambio eterno. Un'anima, per un'anima". 

"Mi stai prendendo in giro." Sospirai scuotendo la testa. "Anima per anima? Suona come un'attività di culto". 

"Clint." Nat mi rimproverò, fulminandomi con gli occhi. "Il fatto che tu non sia disposto a fare lo scambio, è la semplice prova che la Pietra non dovrebbe esserti data." parlò di nuovo la figura incappucciata. "L'unico modo per recuperare la Pietra è attraverso uno scambio equo. Un'anima per la Pietra, è così." Lanciai uno sguardo a Nat, che lo osservava profondamente.

"Nemmeno per sogno" dissi, attirando la sua attenzione. Non disse una parola, non ce n'era bisogni. La sua espressione diceva tutto e sapevo esattamente cosa stava pensando. "Clint, non abbiamo altra scelta." rispose "Hai sentito quello che ha detto, uno scambio equo ..."

"Non c'è niente di equo in questo scambio." scattai, "Non quando è in gioco una delle nostre vite. Pensa a Cam, Nat. Ha bisogno di te. Non dovresti essere tu." 

"Sto pensando a Cam." rispose, i suoi occhi luccicanti di lacrime, "E sto pensando anche a Laura, Cooper, Lila, Nate, penso a tutti loro, Clint. Ecco perché penso che dovrei essere io." 

"Beh, non sono d'accordo." dissi, non volendo nemmeno pensare alla sua assenza. "Nessuno di noi farà nulla finché non troveremo qualcosa su cui entrambi siamo d'accordo." Nat emise uno sbuffo frustrato prima di andare sedersi su un tronco in un angolo. Non potei fare a meno di camminare avanti e indietro, pensando a quali altre alternative avessimo, ma niente; uno di noi avrebbe dovuto sacrificarsi.

Per quanto egoista potessi essere, perdere la mia famiglia e Cam era stato già abbastanza difficile. Non volevo dover ripassarci di nuovo. Forse questo era il modo crudele di Dio per farmi espiare i miei peccati, sacrificarmi lasciandomi alle spalle le persone che amavo, o guardare la mia migliore amica morire e non poter fare nulla a riguardo. 

Indipendentemente dalla riluttanza che provavo o da quello che Nat avesse da dire, sapevo già cosa avrei fatto. Sarei stato io. Alzai lo sguardo per guardare Lord Voldemort fissarmi, "Ehi, come va?" Gli offrii un saluto, prima di avvicinarmi a Nat. "Cristo, forse si sta solo inventando tutta questa merda." dissi, un piccolo barlume di speranza ancora ardeva dentro di me, e voleva credere che ce ne saremo andati via entrambi da li. "No, non credo proprio." rispose Nat, anche se la sua testa era da tutt'altra parte. "Perché? Perché conosceva il nome di tuo padre?" Chiesi alzando un po' la voce.

"Io non conoscevo il suo nome. Cam era riuscita a ottenere un nome, ma decisi di non volerlo sapere e lei lo rispettò." Spiegò "Thanos se n'è andato con la Pietra, e senza sua figlia. Non è una coincidenza." 

"Già" Mormorai emettendo un sospiro frustrato mentre l'ultima speranza si spense ne mio petto. "Ad ogni costo." Borbottò. Guardai oltre il precipizio, anche se non scorsi nulla a causa della fitta nebbia. Il pensiero della mia famiglia lampeggiò nella mia mente e subito dopo quello di Nat, distrutta, senza sua sorella. Una vita, in cambio di miliardi. Non c'erano dubbi, in qualche modo me lo sentivo. "Ad ogni costo." ripetei sottovoce. Nat si alzò avvicinandosi a me "Se non otteniamo quella Pietra, miliardi di persone resteranno morte". 

"Lo so." mormorai prima di voltarmi per incontrare il suo sguardo, "Allora immagino che sappiamo entrambi chi dovrà morire." Mi allungai per prenderle la mano, assaporando gli ultimi momenti che avrei avuto con la mia migliore amica e, soprattutto, mia sorella. Alzi lo sguardo incastrando i miei occhi nei suoi, pieni dello stesso dolore che provavo io.

"Ho come l'idea, che intendiamo persone diverse, Natasha." sforzai un sorriso, sperando di rendere le cose un po 'più spensierate. Non volevo che associasse i nostri ultimi momenti alla tristezza. "Negli ultimi cinque anni ho cercato di fare solo una cosa; arrivare proprio qui, ho fatto quello che ho fatto per questo. Riportare tutti indietro. Riportare indietro mia sorella." 

"No, adesso non fare la buona con me, Nat" Scherzai. "Pensi che abbia voglia di farlo?" disse, con le lacrime agli occhi "Sto cercando di salvarti la vita, idiota." 

"Sì, e non voglio che tu lo faccia, d'accordo?" sospirai, "Natasha, tu sai quello che ho fatto. Sai cosa sono diventato." 

"Non giudico le persone in base ai loro errori peggiori" rispose, facendomi male al cuore. "Forse dovresti." Mormorai, incapace di incontrare il suo sguardo. "Tu non l'hai fatto." Mi rispose in un baleno. "Come dice sempre Cam, gli errori non ti definiscono, sono le scelte che fai, spetta a loro" Sorrisi al ricordo di Cam e di come insieme a Nat fossero diventate in qualche modo la cosa più vicina che avevo a delle sorelle. Feci una breve risata, "Sei insopportabile , lo sai?" Appoggiò la sua testa contro la mia e ci prendemmo un momento per fare un respiro profondo. "Ok, hai vinto." Con un movimento brusco la feci cadere a terra. "Di 'alla mia famiglia che li amo." Le dissi, ma prima che potessi fare la mia prossima mossa, lei mi ribaltò. "Diglielo tu stesso." disse poi. Gemetti quando mi sparò una scarica di energia prima di correre in contro al burrone. Lottando contro il dolore, mi trascinai in piedi e scoccai una freccia dalla punta esplosiva, verso il suolo prima che lei potesse raggiungere il vuoto. L'impatto dell'esplosione la fece volare di lato e colsi l'occasione per caricare in avanti saltando giù dal bordo.

Prima che me ne rendessi conto, venni placcato di nuovo da Nat che mi attaccò una corda alla cintura, impedendomi di cadere. La afferrai stretta cercando di tirarla su, trattenni le lacrime per la paura, non era il momento per un esaurimento nervoso. 

Nat era appesa, l'unica cosa che le impediva di cadere, ero io. "Maledetta" sussurrai. "Lasciami andare." disse, quasi implorante. Scossi la testa quando la mia vista iniziò a offuscarsi, "No. Ti prego, no." 

"Va bene." Mormorò. "No ti prego."

"Prenditi cura di Cam per me." disse, mi offrì un ultimo sorriso prima di spingersi contro il muro e mollare la presa.

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEWhere stories live. Discover now