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Potevo ancora sentire l'energia scorrermi nelle vene.

Ritornammo in strada correndo, saltando sopra le macchine in modo da essere più veloci. «Laggiù!» informai Steve quando vidi un gruppo di militari sparare a dei Chitauri che gli volavano accanto.

«Me ne occupo io» Steve annuì concordando prima di prendere una direzione diversa.

Estrassi le mie lame, facendole roteare tra le mani, intanto che un gruppo di soldati Chitauri mi circondavano.

Entrai in azione, affondando le mie lame nella testa del soldato più vicino. Passai presto al prossimo che con un paio di rapidi colpi misi al tappeto. Uccisi anche gli altri due, e ne rimase solo uno.

Puntai alle sue gambe, placcandolo e affondandogli la lama nella petto. Proprio mentre pensai di averli ammazzati tutti, un altro Chitauri sbucò fuori dal nulla, facendomi cadere.

Lo spinsi, cercando di togliermelo di dosso, la creatura sistemò i suoi artigli sulla mia faccia. Sentii le mie dita palpitare, e in un centesimo di secondo il Chitauri prese fuoco sotto il mio tocco trasformandosi in cenere.

Alzai lo sguardo, mentre le mie dita continuarono a emettere scintille. Vidi Steve in piedi sul tetto di una macchina, che dava istruzioni a un giovane poliziotto e al suo sergente.

«Perché diavolo dovrei prendere ordini da te?» chiese il sergente. «Cap!» urlai, vedendo diversi soldati Chitauri avvicinarsi a lui, mi scrollai di dosso lo shock e riposi le mie lame, impugnando l'arco e scoccando qualche freccia.

Quando riuscii a colpire qualche Chitauri, Steve concentrò la sua piena attenzione all'esercito imminente.

Scivolai sul cofano di una macchina, facendomi strada per aiutarlo. Mi precipitai verso il Chitauri più vicino, avvolgendogli un braccio intorno al collo e salendo sulle sue spalle. Incominciò a sparare ovunque in preda al panico, cercando disperatamente di togliermi di mezzo.

Acquisii il controllo, e puntai la sua arma contro gli altri tre Chitauri, abbattendone due.

L'ultimo, però, riuscì a rialzarsi. Spezzai il collo del Chitauri sulla quale ero in spalla e atterrando in piedi sfoderai le mie lame, lanciandone una contro l'altro.

Raggiunsi Steve che stava combattendo con un Chitauri; Lanciò il suo scudo mozzandogli un braccio e scaraventandolo contro un edificio.

I due ufficiali guardarono sbigottiti. Il sergente si voltò, prendendo in mano la sua radiolina e parlandoci dentro. Comunicò le istruzioni del Capitano alla sua squadra.

Steve saltò giù dal veicolo mentre io recuperai la mia lama e un paio di frecce ancora intatte che avevano trafitto qualche Chitauri nelle vicinanze. «Hai davvero una buona mira» disse sorridendo.

«Pronta per andarcene?» chiese, «non ancora». Con un cenno del capo indicai un altro gruppo di soldati alieni diretti verso noi.

Calciai il più vicino, facendolo volare su una macchina, in seguito ne presi un altro puntando alla testa. Lottò contro la mia presa, ma riuscii a tenerlo fermo abbastanza a lungo così da permettere a Steve di piombarmi di fianco e decapitarlo con il suo scudo.

Tornammo indietro, appena in tempo per fornire a Nat e Clint qualche rinforzo che sembrava necessario. Steve arrivò per primo, mettendo al tappeto cinque soldati in pochi secondi. Riuscii a scoccare una freccia in testa ad uno solo di loro, prima che un fulmine li colpì, friggendo all'istante i pochi rimanenti.

«Com'è la situazione lassù?» chiese Steve a Thor che era appena atterrato davanti a noi. «L'aura che circonda il Cubo è impenetrabile» rispose il Dio. «Thor ha ragione», aggiunse Stark attraverso l'auricolare, «dobbiamo occuparci di questi ragazzacci» disse.

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEWhere stories live. Discover now