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STEVE

Il resto della squadra uscii dalla stanza per una pausa, lasciando Tony e Nat riposare sdraiati sulla scrivania, mentre Bruce aveva occupato tutto lo spazio possibile sul pavimento. Mi buttai sul divano nell'angolo della stanza, sentendomi esausto, e intanto mi misi ad ascoltare silenziosamente la loro conversazione sulle gemme. "Quel tipo della gemma de tempo..." iniziò Nat, ma non riuscendo a ricordare il nome venne aiutata da Bruce. "Doctor Strange."

"Già, che genere di dottore era?" chiese. "Un incrocio tra un otorino e un prestigiatore" disse Tony. "Però ha una bella casa nel Village" commentò Bruce. Tony annuì concordando, "Sì, Sullivan Street." 

"Aspetta, viveva a New York?" chiese Nat dopo. "Uh, Bleecker." Bruce ipotizzò. "No, viveva a Toronto." rispose Tony. "No, no. È tra Bleecker e la Sullivan." sostenne Bruce. Nat sospirò "Ragazzi, se scegliamo l'anno giusto, ci sono tre pietre a New York" Bruce si mise immediatamente a sedere, guardando Nat con occhi spalancati. "Che mi venga un colpo-" Esclamò Bruce.

Mi alzai anche io di scatto, lanciando un'occhiata al trio che ora era in piena allerta, tranne Nat che era ancora sdraiata comodamente al suo posto.  "Ok, e che anno era?" Chiesi. Mi lanciò uno sguardo "Non lo so, fai i conti da solo". 

"Il Tesseract e lo scettro erano a New York durante l'attacco dei Chitauri" borbottò Tony a nessuno in particolare, "quanto tempo fa era? Undici anni fa?" Si accigliò, "Oh Dio, siamo vecchi." 

"Be ', alcuni non sono vecchi quanto altri." Nat scherzò lanciandomi uno sguardo. Alzai gli occhi al cielo, ma non potei fare a meno di sorridere "Allora, 2012? Anche a New York a quel tempo c'era la pietra del tempo?"

"Da quello che ne so, si" Rispose Bruce. "Apposto, allora" Dissi, alzandomi dal mio posto, "Raduna la squadra. È ora di mettersi al lavoro".  Bruce andò a prendere gli altri e presto tornarono tutti nella stanza. Tony proiettò un ologramma, mostrando le diverse pietre e le rispettive posizioni; la Pietra dell'Anima e del Potere su Vormir e Morag nel 2014. La Pietra della Realtà su Asgard nel 2013 e le Pietre dello Spazio, del Tempo e della Mente a New York, 2012.

"Va bene, abbiamo un piano." Mi rivolsi alla squadra "Sei pietre, tre squadre. Una possibilità". Mi voltai a guardarli, "Nebula, Rhodey, recuperate la Pietra del Potere. Io prenderò lo Scettro, Tony e Scott si occuperanno del Tesseract." continuai "Nat, Clint, pietra dell'anima. Rocket, prendi Thor per la pietra della Realtà. Qualche problema?" 

"Sì, ho una domanda." disse Rocket "Perché io con Thor?" chiese "Pensiamo che voi due lavoriate piuttosto bene insieme." rispose Tony. "Sì, era prima che, beh..." disse il procione facendo un cenno al Dio emettere un forte rutto dopo aver bevuto un bel sorso di birra. "Quello." 

"Non vedo quale sia il problema, Coniglio." disse Thor "Penso che saremo fantastici insieme, proprio come ai bei vecchi tempi." Sorrise, chiaramente ancora brillo. "Andiamo," Tony guardò Rocket, "È importante." Rocket emise un sospiro, "Va bene".

"Va bene. Ora che è stato tutto risolto, altri problemi?" Chiesi. La squadra scosse la testa in risposta, nessuno di loro sembrava avere problemi con quell'accordo. "Bene, prendete quello che vi serve e mettete le tute." Ordinai. 

Tornai in camera mia per prepararmi, guardandomi allo specchio quando finii. Feci un respiro profondo, tirando fuori quella vecchia foto di Camille che mi ricordava quanto mi mancasse.  Questa era la mia occasione per riaverla indietro.  Presto, ci riunimmo tutti sulla piattaforma del tunnel quantistico.

"Cinque anni fa, abbiamo perso. Tutti noi, abbiamo perso i nostri amici, abbiamo perso la nostra famiglia... Abbiamo perso una parte di noi stessi." Parlai "Oggi abbiamo la possibilità di riprenderci tutto. Conoscete le squadre, conoscete le missioni". Guardai ciascuno di loro. "Prendete le pietre. Un viaggio di andata e ritorno. Nessun errore, nessun rifacimento" continuai

"La maggior parte di noi sta andando in un posto conosciuto, ma questo non significa che sappiamo cosa ci aspetterà. Quindi prudenza, guardatevi le spalle a vicenda. Questa è la nostra battaglia della nostra vita, e vinceremo" allungai il pugno e uno per uno la squadra mi copiò, allungando anche loro i pugni in cerchio. 

"Ad ogni costo." dissi, Tony fissò il suo sguardo su di me, i suoi occhi pieni di determinazione mentre mi lanciava un costante cenno del capo. "Buona fortuna" Finii il mio discorso.  "È davvero bravo con queste cose." Sentii Rocket borbottare. Scott lo guardò eccitato "Vero?" 

"Va bene, l'avete sentito" li interruppe Tony prima che i due potessero continuare, "Vai con quella tastiera, Pannocchione" Bruce premette un paio di interruttori, "localizzatori attivati" Annunciò. Rocket consegnò a Clint quello che sembra un aeroplano giocattolo, che in realtà era un Benatar rimpicciolito. "Prometti di riportarlo tutto intero, giusto?" Chiese, guardandolo leggermente turbato dal fatto che dovesse separarsi dalla sua amata astronave. "Sì, sì. Va bene." rispose Clint con impazienza, forzando un sorriso al procione, "Farò del mio meglio." 

"Come promessa, è un po' da sfigati"  si imbronciò il procione, incrociando le mani al petto. Presi un respiro profondo, prima di lanciare uno sguardo a Nat che mi sorrise "Ci vediamo tra un minuto." disse eccitata. Ricambio il sorriso e annuii prima che tutti venissimo risucchiati nel tunnel, dividendoci in intervalli diversi per raggiungere le nostre destinazioni. 

Riemergemmo a New York, nel caos più totale. "Va bene, abbiamo dei compiti da svolgere" dissi abbassando i nostri caschi per vederci meglio in viso. "Due pietre in alto città, una in bassa. Tenete un profilo basso, e non perdete di vista l'orologio" Proprio mentre stavamo per andarcene, Hulk del passato sbucò da un incrocio, distruggendo ogni cosa sul suo cammino. 

Guardiamo tutti istintivamente Bruce, che aveva faccia nascosta tra le mani per l'imbarazzo. "Forse è meglio se distruggi qualcosa lungo la strada." Suggerii a un Bruce che mi guardò non troppo felice. "Lo trovo un po' gratuito, ma se devo..." Borbottò superandoci, e strappandosi la maglietta. Emise un ringhio riluttante, distrusse il tettuccio di un taxi e poi prese una motocicletta vicina, lanciandola a svogliatamente. Lanciai uno sguardo incerto a Tony, che semplicemente alzò le spalle.

"Va bene. La battaglia finirà presto. Dobbiamo muoverci, Cap o perderemo la nostra apertura." Disse. Annuii in risposta: "Andiamo".

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEWhere stories live. Discover now