06 [04]

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TONY

"Un po 'rischioso venire fin qui, non credi?" Chiesi sbattendo la portiera della mia macchina alle spalle. "Qualsiasi cosa per vedere un amico."  scrollò le spalle Cam con un ampio sorriso sul viso. Non potei fare a meno di sorriderle "È bello vederti, Cam" Mi strinse in un abbraccio non appena fummo abbastanza vicini. Chiunque avrebbe avuto bisogno di un amico in tempi come quelli. "Anche tu, Tony." Borbottò. 

Mi tolsi gli occhiali da sole facendoli scivolare in tasca. "Steve sa che sei qui?" Chiesi "In realtà si" rispose semplicemente. "Le cose stanno andando bene tra voi due, presumo?" Continuai. Gli angoli delle sue labbra si aprirono in un sorriso imbarazzato che mi disse tutto quello che avevo bisogno di sapere, anche se non mi rispose. 

Annuii, ridacchiando "È un bene. È da tempo che aspettavo questo giorno, Tinky Winky. Davvero."  Dissi, infilando le mani nelle tasche. "Sono solo io, o stai diventando più sentimentale?" Mi stuzzicò con un sorriso sfacciato. 

"Uh, fammi finire." La fermai con un dito prima di continuare "Era ora che voi due vi metteste davvero insieme invece che guardarvi costantemente negli occhi come due idioti" Il mio commento la fece ridere, "Ed eccolo tornato". 

Sorrisi, nonostante tutto quello che era successo, ero felice per loro. Mi appoggiai alla ringhiera di fronte a me, guardando il panorama, dove in lontananza si poteva scorgere il Manhattan Bridge. "Com'è la vita da fuggitiva?" Scherzai "Dovendovi sistemare dovunque voi siate?" 

"Ora come ora stabilirsi non è davvero un'opzione" Alzò le spalle "Ma siamo stati a Parigi nelle ultime due settimane, e probabilmente ci trasferiremo presto. Forse in Spagna" Alzai le sopracciglia verso di lei, "Sei sicura di volermi dare questa informazione?" 

"Mi piace pensare che ci sia abbastanza fiducia tra di noi, Tony." Disse, con quel suo sorriso luminoso che non svaniva mai, "Ho sentito che hai accolto un ragazzo sotto la tua ala. Come va?" 

"Quel ragazzo ha un debole costante per i guai" dissi, non potendo fare a meno di sorridere "Ma è un bravo ragazzo"

"Sai, sorprendentemente, penso che saresti davvero un ottimo papà." Ridacchiò. "Beh, è un peccato. Non credo che Pepper abbia intenzione di avere figli." Dissi con una risata. "È un peccato." Protestò. 

"E tu e Cap?" Chiesi "Avete intenzione di sistemarvi?" Arricciò il naso, inclinando la testa di lato pensierosa. "Non ne abbiamo ancora parlato. Ma siamo felici" Lei alzò le spalle. "Vorrei davvero che le cose non fossero andate come sono andate, Cam." ammisi, "non ho mai voluto che gli Avengers cadessero a pezzi". 

"Nessuno ti incolpa per quello che è successo, Tony. E devi smetterla di incolpare te stesso" disse, stringendomi delicatamente la spalla. Era divertente come le cose andassero nella vita. Camille era passata dall'essere la persona di cui mi fidavo meno al contrario, e facilmente, una dei miei più cari amici. "Dovrei andare, prima che qualcuno ci veda e chiami Ross." disse. Annuii "È stato bello vederti, Cam. Vorrei solo poter sistemare tutto questo." Mormorai. 

"Beh potresti chiamare Steve, forse?" mi suggerì "Appena sei pronto, ovviamente, e solo se lo desideri". 

"Ci penserò." dissi, salutandola mentre un enorme portale viola apparve dietro di lei. "Aggiusterai tutto quanto. Sei Tony-fottuto Stark." rise "Puoi aggiustare qualsiasi cosa" feci una risatina e la guardai sventolare la mano prima di scomparire nel portale.

...

Finii di lavare l'ultimo piatto, il ricordo dell'ultima volta che avevo visto Camille ancora impresso nella mente. La casa era silenziosa una volta che Morgan fu a letto, un momento perfetto perché i miei demoni interiori tornassero di nascosto nella mia testa.

I miei occhi si posano su una foto nell'angolo della mensola, una di me e di quel teppistello. Chiusi gli occhi, emettendo un sospiro pesante quando un'immagine del suo volto mi balenò nella mia mente. 'Non voglio andarmene, signor Stark. Per favore.' La sua voce echeggiava ancora nella mia testa. Lo scacciai via, prima che un altro pensiero mi venne in mente. Le ultime parole di Camille. "Sei Tony-fottuto Stark, puoi aggiustare qualsiasi cosa."

I miei occhi si spostano verso la mia postazione di lavoro nell'angolo. Potevi? Ero davvero in grado di risolvere tutto? Raccolsi la fotografia, pulendola con uno strofinaccio. "Non duole provare" Mormorai, prima di gettare da parte l'asciugamano.

Mi misi subito al lavoro, scartando un modello olografico dopo l'altro, e prima che me ne accorgessi, stavo già fissando il decimo della serata. "Guarda un'ispirazione mod, fammi vedere cosa viene fuori." dissi "Elaborazione..." risponde Friday e guardai la struttura davanti a me cambiare. "Non funzionerà." Sospirai, passandomi una mano tra i capelli. 

Poi qualcosa scattò. "Limbo." Mormorai tra me e me, prima di sporgermi in avanti sulla sedia.  "Friday, aggiungi un campione di DNA di Camille Romanoff, per favore." Scorsi i documenti accumulati cercando di capire come funzionasse la questione dei portali. "Ecco" risi "Friday, consiglia un ultima Sim prima di imballarlo per la notte. Questa volta, a forma di striscia di möbius, invertita per favore. Dammi quell'autovalore, quella particella fattoriale e un decomponente spettrale. Ci vorrà un secondo."

"Solo un momento" rispose Friday. "E non preoccuparti se non funziona, è solo una specie di-"

"Caricamento completato" annunciò Friday. Caddi di nuovo sulla mia poltrona, guardando il modello scioccato. "Oh Camille, piccola..." mi interruppi, ridacchiando, "Merda!" Urlai per l'eccitazione. "Merda." Sentii una voce echeggiare alle mie spalle, seguita da una risatina. Mi voltai e vidi Morgan seduta sulle scale.

Mi portai un dito alle labbra per zittirla: "Cosa stai facendo alzata, signorina?" sussurrai "Merda!"  Esclamò di nuovo. "No, non lo diciamo. Lo dice solo la mamma. È la sua parola, l'ha inventata lei. le appartiene." mentii "Perché sei sveglio?" mentii "Perché ho della merda da sbrigare, che dici?" Scherzai mentre mi lanciò uno sguardo acuto alla menzione della parolaccia. In qualche modo mi ricordò Steve.

"Ho qualcosa in mente." dissi. "I ghiaccioli?" chiese "Certo che si" dissi, con un sospiro: "Questa è estorsione" Mi alzai, tendendole una mano, che lei afferrò al volo. "I ghiaccioli" ripetei "Esattamente quello che avevo... in mente". Guardai un'altra volta il modello, non potevo credere di esserci riuscito.

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEМесто, где живут истории. Откройте их для себя