08 [02]

2.1K 94 3
                                    

"Perché continui a farmi questo?" Chiesi frustrata, trasalendo quando Strucker mi strinse il polso. "Non avrei dovuto," iniziò, fissandomi con un sorriso furbo, "Ma continui a cercare di scappare."

"Beh, non amo affatto essere tenuta prigioniera" ribattei "Non sei una prigioniera, cara ragazza" disse passandomi una mano sul viso, "No, sei molto più importante di quello"

"Oh, davvero? Non ti sembra proprio così" dissi "non smetti mai di fare la saputella, vero?" Rise "Va' al diavolo" gli tirai una testata e lo colpii sul naso, facendolo barcollare indietro per il dolore.

"Piccola stronza" disse asciugandosi il sangue colante e ridacchiando. "Non smetti mai di impressionarmi, Artemide. La maggior parte delle persone non arriva mai così lontano, figuriamoci avere ancora la volontà di combattere." Sotto il mio sguardo confuso, avvicinò una sedia per sedersi davanti a me. Nessun test oggi? Sentii il panico trasalire per il cambiamento improvviso, ma mantenni un'espressione il più stoica possibile.

"Proviamo qualcosa di diverso oggi, Artemide". Disse, appoggiandosi allo schienale della sedia, "Voglio sapere dove lo S.H.I.E.L.D tiene le armi."

"Sai, non riesco a ricordare." Alzai le spalle: "Devono essere tutti quei test ad influenzare la mia memoria."

Lui mormorò pensieroso, "Ricorda, mia cara. Non volevo farlo." Strucker si alzò dal suo posto, prendendo un coltellino da un vassoio nell'angolo della stanza. "Ma non mi lasci altra scelta." Disse, prima di affondarlo in una delle mie unghie.

Trattenni un urlo e facendo respiri profondi cercai di distrarmi fallendo poiché spinse la lama più a fondo.

....

"Camille!" Sentii qualcuno scuotermi per svegliarmi. Mi alzai, ansimando, per vedere Steve fissarmi con occhi preoccupati

"Stai bene?" Mi chiese, sedendosi sul bordo del letto. Mi passai una mano sul viso per calmarmi prima di vedermi annuire "Solo un brutto sogno, tutto qui" risposi. Steve aggrottò le sopracciglia: "Non sono solo sogni, vero?" Rimasi in silenzio, non sapendo cosa dire. Aveva ragione, non lo erano. Erano ricordi che rivivevo.

Guardo le mie unghie, si poteva notare una profonda cicatrice è proprio sotto ciascuna di esse. "Non può più farti del male" disse Steve mettendomi una mano sulla spalla, "Strucker è morto."

"Allora perché sento di essere in pericolo tanto quanto prima?" Borbottai, soprattutto tra me e me. Lo guardai, l'espressione preoccupata sul suo viso non era svanita per niente. "Strucker potrà anche essere morto, ma ha dei seguaci che sono disposti a sacrificare le loro vite per la sua eredità" dissi "Non finirà mai. Non fino a quando tutti i membri dell'Hydra non saranno stati rinchiusi"

"Cam." Disse, avvicinandosi per prendermi il mio viso tra le mani, "Hai una squadra che ti guarda le spalle ora. Non lasceremo mai che ti raggiungano di nuovo." Mi ritrovai a guardarlo negli occhi. Gli occhi che prima mi facevano sempre mancare un battito, ora mi facevano male. Distolsi lo sguardo da lui, saltando giù dal letto e lontano dal suo tocco confortante.

Si schiarii la gola, rompendo il silenzio imbarazzante. "È meglio che vada" Si alzò, "Laura ha detto che aveva bisogno di aiuto in casa. Starai bene?"

"Sì, vai. Starò bene." sforzai un sorriso. Indossai velocemente un paio di jeans e una maglietta prima di andare a scendere in caso ci fosse qualcosa con cui potevo dare una mano.

Trovai Clint in veranda, che stava riparando la ringhiera con Cooper e Lila. "Ehi." Salutai, prendendo in braccio Lila dalla sedia a dondolo su cui era seduta. "Hai bisogno di aiuto?"

"Nah, siamo a posto. Coop sta facendo un buon lavoro. Non è vero, ometto?" Clint chiede una pacca affettuosa sulla spalla del figlio. Il suo sorriso svanì quando si girò a guardarmi, "Stai bene? Non sembra tu sia molto in forma" ridacchiò, "Wow, grazie, Clint. Mi sento molto meglio ora" Dissi sarcasticamente, sedendomi sulla sedia a dondolo. Lui ridacchiò, scuotendo la testa verso di me. "Va bene, vorrà dire che ti mentirò d'ora in poi." disse. "La mamma dice che non è bene mentire" Commentò Lila salendomi in grembo, facendomi ridere "Certo che no, dolcezza." replicò Clint "Stavo solo scherzando un po' con zia Cam."

"Non hai dormito bene, vero?" chiese Clint, riportando la sua attenzione su di me mentre lavorava alla ringhiera. Scossi la testa in risposta, sospirando. "Non sognavo da settimane." dissi, massaggiandomi le tempie. "Penso che i ricordi di quel ragazzo, Maximoff, in qualche modo me li abbiano innescati di nuovo."

"So di averti promesso che non te lo avrei chiesto." Disse Clint, interrompendo il suo lavoro per guardarmi. "Ma prima o poi dovrai parlarne con qualcuno di quello che ti succede quando sogni, Cam. Sono passati otto anni. Non puoi andare avanti così."

"Lo so." risposi in fretta "E lo farò. Lo prometto. Ma per ora, abbiamo cose più grandi di cui preoccuparci."

"Potresti per favore smetterla di pensare agli altri e iniziare preoccuparti di te stessa per un secondo?" Clint alzò le mani in aria per la frustrazione, "Siamo una famiglia, Cam. Nat ed io, ti vogliamo bene. Lo sai. Permettici di aiutarti. Tutti hanno bisogno di una mano a volte. Anche la grande Artemide." Roteai gli occhi al suono del mio nome in codice, "Clint-" cominciai a rimproverarlo ma lui mi interruppe con un gesto della mano. "Abituati." disse "O farò in modo che i bambini inizino a chiamarti zia Artemide."

La conversazione pesante si trasformò presto in chiacchiere spensierate quando Lila intervenne. "Artemide!" urlò Lei "Oh, no! Lila, per favore non farlo." La pregai, facendola ridere. "Perché no?" Chiese, inclinando la testa di lato. "Beh, non mi piace molto quel nome".

"Zia Cam sta solo facendo la schizzinosa. Non fate come la zia Cam" Clint continuò a scherzare, ridemmo, e le preoccupazioni della giornata sembrano svanire come niente.

Nulla può essere paragonato al passare del tempo con la propria famiglia.

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora