01 [03]

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Uscii dal bagno con addosso solo dell'intimo bianco in pizzo, dopo una bella doccia. Era tutto tranquillo rispetto ai giorni normali, essendo che mi ero svegliata prima del solito. Aprii con cautela il cassetto, pescando una t shirt e un paio di pantaloni.

Riuscii a mettermi solo la maglietta prima che un paio di braccia forti mi avvolgessero da dietro, facendomi sorridere. "Buongiorno." Steve mi salutò, stampando dei baci umidi sul mio collo. Mi girai e lui si chinò per un bacio. Affondai le dita nei suoi capelli, tirandolo più vicino a me. 

Erano già passati due anni da quando ce ne eravamo andati. Ci spostavamo da un paese all'altro, prima di stabilirci in questa piccola ma confortevole casa, che era nostra da quasi un mese, ma probabilmente non sarebbe passato molto tempo prima che avremmo dovuto trasferirci di nuovo. Indipendentemente dal fatto che fossimo in fuga, quella era stata un'esperienza significativamente più piacevole rispetto alla mia prima. Non potei fare a meno di sorridere al pensiero di come fossimo riusciti a trovare ancora la felicità in circostanze così terribili. 

Le mie labbra si allargarono in un ampio sorriso, facendole separare dalle sue. "Perchè sorridi?" Chiese Steve. Scossi la testa: "Niente". Dissi, pettinando con le dita la sua barba ormai completamente cresciuta che avrebbe dovuto essere solo temporanea. "Non credi che sia ora di raderti?" 

"Non ti piace?" Chiese, sembrando un po' deluso. "Mhh" dissi pensierosa, "Sono ancora indecisa". 

"Va bene, ci penserò." Disse dandomi un bacio veloce sulla punta del naso. "E non mi hai nemmeno svegliato. Avevi detto che l'avresti fatto." 

"Sembravi averne bisogno" Alzai le spalle, chinandomi per un altro bacio. Mi strinse a lui, intensificando i baci. Il momento di pace venne però interrotto quando un segnale acustico, che iniziò a suonare dal telefono di Steve. Mi lasciai scappare un gemito irritato, facendo ridacchiare Steve. 

Aggrottai le sopracciglia alla suoneria sconosciuta, "ma è..." Mi interruppi. "Tony." confermò il mio sospetto, non avendo nemmeno bisogno di sentire la fine della mia domanda. Il sorriso sul suo volto fu sostituito da un cipiglio. Si precipitò al telefono e accettò rapidamente la chiamata. "Sono Steve." rispose. Attesi di sentire una risposta prima che i suoi occhi scattarono verso i miei sorpresi. "Bruce?" Le sue sopracciglia si avvicinarono, "Bruce, dov'è Tony?" Non riuscii a sentire Banner, solo la fine della conversazione, ma fu abbastanza per farmi sobbalzare il cuore. "Scomparso? Cosa intendi dire con scomparso?" Chiese Steve, la preoccupazione evidente nel suo tono. "Va bene, andiamo a prendere Visione." disse "Tieni duro finché non arriviamo"

Detto questo, riattaccò al telefono, guardandomi con occhi preoccupati. "Niente di buono, non è vero?" chiesi "Tony è scomparso?" Steve annuì. "Pensano che sia vivo. Semplicemente non sanno dove sia." Credevo che mi sarei sentita leggermente più sollevata dopo le parole di Steve, ma non successe. Emisi un sospiro, passandomi una mano tra i capelli. "Chiamerò la squadra e vedrò se riesco a trovare qualcosa su Visione".  Dissi, afferrando il cellulare e voltandomi per uscire dalla nostra stanza, ma Steve mi afferrò il polso prima che potessi. "Andrà tutto bene." mi rassicurò "Tony è più forte di così" Annuii, sorridendogli mentre mi lasciò un bacio sulla nuca. 

"Ti amo." mormorò, quelle tre paroline non mancavano mai di farmi battere il cuore. "Ti amo anch'io." risposi "Va' a prepararti. Ho delle telefonate da fare". 

"Sì signora." Steve si sporse di nuovo per darmi un ultimo bacio sulle labbra prima di andare a prepararsi. Presi il mio laptop, e mi sistemai sul divano prima di procedere con le chiamate. Tutti risposero, tranne ovviamente Wanda e Visione, che non riuscivamo a contattare da ormai una settimana. Mi misi subito al lavoro, cercando di localizzarli, chiedendomi perché avessero deciso di sparire nonostante tutto quello che era successo e data la loro promessa di rimanere in contatto.

Impostai un programma per cercarli in background e aprii un'altra scheda in attesa di un segnale. Cliccai sulla barra di ricerca, digitando un nome che non sentivo o di cui non parlavo da molto tempo; James Rhodes. Passai il cursore del mouse sull'icona della videochiamata, prima di fare doppio clic su di essa. Suonò per un paio di secondi prima che il volto familiare apparisse sullo schermo. "Camille!" Mi salutò Rhodey con un sorriso. "Ehi, War Machine." risposi con un sorriso, "Come stai?" 

"Sto bene. Ora cammino di nuovo." Disse indicandosi le gambe. "Sai, per essere una fuggitiva stai piuttosto bene, Cam". 

"Non riesco a capire se sia un complimento o un insulto." Dissi con una risata. "Prendilo come preferisci, Cam. Ma lo intendevo come un complimento." Il suo sorriso si allargò. "È davvero bello vedere un volto familiare in questi giorni". 

"Lo è" dissi, "Ho sentito della scomparsa di Tony. Come vanno le cose da te?" 

"Un casino." sospirò Rhodey "Se non ti dispiace, potrei aver davvero bisogno di un po 'di aiuto quaggiù. Senza Tony, tutte queste cose tecnologiche sono come il Greco per me." annuii "Beh, se dovesse esserti utile io parlo greco. Letteralmente e metaforicamente". 

"Parli greco?" Mi chiese alzando le sopracciglia sorpreso. "Lo sai. Uno dei miei tanti talenti." Scherzai, "Potrei passare. Ma in questo momento, sto lavorando per cercare di trovare Visione-" Proprio mentre le parole mi uscirono dalla mia bocca, un avviso si aprì sul mio schermo. "E sembra sembra proprio che io lo abbia appena trovato" Informai, digitando sulla mia tastiera. "Fatto?" Chiese Rhodes. "Fatto." annuii. 

"E per questo, amica mia," disse indicandomi, "che ho bisogno di te qui con me al più presto." 

"Ricevuto." dissi "Dobbiamo prima recuperare Visione, potrebbe essere in pericolo. Ma parlerò con Steve, scopriremo qualcosa e saremo lì prima che tu te ne accorga". 

"Ci conto" disse lui. "Ora devo andare." Dissi sentendo i passi di Steve lungo il corridoio, "Ci vediamo presto, Rhodes." 

"A presto, Cam." fece un cenno di saluto con il capo, prima di terminare la chiamata. "Quello era Rhodey?" Chiese Steve unendosi a me nel nostro soggiorno. "Sì, avrà bisogno di aiuto con il lato tecnologico delle cose. Mi ha chiesto di andare la per dargli una mano" dissi alzandomi dal divano. Steve annuì, spingendomi tra le sue braccia, "ci inventeremo qualcosa." 

"So dov'è Visione" Dissi indicando il lo schermo del computer. "Edimburgo, Scozia. Ho appena mandato un messaggio alla squadra. Ci incontreranno lì". 

"Bene, allora mettiamoci i vestiti." Disse "È ora di tornare al lavoro".

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEKde žijí příběhy. Začni objevovat