Nota 11

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Manifesto parte 2

Non avevamo niente, ricordi?
Mancava il cellulare e i soldi,
ma venivo fino  sotto casa
e suonavo finché tua mamma
si affacciava e poi ti chiamava.
Poi scendevi e correvamo
perché ci aspettavano,
sul quel campo
che era breccia o asfalto.
Un pallone, nient'altro
che bei tempi, ti ricordi?

Mamma che mi urlava
"Torna presto".
E poi si tornava
quando faceva buio pesto.
La prima siga
il primo bacio
il primo schiaffo
il primo pugno
i primi viaggi
fuori e nella testa
forse colpa dell'erba
poi il vero amore
sempre insieme.

Le prime poesie
le sere a scrivere
e buttare tutto
perché fa schifo di brutto.
Poi il blocco
e torni di botto.
Ti scoppia il cuore nello sterno
la penna in testa
il foglio vuoto diventa pieno
il buio nella stanza
la musica dentro la cassa.

Ora ci sentiamo persi
senza giga e minuti
senza powerbank
stai con me
lascia il cell.
Ti prego lascia il cell.

Tutto questo condito dal tempo
che passa e non aspetta
né a me né a te
scorre come un fiume
e tu ci puoi morire dentro.

Chiudo questo manifesto
perché la vergogna è troppa:
avevo umiltà
semplicità e genuinità.
Scoppiavo di curiosità.

Ora mi son perso
nel mio stesso universo,
devo ritrovare la via
senza cell
senza internet
solo me.
Per scrivere la storia
senza soldi in tasca
al costo di sputare
sangue sulla strada
e gridare a tutti dalla bara
"Siete morti, io ce l'ho fatta" .


Qualche volta una botta in testa non fa mai male. So che ho detto che non dovevo pubblicare poesie.
Ma io non riesco a mantenere i miei obiettivi e le poesie non riescono a stare ferme nella mia testa.

Poverino
Devis Domi


Le note di un ragazzo-Il mondo visto dai miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora