Parte 10

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Baylee si risvegliò a causa dei brividi di freddo su tutto il corpo. La testa pulsava forte, e la forza fisica era minima. Non ricordava nulla della sera precedente, se non che il suo nuovo amico era andato a farle visita al suo rifugio. Non si rese nemmeno conto di essere ancora in quella casetta di campagna da lei tanto adorata. Non si rese conto del contesto attorno a lei. Si mosse di poco, e con difficoltà. Lo spazio era minimo rispetto a quel che ricordava essere il suo letto.

"Goldie" si sentii chiamare a bassa voce, e sussultò quando un braccio caldo le circondò la schiena. Sbattette  le palpebre più volte prima di riuscire a mettere a fuoco la sua visuale. Il ragazzo dai capelli castano sfumati e gli occhi chiari era lì, sdraiato accanto a lei. Faccia a faccia con lei. Non era sveglio, a differenza sua, ma qualcosa li accomunava: l'abbigliamento. Lei indossava una maglia non sua, mentre a lui mancava una maglia. Lui indossava dei pantaloni, mentre a lei mancavano i pantaloni. Ovviamente un milione di pensieri iniziarono a prendere vita nella mente di Baylee. 

"Ryan!" urlò facendo svegliare in malo modo il ragazzo, il quale appena aprì gli occhi fu investito da una potente emicrania. 

"Che succede?" con la mano si coprii la fronte e gli occhi. Poi sbadigliò e allungò il braccio per afferrare il cellulare che giaceva sul pavimento, accanto al materasso, per controllare l'ora. Era tempo di alzarsi, lo aspettavano le lezioni.

Baylee nel frattempo cercava di coprirsi le gambe con le mani. Era un pelino imbarazzata. 

"Allora?" Ryan si girò nella sua direzione. Era abbastanza tranquillo per essere in una situazione di quel tipo. 

"Allora?" Baylee rise nervosamente. "Come fai ad essere così tranquillo?" alzò leggermente la voce 

"Perché, come dovrei essere?"

Baylee si alzò in piedi e cercò di abbassare il più possibile la maglietta che le copriva le gambe a malapena di venti centimetri. Praticamente niente. "Dimmi cosa diamine ho combinato stanotte." cercò i suoi pantaloni  per poi trovarli da tutt'altra parte della stanza e indossarli in fretta sotto lo sguardo attendo del ragazzo.

Appena si accorse del suo sguardo fisso sulle sue gambe si infuriò finendo col tirargli una scarpa. Oggetto che lui prese al volo.

"Non hai fatto niente di grave." sorrise lui al ricordo. 

"Niente di grave?" insistette lei. Già la parola grave lasciava intendere molto

"Nulla che ti possa mettere in imbarazzo." precisò lui facendo drizzare le antenne alla ragazza. E qui si battibeccarono per un po' prima di rassegnarsi. Lui non voleva raccontarle dei fatti accaduti durante quella notte, voleva tenerli ancora un po' per se. E poi non voleva fare tardi a scuola. Così, dopo che Baylee decise di restituirgli la maglietta, si rivestì e andò ad aspettarla in macchina. 

"Dove ti lascio?"

"Dovrei passare a casa a mettere l'uniforme." disse lui mentre osservava il paesaggio che scorreva veloce dal finestrino "Se non ti chiedo troppo puoi darmi uno strappo fino a scuola? Penso proprio che non farò in tempo a prendere l'autobus." diede nuovamente uno sguardo all'orario, il quale confermava i suoi calcoli.

"Solo se mi racconti cosa è successo" Baylee insistette ancora.

Lui sospirò. "Facciamo che ci vediamo dopo le lezioni e ti racconto?" provò a barattare. E poi voleva passare del tempo con lei. Senza rendersene conto iniziava a provare un minimo di interesse. Che fosse amicizia o qualcosa di più ancora non era chiaro, ma stava bene insieme a lei, e farsi un'amica vera non gli guastava di certo. D'altronde lei era l'unica a conoscere la verità.

"D'accordo." così lei organizzò il pranzo. Avrebbe ordinato in una gastronomia da asporto, lui sarebbe passato a prendere il pranzo, e poi l'avrebbe raggiunta nella casetta. Lontano da occhi indiscreti.

Via di FugaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon