Parte 1

123 8 0
                                    

Le tenebre erano calate già da qualche ora, un'altra gara era andata ed era arrivato il momento per l'ultima sigaretta della giornata prima del rientro a casa. La ragazza decise così di parcheggiare l'auto nera sportiva sul ciglio della strada, proprio accanto ad una staccionata, e fumare in santa pace prima di tornare ad essere quella che tutti conoscevano. Saltò agilmente sulle travi in legno sedendosi sopra esse. L'asfalto era leggermente bagnato per via dell'aria fredda e umida autunnale, che rendeva ancora più evidente il fumo caldo che lasciava le labbra della ragazza. Pochi chilometri più addietro un ragazzo aveva fatto scattare la rabbia a dei tizzi davvero poco affidabili, e cercando di scappare da loro finì sulla strada di lei. Vide l'auto parcheggiata con la portiera aperta e le luci di parcheggio accese. Pensò bene di poter scappare con quella, convinto che il proprietario avesse ingenuamente lasciato le chiavi appese al quadro.

"Merda!" esclamò non trovando ciò che si aspettava. Si passo una mano tra i capelli e freneticamente cercò di collegare due fili per far partire l'auto, ignaro di chi dietro a lui stesse osservando la scena. "Come diavolo si fa?" borbottò tra se e se. 

La ragazza scosse la testa divertita. "Sei davvero un pessimo ladro." rise alle spalle del ragazzo, il quale sobbalzò finendo con lo sbattere la testa contro il volante. "Magari ti servono queste, non credi." gli sventolò le chiavi davanti. Lui vide questa ragazza, tutta vestita di nero, pantaloni aderenti, giacca in pelle, stivaletti anch'essi scuri e in pelle, i capelli lisci e scuri, e un trucco leggero ma pur sempre scuro. Sembrava una dura all'apparenza, ma doveva tentare, doveva salvarsi.

Il ragazzo era davvero agitato, qualcuno lo stava cercando. "Andiamo, togliti di mezzo, ho fretta." cercò di andare via la ragazza. Lui si scostò facendola mettere alla guida, ma continuò a bloccarle la portiera mentre con lo sguardo cercava di intravedere qualcosa nel buio. "Vuoi toglierti!" si stava irritando parecchio lei.

"Merda, sono qui!" stava sudando freddo "Devi aiutarmi, portami via da qui." 

"Cosa?" rise lei "Non sei una persona che merita il mio aiuto." 

"Ti prego. Ricambierò il favore con tutto ciò che vorrai."

La ragazza purtroppo sapeva bene chi fosse lui, e non era di certo uno dei suoi migliori amici, tutt'altro. Ma lui poveretto era ignaro di chi realmente fosse la persona che aveva davanti. Baylee ci pensò su qualche secondo, e quando vide un gruppetto di tre persone, armate di manganelli, correre verso loro decise di aiutare il nemico, perché questo era per lei, solo un nemico.

"Muoviti, o ti lascio qui." disse con decisione. Lui non se lo fece ripetere due volte e salì dal lato del passeggero.

Sgommando sull'asfalto umido i due si allontanarono velocemente arrivando verso il centro abitato in pochi minuti. Lei correva parecchio con quell'auto, e il ragazzo era leggermente preoccupato per la sua vita, quasi più di prima. Stava attaccato al sedile, pregando di arrivare vivo a casa anziché vedersi schiantato contro qualche edificio. 
L'auto si fermò di colpo, e lui per poco non uscì fuori dal parabrezza.

"Chi diamine ti ha insegnato a guidare a te? Per poco non mi uccidevi." si lamentò, bianco cadaverico in viso e con lo stomaco sottosopra.

"La stessa persona che mi ha insegnato a cosa servono le cinture di sicurezza." disse alludendo al fatto che il ragazzo non la stesse indossando. "E ora scendi."

Il ragazzo rimase un attimo sorpreso "Cosa? Ma io vivo dall'altra parte della città." Si aspettava di essere riaccompagnato fino a casa, ma Baylee non era dello stesso parere.

"E cosa pretendi che vado a fare il pieno solo per portarti da mammina?"

"Come posso sdebitarmi?" si arrese.

"Te lo dirò al momento debito."

"Ma dai, nemmeno ci rivedremo più."

"Tu dici?" rise.

"Ah ho capito... va bene, vieni qua." disse convinto dei suoi pensieri. La ragazza lo guardò scettica. Lui visto che lei non si smosse di un centimetro fece il primo passo e la baciò ricevendo in cambio un sonoro schiaffo che gli fece stringere gli occhi dal dolore e allontanare al contempo.

"Ero seria." lo guardò torva. "E adesso vattene prima che ci ripensi e chiami quei tizi."

"Tu li conosci?"

La ragazza non rispose e lui arreso scese dall'auto, ma prima di andare via decise di dire il suo nome. Bussò al vetro del finestrino facendo esasperare ancora la ragazza e una volta aperto parlò "Io sono Ryan. Ti potrebbe servire quando mi cercherai. Tu sei?"

"Goldie" il ragazzo restò di stucco sentendo il nome e capendo chi gli avesse appena salvato il culo. "Ci si vede Brant" andò via lasciandolo con mille domande in testa sul perché lei fosse a conoscenza del suo cognome. Lei era conosciuta, ma lui per niente, almeno non da lei.

--------------
Yeah yeah yeah!
Nuova storia tutta da scoprire

Via di FugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora