parte 18

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Baylee rimase in quella casetta tutto il giorno. Finì per sdraiarsi sul materasso ricoperto da un lenzuolo leggermente lercio, e se ne pentì subito dopo, perché l'odore di Ryan era rimasto impregnato tra la stoffa, e ciò non la aiutava a smettere di pensare a tutta la situazione, a smettere di pensare a lui. 

Tornò a casa in serata, beccandosi una sfuriata da parte della madre. Non per la sua assenza, ma perché con la testa incasinata di pensieri Baylee rientrò in casa con i vestiti scuri, i capelli malconci ed il trucco nero sbavato. Aveva proprio dimenticato per un attimo la sua doppia identità, aveva dimenticato di indossare i capi rosa, beige o qualsiasi altro colore da principessina che le era imposto dalla madre.

La sorella minore, che solitamente non era mai presente in salotto, quella sera rimase sorpresa a veder rincasare Baylee in quei panni, nessuno in quella casa, ma proprio in quella famiglia, oltre Nick, conosceva la vera Baylee. O forse Amber, la domestica, era l'unica ad aver captato qualcosina negli anni, anche perché era lei che lavava gli indumenti, compresi quelli scuri che trovava nel bagno della ragazza.

Anche Ryan tornò a casa solo in serata. Era rimasto fuori, nascosto lontano da tutti dentro al parco, quel parco che lo aveva messo nei guai. Stava seduto sulla stessa panchina, ma questa volta da solo, a riflettere sul da farsi, perché lui non voleva assolutamente perdere quella battaglia. Aveva già perso tanto negli anni, e Goldie non doveva perderla. Non doveva continuare a raccontare cazzate, né a lei, e nemmeno a se stesso. Doveva tirare fuori gli attributi, iniziare ad eliminare un po' di bugie dalla sua vita, e ripartire da zero. Iniziare ad essere se stesso. La vita lo aveva portato a comportarsi in un determinato modo, ma era ora di voltare pagina, di vivere la realtà, e non più la finzione. Ma questo comportava del tempo, ma soprattutto delle rinunce, accettare le conseguenze ed affrontare tutto ciò che gli si sarebbe presentano giorno dopo giorno.

Iniziò vuotando il sacco con sua madre.

"Mamma devi smetterla di piangere, non riesco più a vederti così."

"Ray, tesoro, come posso non piangere. Ho fatto di tutto per farti vivere degnamente, per darti un bel futuro. E adesso stiamo perdendo tutto." Riprese a singhiozzare. "Questa casa è l'unico ricordo materiale che ho dei tuoi nonni, e tra qualche giorno, o forse ora verremo sfrattati da qui per causa mia. Perché ho perso il lavoro e non riesco a trovarne un altro per pagare il debito." Le lacrime ripresero a scorrere sul viso ormai stanco della donna. "Non potrò più garantirti nemmeno l'università, il tuo futuro è stato spazzato via. Ed io mi sento la madre peggiore del mondo"

Ryan ebbe una fitta al cuore, non avevano mai affrontato quel discorso, e sentire la madre parlare di ciò che provava lo fece sentire un mostro, perché le aveva nascosto la verità, perché lui aveva risolto tutto. Anche se ancora non ne aveva avuto conferma, ma non poteva aver perso tutto il suo impegno delle settimane prima. 

"Nessuno potrà buttarci fuori da qui, non lo permetterò mai."

"Ryan, sai bene che non sarà così. Purtroppo accadrà, da un giorno all'altro."

"No mamma, non sarà così, perché io ho pagato il tuo debito e tutti gli interessi arretrati." Ecco, adesso aveva un peso in meno.

La faccia della madre era un misto tra gioia e sospetto, non sapeva bene se esplodere di felicità, o andare in fondo alla storia. Di sicuro le lacrime si erano fermate, e alla fine optò per la seconda.

"In che senso hai pagato tutto? Hai solo un lavoro part-time che ti permette di fare la spesa e pagare una parte delle bollette." 

"Non è così mamma, ti ho mentito." 

La madre lo guardò seria, in attesa di sapere di più.

"Il sabato sera non faccio il cameriere in una pizzeria." per un attimo sospirò profondamente, era un qualcosa di difficile da dire a sua madre. "Per due mesi e mezzo sono stato ingaggiato da un tizio che organizza corse clandestine di auto. Prendevo le scommesse per lui e guadagnavo un bel po'." Parlava guardando ovunque tranne la faccia delusa della madre. "Sono riuscito a pagare tutto, e mi è rimasto qualcosa per poter vivere ancora qualche settimana."

E bam! Gli arrivò uno schiaffo sonoro sul viso, facendolo arrossare all'istante. 
"Ho fallito due volte come madre, perché non ti ho mai insegnato questo, non ti ho mai insegnato a prendere queste strade."

Ryan lo sapeva bene, ma era stata l'unica soluzione ai suoi occhi per salvare tutto in fretta. Sapeva di averla delusa, e per tanto non fiatò, né si mosse da lì. Il suo sguardo era fisso sul pavimento scuro, effetto ottico causato della poca luce presente nella stanza. Aveva deluso 2 persone a distanza di poco, e questo gli faceva male, ma allo stesso tempo aver detto la verità gli faceva sentire il macigno un pelino più leggero.

Via di FugaWhere stories live. Discover now