Superbia

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superbia :: superbia

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Quando Taehyung si rese conto di essere finalmente fermo, gli ci volle qualche secondo per aprire gli occhi.

Inizialmente, non vide nulla. Il posto era troppo buio perchè i suoi occhi, abituati alla luce, potessero distinguere qualcosa. Provando ad alzarsi, notò poi quanto il suo corpo fosse effettivamente indolenzito.

Sentiva forti dolori alle ossa, e si rese conto di come fosse ricoperto di sporco e sangue e sangue secco. Lividi gli ricoprivano ogni centimetro di pelle e i suoi capelli grigi, una volta impeccabili, ora erano scompigliati e luridi.

Dov'era? Anzi no, sapeva benissimo dov'era.

Era duro da ammettere, tuttavia. Quel buio penetrante e quel freddo assurdo, le urla che sentiva. Dolore, rabbia, disperazione.

Era all'inferno. Era caduto con talmente tanta forza e violenza che pure il suo corpo altrimenti inviolabile da angelo, immortale, si era ferito.

Era all'inferno. Non si capacitava, davvero, di come l'avessero davvero mandato lì. Nessuno degli angeli aveva mai prima d'ora sperimentato di essere cacciato dal paradiso.

Nessuno aveva mai peccato, perchè nessuna fonte di malvagità aveva intaccato la perfetta vita di quel posto. Quel demone alla fine ci era riuscito, l'aveva fatto peccare e l'aveva fatto cadere.

Taehyung non si sentiva però in colpa per ciò che aveva fatto. Si era reso conto di quanto bravo fosse, di quanto eccellesse e di quanto fosse meglio di tutti gli altri. In fondo quel pugnale gli aveva solo aperto gli occhi sulla verità.

Nonostante ciò, per il suo orgoglio bruciava, bruciava essere stato umiliato davanti alla Corte e ai suoi fratelli, per non parlare dell'imbarazzo solo a pensare di essere stato il primo in assoluto ad essere cacciato dalla casa del Signore.

Ripensare al suo ormai passato lo irritava e non poco. Era tutto perfetto, tutto magnifico, e adesso non aveva niente.

Si mise in ginocchio, vestiti bianchi ormai impolverati, e con le lacrime agli occhi strinse i pugni davanti a lui. La faccia guardava la terra nera mentre assorbiva le sue lacrime, e il misto di frustrazione, dolore, rabbia, orgoglio ferito, gli fecere cacciare un urlo mentre sbattè quei pugni al suolo.

Dopo l'urlo, tossì sangue. Piangeva isterico, non riusciva a distinguere le sue emozioni l'una dall'altra. Da una parte, provava panico, tristezza, sconforto. Non sapeva cosa avrebbe fatto adesso che non era più un angelo.

Dall'altra parte, rabbia, voglia di vendetta, odio. Li odiava per avergli fatto una cosa del genere. Desiderava solo rovinarli, fargliela pagare.

Erano sicuramente troppe le emozioni negative che stava provando, più di quelle che aveva avvertito nei giorni precedenti. Queste erano violente, gli stavano mangiando il cuore.

Non era abituato a sentire tanta negatività dentro di sè, e il fatto che essa stesse consumando con la sua furia ogni traccia di bontà rimasta nel cuore di Taehyung, non aiutava di certo.

L'angelo caduto stava ancora lì, in quella enorme voragine che lui stesso aveva creato atterrando. Era ancora indolenzito e addolorato, perso e... solo.

Non si era mai ritrovato così solo, in una situazione così tanto più grande di lui. C'erano sempre stati i suoi fratelli ad accompagnarlo in qualsiasi difficoltà, e adesso era solo.

the fall :: taehyung x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora