Il mio adorabile rimpianto

By silvi1096

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Sequel de "Il mio adorabile vicino di casa". Una notte, mille ricordi, un solo rimpianto. Danny Owen, l'unic... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Epilogo
Grazie
Nuova storia!
Sondaggio importante

Capitolo 27

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By silvi1096

Leah e Ryan, le mie guardie del corpo, mi affiancano sul marciapiede, gli occhi vigili e le unghie pronte a graffiare chiunque dovesse provare a farmi del male.

Mi guardo intorno, alla ricerca di una via di fuga. Per quanto io apprezzi lo sforzo, dubito che Cameron si lascerebbe scoraggiare da loro. Lo conosco troppo bene, non si arrenderà finché non avrà ottenuto ciò che vuole. Forse, e dico forse, l'unica cosa da fare è anche quella più rischiosa. Incontrarlo mi permetterebbe di comprendere finalmente il perché delle sue azioni; potrei finalmente lasciarmi alle spalle quella terribile sera e andare avanti.

"Ragazzi, mi fate paura. " esordisco, arrestando il passo. "Sul serio, continuerete a fare così per molto? "

Prima, la sola idea di uscire da sola mi mandava in tilt. Adesso, credo di aver superato, in parte, quella fase, e vorrei che anche i miei genitori se ne rendessero conto, oltre che i miei amici. Non ho bisogno di una balia, non ne ho mai avuto bisogno. Ero solo troppo spaventata per accorgermene.

"Finché non avranno condannato Cameron per quello che ti ha fatto. " È Leah a rispondere per entrambi. Alzo gli occhi al cielo e ricomincio a camminare. Gli edifici mi passano accanto, carichi di vita, mentre io sto buttando la mia, segnata da un passato burrascoso ma comunque carica di aspettative.

Raggiungiamo il bar vicino il negozio di abbigliamento preferito di mamma e ci mettiamo in coda. La gente preferisce uscire e fare colazione in giro piuttosto che sorseggiare un delizioso caffè, comodamente seduti nella loro cucina. Odio la confusione, e odio ancora di più aspettare.
"Sentite, perché non andiamo da un'altra parte? " propongo, dopo cinque minuti di attesa.

Ryan scuote la testa. "Più gente c'è, meno probabilità ci sono che Cameron ti si avvicini."

Alzo gli occhi al cielo, decidendo però di collaborare.
Un quarto d'ora più tardi sto sorseggiando il mio cappuccino decaffeinato, con al fianco le mie fedelissime guardie del corpo intente a battibeccare tra loro.

"Il cioccolato fondente è più buono di quello al latte. "

"Ti sbagli di grosso, tesoro. " ribatte Ryan, irritato. "Il cioccolato al latte è fantastico, quello fondente è amaro e per niente adatto alla farcitura di torte."

Leah scoppia a ridere, attirando però l'attenzione dei presenti. "Ti lascio parlare soltanto perché sei il mio migliore amico, a quest'ora ti avrei già riempito i capelli di cioccolata calda. "

Non faccio in tempo a dire la mia, dalla porta principale entra un ragazzo alto e dalla chioma nera. Scruta i tavoli, per poi soffermarsi sul nostro e sorridere compiaciuto.
Ci raggiunge a passo spedito. Sul mio viso compare un sorriso spontaneo.

"Buongiorno carissimi, come state? " Il ragazzo si siede accanto a me, e mi sorride.

"Ciao Isaac, hai cambiato colore di capelli? " rispondo con un'altra domanda.

Il ragazzo si passa una mano tra i capelli, divertito. "È il mio colore naturale, mi ero stancato di quel biondo finto così ho deciso di ritornare alle origini. "

Ottima scelta, aggiungerei.

"Wow, stai benissimo così Isaac. " commenta lei, gli occhi a cuoricino.

"Grazie." ammicca nella sua direzione.

Alzo gli occhi al cielo per la centesima volta nell'arco della mattinata. Ad Isaac piacciono i complimenti, ecco perché mi guardo bene dal non farglieli.

Una volta conclusa la nostra inconsueta colazione al bar, Leah e Ryan decidono di fare di un giro per negozi e di lasciarmi in compagnia di Isaac.
"Allora... "inizio. " Come mai da queste parti? "

"Sei seria?" Isaac scoppia a ridere. "Sei fantastica, davvero. "

" Perché? Cosa ho detto di sbagliato? " ribatto, senza capire.

"Tesoro, io ci abito qui, ricordi? Stamattina non avevo per niente voglia di cucinare e quindi eccomi qui, insieme alla ragazza più bella e irritante di Sandown."

"Più bella e irritante... Wow, ci sai proprio fare con le parole, te l'ha mai detto nessuno? "

Il mio accompagnato di rabbuia all'istante. Abbassa lo sguardo, innalzando un muro tra di noi.

"Ehi, tutto bene?"

In risposta, ricevo un sorriso forzato e per niente rassicurante.

Camminiamo per un isolato, in rigoroso silenzio. Nella mente non faccio che ripetermi che non è colpa mia, il suo cambio d'umore non c'entra nulla con me o con quello che ho detto. Eppure, so di star mentendo a me stessa. Qualcosa deve averlo fatto precipitare nel passato, evidentemente delle parole dette senza la minima intenzione di ferirlo hanno sortito l'effetto contrario.

Stiamo per imboccare la strada che conduce alla mia vecchia scuola, quando ad un tratto Isaac si ferma nel bel mezzo del marciapiede. Intorno a noi non c'è nessuno, si tratta di una strada piuttosto isolata rispetto alle altre.
Mi volto e lo osservo. I suoi occhi mi stanno fissando con un'intensità tale da mettermi in soggezione.

"Mi dispiace per prima. " esordisce. "Ci sono cose, del mio passato, che preferirei non dover raccontare. La mia vita non è mai stata rosa e fiori, Savannah, e per sopravvivere ho dovuto affrontare degli ostacoli ben più pericolosi di Cameron e Bret. So che, magari, ti sembrerà assurdo, però ti prego di non chiedere."

"Tranquillo, non ti avrei chiesto niente comunque. Sono una ragazza che tende a farsi gli affari propri, non so se mi spiego. "

Isaac mi fa cenno di riprendere a camminare. "Si, ho capito. E di questo ti ringrazio. Forse un giorno ti racconterò la mia storia, ma quel giorno... "

Continuo io per lui. "Non è oggi. "

"Già."

La nostra conversazione termina così, con un avverbio e tante domande inespresse.

🔹🔸🔹🔸🔹

"Allora? Com'è andata la passeggiata con Isaac? " mi chiede Leah, una volta tornati a casa.

"Leah, non è che, siccome il mio corpo ha deciso di concedermi un attimo di tregua, dovete per forza appiopparmi al primo che passa." È la verità, gli attacchi di panico sono sempre dietro l'angolo, non c'è da stare tranquilli.

Leah alza gli occhi al cielo, afferra un biscotto dalla biscottiera e se lo mette in bocca. "Okay okay. " gracchia, la voce impastata.

"Leah, potresti gentilmente ingoiare il biscotto? Che schifo. " la rimprovero.

La mia amica, in risposta, mi lancia un tovagliolino accartocciato. Lo paro con la mano libera e glielo restituisco. Con la mira che mi ritrovo, però, finisco per centrare la pentola.

"Oh no! " esclamo a bassa voce. " Mamma mi ucciderà. "

"Nah, non lo farà. Quella pentola è vuota, Savannah. Prima di giungere a conclusioni affrettate, controlla bene se il fornello è acceso oppure no. "

Inclino la testa verso il basso ed emetto un sospiro di sollievo. Pff, pericolo scampato. Nonostante ciò, recupero ugualmente il tovagliolo incriminato, non mi è mai piaciuto lasciare tracce.

"Comunque, dicevo sul serio oggi. Io e Ryan non ti lasceremo da sola finché Cameron non avrà ottenuto quello che si merita. Non gli permetteremo di avvicinarsi a te. Ti abbiamo lasciato con Isaac perché di lui ci si può fidare."

"Come fai ad esserne così sicura? " le chiedo.

"Ti fidi di lui, quindi anche io mi fido di lui. Semplice no?"

Già, semplice.

In camera, mentre piego i vestiti, ripenso alla mattinata trascorsa in compagnia di Isaac, alla sua ironia e soprattutto al suo repentino cambio d'umore. In un certo senso, mi sento in colpa. Sono stata io a ridurlo in quello stato. Devo imparare a tenere la bocca chiusa, anche se... Isaac dovrebbe imparare a fidarsi un po' di più della gente. Io, dopotutto, l'ho fatto.
La camera è immersa nel silenzio, Leah e Ryan si trovano in cucina, con mamma e papà. Mi piace passare del tempo da sola, sento di averne bisogno.
Ripongo i vestiti nell'armadio e mi soffermo ad osservare una fotografia appiccicata nella parte interna dell'armadio. Eccola li, nascosta da una miriadi di vestiti, la fotografia che ritrae me e Danny il giorno in cui decise di dichiararsi.
L'amore che provavo per lui, e che tutt'ora provo, era così intenso che riesco a trattenere a stento le lacrime.
Io e lui, non avevo bisogno di nient'altro. Sono stata una stupida a non capirlo, a rinunciare al nostro amore per colpa dei miei sensi di colpa.
A distanza di mesi, mi rendo conto di non aver agito nel migliore dei modi, e di aver lasciato che colpe non mie ricadessero sulla storia d'amore più bella del mondo e la schiacciassero.

Stacco la foto e me la rigiro tra le mani. Nessuno, a parte me e Danny, sa della sua esistenza, l'abbiamo scattata subito dopo scuola. Un giorno magnifico, da qualche parte dovrei avere ancora conservato il cartellone che mi fece trovare al centro del campo da basket.

"Scusami per tutto, sono stato uno stronzo." recito a memoria, mentre mi porto la foto al petto e la stringo più forte che posso.

Scusami tu, amore mio, per non essere stata la ragazza che hai sempre sognato di avere accanto.

___________________

Buon pomeriggio, come state?
Non scrivo nulla sul capitolo, vorrei soltanto sapere la vostra opinione.
A presto, un bacio.

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