Epilogo

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"Isabel Owen, vieni subito qui. " Con la mano cerco di afferrarla per il braccio, fallendo nell'impresa.

La piccola si ferma a pochi passi da me, giusto il tempo di farmi la linguaccia.
"Piccola monella, se ti prendo... " fingo di arrabbiarmi.

La mia adorabile nipotina continua imperterrita a correre per il corridoio, incurante dei miei richiami. Anzi, sembra proprio divertirsi da matti. La sua folle corsa viene, però, interrotta dalla madre.
Osservo Cassidy uscire dal bagno e afferrarla al volo. "Presa! " esclama, mentre fa volteggiare la figlia in aria.
La piccola scoppia a ridere, facendo ridere di conseguenza anche me e la madre.

"Sto io con lei adesso, grazie mille per l'aiuto Sav." mi congeda.

"È stato un piacere, quando vuoi. " Le saluto e, dopo aver radunato le mie cose, mi dirigo alla porta.

Sono passati sette anni da quella sera, sette anni colmi di amore, pace, e soprattutto voglia di vivere. Non è stato facile, ma alla fine ci sono riuscita.
Piano piano, un gradino dopo l'altro, ho rimesso in piedi la mia vita, ho ricominciato a vivere. La nascita di Isabel ha contribuito a donare alla mia vita un nuovo obiettivo.
Alan e Cassidy sono due genitori fantastici, però non sempre riescono a star dietro alla piccola. Ecco perché, prima di andare a lavoro, passo sempre a casa loro per dare una mano.
Alan, dopo aver finito il college, ha trovato lavoro in un'importante azienda inglese, mentre Cassidy lavora per una ditta di impianti fotovoltaici. Fa l'operaia , ma a lei va bene così.

Il cellulare inizia a vibrare nella tasca, lo estraggo e rispondo senza nemmeno leggere il nome sullo schermo. "Pronto? "

"Amore, tutto bene? " È Danny, l'unico amore della mia vita.

"Come sempre, tesoro. Magnificamente bene. " E non sto scherzando. Mi sento veramente bene ed in pace con me stessa. A volte mi capita di ripensare a Cameron, a quello che ho perso e all'affetto che, tutt'ora, provo per lui. Ci ripenso...senza però un briciolo di rabbia. Questi anni mi sono serviti per capire cosa volessi fare della mia vita e cosa volessi diventare. E lui, in un modo o nell'altro, ha contribuito a completare il quadro.

"Non vedo l'ora di vederti, mi manchi tantissimo. " continua mio marito.

Ebbene si, io e Danny siamo felicemente sposati, da un anno. Non è stato facile convincermi a sposarlo ma alla fine c'è riuscito, grazie anche all'aiuto di Cassidy ed Alan. Non perché non lo amassi abbastanza, bensì perché avevo iniziato a vedere il matrimonio come una sorta di maledizione, qualcosa da cui sfuggire a tutti i costi.
Il divorzio dei miei genitori ha creato una spaccatura nella mia famiglia, così come in quella di Danny. Per due anni i miei non hanno fatto altro che litigare, finché non si è arrivati alla fatidica decisione. Ecco perché sposarmi era diventato l'ultimo dei miei piani.
I miei amici però, mi hanno fatto capire che non tutti i matrimoni finiscono e che non tutte le persone sono destinate ad odiarsi come nel caso dei miei genitori.

"Anche io. " rispondo. "Ci vediamo stasera, devo andare. Ti amo. " Aspetto la sua risposta e chiudo la conversazione.

Guardo l'ora e una sensazione di irrequietezza si impossessa di me. Oh cavolo... sono in super ritardo.
Afferro le chiavi dalla borsa e mi precipito alla macchina.
Un quarto d'ora dopo sto varcando la soglia della mia associazione.
Cinque minuti di anticipo, un vero record. Ed io che pensavo di arrivare dopo le mie ragazze...

"Buongiorno Savannah. " mi salutano in coro le mie donne, una volta varcata la soglia dell'aula.

Mi volto, in imbarazzo. Come ho fatto a non accorgermi della loro presenza? Stupida Savannah... Altro che cinque minuti di anticipo.

Il mio adorabile rimpiantoWhere stories live. Discover now