Capitolo 12

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Savannah's pov

Lawrence Benson. Il timido ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo.

Lawrence Benson. Il ragazzo che, con il suo sorriso, si è aggiudicato un posto speciale nel mio cuore e nella mia vita.

Law, il ragazzo che adesso sto abbracciando senza timore, senza ripensamenti o attacchi di panico improvvisi. Il ragazzo con il quale mi sento al sicuro, protetta. Il ragazzo che è stato in grado di sopportare i miei sbalzi d'umore, i miei continui silenzi, senza mai lamentarsi. 

"Piccola mia..." sussurra al mio orecchio. 

Non ha fatto in tempo ad entrare in camera mia. Quando ho sentito bussare alla porta, mi sono letteralmente lanciata tra le sue braccia. Ci troviamo in corridoio, stretti in un abbraccio soffocante. Io con le lacrime agli occhi e lui, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Mi è mancato così tanto. I suoi abbracci, il suo sorriso, la sua voce. Mi è mancato tutto di lui. Come ho fatto a vivere senza la sua costante presenza per più di cinque mesi? 

"Oddio, Law." singhiozzo. "Mi sei mancato da morire." 

Quando ci stacchiamo, mi sposto per lasciarlo entrare in camera. È semplicemente bellissimo, i capelli biondi, più lunghi di come li ricordavo, adesso gli ricadono sulla fronte, in leggeri boccoli scompigliati. Una leggera barba bionda gli incornicia il volto, facendolo sembrare più grande. Indossa un paio di jeans sdruciti e una maglietta nera, a maniche corte. Sembra così diverso, eppure allo stesso tempo così uguale a prima. 

"Come stai?" gli chiedo, dopo aver richiuso la porta alle nostre spalle. 

"Dovrei essere io a farti quella domanda, non tu." Mi si avvicina, e le sue mani si posano ai lati del mio viso. Un gesto dolce, per niente sgradevole. Non mi crea fastidio la sua presenza. Non ho paura, non sento dolore ma soltanto...benessere. Voglio bene a Lawrence e sono felice che il mio corpo abbia reagito positivamente. Non mi aspettavo nulla di tutto ciò, dopo tutto il male subito. 

"Adesso che sei qui, si." sussurro. Le mie labbra si incurvano in un sorriso spontaneo, mentre le lacrime minacciano di ritornare. 

Law sorride, mi attira a sè e fa scontrare i nostri corpi. Mi lascio cullare dalle sue braccia, per la seconda volta nell'arco di pochi minuti. Il calore del suo corpo si propaga nel mio, e le ferite del mio cuore improvvisamente fanno meno male. Sono stata una sciocca a pensare di poter vivere senza di lui, senza quell'amicizia che ci lega e che continuerà a farlo per l'eternità. 

"Scusami." afferma ad un tratto, le parole vengono attutite dalla mia spalla ma riesco a sentirle comunque. "Avrei dovuto fare di più, presentarmi prima qui e...scusami." 

Scuoto la testa, sciolgo l'abbraccio e lo guardo negli occhi. "No, sono io a dovermi scusare." Ultimamente mi riesce bene farlo, soprattutto con le persone a cui tengo. " Sono stata una stupida, quando sono scesa da quell'aereo sarei dovuta correre da te, non rinchiudermi in una stanza a piangermi addosso. Ora lo so, e ti chiedo scusa per essermi comportata da egoista." 

Lawrence non risponde. Le sue braccia mi cingono nuovamente, confermando una delle regole fondamentali dell'amicizia. I gesti valgono più di mille parole. E sarà così per sempre. 

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"Allora, raccontami tutto." 

Alzo gli occhi al cielo e gli lancio il cellulare. "Leggi da soli, odio dover raccontare, lo sai." 

Non so come ma, dal parlare di Leah e Ryan siamo passati a parlare di Logan, il ragazzo newyorkese conosciuto per sbaglio. Non sono pentita di avergli rivelato questo piccolo particolare della mia vita, anche perché non lo considero un segreto. 

Il mio adorabile rimpiantoWhere stories live. Discover now