Capitolo 26

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Brividi di freddo percorrono il mio corpo.
Mi alzo, i miei piedi stanno calpestando qualcosa di morbido. Abbasso gli occhi. Erba. Sto camminando su un prato.

"Com'è possibile? " penso ad alta voce.

Mi volto, e il letto non c'è più.
Dove mi trovo, e perché non c'è nessuno?
Non indosso il pigiama, ma soltanto un paio di pantaloni logori e una canotta nera.
Non sono solita portare indumenti del genere.
Dove mi trovo? E come ci sono finita?
Penso tra me e me.
Sto forse impazzendo?

Avanzo sull'erba perfettamente curata.
"C'è nessuno?" urlo. Nessuna risposta.

Aiuto, qualcuno mi aiuti.
Forse sto sognando, o forse... sono morta.
Non ci sono altre spiegazioni. È tutto così..
surreale.

"Savannah... " Una voce alle mie spalle sussurra il mio nome.
Mi volto, ma non vedo nessuno.
Sono sola. Eppure io l'ho sentita. Era reale.

"Sono qui. " La sento di nuovo, stavolta da più lontano.

Mi volto e comincio a correre.
"Chi sei? " Urlo mentre continuo la mia corsa verso l'ignoto. "Dove sei? Perché sono qui? " Snocciolo domande a raffica, con la speranza di poter ottenere una risposta.

Niente. Zero totale.
Mi accascio a terra, con i piedi sanguinanti e l'animo a pezzi. Cosa mi resta da fare? Dove sono i miei genitori?

"Ho bisogno di parlarti. " sussurra la voce.

Questa volta la riconosco.
Cameron Ross è qui e mi sta cercando.

Mi rialzo, decisa a continuare la mia corsa contro il tempo e contro le mie peggior paure.
Ricomincio a correre, incurante del dolore ai piedi e del cielo che, via via, si fa sempre più scuro.
Raggiungo un alto muro fatto interamente di pietra. Mi guardo intorno, alla ricerca di qualcosa che mi permetta di scavalcarlo.
Niente, attorno a me non c'è assolutamente niente.

Sul muro ci sono delle incisioni, passo la mano sopra una di esse e rabbrividisco. Immagini confuse mi attraversano la mente, realtà distorte da una mente malata e priva di amore.

"Savannah."
Qualcosa afferra la mia spalla e mi fa voltare.

Mi ritrovo faccia a faccia con Cameron. Mi libero dalla sua stretta e indietreggio, fino a ritrovarmi con le spalle al muro.
"Cosa vuoi da me?" Quasi non riconosco la mia stessa voce.

"Oh Savannah. " Cameron mi si avvicina. "Sei bellissima. Ma d'altronde, lo sei sempre stata. " Allunga una mano verso di me.

Chiudo gli occhi, sento il leggero tocco della sua mano sulla mia guancia ma mi trattengo dal gridare a squarciagola.
"Cosa vuoi da me? " ripeto, ad un passo dalla pazzia.

"Sono qui per parlarti. Per dirti tutta la verità. " afferma deciso.

Trascorrono minuti senza che io o lui apriamo bocca. Alla fine, è proprio Cameron a rompere il ghiaccio.

"Mi dispiace Savannah, per tutto. La verità è che sono un mostro, sono mesi che non faccio altro che pensare a te e al terribile errore che ho commesso. Ho distrutto due vite: la mia e la tua.
Ho dato ascolto a Bret, e non ho pensato alle conseguenze. "

Lacrime di rabbia mi scorrono sulle guance. "Smettila, le tue parole non mi bastano. Sei stato crudele con me e io ti odio. "

Lo odio... Ma è davvero così?

Il mio adorabile rimpiantoWhere stories live. Discover now