Gifts Under The Tree.

By ThreeCrazyMinds

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Una città ricoperta di neve, il periodo più bello dell'anno alle porte ed un'infanzia spensierata che ritorna... More

Prologo.
1- Two sides of the world.
2- I get a little stronger, now.
3- A heart that's broke is a heart that's been loved.
4- Keep holdin on.
5- Believe in every dream that you got.
6- Supermarket flowers.
7- I love the way you hate me.
8- Say the word and we'll go.
9- She's the queen of hearts.
10- Girls just wanna have fun.
11- He's out his head, I'm out on my mind.
12- Kiss me like you do.
13- War of hearts.
14- Just for one day.
15- Amortentia.
16 - I see my future in your eyes.
17- The gift I didn't expect.
18 - All I want for christmas is you.
19- It's beginning to look a lot like christmas.
20 - Santa Claus is coming to town.
21- A face on a lover with a fire in his heart.
22- You're all I need, you're everything.
23 - Just one more moment.
24 - Hold me now.
25 - Stop and stare.
26- Comatose.
27- Only you're the one.
28- I'd give up forever to touch you.
29- You'll be coming home with me tonight.
30 - I wanna be so far gone in you.
31- Your love's got me looking so crazy.
32- One touch and I ignite.
33- You're the one that I want.
34- I'm not the same as yesterday.
35- Don't wanna waste another day we're given.
36- I won't let go.
37- Over and over.
38- I don't want this moment to ever end.
39 - You're gonna be the one that saves me.
40- Everything good.
42- Fallen angel
43 - So tell me you'll be right here with me.
44- Ashes of Eden.
45- A part that's holding on.
46- If you could know.
47- Bleeding out.
48- Judas.
49- I'm ready for the riot to begin.
50- Warriors.
Problemi.
51- Fire and fury.
52- We all have our secrets.
53- I'm trying but I keep falling down.
54- Animal I have become.
55- Fire on fire.
56 - Fighting 'til the wars won.
57 - We're better than alright
58- Fallin' like the stars, we're fallin' in love.
59- Hall of fame.
60- In The End Love Is All We Need.
Epilogo.
RINGRAZIAMENTI.
Annuncio!💙
SPIN-OFF!💙
👀
FINALMENTE... ENDLESSLY!❤️

41- Just say the word.

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By ThreeCrazyMinds

Un tramonto bellissimo colorava i grattacieli e le case di Boston rendendo l'atmosfera ancora più suggestiva. Daphne camminava lungo le vie della città con una borsa strapiena di documenti e progetti per l'inaugurazione della galleria, ma con la testa sulle nuvole. Appena varcata la soglia di casa un sospiro felice abbandonò le sue labbra, con delicatezza si tolse le sue amate Louboutin e a piedi scalzi si diresse in salotto, trovando Jon sdraiato sul divano che sonnecchiava bellamente. Si fermò sullo stipite della colonna, prendendosi un po' di tempo per osservarlo: le labbra socchiuse, i ricci ribelli che ricadevano sulla fronte coprendo quegli occhi azzurri di cui si era perdutamente innamorata, per lei era l'opera d'arte più bella che avesse mai visto e ancora faticava a credere di averlo tutto per sè.

«Guarda che se continui a guardarmi in questo modo mi sciupi, amore!» un sorriso beffardo comparì sul volto del lunatico, mentre si ostinava ancora a tenere gli occhi chiusi per cercare di riacchiappare quel sogno che era sfumato con l'aprirsi del portone.

«Tu invece dovresti aprire i tuoi occhioni e scendere dal divano visto che ormai è sera, tesoro!» lo rimbeccò con le guance rosse a causa dell'imbarazzo per essere stata colta in fallo ancora una volta.

«Io ho un idea migliore, perché non mi raggiungi qui, non c'è tanto spazio, ma questa volta mi sacrifico e puoi stare su di me.» sollevò le palpebre rivelando quel mare ghiacciato che le fece perdere un battito e un lungo brivido si propagò lunga la sua schiena. Facendole rilasciare un sospiro tremante che ebbe il potere di far apparire sul volto del suo uomo, un ghigno così letale e seducente che non potè far altro che andargli incontro come un serpente segue le note dell'incantatore.

Un trillo metallico, fastidioso e continuo stava infastidendo i due che decisamente erano presi da altro, non gli prestavano attenzione.
La prima a riprendersi fu Daphne, che cercò di alzarsi dalle sue gambe, ma le grandi mani sui suoi glutei e la bocca che non dava pace al suo collo niveo, erano una distrazione troppo forte per una povera donna indifesa come lo era la sua ninfa.

«Adesso lo ammazzo, giuro che lo ammazzo!» sbuffò sconsolato, prima di appoggiarla accanto a sé, lanciando imprecazioni a quel poveretto che aveva avuto la pessima idea di interromperli. «Big dog! Chissà perché immaginavo fossi tu! Su entra!» la figura imponente del samoano si era palesata davanti al grande portone con il solito sorriso solare e con due buste che fecero brillare gli occhi ai due biondi, che gli erano andati incontro da buoni padroni di casa.

«Joe ciao! Entra pure, vado a prendere le coppette per il gelato; ho sentito l'odore del cioccolato provenire da quella busta!» lo salutò con un bacio sulla guancia per poi rubargliela e scappare verso la cucina, sotto lo sguardo attonito dei due uomini. A risvegliarli ci pensò la voce della bionda che lì richiamò in cucina. «Amore, non riesco a prendere le coppette!» una scena esilarante si presentò ai due che a fatica trattennero le risate; Daphne cercava di raggiungere gli oggetti nominati saltellando a piedi uniti, ma senza ottenere risultati. «La finite di ridere?! Datemi una mano! Che cosa serve avere due uomini di quasi due metri se non mi aiutano in questi momenti?!» si voltò fulminandoli con i suoi occhi azzurri, mentre il biondo con uno sguardo d'intesa, andò ad aiutarla.

«Daph, avrei bisogno di un consiglio. Tu conosci Ally da quando siete piccole, vorrei fargli un regalo, ma proprio non so che cosa, tu hai qualche buona idea da dirmi?» vedere il grande ed imponente Joe chiedere aiuto in quel modo così dolce, le fece comprendere quanto ci tenesse alla sua amica e quasi si commosse. Finalmente Allison poteva rinascere e il merito era solo di quell'omone davanti a lei.

«La mia Ally non vuole regali, ma vuole che tu la supporti. Al mondo materiale ha sempre preferito quello ineffabile della musica. Quindi l'unica opzione che rimane è quella più semplice: si va allo studio di registrazione!! Ma prima fatemi prendere un altro po' di questo gelato, é così buono!» la donna sorrise dolcemente alla vista di quegli occhi e di quel sorriso così luminoso che era comparso sul volto abbronzato del samoano.

«Me lo fai assaggiare un po', tesoro?» Jon si avvicinò alla sua ragazza, ma lo sguardo della bionda avrebbe congelato perfino la lava incandescente e così il povero ragazzo alzò le mani in segno di resa, facendo scoppiare a ridere il suo amico.

«Good, altro che campione intercontinentale, ti sei fatto battare della tua donna! Aspetta che lo sappiamo gli altri e sai che sfottò che ti ritrovi!» abbandonò la bottiglia sul tavolo per reggersi la pancia dalle troppe risate, quei due erano meglio di una sitcom.

«Divertente, Big Dog, tra poco riderò io quando arrossirai come una scolaretta davanti alla tua cantante!» gli fece una linguaccia e gli diede una sonora pacca sul braccio.

«Basta bambini, non litigate, Ally ci aspetta!» la bionda si alzò dalla sedia, emozionata come una bambina il giorno di Natale dall'andare a vedere la realizzazione del sogno della sua migliore amica.

«Sì, ma prima pulisciti la faccia, hai il cioccolato sulla punta del naso!» scoppiò a ridere mentre la ninfa mostrava molto elegantemente il suo dito medio smaltato di rosso.

**

Camera insonorizzata, un paio di cuffie e un microfono; quello per Allison era il paradiso. C'erano solo lei e le parole delle sua anima, che uscivano sotto forma di musica. Il suo sogno si stava piano piano avverando e nonostante sapesse di essere molto lontana dalla meta, passo dopo passo stava percorrendo la strada giusta.
Era nello studio numero quattro del suo produttore che aveva deciso di prenderla sotto la propria ala. Stava registrando una delle canzoni che aveva scritto pochi mesi prima, dopo essere stata ore al telefono con le sue migliori amiche.

Sosterrei questa forza se qualcuno stringesse la mia mano?

Il ritornello girava attorno a quella domanda e nel profondo delle sue riflessioni aveva trovato un senso a tutto; quella mano era un padre troppo freddo per il calore naturale di Indiana, una madre assente per una Lily piena di voglia di raccontarsi e una genitrice troppo distante per udire le grida di Daphne rinchiusa nella sua gabbia d'oro. La passione e la concentrazione erano così alte, che ad occhi chiusi quasi potè vedere le sue parole prendere vita, tanto che nemmeno notò le tre figure appena arrivate e subito catturate dalla sua voce da rimanere fermi e immobili in contemplazione del loro angelo.

«Voi chi diavolo siete? Non potete entrare qui come se niente fosse!» un uomo dagli occhi e capelli nocciola, si parò davanti ai tre che come risvegliati da una trance temporanea, si riscossero guardandolo per la prima volta.

«Hey calmati, Mr.Hyde! Siamo qui per la nostra amica.» Jon avanzò di un passo squadrandolo dall'alto, i suoi occhi azzurri scintillarono di ilarità vedendo i capelli sparati e l'espressione da duro che aveva messo su per intimorirli, ma che purtroppo per lui aveva avuto l'effetto contrario.

«Jon!» lo riprese la bionda, cercando di non combinare ulteriori guai. Sapeva che non potevano entrare come e quando volevano, ma erano tutti disorientati lì dentro ed era un miracolo già aver trovato lo studio giusto. «Scusaci, abbiamo sbagliato, ma se tu potessi chiamare Allison ti direbbe che siamo suoi amici!» si frappose tra i due cercando di fare da paciere, così che potesse ancora ascoltare la voce melodiosa della sua amica, senza interruzioni di nessun genere.

«Non può venire adesso, è impegnata con la registrazione e voi dovreste andarvene. Le dirò che siete passati.» cercò di liberarsene il più velocemente possibile, non avendo intenzione di interrompere quell'incisione per degli amici con un pessimo tempismo.

«Io penso invece che le dirai di uscire dalla camera insonorizzata senza fare troppe storie.» Joe, che da quando erano entrati non aveva fatto altro che guardare la sua musa dall'altra parte del vetro.

Fece un passo avanti sovrastando di parecchi centimetri quel ragazzo fin troppo impertinente per i suoi gusti. Erano quasi faccia a faccia, se avesse ascoltato la piccola vocina dentro la sua testa avrebbe preso per il colletto di quella stupida camicia dell'uomo e l'avrebbe rimesso al suo posto, ma si trattenne consapevole che avrebbe provocato problemi ad Allison.

«Non ho idea di chi tu sia, ma sta pur certo che...» le parole gli si bloccarono in gola non appena una voce nota li interruppe.

«Ragazzi! Ma che ci fate qui?» Allison uscì dalla camera insonorizzata prima che il moro potesse dire qualcosa di cui si sarebbe pentito. Guardò per primo Joe, che sorrise istantaneamente alla vista del suo angelo e poi notò due chiome bionde molto familiari e il sorriso si allargò ulteriormente illuminando anche la stanza.

«Oh, Ally!» Daphne le corse subito tra le braccia quasi piangendo dalla gioia. La sua migliore amica era appena uscita da una sala d'incisioni, nella quale aveva appena finito di registrare una sua canzone; era così orgogliosa di lei, le notti passate a scrivere e a dipingere insieme, parlando dei loro sogni, ora si stavano realizzando e non poteva essere più felice di così.

«Non vedo l'ora che ascolti quello che ho registrato. Su, non piangere ninfa, ti cola il mascara ricordi?» era così felice di averla lì anche se vederla con quelle gocciolone agli occhi la colse davvero di sorpresa, di solito era quella che si mostrava  sempre perfetta in pubblico, eppure adesso non riusciva a trattenere quelle lacrime di pura gioia.

«La mia sola ed unica Ally!» quell'abbraccio sconfinato che univa le loro anime, riscaldò il loro cuore e Jon, insieme a Joe, non poterono fare altro che sorridersi orgogliosi delle loro ragazze, abbandonando per un secondo l'aria ostile che avevano nei confronti del nuovo arrivato.

Lentamente sciolse quell'abbraccio per tuffarsi in altra braccia, più imponenti e calde come il sole d'estate. Joe la accolse ben volentieri e non appena fu abbastanza non si fece problemi a baciarla come se ne fosse in astinenza da anni.

«Beh, se volete rimanere soli basta dirlo, ce ne andiamo subito. Non è vero, Mr.Hyde?» Jon non ci pensò due volte a prendersi la rivincita sul suo migliore amico e soprattutto non voleva aspettare ancora altro tempo prima di continuare a sfottere quel tizio di cui ancora non sapeva assolutamente niente, se non che non gli andasse per niente a genio.

«Mr.Hyde? Che stai dicendo, Jon?» non appena si staccò dal suo uomo, ancora frastornata da quel bacio, Allison si voltò verso il suo amico per chiedere spiegazioni a quel nomignolo che nascondeva un personaggio alquanto particolare.

«Io e i tuoi amici stavamo parlando prima del tuo arrivo, non pensi sia bene presentarci?» le suggerì ormai curioso di sapere con chi aveva a che fare e sopratutto perché voleva che quell'omone smettesse di guardarlo con quello sguardo truce, che sembrava essere solo per lui.

«Loro sono Daphne, la mia migliore amica, Jon, il suo ragazzo e Joe, beh, il mio.» si soffermò sul suo nome, accarezzando le sillabe con innata dolcezza, per poi perdersi tra quelle iridi scure e avvolgenti. «Ragazzi... Lui è Ramsey. Si sta occupando lui del mio album, discograficamente parlando.» con tutta la tranquillità del mondo fece le presentazioni, senza riuscire a captare quali fossero i reali pensieri dei presenti su quel personaggio che si stava insinuando nella loro vita.

Daphne continuava a squadrarlo, a pelle non le faceva una bella impressione, c'era qualcosa che la metteva in allarme, ma neanche lei sapeva bene cosa fosse. Sapeva solo che quel Ramsey non le piaceva proprio e la cosa sembrava avvalorata ancora di più dallo sguardo complice scambiato con il suo uomo. Jonathan non aveva mai sopportato i doppiogiochisti e lui ne sembrava il re, aveva notato fin troppo bene qualche sguardo di troppo nei confronti della donna del suo migliore amico e quella cosa non gli piaceva assolutamente.
Gli occhi scuri di Joe lo osservano quasi fosse una complicata equazione da risolvere, voleva capire che tipo era e pregava vivamente che il suo sesto senso stesse sbagliando. Non appena era arrivata nello studio non le aveva staccato gli occhi di dosso, cosa che bastò a Joe per averlo da tutte le parti tranne che in simpatia.

«Beh, senz'altro la vostra presenza qui è inaspettata e mi scuso vivamente per come ho reagito poco fa. Sapete, il lavoro a volte ci stressa a tal punto da non ragionare, ma sono felice di aver fatto la vostra conoscenza. Daphne cara, non sai quanto Allison mi abbia parlato delle sue amiche e della bella bionda che ama l'arte.» senza alcun problema si scusò con i tre e poi si avvicinò alla donna appena nominata e le riservò due baci sulle guance che fecero innervosire non poco Jonathan.

«Spero solo cose positive.»
rispose la ragazza al quanto imbarazzata da quel cambio repentino di comportamento e soprattutto dall'aura nera che il suo fidanzato stava sprigionando.

«È ovvio, d'altronde lei è la mia donna, l'unica cosa negativa che la riguarda potrei essere io. Sai, non sono un tipo molto amichevole quando si tocca ciò che mi appartiene!» il braccio di Jon andò a circondare i fianchi morbidi della sua ninfa e con delicatezza se la portò accanto a sé, fulminando il povero Ramsey. «Non vorrai far ritrovare Allison senza un discografico al suo fianco, quindi tieni lontano dalla mia Daphne le tue manine e io non sarò costretto a spezzartele.» chiarì in modo più che esplicito il suo malcontento nel vedere la sua donna baciata da un altro con tanto di sorrisetto beffardo sulle labbra.

«Non ce né bisogno.» rispose Ramsey colpito dalla sua intraprendenza e tornò al suo posto. Era chiaro che tra i due l'aria che tirava era tutt'altro che positiva, ma pensò che magari con il tempo le cose sarebbero cambiate.

«Jon é molto innamorato, come hai potuto notare, ma cambiamo argomento! Ancora non mi avete detto che ci fate qui.» li richiamò la mora ormai conoscendo lui e la sua testa calda. Voleva evitare risvolti negativi in quella giornata totalmente positiva.

«È stata un'idea di Joe, voleva tanto venire a farti una sorpresa.» Daphne si comportò da vera amica e decise di dare il merito di quella scelta al samoano che le sarebbe stato grato per sempre; inoltre pensò di metterlo in luce, soprattutto in quel momento. Era la scelta più adatta perché nella vita di Allison stava davvero diventando una delle sue più grandi fonti di gioia. Il sergente Daphne non avrebbe permesso alla sua migliore amica di perdere neanche un briciolo di quella felicità, che aveva ritrovato con tanta fatica.

«Joe... Sei così dolce. Grazie, è stata davvero una bella sorpresa vedervi qui e inoltre avete potuto conoscere Ramsey al quale devo tanto e per questo è così speciale.» quasi esplose di gioia e abbracciò ancora più forte Joe.

Era così emozionata di averglielo presentato, d'altronde anche se lo conosceva da poco tempo era diventato quasi subito suo amico.
A Joe, o almeno al suo sesto senso, non faceva impazzire l'idea di Allison che passava tutto quel tempo con lui, non riusciva a fidarsi nonostante potesse sembrare una cosa stupida ed affrettata. In tutto ciò non aveva intenzione di dirle quello che aveva pensato su di lui, la vedeva così felice e facendo uno sforzo sovrumano decise di non soffermarsi su quello che aveva visto e provato in quel pomeriggio.
Lei era una delle poche persone che sorridendo faceva sorridere anche lui, l'amore che provava per lei era davvero in grado di tenerlo in un certo senso 'a bada'. In poche parole, la sua felicità per lui valeva oro, oro puro. Preferì dare la colpa alla sua eccessiva gelosia che però, come aveva appena fatto, poteva essere domata. Almeno in quel momento.

«Sarebbe tutto ancora più bello se adesso tu potessi concederti a noi, in una bella cena in un ottimo posticino nel quale il tuo bravo ragazzo ha già prenotato.» Jon, quasi sicuro della risposta alla sua proposta, decise di intromettersi ancora una volta nel discorso.

Allison era pronta a rispondere con un immenso 'sì' ma si dovette subito fermare. Era lì per lavorare e purtroppo non poteva andarsene quando voleva, nonostante quell'invito includeva Joe. Si girò verso Ramsey con un espressione interrogativa. Gli avrebbe voluto chiedere se per lui era un problema quell'uscita anticipata, ma venne interrotta dall'amica che aveva già capito il suo dilemma, tanta era la loro complicità.

«Avanti, Ramsey... Guardali quanto sono innamorati, non vorrai mica spezzare la magia e rovinare questa uscita?» la bionda tentò di far forza sul suo cuore, d'altronde Ally aveva detto che erano amici. Voleva aiutare fino in fondo Joe, lo avrebbe sempre fatto e lo aveva capito dall'esatto momento nel quale aveva visto che il cuore di Allison stava battendo nuovamente grazie a lui.

Ramsey, che in realtà avrebbe voluto dirle di rimanere ancora un po' per finire di registrare nei minimi dettagli quel brano, decise di non essere un problema. D'altronde, aveva sempre lavorato sodo, non c'era nessun problema se per una volta la giornata si interrompeva prima.

«Certo, vai pure, possiamo continuare domani.» la guardava cercando di farla capire che le voleva davvero bene e che era davvero felice di darle quella possibilità.

«Grazie, davvero. Sei un grande amico, domani arriverò puntualissima e andrò via per ultima, promesso.» la sua gioia e la sua allegria portarono l'uomo a sorriderle sinceramente, nemmeno lui era così forte da resistere a quel sorriso. Corse a prendere le sue cose e subito si ributto tra le braccia di Joe pronta ad andare.

«Allora alla prossima, Ramsey.» dopo non avergli rivolto la parola per molti minuti, Joe decise di volerlo salutare lui.

Un po' lo fece per avere l'ultima parola in quella sfida silenziosa che si era estesa per tutto il tempo, probabile frutto della sua immaginazione, e un po' per potersene finalmente andare da quel posto e dalla sua presenza, per passare una serata indimenticabile con le persone che amava. Lui non rispose, li guardò solo andare via con lo sguardo ancora freddo dei due uomini addosso. Avrebbe voluto poter ricominciare da capo, senza quella sfuriata iniziale.

«Allora, dove si va?» chiese super emozionata per ciò che aveva saputo. Tentò di capire qualcosa guardando gli altri, ma nulla servì. Daphne alzò le spalle non intenzionata a rivelare niente così cercò risposte in Joe.

«Sarai felice, ancora più di adesso.» la rasserenò sapendo di aver scelto il posto adatto per lei durante il viaggio di andata verso lo studio.

«No, non più di adesso.» si fermò facendo fermare anche lui, mentre i loro amici raggiunsero più velocemente la macchina.

Si alzò quel poco che le serviva sulle punte e unì nuovamente le sue labbra a quelle di lui, ma con più libertà di prima. In quel bacio non scoppiò solo la passione, ma anche il suo stesso cuore. Le sue braccia si incrociarono dietro alla testa dell'uomo che la strinse a sé senza paura di poterla perdere, poteva averla tra le sue braccia per sempre perché ormai era sua; non solo il suo cuore, non solo il suo corpo, non solo la sua mente. Tutto di lei gli apparteneva e tutto di lui valeva ogni goccia d'amore per lei. Un amore dal sapore dolce, ma che rischiava un retrogusto amaro se la gelosia avesse fatto irruzione fino ad ammazzare la lucidità.

**

Tutto finalmente sembrava avere un senso, il mondo aveva iniziato a girare per la prima volta e poteva dare una ragione alla vita che per anni aveva vissuto costringendo il cuore alla solitudine. Lily si sentiva tremendamente bene mentre annusava per l'ennesima volta la manica del maglione che indossava, era enorme e la copriva più del dovuto, ma a lei non importava chissà quanto. E si sorpese nel pensare a quante cose aveva rinunciato per anni, solo ed esclusivamente per un orgoglio ferito che non era il suo. Aveva temuto così tanto di ritrovarsi con un cuore spezzato che aveva col finito farlo soffrire in fin troppe circostanze, impedendogli di esprimere emozioni che in quel momento la stavano divorando come una bestia fa con la propria preda.

Scosse il capo per concentrarsi sul computer portatile sulle proprie gambe, aveva promesso al capo di finire almeno cinque articoli in quel mese, solo in quel modo aveva acconsentito all'improvviso cambio di programmi e lei non aveva osato protestare a quell'ordine, ma nel pensare al duro lavoro che l'aspettava in quei giorni riportò di nuovo la manica del maglione di Colby al volto, per costatarne la morbidezza e il profumo ancora una volta. Un ottima distrazione che la trasportò di nuovo tra le sue braccia, in balia dei suoi baci e di quelle carezze decise e sfacciate tanto quanto lui stesso. Lo scrosciare dell'acqua, nel bagno a pochi metri da lei, di certo non l'aiutava a restare lucida sul suo articolo, al contrario la invogliava ad alzarsi e raggiungere Colby sotto la doccia, che sicuramente l'avrebbe accolta a braccia aperte e con un ghigno dipinto sul volto bagnato.

Quest'ultimo pensiero le fece arricciare le labbra e resistere a quel desiderio tanto allettante. Il suo orgoglio era sceso a patti con i sentimenti che provava per lui, ma era ancora fin troppo ferreo per regalargli soddisfazioni di quel tipo. Tuttavia, il pensiero dell'uomo nella sua testa era incessante e la indusse persino a digitare il suo nome su quello che era il suo motore di ricerca. Google non perse tempo a farle scorrere davanti agli occhi le sue immagini e lei, segretamente, ne avrebbe scaricata qualcuna per tenerla tutta per sé. Si sentiva alquanto euforica nel guardare foto dell'uomo da un portatile, quando le sarebbe bastato fare qualche passo per osservarlo in tutta la sua splendida forma.

Si chiese se l'amore era sorridere nel leggere i suoi traguardi proprio come stava facendo lei, se sentirsi il cuore esplodere come una tredicenne ad ogni sorriso mozzafiato che incontrava nelle mille immagini fosse amarlo incondizionatamente ed infine si domandò se fosse amore anche avvertire il respiro mancare nel leggere l'articolo del suo infortunio. Chiuse quasi subito la pagina che riportava ogni dettaglio, quello che le aveva raccontato lui le sarebbe bastato per una vita intera. Non avrebbe mai confessato la sua paura nel saperlo esposto ad ogni rischio sul suo amato ring, non gli avrebbe mai tappato le ali perché aveva visto la luce nei suoi occhi mentre ne aveva parlato; si era innamorata di lui ancora una volta quando l'aveva vista, consapevole che sarebbe successo sempre, di continuo.

Poi qualcosa destò i suoi pensieri smielati e catturò la sua più spietata attenzione, riuscendo persino a strapparle una smorfia disgustata dalle labbra. Gli occhi scorrevano sullo schermo e tra quelle parole in modo fulmineo, come qualsiasi giornalista che si rispetti. Secondo quell'articolo la vita amorosa di Colby era stata molto più colorata di un arcobaleno, includendo flirt con chiunque emettesse un respiro, una breve scappatella con la ragazza che aveva intravisto in palestra, un tradimento che era stato sotto gli occhi del mondo intero e foto che lo ritraevano in ambiti per niente casti; all'ennesima immagine di nudo chiuse di scatto il portatile e s'imbronciò nel sentire una strana rabbia arrivarle dritta al petto.

«Ci voleva proprio una bella doccia, sai?» la voce del soggetto dei suoi pensieri fece capolinea in salotto insieme alla sua figura. «Ho sperato fino all'ultimo che mi raggiungessi, ma devi ancora imparare a zittire il tuo orgoglio. Non é così, bambi?» avanzò verso di lei in fretta per assaggiare di nuovo le sue labbra, l'acqua aveva tolto fin troppo il suo sapore dalla bocca e non andava per niente bene.

Calarsi verso di lei fu del tutto naturale, ma l'uomo rimase completamente pietrificato quando Lily si ritrasse al suo tocco e si sollevò dandogli le spalle. Ammettere di preferire un pugno in pieno viso al posto di un suo rifiuto fu un'ennesima sconfitta per il suo ego sconfinato, ma non lo diede a vedere. Tenne lo sguardo fermo sulla schiena della ragazza e strinse i pugni nel vederla completamente diversa da come l'aveva lasciata, mentre ricordi non troppo lontani di una Lily restia a lui gli raggelarono il sangue nelle vene. Sapeva di non dover dipendere completamente da lei, ma non riusciva a farne a meno... Poteva aver perso la testa così tanto da indurlo ad essere succube della donna? Oh, Colby sapeva che quello dipendeva dal suo essere una strega senza bacchetta magica. In fondo a lei non serviva, le sarebbe bastato guardarlo negli occhi per renderlo suo schiavo per sempre.

«Che cosa succede, Lily?» il tono autoritario gli consumò più energie di quanto si aspettasse, diede una rapida occhiata all'ambiente circostante, ma senza trovare nessun dettaglio che l'aiutò a capire che cosa stesse passando nella testa di lei.

Nella mente della ragazza vorticavano mille pensieri che la stavano mettendo con le spalle al muro. Osservare la città immersa nel tramonto non l'aiutava a scacciare la paura di essere ferita e derisa da milioni di persone, e la possibilità di passare per la povera vittima di Seth Rollins era un ipotesi che la disgustava ancor di più della precedente. Sapeva di non doversi appigliare alle cose che scrivevano i social, eppure lei ci lavorava in quel mondo e si limitava a riportare i fatti. L'uomo alle sue spalle aveva tradito in modo atroce più di una donna, lasciando che tutti costruissero intorno a lui una reputazione da mettere i brividi a una come lei, di certo era completamente diversa dalla persona che aveva conosciuto; in quelle descrizioni i suoi occhi scuri e sinceri sembravano sparire, così come la decisione che aveva sempre dimostrato nel dire di volere solo lei. Fidarsi era così difficile per una donna dal cuore appena sbocciato, che fece fatica a trattenere le proprie emozioni quando lui le afferrò un braccio.

«Sei uno stupido, stupido, stupido! Come hai potuto? Se solo ti azzardi a fare una cosa del genere anche a me io ti ammazzo, Colby Lopez! Mi hai capito bene?» si era girata di scatto ed aveva iniziato a colpirlo sul petto con tutta la forza che possedeva, mentre lui la guardava confuso e allo scuro. «Non farlo! Non illudermi... Non farmi sforzare così tanto per niente.» la velocità diminuí visibilmente, anche se lui non aveva osato replicare quell'attacco improvviso. Era rimasto immobile sotto i suoi colpi.

«Mi spieghi di che diamine stai parlando?» avanzò ancora di un passo, quasi costretto a bloccarla al muro visto il suo indietreggiare. Sentì un fremito attraversargli la schiena e si rese conto di quanto lo infastidisse il fatto che lei si negasse al suo tocco; maledettamente frustrante.

«Non tradirmi, Col...» usare quel tono unito ai suoi occhi lucidi era un colpo basso che lui accusò come una pugnalata al cuore. «Non farlo, ti prego... Non lo sopporterei.» si lasciò afferrare dalla sua presa improvvisamente ferrea e sussultò nel vedere i suoi occhi scurirsi e divenire pozze scure nel quale desiderò di annegare completamente.

«Solo tu puoi farmi la predica per aver tradito un'altra donna, bambi.» alzò un angolo della bocca all'insù con la colpevolezza nello sguardo. «Lascia che ti racconti come stanno le cose e che riscatti una reputazione ormai infangata. Solo... Lasciati toccare. Non negarmi la tua pelle, non riesco a farne a meno adesso.» allungò la mano per sfiorarle la guancia e tornò a respirare nel sentirla rilassarsi sotto le proprie dita.

«Perché?» la voce le uscì in un lieve sussurro, avrebbe tanto voluto risultare più decisa e meno provata. Odiava il fatto che la sua vecchia sé facesse fatica a mostrarsi davanti all'uomo, probabilmente perché ne temeva gli effetti.

«Ancora me lo chiedi? Credo di averti dimostrato più volte che non riesco a starti lontano, ormai.» osservò attentamente le guance della ragazza arrossarsi ed essere celate da lei stessa; troppo orgogliosa, troppo pura per essere anche solo sfiorata dal diavolo che si celava in quella verità scomoda.

«Non mi tradirai?» ebbe il coraggio di guardarlo dritto negli occhi ancora una volta e lui si perse in quelle iridi nocciola. «In fondo potresti avere chiunque, che cosa te ne fai di una donna qualunque che ti ha appena preso a pugni?» si mostrò finalmente più sicura delle sue parole, consapevole che però tremava dentro al solo piensiero che fossero vere.

«Ho tradito in passato, é vero. Credo di essere stato uno dei più vili per come mi sono comportato, anzi, ne sono sicuro. Non vado per niente fiero di tutto ciò che ho fatto, ho rischiato persino di perdere il mio lavoro per quella stupida cazzata, ma soprattutto ho preso in giro una donna che mi amava profondamente e che ho amato anch'io.» lasciò andare un sospiro colpevole prima di sedersi sul divano con le braccia a tenersi la testa. «Ero continuamente in viaggio e lei così lontana... La mia popolarità mi é andata alla testa per un solo attimo e il resto é arrivato di conseguenza. Da allora tutto é cambiato, mi sono innamorato di una donna impegnata e penso che il karma si sia preso una bella rivincita.» lentamente si lasciò cadere contro lo schienale e si voltò a guardarla.

La donna davanti a sé lo aveva affascinato come poche avevano fatto. All'inizio non era stato facile ammettere che la bellezza fosse l'ultima cosa ad attrarlo e che provava una certa soddisfazione nel farla infuriare in quel modo così bizzarro, ma poi era stato inevitabile rendersi conto di essersi innamorato come non gli era mai successo; ricordava ben poche volte un cuore palpitante, la rabbia disumana e la gelosia infantile che aveva sentito per Lily. Lei era capace di fargli oltrepassare ogni limite ed il fatto che non riusciva a comprenderlo lo faceva impazzire. Per la prima volta nella sua vita desiderò di essere stato un uomo migliore, un uomo adatto a lei e alle sue mille insicurezze, quelle che andavano cullate con la massima cura e devozione, fino a farle scomparire nell'oblio. Voleva aiutarla a vivere dell'amore, ma forse chi aveva davvero bisogno d'aiuto era lui... Povero diavolo bruciato dalle sue stesse fiamme.

«Nicole Garcia.» la ragazza pronunciò il suo nome con un certo disappunto, così evidente da fargli spuntare un piccolo sorriso sulle labbra.

«Il grande John Cena poteva offrirle più di quanto potessi fare io, ma forse é stato meglio così. Ho avuto la possibilità di pagare le mie pene e di incontrare te.» allungò un braccio verso di lei e le fece segno di raggiungerlo.

Lily rilassò le spalle rigide e si accorse di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo. La mano di Colby era calda al tatto e così forte da farla sentire terribilmente fragile sotto il suo tocco, ma così protetta da indurla a sedersi accanto a lui. Si guardarono in silenzio per alcuni istanti che parvero durare un'eternità confinata chissà dove, la loro solita bolla di sapone che rischiava di scoppiare ogni volta, ma che li trasportava in paradiso quando riusciva a circondarli. Quegli occhi... Oh, lei se ne innamorava sempre di più e quasi si rifiutava di credere che avevano ingannato e tradito, erano troppo buoni per appartenere ad un bugiardo, ma nessuno più di lei poteva sapere quanto le persone potessero cambiare. E l'uomo davanti a sé sembrava così diverso da come lo raccontavano gli articoli e lui stesso.

«Non sarò un ipocrita, bambi... Non ti dirò che non posso tradirti, perché non é la verità.» attirò il suo sguardo nel proprio, fulmineo e timoroso. «É solo che non voglio... Mi sono sforzato così tanto per averti che sarei un coglione a lasciarti andare, non trovi?» allungò una mano sotto il suo mento per avvicinarla al proprio volto.

«Che cosa ci trovi in una come me?» si lasciò accarezzare succube della sua pelle e del modo che lui aveva di farla tremare dentro. I suoi occhi erano socchiusi e non lo guardavano davvero, si lasciava semplicemente cullare.

«Beh... Sai tirare un destro migliore del mio, per cominciare.» si lasciò andare in una risata quando la vide sorridere. «Guardami, Lily.» le ordinò paziente di vedere le sue iridi cioccolato fondersi con le proprie e quando lei lo fece ogni cosa sparì. «Voglio solo te, mia piccola bambi. Fidati di me.» la baciò brevemente, un tocco leggero tanto quanto un battito di ali.

Lily lo guardò ancora per qualche istante, incapace di evitare il suo sguardo per troppo tempo. Era bastato un solo attimo ed il suo cuore era stato invaso dalla paura di essere ridotto a pezzi, un solo istante per farle perdere quota in quel salto che aveva fatto ad occhi chiusi, ma altrettanto gli occhi di Colby l'avevano guardata con così tanta tenacia da donarle la forza di svuotare quell'organo palpitante dai pensieri negativi e riaquistare il coraggio di volare anche senza ali. Si sorprendeva sempre di più del potere che esercitava su di lei e sui sentimenti che provava per lui, unici e soli a decidere la sorte della loro unione; incerto, timido e troppo inesperto. Il loro rapporto camminava con cautela sulle vie dell'amore, ma gli ostacoli da superare sembravano essere dietro ogni angolo della città e a loro non restava che cercare di guidare dritto.

**Nota Autrici**

Eccoci tornate con un nuovissimo capitolo dal sapore dolciastro! Non si può mai stare tranquilli in questa caotica Boston, non trovate? Noi crediamo che dovrebbero cambiare città prima che arrivino problemi seri. XD Ma bando alle ciance...

Daphne e Jon si consolidano ancora una volta come coppia dolcissima e finalmente serena. Lui non perde tempo ad occupargli casa oltre al cuore e lei si lascia cullare dall'idea di averlo accanto sempre... Che amori! Lo stesso si potrebbe dire di Ally e Joe se quel Ramsey non stesse tanto sulle palle a tutti. Povero Mr.Hyde... Poco e avrebbe preso un bel pugno in faccia dal nostro lunatico preferito, ma qualcosa mi dice che sareste state d'accordo con lui! XD Tutto però, sembra essersi risolto con un bacio dolcissimo ed una cena che sarà sicuramente scoppiettante. *-*
Arrivano le prime crepe tra i nostri Lily e Colby! Pensavate che l'autrice li avesse lasciati in pace, vero? E invece no! La reputazione del nostro beast slayer é poco raccomandabile a come dicono i sociale e bambi ancora troppo ingenua e pura per essere ferita. Fatto sta che nonostante la paura decide di fidarsi di lui perché, beh... Chi resiste a quegli occhioni? Tuttavia, sarà davvero così o ci saranno altre incomprensioni? Ma cosa più importante... Che fine hanno fatto Finn e Ana? Lo scoprirete presto. ♡

Come sempre vi ringraziamo per tutto il supporto che ci dimostrate, mai avremmo pensato di arrivare a questi traguardi e non possiamo che esserne terribilmente felici. *-* Grazie di tutto!♡ Noi vi diamo appuntamento al prossimo martedì.♡♡

Un bacio.♡

-LuUNSTABLE99.
-MaristellaPriore.
-BalorIsMyDrug.
-_-Believe-That-_

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