Il mio adorabile rimpianto

By silvi1096

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Sequel de "Il mio adorabile vicino di casa". Una notte, mille ricordi, un solo rimpianto. Danny Owen, l'unic... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Epilogo
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Capitolo 20

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By silvi1096

Savannah's pov

I miei occhi seguono ogni suo movimento, come se da questo dipendesse la mia intera esistenza. E, forse, è davvero così, dal primo giorno, e continuerà ad essere così per sempre. Anche se il destino ha scelto di separarci, continuerò a portare il suo ricordo nel mio cuore, racchiuso in uno scrigno d'oro, impenetrabile al resto del mondo. 

Lo osservo afferrare un pezzo di pane e portarlo alla bocca, quella bocca perfetta, priva di imperfezioni. Più lo osservo e più mi rendo conto di ogni piccolo ed insignificante dettaglio. Buffo come la vita spesso ci metta davanti a delle scelte, e solo dopo averle fatte ti ricorda quanto bello fosse vivere in sintonia con quella persona, sussurrargli parole d'affetto ed essere il centro del suo mondo. 

"Tesoro, mi passeresti la bottiglia d'acqua?" La voce di mia madre interrompe i miei pensieri, riportandomi alla realtà. La guardo, senza sapere esattamente cosa rispondere. 

"Tesoro, mi hai sentito?" ritenta mia madre, un'espressione corrucciata in volto. "Stai bene?" 

"Si, mamma, va tutto bene. Cosa possa fare per te?" le rispondo, fingendo indifferenza e tranquillità. 

"Ti ha chiesto se le potevi passare la bottiglia d'acqua, Savannah." Sentire il mio nome pronunciato dalla sua voce, sortisce in me un effetto piuttosto spiacevole e indesiderato. Sposto entrambe le mani sotto il tavolo, per evitare che il resto del gruppo si accorga del tremolio. 

Evito il suo sguardo, e faccio come ha detto. Mia madre afferra la bottiglia dalle mie mani senza dire una parola. Sento gli occhi di tutti puntati addosso, cercare di dissimulare è difficile ma non impossibile. Nessuno deve accorgersi del mio cambiamento d'umore, non posso permettere che accada. 

Leah, seduta accanto a me, afferra la mia mano e la intreccia alla sua, sotto al tavolo, mentre con la bocca mima la frase: " Andrà tutto bene, passerà." 

Le sorrido riconoscente. 

Finita la cena, tutti i presenti, eccetto me, si radunano in salotto. Odio dover fare buon viso a cattivo gioco, odio dover fingere di essere felice per Danny, quando in realtà vorrei soltanto urlargli contro di restare. Raggiungo camera mia con la scusa di aver dimenticato una cosa. Chiudo la porta a chiave e mi lascio andare ad un pianto liberatorio. Le lacrime bagnano le mie guance, consumano i miei occhi, impediscono al mio cuore di battere regolarmente. Sto soffrendo, di un dolore che credevo, anzi speravo, di poter superare. Quando finirà tutto ciò? Quando potrò ritornare a sorridere, voltare pagina e guardare al passato con spensieratezza? 

Passano i minuti, e nessuno viene a cercarmi. Cosa speravo, che Danny bussasse alla mia porta e, dopo aver fatto irruzione, mi riempisse di baci? Sono stata io ad allontanarlo, è giunto il momento di farmene una ragione... Lo devo fare, per me, per la mia salute mentale e fisica.

Sto per rassegnarmi alla realtà dei fatti, quando sento bussare alla porta.
Asciugo in fretta le lacrime e vado ad aprire.
Ti prego, fà che sia Danny. Fa che sia lui...

Apro la porta e... il sorriso mi muore in gola.
Non è Danny, non si tratta nemmeno di Alan.
Di fronte a me, in tutto il suo splendore, c'è Mavis. La ragazza carica e coccolosa, dolce e tranquilla, che ha preso il mio posto nel cuore di Danny.

"Cosa ci fai qui?" le chiedo brusca. Non mi importa di risultare antipatica, lei è l'ultima persona che mi aspettavo di vedere al momento. E poi, come ha fatto ad entrare?

Usando la porta forse?

"Ciao Savannah, possiamo parlare?" Ha un sorriso timido stampato in volto che non fa altro che rendere tutto più complicato. Cosa devo fare? Se le dicessi di andar via, rischierei di ferire i suoi sentimenti. In fondo, questa ragazza non mi ha fatto niente, non è lei la causa dei miei problemi.

Alla fine, mi sposto quel tanto che basta per lasciarla passare.
Una volta dentro, Mavis si guarda intorno. " La tua camera da letto è veramente carina, complimenti." Notando i due letti in più, aggiunge: "Anche Danny dormiva li tempo fa?"

"No." rispondo senza bisogno di pensarci. Non le mentirò, non ne vale la pena. " Io e Danny non abbiamo mai dormito insieme, se capisci cosa intendo."

Le sue guance si tingono di rosso, Mavis abbassa lo sguardo per evitare i miei occhi. "Oh, ho capito."

"Perché sei venuta fin qui?" le chiedo, mentre con la mano le faccio cenno di accomodarsi sul letto.

"Sono venuta qui perché...mi sentivo in colpa. Sto portando Danny lontano da te e... Mi dispiace, ecco."

Menti Savannah, menti spudoratamente.
Ma sei hai appena detto che...
Mavis non è pronta per simili verità, fidati.

"Oh, non preoccuparti. Sono felice per Danny, finalmente potrà rincorrere i suoi sogni. A me non pesa assolutamente la vostra decisione di anticipare il volo." Sputo fuori ogni parola con la tristezza nel cuore. Ad ogni parola, corrisponde un pezzo del mio cuore che si frantuma senza possibilità di rigenerazione.

"Dici sul serio?"

Annuisco. " Certo, Mavis. Come ti ho già detto, io e Danny siamo solo amici, nulla di più."

Mavis apre bocca per rispondere, ma viene interrotta. Danny Owen fa capolino all'interno della stanza, lasciandomi senza parole.

"Scusatemi." si schiarisce la voce.

"Amore, stavi cercando me?" Mavis gli va incontro, tutta sorridente.

"Veramente...stavo cercando Savannah. Ha dimenticato il cellulare in salotto e non la finiva di vibrare."

"Oh." Merda. Ti prego, fa che non si tratti di...

"Un certo Logan ha chiamato. Ha risposto Leah, e gli ha consigliato di richiamare più tardi." continua Danny, distruggendo in un attimo le mie speranze.

Logan ha chiamato. E Danny era lì. Bene.

"Grazie per avermi avvisato e per esserti offerto di riportarmi il cellulare." allungo la mano verso di lui, ma Danny rimane immobile.

"Cosa c'è?" chiedo.

"Chi è Logan?" La sua voce rimbomba per la stanza, autoritaria.

"Perché ti interessa tanto saperlo?" ribatto scioccata. Ha davvero osato chiedermi spiegazioni? Lui, il ragazzo fidanzato?

Lo osservo sussurrare qualcosa all'orecchio della sua ragazza prima di riportare l'attenzione verso di me. Mavis esce di scena qualche secondo dopo, lasciandoci da soli. Evidentemente si fida del suo ragazzo.

"Allora, sto aspettando." continua, impertinente.

Vuoi davvero saperlo, Daniel? Ti accontento subito.

"Logan è un ragazzo che ho conosciuto per caso, un ragazzo con il quale ho da subito instaurato un buon rapporto." rispondo, rimanendo sul vago.

"Un ragazzo che hai conosciuto per caso? Vi siete visti? Quanti anni ha?"

Scoppio a ridere, interrompendo il flusso delle sue domande. "Sul serio, Danny? Che ti importa di Logan? Tu hai Mavis, non deve importarti nulla di me o dei miei amici."

"Questo lo dici tu." sussurra, ma riesco comunque a sentirlo.

"Come, scusa?" fingo di non aver sentito.

"Mi importa di te, Savannah. Mi importerà sempre di te, anche a chilometri di distanza. Lo vuoi capire o no? Niente e nessuno potrà mai prendere il tuo posto." sbotta, lasciandomi senza parole.

Okay, cosa sta succedendo?

"Smettila, Danny. Smettila di parlare a vanvera e vattene." urlo. "Esci dalla mia vita una volta per tutte, prendi quel maledetto aereo e costruisciti una vita a New York, lontano da me e da tutti i nostri errori."

Danny rimane impassibile di fronte alla mia rabbia. È come se le mie parole l'avessero in qualche modo riportato alla realtà, gli avessero aperto gli occhi. "Hai ragione, a New York sarà tutto diverso, mi dimenticherò di te e comincerò ad amare Mavis come merita."

Esce dalla mia stanza sbattendo la porta. Reprimo l'impulso di rincorrerlo e di rivelargli la verità.
Ho dovuto farlo, per voltare pagina.
Ho dovuto farlo per lui, per noi. Per la nostra felicità.
Non saremo mai felici insieme, però nulla ci vieta di esserlo da separati.

________________


Danny's pov

Logan. E adesso chi cazzo è Logan?

Logan... Un altro rompipalle pronto a infilarsi nelle sue mutandine. Poco ma sicuro.
Ma non ci riuscirà. Finché avrò vita, nessuno riuscirà a... Ma che sto dicendo? Sto delirando, non c'è altra spiegazione.
Chi sono io per vietare a Savannah di rifarsi una vita, seppur lontano da me?

Sei un cretino, ecco cosa sei. Un cretino patentato, senza tutte le rotelle al loro posto.

Esco dalla sua stanza come una furia, senza curarmi di fare attenzione al rumore prodotto dalla porta che sbatte.
Ho bisogno di aria, di rimescolare i pensieri nella mia mente e rimetterli al loro posto.
Ho bisogno di... Cazzo, non so nemmeno io di cosa ho bisogno.

"Danny, amore, va tutto bene?" Trovo Mavis seduta in cima alle scale, credo mi stesse aspettando.

Che brutta persona che sono, e  che pessimo fidanzato. Mi dispiace per lei... "Va tutto bene, Mavis. Va tutto divinamente. Ora se vuoi scusarmi, avrei bisogno di rimanere da solo." La supero, precipitandomi giù per le scale e subito fuori dalla porta d'ingresso.
Ignoro i richiami dei miei genitori e punto dritto verso la Range Rover parcheggiata nel vialetto. Guido senza sapere dove sto andando. Guido finché non sento i muscoli delle gambe chiedere pietà. Scendo dall'auto dopo aver parcheggiato e mi incammino verso la spiaggia. Non so spiegarne bene il motivo, il cuore mi ha condotto qui. Per me, questo è un posto speciale. Nessuno lo sa, eppure è così. È qui che venivo, anni fa, dopo ogni litigio con Celeste. Ed è sempre qui che venni subito dopo essermi lasciato con lei. 

Mi siedo sul bagnasciuga, incurante della schiuma prodotta dalle leggere onde che si infrangono sulla riva. I miei occhi vanno alla ricerca di un dettaglio, uno qualsiasi, che mi ricordi chi sono. Un sassolino messo li per caso, portato dalla corrente, o una foglia, caduta da un albero e trascinata dal vento fino ad arrivare a me. Per tutta la mia vita, non ho fatto altro che cercare la libertà. L'ho rincorsa per così tanto tempo che adesso, ad un passo dal raggiungerla, sento di star commettendo uno sbaglio. Ricordo con nostalgia i momenti passati a fingere di essere una persona diversa da quella che sono. Ricordo i complimenti di mio padre, le lodi di mia madre. Ricordo tutto, perfino le ferite che le loro parole procuravano al mio cuore. Ho impiegato tanto tempo per far si che mio padre accettasse il fatto che non mi sarei iscritto al college. Reprimere i miei sogni non era mai stato un problema, fino a quando non ho incontrato lei. Lei, che con il suo caratterino, ha fatto sì che io prendessi le mie decisioni, che capissi le mie priorità. Mentire... Si, ma a che scopo? Ballare fa parte di me, sono io. Non posso cambiare ciò che sono. 

Il cellulare inizia a squillare all'interno della tasca anteriore dei jeans. Lo ignoro e continuo a contemplare il panorama e a rimuginare sulla mia vita. Qualche minuto dopo, una mano si posa sulla mia spalla, spaventandomi. Mi volto, di scatto, ritrovandomi davanti la mia migliore amica. 

" E così hai deciso di abbandonare tutto e tutti e di trasferirti prima, campione." 

"Questa sera ti avrei chiamato per..." 

"Non mi interessano le tue spiegazioni, Danny. A me interessa sapere solo se stai bene." Si siede al mio fianco. "Non sono arrabbiata, capisco il tuo punto di vista. Savannah mi ha raccontato tutto, ecco perché sono qui."

Savannah... ovviamente, chi altri sennò? 

"Sto bene, Cass. È solo che...sento di aver agito d'impulso. Ho scoperto di Logan e..." 

"Logan? Chi è Logan?" ribatte lei, sorpresa. 

"Un nuovo amico di Savannah, credevo te ne avesse parlato..." Com'è possibile che lei non ne sia a conoscenza? 

"No, non so nulla. Lei non mi ha detto niente. Presumo che si tratti di una novità recente." risponde. 

Annuisco. "Questa sera c'è stata la cena in mio onore, e lei si è dimenticata il cellulare in salotto. Il resto puoi immaginarlo da sola." le racconto in breve.

La sento sospirare al mio fianco. "Secondo me, dovresti smetterla di preoccuparti per lei ed essere geloso. So che la ami, anche io amo Alan, ma non possiamo vivere con la costante paura di perderli. Io stessa sto cercando di rifarmi una vita, di costruire qualcosa con un'altra persona. E, se Savannah ha deciso di riprovarci, chi sei tu per impedirle di essere felice?"

Soppeso le sue parole con estrema attenzione. Cassidy ha ragione, non sono nessuno per impedire alla mia ex di cercarsi un nuovo fidanzato. Non sono nessuno eppure sento di essere ancora qualcuno per lei. Esiste un legame tra di noi, indissolubile. Neanche il tempo riuscirà a dividerci, ne sono sicuro. 

"E se fossi io l'unico in grado di poterla rendere felice?" 

Cassidy scoppia a ridere, con il corpo mi da una spinta. "Stai delirando, Owen. Riprenditi, per piacere."

"Scusami, non so cosa mi stia prendendo ultimamente." Abbasso lo sguardo, e mi pento di aver detto quella frase. Come posso essere io l'unica fonte di felicità di Savannah? L'ho abbandonata quando aveva più bisogno di me, non posso pretendere di essere io la persona che le starà accanto per tutta la vita. 

"Su con la vita, Danny. Il tempo ti darà le risposte che cerchi. Sai, dopo essermi lasciata con Alan, ho iniziato a credere fortemente nel destino e sono arrivata ad una conclusione. Se una cosa è destinata a capitare, se un amore è destinato ad esistere, prima o poi succederà. E nel caso che non dovesse andare esattamente così, non bisogna abbattersi. Vuol dire che una determinata persona, determinate emozioni, dovevano far parte della nostra vita, per lasciarci qualcosa. Per aiutarci a cambiare in meglio la nostra vita. Nulla accade per caso, Danny, ricordatelo sempre. Le coincidenze non esistono, esiste soltanto ciò che noi vogliamo che esista."

Il destino... che sciocchezza. "Ho smesso di credere al destino, Cassidy, Fino ad adesso, crederci ha portato soltanto scompiglio nella mia vita. Sono d'accordo sul fatto che nulla accade per caso ma per il resto..." mi blocco, consapevole di aver colpito nel segno. Cassidy ha capito il mio punto di vista, lo vedo dalla sua espressione assorta. 

"Comunque, non sono venuta qui per parlare di destino. Cosa ne diresti di scappare per qualche ora, soltanto io e te? Rinchiudiamoci in un bar, in una camera d'albergo, e diamo libero sfogo alle nostre fantasie."Si alza, ed io la seguo a ruota. 

"Cass, mi stai per caso proponendo di scopare?" 

Cassidy scoppia a ridere per la seconda volta. "Ma no, sciocco. Vieni con me e lo scoprirai." 

"Andiamo." Afferro la sua mano e la trascino via con me. Non so dove ci porterà tutto questo...spero in "paradiso".



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Buongiorno, come state? Mi dispiace averci impiegato così tanto, ma eccomi qui. Ecco il capitolo! Vi è piaciuto? 

Fatemi sapere, commentate e commentate ahah. 

Danny ha bisogno di sapere cosa ne pensate xD 


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