Il mio adorabile rimpianto

By silvi1096

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Sequel de "Il mio adorabile vicino di casa". Una notte, mille ricordi, un solo rimpianto. Danny Owen, l'unic... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Epilogo
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Capitolo 12

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By silvi1096

Savannah's pov

Lawrence Benson. Il timido ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo.

Lawrence Benson. Il ragazzo che, con il suo sorriso, si è aggiudicato un posto speciale nel mio cuore e nella mia vita.

Law, il ragazzo che adesso sto abbracciando senza timore, senza ripensamenti o attacchi di panico improvvisi. Il ragazzo con il quale mi sento al sicuro, protetta. Il ragazzo che è stato in grado di sopportare i miei sbalzi d'umore, i miei continui silenzi, senza mai lamentarsi. 

"Piccola mia..." sussurra al mio orecchio. 

Non ha fatto in tempo ad entrare in camera mia. Quando ho sentito bussare alla porta, mi sono letteralmente lanciata tra le sue braccia. Ci troviamo in corridoio, stretti in un abbraccio soffocante. Io con le lacrime agli occhi e lui, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Mi è mancato così tanto. I suoi abbracci, il suo sorriso, la sua voce. Mi è mancato tutto di lui. Come ho fatto a vivere senza la sua costante presenza per più di cinque mesi? 

"Oddio, Law." singhiozzo. "Mi sei mancato da morire." 

Quando ci stacchiamo, mi sposto per lasciarlo entrare in camera. È semplicemente bellissimo, i capelli biondi, più lunghi di come li ricordavo, adesso gli ricadono sulla fronte, in leggeri boccoli scompigliati. Una leggera barba bionda gli incornicia il volto, facendolo sembrare più grande. Indossa un paio di jeans sdruciti e una maglietta nera, a maniche corte. Sembra così diverso, eppure allo stesso tempo così uguale a prima. 

"Come stai?" gli chiedo, dopo aver richiuso la porta alle nostre spalle. 

"Dovrei essere io a farti quella domanda, non tu." Mi si avvicina, e le sue mani si posano ai lati del mio viso. Un gesto dolce, per niente sgradevole. Non mi crea fastidio la sua presenza. Non ho paura, non sento dolore ma soltanto...benessere. Voglio bene a Lawrence e sono felice che il mio corpo abbia reagito positivamente. Non mi aspettavo nulla di tutto ciò, dopo tutto il male subito. 

"Adesso che sei qui, si." sussurro. Le mie labbra si incurvano in un sorriso spontaneo, mentre le lacrime minacciano di ritornare. 

Law sorride, mi attira a sè e fa scontrare i nostri corpi. Mi lascio cullare dalle sue braccia, per la seconda volta nell'arco di pochi minuti. Il calore del suo corpo si propaga nel mio, e le ferite del mio cuore improvvisamente fanno meno male. Sono stata una sciocca a pensare di poter vivere senza di lui, senza quell'amicizia che ci lega e che continuerà a farlo per l'eternità. 

"Scusami." afferma ad un tratto, le parole vengono attutite dalla mia spalla ma riesco a sentirle comunque. "Avrei dovuto fare di più, presentarmi prima qui e...scusami." 

Scuoto la testa, sciolgo l'abbraccio e lo guardo negli occhi. "No, sono io a dovermi scusare." Ultimamente mi riesce bene farlo, soprattutto con le persone a cui tengo. " Sono stata una stupida, quando sono scesa da quell'aereo sarei dovuta correre da te, non rinchiudermi in una stanza a piangermi addosso. Ora lo so, e ti chiedo scusa per essermi comportata da egoista." 

Lawrence non risponde. Le sue braccia mi cingono nuovamente, confermando una delle regole fondamentali dell'amicizia. I gesti valgono più di mille parole. E sarà così per sempre. 

----

"Allora, raccontami tutto." 

Alzo gli occhi al cielo e gli lancio il cellulare. "Leggi da soli, odio dover raccontare, lo sai." 

Non so come ma, dal parlare di Leah e Ryan siamo passati a parlare di Logan, il ragazzo newyorkese conosciuto per sbaglio. Non sono pentita di avergli rivelato questo piccolo particolare della mia vita, anche perché non lo considero un segreto. 

"Logan Morris..." sussurra Lawrence, gli occhi concentrati sullo schermo. "Un ragazzo divertente, che sa il fatto suo."

"Un ragazzo insopportabile, una piovra vivente. Un..." Non faccio in tempo a completare la frase che il cellulare inizia a vibrare tra le mani del mio amico. "Cosa c'è?"

Gli occhi di Lawrence si illuminano all'istante. Senza rispondere alla mia domanda, mi passa il cellulare e mi indica con la mano di rispondere. 

Chiamata in arrivo da...Logan. 

No, deve essere uno scherzo. Lui non può chiamarmi.

"Avanti, cosa aspetti a rispondere?" mi incita Law, visibilmente impaziente. "E mi raccomando, il vivavoce." 

Rassegnandomi al mio destino, premo il tasto verde. "Pronto?"

"Ciao bellissima, devo ammettere che mi hai stupito." Una voce perfetta, roca la punto giusto, risuona dall'altoparlante, mozzandomi il fiato.

Wow. Il ragazzo ha una voce niente male. 

Anche Lawrence sembra essersi accorto della mia reazione, perché cerca in tutti i modi di soffocare una risata per evitare di interferire con la conversazione. 

"Cosa vuoi Logan?" mi riprendo subito, e passo all'attacco. Perché mi ha chiamato? Questo ragazzo non smetterà mai di stupirmi.

Un rumore di sottofondo mi impedisce di sentire la sua risposta. Quando ripete la frase, però, non posso fare a meno di rimanere a corto di parole. 

"Voglio te."

Okay, ha seriamente passato il limite. 

"Logan..." inizio, mentre osservo Law coprirsi la bocca. "Smettila di prendermi in giro, non sei affatto divertente."

"Invece si, e lo sai anche tu." La domanda che segue, ha uno strano effetto su di me e sul mio amico. "Come stai?"

Mi ha chiesto come sto... Così, senza alcun motivo. L'ha semplicemente...fatto. 

Sto per rispondergli con una melodiosa bugia, quando ad un tratto mi rendo conto di un particolare importante. Logan non mi conosce, con lui posso essere chiunque ma soprattutto posso essere me stessa. 

"Male." rispondo. "Ci sono tante cose che non sai di me e che forse non avrai mai la fortuna di sapere. Sono una ragazza problematica, con un passato difficile e una autostima pari a zero. Soffro di attacchi di panico e gli unici amici di cui mi fido si possono contare sul palmo di una mano." Faccio una pausa, per prendere respiro. "Sei ancora convinto di voler parlare con me?"

Nella stanza cala il silenzio. Logan impiega un po' a rispondere. Sto per riattaccare quando le sue parole riecheggiano per la stanza, forti e chiare. "Si, ne sono ancora convinto."

Osservo Lawrence, in cerca di aiuto, ma il mio amico scuote la testa e, con il mento, mi indica il cellulare. 

Logan sta aspettando me, ma come faccio a rispondere dopo quello che ha detto? Non mi conosce, non sa niente di me, eppure vuole continuare a sentirmi, nonostante io gli abbia praticamente rivelato parte dei motivi in base ai quali dovrebbe smetterla di cercarmi. Esiste una risposta giusta a simili affermazioni?

"O...okay." balbetto, alla fine. 

"Devo andare, principessa, ma mi aspetto di ricevere tue notizie molto presto. Le tue parole non mi hanno confuso le idee, penso ancora che valga la pena insistere con te. Non ti conosco, però non vedo l'ora di farlo." 

Dopo, soltanto silenzio. Ha riattaccato, lasciandomi con mille domande per la testa. Senza che lo voglia, le lacrime iniziano a sgorgare dai miei occhi,  finendo per bagnare lo schermo del cellulare. 

"È stato strano." commenta Lawrence un attimo dopo.

Ancora con le lacrime agli occhi, mi sdraio sul letto e afferro un cuscino. "È stato più che strano, Lawrence." ribatto. "Logan ha detto le stesse parole che ho sperato dicesse Danny cinque mesi fa. Niente di più, niente di meno." 

"Logan ha ragione." risponde il mio amico, dopo attimi di silenzio. "Tu ne vali la pena, Savannah, non dubitarne mai." 

🔶🔸🔶🔸🔶

Danny's pov

Senza guardare indietro, verso le scale, attraverso il portone d'ingresso e punto la macchina, la mia amata Range Rover parcheggiata sul vialetto.
Ho bisogno di sfogarmi, di passare del tempo con l'unica persona in grado di capire il mio stato d'animo. Me stesso.
La solitudine non è la soluzione a tutto. Spesso, però, è l'unica compagnia che abbiamo e che, soprattutto, desideriamo.

Metto in moto e parto, senza ripensamenti. Savannah ha bisogno di passare del tempo con Lawrence. Ha bisogno di lui, non di un egoista come me.
L'ho lasciata andare e adesso non posso pretendere di riaverla indietro. Non è così che funziona la vita, non si può voltare pagina e fingere che non sia successo nulla.
Sì volta pagina, ma con la consapevolezza di quello che si è stati e delle azioni commesse, giuste o sbagliate che fossero.
Sì va avanti, si sopravvive al dolore per ricominciare. Non per dimenticare.
Non potrò mai dimenticare Savannah e l'amore che ci legava. Una parte di me sarà sempre legata a lei, non c'è niente che io possa fare per cambiare le cose.
Il mio cuore, però, non le appartiene più. Non del tutto quantomeno.
Adesso c'è Mavis nella mia vita.
Con il suo sorriso e i capelli rossi perfettamente pettinati si è fatta strada dentro di me, impedendomi di mollare.
Non posso e non voglio lasciarla per correre tra le braccia di un'altra.
Savannah ha i suoi amici, mentre Mavis ha soltanto me.
Sono io l'unica sua fonte di felicità, non posso deluderla.
Non commetterò gli stessi errori due volte.

Svolto a destra in una strada isolata e spengo il motore accanto ad un bar. È presto, me ne rendo conto, però dubito che un goccetto possa farmi male.
Ho soltanto bisogno di chiudere le preoccupazioni fuori dalla mente, per qualche minuto.

Il tintinnio del campanello situato sopra la porta d'ingresso, annuncia la mia entrata al resto dei clienti.
Sono pochi, per lo più uomini, con in mano una bottiglia di birra e un berretto calato fin sopra gli occhi.
Quando raggiungo il bancone, una ragazza formosa, dalla carnagione olivastra e gli occhi da cerbiatta, sta servendo da bere ad un uomo sulla quarantina.
Non appena si accorge di me, mi si para davanti, sorridente.

"Ehi bello, cosa ti porto?"

Non mi chiede di mostrarle un documento?
Wow, deve essere la mia giornata fortunata.

"Tequila, grazie."

"Arriva subito, bello." La osservo afferrare un bicchiere e riempirlo fino all'orlo.

Lo poggia sul bancone ed io lo afferro, avido. 
Il liquido caldo mi scorre nella gola, incendiandola. Al primo segue il secondo, poi il terzo fino ad arrivare al quarto bicchiere di tequila. La voce della barista arriva attutita alle mie orecchie, fatico a comprendere le sue parole. 

"Ehi bello, va tutto bene?"

Biascico una risposta, faticando a tenere la testa dritta. "Si..."

"Problemi d'amore?" continua la ragazza, per niente infastidita dal mio stato. "Posso farti rilassare, se ti va."

Farmi rilassare... e come?

Non rispondo. La barista, che ho scoperto chiamarsi Jenny, esce da dietro il bancone e mi affianca. "Su, non farti pregare. Si vede lontano un miglio che hai bisogno di compagnia." Mi scruta attentamente prima di continuare. " Sei un bel ragazzo, non vedo l'ora di scoprire cosa c'è sotto quei pantaloni." 

Cerco di alzarmi dallo sgabello, non riuscendo però nell'impresa. Mi fa male la testa, sento che potrebbe scoppiarmi da un momento all'altro. Ho bisogno di aria, questo posto sta diventando asfissiante. Jenny lo sta diventando. Le sue tette sono in bella mostra, per non parlare delle gambe... 

"Eddai, non te ne andare." Mi afferra il viso ed io non oppongo resistenza. Sono troppo stanco per farlo. Tuttavia, quando le sue labbra si posano sulle mie, sgrano gli occhi. 

Cosa cazzo sta succedendo?

Chiamando a raccolta tutte le forze che mi sono rimaste, mi scosto, disgustato. Mi strofino le labbra con il dorso della mano e scendo dallo sgabello con un salto, cercando di mantenere l'equilibrio. "Tu sei pazza." biascico. 

La ragazza ride sguaiatamente, per poi scrollare le spalle e ritornare dietro il bancone. Esco dal locale barcollando, vado a sbattere contro una macchina parcheggiata prima di riuscire a raggiungere la mia. Armeggio con le chiavi, incapace di centrare la serratura. Dopo diversi tentativi e qualche parolaccia di troppo, riesco ad infilarmi nell'abitacolo. Crollo sul sedile, devastato dalla tequila e da quel maledetto bacio. Si è trattato soltanto di un bacio a stampo, ma per me si è trattato di ben altro. 

Un tradimento. Un piccolo tradimento, per niente volontario. 

Ma non è forse così che si inizia? Da una ragazza incontrata in un bar, da un bacio rubato, mentre si è ubriachi. Non so nemmeno se un bacio a stampo può essere considerato un tradimento... Quello che so è che non posso tornare a casa in queste condizioni, così come non posso prendere il cellulare e chiamare Mavis. Le ho promesso che lo avrei fatto, quello che non sa è che non sono bravo con le promesse. Non lo sono mai stato e, forse, non lo sarò mai. 

Vorrei che Savannah fosse qui, a tendermi la mano. Vorrei che mi dicesse che mi ama, che per lei sono importante. Vorrei...sto delirando. Savannah non è qui, io non faccio più parte della sua vita. Non è più innamorata di me, ed io non lo sono di lei. 

Perché non lo sono, giusto? A me piace Mavis...

Ma allora perché sono qui, seduto sul sedile della mia macchina, sul ciglio della strada, ubriaco. Perché non faccio altro che pensare a lei, a quello che eravamo e a quello che Cameron ci ha tolto? Mi tremano le mani, tutto quello che vorrei è poter ritornare nel passato ed impedire a Cameron e Bret di farle del male. Vorrei poter avere la possibilità di sistemare le cose, di riprendere in mano la mia vita, con lei al mio fianco.

 L'alcol mi rende debole, confonde la mia mente con ricordi passati, che credevo sepolti in un angolo della mia mente. Non può esserci altra spiegazione... è l'alcol a parlare, non sono io. Questi non sono i miei veri sentimenti, non possono esserlo. 

Oddio...mi viene da vomitare. Dopo mesi passati lontano da bibite alcoliche, il mio corpo deve aver dimenticato come si regge l'alcol. Sto malissimo, mi gira la testa e... Voglio tornare a casa, ma sono troppo stanco e ubriaco per farlo. 



_______________

Buona seraaa, come state?
Stavolta sono stata stranamente veloce 😂

Non ho molto da dire al riguardo...
Logan si è fatto avanti, vuole conoscere Savannah... secondo voi succederà? Sì incontreranno mai?

Danny ubriaco, pensa a Savannah ma è combattuto.
Fino a quel giorno, non si era mai soffermato a pensare come ha fatto invece fuori dal bar.
E se quei sentimenti fossero reali, e non spinti dall'alcol?

Fatemi sapere, un bacio. 😘

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