.B.A.D. (In revisione)

By Robertasalpietro

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La mafia da secoli segue schemi prestabiliti dove l'uomo è al comando mentre la donna viene mostrata alle sue... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
PERSONAGGI

Capitolo 36

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By Robertasalpietro

Revisionato
Jane's Pov

Ho costretto tutti ad aspettare nel salone nella speranza che l'antidoto che abbiamo iniettato da qualche minuto ad Alecx sperando di vedere almeno un minimo di miglioramento, anche vederlo smettere di tremare sarebbe un passo avanti al momento invece di vederlo steso sul pavimento lucido mentre i miei occhi vagano sul suo corpo martoriato da orribili ferite infettate. Passo in rassegna anche il suo viso e, nonostante tenga gli occhi chiusi, riesco a percepire le sue labbra muoversi vogliose di dire qualcosa che non si recepisce. Sospiro, consapevole che non possiamo stare molto in questa situazione e mi alzo facendo segno a mio nonno ed a Tom di avvicinarsi per prenderlo da sotto le ascelle e portarlo giù nelle celle, riflettendo ad una variante ulteriore del nostro piano che mi potrà permettere di far entrare il mio contatto speciale che in questo momento potrebbe essere l'unica ancora di salvezza del mio Alecxander. 

«Portiamoli nelle loro celle e dividiamoli, non voglio celle miste. Uomini con gli uomini e le donne che sono rimaste con le altre.  Voglio far vedere loro cosa faceva il mio predecessore quando le regole e le gerarchie non venivano rispettate» mi rivolgo ai temporanei padroni di casa che senza battere ciglio ci fanno strada verso la cantina dove si trovano le celle e, con l'aiuto di alcuni dei loro uomini più fidati, iniziano a smistare i prigionieri come avevo richiesto mentre faccio mettere il corpo esamine di Alecxander nella cella dedicata alle torture per far credere loro che il dolore di un loro vecchio alleato non ha ancora una fine. 

«Nicodemo Santapaola, un nome che corrisponde ad una garanzia. Cosa vuoi fargli con l'esattezza?» domanda ancora una volta il vero ideatore di questo colpo. La osservo negli occhi senza togliere il mio cappuccio e dal suo ghigno posso intuire la sua indole malefica e calcolatrice, non tenta di nasconderlo dinanzi a me ma se il caso lo accentua per far capire che noi dovremmo sottostare ai suoi ordini, cosa che non accadrà mai. La dobbiamo spiare con particolare attenzione e, se questo significa dover mettere telecamente e microfoni sparsi per la casa, non sarà un problema. Siamo attrezzati per ogni evenienza e formulando questo piano ho già messo in conto possibili strade da poter prendere per farli crollare ulteriormente. Sorrido anche io e sposto lo sguardo verso Tom che ha finito di ammanettare Alecx al muro. Mi osserva anche lui e non servono parole tra di noi per capirci, sa già cosa fare e si farà aiutare da mio nonno utilizzando i passaggi segreti quando ne avremo la possibilità. Adesso però devo occuparmi di questa qui davanti a me. 

«Ricorda il tuo posto, donna. Non sono tenuto a dare spiegazioni a te. A meno che tu non abbia voglia di riscaldare il mio letto, in quel caso potrei spiegarti che posizione assumere per poter trarre maggiore beneficio. SIcuramente qualcuna dove non si veda la tua faccia» dico con sdegno e mi volto per entrare nella stanza delle torture ammirando con rinnovato interesse i vari utensili che usano per le torture sistemati per ordine di grandezza sul tavolo di acciaio presente in un angolino.  Anche se di spalle, riesco tranquillamente a percepire lo sguardo furioso della donna su di me, me la posso già immaginare con il volto verde di rabbia, le rughe a rangrizzirle la faccia piena di botox e la lingra stretta tra i denti per evitare qualsiasi risposta acida che potrebbe tradirla ulteriormente.  

«Lascia mia madre fuori da questi discorsi e concentrati su di noi, immagina che la stessa domanda sia stata fatta da me e mio fratello e dacci la risposta che stiamo cercando» certo, ora arriva il figlio prodico della povera donna minacciata di essere violata da un uomo qualsiasi e loro sperano di rigirare così la frittata. Mi dispiace ma non funziona così con me, sono ben consapevole di chi ha fatto la domanda e non darò alcuna risposta. Devono essere eseguiti i miei ordini perché di certo non mi piegherò al volere di quattro morti viventi che stanno per essere spediti sotto terra.
Ignoro i loro continui richiami, mi appoggio comodamente alle sbarre della cella dando le spalle ad Alecx e mi concentro sulla figura di mio padre stesso per terra di fronte a me, lasciato libero senza manette perché ormai paralizzato e vivo solo per miracolo. Osservo la coperta lercia che lo copre, i suoi vestiti sono sporchi di sangue secco ma ciò che mi colpisce di più sono i suoi capelli lerci che si muovono come se fossero scossi da una lieve brezza estiva. E sarebbe stata una cosa abbastanza normale se non fosse che qui sotto non ci sono finestre che permettono di fare entrare la corrente e la porta principale che porta qui sotto anche se aperta non può generare tutta quella corrente. Sorrido divertita e inclino la testa quanto basta per vedere dietro mio padre un piccolo foro proprio vicino alla sua testa che funge da maniglia per uno dei passaggi segreti della casa. Beh, siamo pur sempre Cooper e mio padre deve aver pur appreso qualche insegnamento da mio nonno, non è poi così sconsiderato e nulla facente come molte volte può far credere. 

«Forse non vi è chiara una cosa, siamo stati noi ad uccidere Jane Cooper e noi deteniamo il potere al momento. Dovete eseguire i nostri ordini e, come tale, parleremo solo quando quella lì uscirà da questo posto. Sono le nostre regole e devono essere rispettate, a meno che non vogliate sfidarci in un duello all'ultimo sangue per avere di nuovo il potere ma non so quanto vi convenga» Tom mette immediatamente i puntini sulle I mentre mio nonno mi affianca anche lui attirato dalla figura di mio padre che non ci perde mai di vista. A dire il vero non sta parlando molto ma non mi preoccupo più di tanto perché è sempre stato una persona che ama i fatti alle belle parole. 

«Cosa mi tocca fare per te, ragazzina- mormora al mio orecchio e poi va vicino alla signora porgendole la mano come un galantuomo -Vi pregherei di scusare i modi del mio secondo in comando e di mio figlio, sono stati seguiti entrambi dal mio amico e questo è il risultato. Personalmente parlando credo che una bella immutabile come lei valorizzata da un'acuta intelligenza deve prendere parte a questi incontri ma da tempo si occupano di tutto loro due quindi non posso andare contro le loro scelte. Ma la prego di seguirmi fuori da questo luogo che non le dona per niente, vorrei condividerei con lei alcuni discorsi che reputo di poter fare solo con lei vista la sua mente così soprafine, ovviamente solo se suo marito consente» conclude mio nonno mettendo su un personaggio coi fiocchi che non rientra completamente nella sua vera natura. Sembra un adulatore nato che cerca di far cadere nella sua trappola il più astuto delle sue vittime, ma è sempre stato un gioco che gli riusciva perfettamente con tutti quelli con la quale lui aveva intenzione di giocare. Certo, qui il suo primo istinto sarebbe fargliela pagare a tutti ma deve trattenersi e giocarsi bene le sue carte, cosa che sta riuscendo perfettamente visto che, dopo un cenno di assenso da parte di Sebastian, la donna si fa scortare via da questo posto lasciandoci campo libero per parlare della qualunque con quelli rimasti qua con noi. 

«Voglio far vedere cosa accadrà alle donne che sono rimaste qua, ho già chiamato la mia schiava preferita e mostrerò a tutti loro cosa succederà a breve, ovviamente poi le ammazzerò una volta finito di scoparle. Nel frattempo il bamboccio qui dietro si sarà ripreso, ho in mente qualche bel giochetto che il ferro caldo per lui e poi lo scioglierò vivo nell'acido» dico con un sorriso sadico per rendere al meglio l'dea che sembra aver avuto un certo impatto, soprattutto sulle donne chiuse nelle celle che adesso mi fissano terrorizzate e piangono silenziosamente. Tuttavia, ciò che veramente conta è il consenso dei miei nemici che annuiscono alle mie parole dandomi il consenso di fare la qualsiasi, come se non avessi già mandato un messaggio alla mia amica Alexis per farla venire di corsa a casa, informandola del finto ruolo che avrebbe dovuto ricoprire e dandole un ultimatum di tempo per essere qua. Non importa cosa dovrò fare ma per Natale voglio di nuovo questa casa nelle mie mani. 
Per mia fortuna la sua risposta non tarda ad arrivare e mi conferma che entro domani sarà qua per aiutarci affermando che, sapendo già della possibilità di dover intervenire anche lei, si era già messa in movimento per venirmi incontro in caso di bisogno.

Questa donna è semplicemente da amare e ringrazio ogni giorno la madre la figlia di Dimitri per avermi dato la possibilità di conoscerla e farmela amica.  Come me, Alexis è una donna d'onore ma ben accolta da suo padre che, boss completamente fuori da ogni schema, serie e temuto da molti, ha reso sua figlia nonché sua primogenita, erede della sua casata, scioccando molti suoi uomini e colleghi europei; invece, la madre è invece uno zuccherino, dolce con tutti e sempre pronta ad aiutare chi in difficoltà. Alexis ricorda perfettamente sua madre, con la sua folta chioma bionda e il corpo formoso, la stessa intelligenza e voglia di aiutare gli altri l'hanno portata a studiare medicina specializzandosi in ginecologia. Gli occhi grigi tempestosi sono gli stessi del padre e racchiudono in sé tutta l'astuzia e gli insegnamenti dati da quest'ultimo che l'hanno resa la donna forte che è oggi. 

Guardo Alecx per l'ultima volta promettendogli silenziosamente che sarei tornata in nottata per controllarlo e disinfettare le sue ferite per aiutarlo almeno un minimo a riprendersi. Poi con passi decisi lasciamo le celle seguendo gli usurpatori.

«Devo dire che il tempo oggi è volato velocemente ed è giunta l'ora di cenare. Credo proprio che, dopo un lungo viaggio come il vostro, una bella zuppa di pesce accompagnata da crostini aromatizzati sia perfetta per rifocillarvi. Inoltre, la nostra nuova serva ha delle mani d'oro e cucina dei piatti così prelibati che è impossibile rifiutarli. Prego signori, seguiteci nella sala da pranzo» dice Sebastian una volta aver chiuso la porta delle prigioni alle mie spalle e, con un cenno della mano, ci permette di fare strada verso la sala che usavamo solitamente per le feste. 
Sinceramente, pensavo che saremmo ritornati nella sala in cui ci hanno accolto ma a quanto pare hanno preferito darle un altro utilizzo, ossia quello di sala conferenze, riunioni ed incontri. 
Ci fanno accomodare trattandoci come se fossimo dei lord, i vecchi collaboratori che prima servivano mio padre ora sono tenuti legati da delle cavigliere che gli consento di muoversi ma non di scappare, ci spostano le sedie e ci fanno accomodare dinanzi ai migliori set di piatti di porcella e di lucidissime posate d'argento che la mia famiglia custodiva gelosamente.
Se non fosse per la visione orribilante delle persone che mi hanno accolto come se fossi sempre stata di casa tenute legate come i peggiori schiavi, la cena sarebbe veramente piacevole. La zuppa e i crostini sono ottimi e il silenzio che viene spezzato solo dal rumore delle posate è rifocillante per la mia mente distrutta da tutto questo scempio che mi circonda. Quasi quasi li ringrazio anche quando ci danno la possibilità di andare subito nella nostra camera a riposarci. Letteralemente ci siamo alzati tutti di scatto con la scusa della stanchezza e ci siamo fatti accompagnare da Alicia nella nostra stanza, ossia la camera degli ospiti più grande. Chiusa la porta alle nostre spalle, tiriamo un sospiro di sollievo e ci mettiamo comodi sparsi nella stanza dopo aver passato una giornata stancante sia fisicamente che emotivamente anche se mi aspetto qualche ramanzina per la piccola aggiunta fatta piano improvvisamente.

«Ragazzina, sappi che sono fuorioso con te perché hai dato un colpo di testa improvviso in quella stanza senza chiedere pareri ma ti sono grato perché hai risparmiato ai bambini una visione a dir poco raccapricciante. Tom mi ha detto che erano sollevati dopo aver sentito la sua voce e da bravi ragazzi si sono fatti portare a casa dei Grent e li stanno curando, Gabriel mi ha riferito che erano mal nutriti. Adesso speriamo che tutto vada per il meglio e che il tuo colpo di testa non abbia minato la riuscita del piano. Inoltre, cosa ne pensate della situazione Alecxander e James? Credete si riprenderanno?» mio nonno parla a raffica mentre si leva le lentine colorate e si concede il lusso di usare il suo solito tono di voce, favorevoli le camere della vialla che sono  tutte insonorizzate e non permetto a nessuno che si trova nel corridoio di poter captare le discussioni tra di noi. Inoltre non hanno avuto la pensata di mettere degli apparecchi di spionaggio perché hanno deciso la stanza solamente all'ultimo minuto. 

«Alecxander è quello che mi preoccupa di più. Dobbiamo agire il più in fretta possibile ed entro e non oltre il venticinque dicembre li voglio fuori da questa casa. So che quattro giorni sono pochi ma prima agiamo e meglio è. Pendono molto dalle tue labbra, nonno. Perché non provi a proporgli una cena di Natale con tutti i mafiosi americani, in particolar modo cerca di convolgere tutti quelli che hanno tradito la fiducia della nostra casata, usando la scusa di veder finalmente cadere un impero centenario. Nel frattempo, faremo capire loro chi comanda, metteremo i  nostri uomini in azione, sono già situati fuori da queste mure pronti ad entrare dalla porticina del retro della recinzione che è nascosta dal boschetto della villa. Alcuni li potremmo far imbucare, altri sfrutteranno l'effetto sorpresa» dico osservando Tom che apre lo scomparto segreto del suo borsone per prendere tutti gli strumenti di spionaggio che gli ho fatto portare. 

«Ecco qui i miei bambini! Hai detto che ci sono dei passaggi segreti, bene se me li mostrate potremmo entrare in azione già da questa notte. Direi che possiamo metterle nello studio e nelle camere principali che loro usano» Tom mi ha tolto le parole di bocca, mi ha praticamente letto nel pensiero e, nonostante il pesante litigio che abbiamo avuto a causa di mio nonno, mi sta dimostrando perfettamente il motivo per la quale ho scelto lui e suo fratello come miei secondi in comando, anche se Alec ogni tanto sembra non ragionare completamente. Sto per dargli ulteriori informazioni sui passaggi quando mi rendo conto che non si sente il ticchettio delle lancette dell'orologio a pendolo che si trova vicino l'armadio presente in stanza.  Rimango in silenzio e fisso quel pezzo d'antichità che fa da porta per entrare nei passaggi segreti e ghigno divertita ammirando la pessima mossa che ha fatto mio padre. Nonostante questa sia casa sua, mio padre si dimentica sempre che questo ingresso è un po' difettoso e quando viene usato, le lancette smettono di muoversi se ci si posizione dietro e lo si tocca, è un piccolo segreto che sappiamo solamente io, il nonno e lui ma da quel che sembra lui ha la capacità di dimenticarselo come se niente fosse. 

«Possiamo iniziare già ad agire e penso proprio che qualcuno potrà aiutarci dicendoci perfettamente gli spostamenti che avvengono in questa casa. Cinque giorni per osservare sono tanti e il nostro quarto uomo è rimasto a sufficienza dentro questa casa per scoprire tutto sui nostri nemici» dico spostandomi lentamente verso l'orologio per osservarlo meglio consapevole che mio padre da li dietro non può vedermi e con un movimento fulmineo della mano, apro la cassa dell'orologio e faccio cadere per terra mio padre che, con ogni probabilità era appoggiato per sentire meglio. 

«Figliolo?! Ma non dovevi essere steso nel pavimento lercio delle celle mezzo paralizzato?» mio nonno resta sorpreso di vedersi mio padre davanti che si alza lentamente scuotendosi di dosso la polvere. Ovviamente mio nonno fa subito due più due grazie al mio discorso e mi riserva un occhiata di rimprovero perché credo proprio di essermi dimenticata di informarli di questo particolare ma, a mia discolpa, posso dire che non potevo parlarne davanti a tutti e mio nonno non ha saputo osservare. 

«Papà, mi avete educato tu ed il nonno, qualcosa dovevo pur aprenderla dai vostri insegnamenti ed osservandovi. Jane, la mia piccola bambina, stai bene? Quando sei scappata sono riusciti a ferirti? Chi ti ha truccato così bene? Siamo sicuri che non ti abbiano associato al Diavolo Rosso? Devo uccidere qualche ragazzo che ha osato toccare troppo il mio tesoro?» sembra che un treno mi sia venuto incontro e mi abbia centrato in pieno per la quantità di domande che mio padre mi sta facendo. Non credevo che fosse un tipo così curioso e al tempo stesso morboso, mi piace come comportamento perché vuol dire che a me ci tiene, tuttavia odio le sue mani lercie che spupazzano la mia faccia staccando la plastica dal mio viso rovinandola leggermente.

«Papà, leva le mani dalla faccia per piacere, questa è plastica modellabile e si rovina facilmente, non voglio buttare ore di lavoro così.Devi stare tranquillo, sono in perfetta forma e non ho nessuna ferita. Ho creato io questo trucco così da potermi mascherare bene e per fortuna nessuno mi ha associato al Diavolo Rosso nonostante questa è la faccia che si vocifera abbia. Per finire, devi stare tranquillo papà, non devi uccidere nessun ragazzo che mi ha fatto del male perché non ci sta, più che altro c'è ne uno nelle celle che mi piace ma sta morendo a causa del veleno. Tu invece come stai? Pensavo che ti avessero ucciso quando ti ho visto cadere per terra» afferro le sue mani e le getto lungo i suoi fianchi, alternando i nostri ruoli: adesso sono le mie mani sulla sua faccia per costringerlo a calare la testa e controllare la sua ferita, nonostante il suo sorriso mozzafiato che cerca di rassicurarmi. 

«Sto bene, ci vuole ben altro per mettere fuori gioco il tuo vecchio. Sono qui al tuo fianco e sono pronto a combattere per riprendermi ciò che mi appartiene. Come hai detto tu ho avuto modo di poter osservare qualcosa col calare della sera, quando ero sicuro che nessuno sarebbe sceso a controllarci. Tom, qui tutto si arresta alle due del mattino precise da quell'ora in poi tutti vanno nelle loro stanze a dormire. Abbiamo due ore piene di autonomia per montare tutto. Lo studio lasciamolo per ultimo e iniziamo fin da subito dalle stanze perché al momento sono chiusi a discuttere se fidarsi o meno di voi. Occhi aperti ragazzo, sarà tutto molto rischioso» mio padre sembra più agguerrito che mai ed è pronto a scendere in pista nonostante io abbia timore che possa succedergli qualcosa.  Per l'amor di Dio, sempre un colpo alla testa ha ricevuto e se la ferita che gli hanno causato non fosse così superficiale come sembra? Potrebbe veramente avere dei problemi nel camminare o in qualsiasi altro movimento e magari non ce ne stiamo rendendo conto perché lo camuffa molto bene. Non posso lasciargli fare quello che vuole senza essere sottoposto ad un controllo e guardo il vecchio per fargli capire che sono preoccupata e stranamente anche lui sembra avere il mio stesso stato d'animo. Comprendendo il suo punto di vista, cerco speranzosa lo sguardo di Tom ma è troppo impegnato a passare le micro-telecamere a mio padre mentre lui si tiene i microfoni bluetooth che ci permetteranno di seguire tutto senza alcun cavo in mezzo che possa darci fastidio.

«James, rimani in stanza con Jane e passatevi il tempo a sistemare il computer per vedere se riusciamo a sentire e vedere ogni cosa che installiamo. Entrerai in azione veramente solamente dopo che il dottore che verrà domani ti controllerà e dirà che stai bene. Inoltre tua figlia a bisogno di te, ha subbito più stress di quello che pensi quindi fai il padre per una volta e resta qui a tranquillizzarla» mio nonno usa me come scusa per far rimanere mio padre in stanza e gliene sono grato, non che io avessi realmente bisogno di lui al mio fianco ma sapere che si riposerà finalmente in un vero letto mi rende tranquilla.

«Conosci mia figlia meglio di me, ma è tempo che io rimedi ai miei errori. Il mio piccolo Stich ha bisogno della sua Lilo per stare bene. Inoltre finireste per scannarvi tu e lei da soli nella stessa stanza, o mi sbaglio papà?» mio padre mi stringe con le sue braccia muscolose facendomi aderire al suo petto che vibra a causa della risata in cui si lascia andare per prendere bonariamente in giro il nonno. RIdacchio pure io mentre, sotto i brontolii di mio nonno,  gli altri due entrano nel passaggio per portare a termine il loro compito. Mio padre non riesce a stare con le mani in mano e si mette all'opera sistemando la postazione pc mentre io mi metto comoda sul letto per rilassare cinque minuti i muscoli delle spalle che sono più tesi del normale. Quando sto per chiudere gli occhi a causa della stanchezza che d'improvviso è piombata su di me, sento un braccio passare sotto al mio collo sostituendo il cuscino e vengo trascinata sopra il petto muscoloso di mio padre, dovrebbe lavarsi perché si sente il tanfo della prigionia su di lui ma il suo calore è così rincuorante che non me ne lamento. 

«Lo so che faccio puzza e il mio odore potrebbe darti fastidio ma ho vissuto per cinque giorni nelle celle, non in una spa di lusso. Certe cose non cambiano mai, hai storto il naso proprio come facevi da bambina quando sentivi l'odore dei broccoli. Comunque Jane, tuo nonno e Tom sono stati cauti e non hanno chiesto niente  ma ti senti veramente bene dopo aver scoperto di Alecxander? Sai, avendolo qui praticamente da anni ho avuto modo di conoscerlo e di lavorare al suo fianco, ha un carattere molto forte e spesso mi ricorda te. Sa riconoscere il valore delle persone e se deve fare marcia indietro perché capisce di aver sbagliato, lo fa senza problemi. Vi ho osservati e in voi ho visto una coppia perfettamente amalgamata, lui ricorda molto me quando corteggiavo tua madre, sai? Dovresti farlo penare un po' per il motivo che lo ha spinto ad avvicinarsi a te ma poi dovreste amarvi perché lui è l'unico uomo alla quale ti lascerei: ho visto fargli fare cose che nessun altro avrebbe fatto per te. Certo, se vuoi proprio ucciderlo lo posso fare io per te. Ritorneremo come una volta. Io e te contro il mondo. Lilo con la sua piccola Stich che combattono i cattivoni» mi dice accarezzandomi i capelli e, dopo giorni di stress che non riuscivo a percepire, sento le prime lacrime riempire i miei occhi e qualche bastarda cade scontrandosi col suo petto muscoloso.
Lui ci tiene a me, mi ama nonostante mi abbia mandata via. 
Per quattordici anni ho sempre pensato il contrario, credevo che per lui non contassi niente e fossi solo un peso, invece sono il suo tesoro più importante, lo percepisco dalle sue carezze, dal tono di voce delicato, dalla premura che mette in ogni suo gesto. Sorrido sentendomi felice per la prima volta dopo anni e mi stringo a mio padre come se fosse la mia ancora di salvezza.

«Stich avrà sempre bisogno del suo Lilo. Io avrò sempre bisogno di te, papà. Non puoi capire quanto ti ho aspettato per giorni, volevo ritornare da te ma tu non venivi mai e quel bastardo cercava di mettermi contro di te, riuscendoci. Pensavo di poter fare a meno di tutti voi ma mi sbagliavo. Io avrò sempre bisogno di te, magari ci saranno cose in cui non potrai aiutarmi ma in altre tu sarai la mia forza maggiore. Per favore non lasciarmi più, non lasciare più da solo il tuo Stich» sussurro sul suo petto mentre scoppio a piangere più forte per lasciare andare tutta l'angoscia che ho provato in questi anni lontana da lui. Per risposta mi stringe più forte e mi lascia un bacio sulla guancia mormorandomi parole di conforto rotte dalla sua commozione e, cullata dal suo respiro, mi coccolo sul suo petto cadendo in poco tempo in un sonno profondo.

Dovremmo affrontare giorni difficili ma so che con mio padre, Tom e il vecchio al mio fianco, so che posso fare tutto.


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