.B.A.D. (In revisione)

By Robertasalpietro

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La mafia da secoli segue schemi prestabiliti dove l'uomo è al comando mentre la donna viene mostrata alle sue... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
PERSONAGGI

Capitolo 34

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By Robertasalpietro

Revisionato
Jane's Pov

Settantadue ore sono relativamente poche per mettere su un piano della stessa portata di quello che ho creato eppure, nonostante avessimo avuto un sacco di cose da sistemare, siamo riusciti in appena tre giorni ad avere tutto il necessario per attuarlo al meglio. 
Una delle prima cose che abbiamo fatto è stato recuperare il materiale per creare il mio scalpo e le nostre finte facce, è stato divertente girare mezza giornata per la città sotto gli occhi dei nemici che camminavano indisturbati al mio fianco, certi che quella persona davanti a loro non fosse il loro nemico perché solo un folle resterebbe in città sapendo di essere ricervato. Quando sono ritornata a casa, Tom e mio nonno avevano già racimolato un bel po' di armi, mancavano solamente gli uomi a nostra disposizione e organizzare l'incontro con gli usurpatori quando tutto sarebbe stato perfetto.  Mentre mio nonno rintracciava gli uomini fedeli al clan Cooper, Tom pensava a recuperare tutti quelli che avevano giurato fedeltà a Dimitri mentre io mi occupavo di richiamare tutti coloro che erano legati al Diavolo Rosso mentre lavoravo sulla testa mozzata.  Abbiamo impiegato la bellezza di trentadue ore prima di avere le risposte di tutti e una perfetta scultura della mia testa resa nei minimi dettagli, con aggiunta di qualche pezzo di carne vero che avrebbe inscenato l'odore della decomposizione una volta che sarebbe andata a marcire. Siamo riusciti a mettere su un piccolo esercito di circa trecento cinquanta uomini e donne, quelli pià fidati che non hanno paura di due mafiosi da quattro soldi che si credo chissà chi. Mentre aspettavamo il loro arrivo, avvenuto tutto in pochissimo tempo, ho avuto modo di perfezionare le plastiche che avrebbero adornato i nostri visi. Tom e mio nonno avrebbero usato lenti colorate, parrucche e avrei creato loro dei tratti più deformi e delle finte cicatrici, io ho esagerato col mio trucco col risultato che la parte destra del mio volto sarà completamente rovinata, l'occhio sarà completamente chiuso e il lato sinistro sarà valorizzato da una cicatrice che contorna il mio volto reso più spigoloso, arrivando fino alla mie labbra leggermente deformi. Per rendere più veritiera la situazione, ho fatto in modo di creare una calotta per la testa rendendola completamente pelata e piena di cicatrici e macchie da vecchie ustioni, facendo così invidia al miglior serial killer dei film horror.  Mentre ero impegnata in questi ultimi dettagli, ho invitato Tom ad organizzare un incontro con il turco, sicuro che sarebbe stato più facile da raggirare e così è stato. Il mio amico ha usato la scusa che gli era giunta voce che si era creato un gruppo che voleva vendicarsi della giovane Cooper e che era interessato ad unirsi alla loro alleanza considerando che la mia famiglia ha ucciso il vecchio leader solo per assumere maggior potere. 

Ecco perché proprio oggi, la mattina del quarto giorno, siamo tutti e tre perfettamente truccati a modo, dentro una BMW sportiva ad aspettare davanti al cancello chiuso di quella che una volta doveva essere la villa dellia mia famiglia. Mibasta guardarmi intorno per capire in che condizioni adesso si trova l'intera struttura oramai tutta in rovine: il cancello principale non ha più le classiche iniziali dorate J.C. che risplendevano la luce del sole, al loro posto spiccano le lettere L.M. laccate di un orribile rosso cremisi, come se le persone al loro interno volessero sottolineare che qui il comando è passato in altre mani e in modo abbastanza violento. Inferriata riesco a scorgere tratti di giardino anche esso ormai rovinato, tutta la cura e lo sforzo fatto dai giardinieri è andato perduto per essere sostituito da un manto di neve, piante semi morte e qualche chiazza rossa di qualcuno del clan che sarà stato brutalmente ferito o ucciso per non essere stato disposto ad eseguire degli ordini.
Maledetti bastardi, giuro che la pagheranno cara per quello che hanno fatto.
Digrigno i denti cercando di non pensare alle atrocità che sono state fatte in casa mia, spero che lo staff che era all'interno della casa non sia al sicuro e accidentalmente, presa da un impeto di rabbia, schiaccio il piede sull'acceleratore facendo rombare il motore per dare anche segno a qualche deficiente oltre al cancello della nostra presenza.

«Jane, mantieni la calma. Non serve a niente fare scenate in questo momento, rischieremo solamente di far saltare la nostra copertura. Guarda, stanno aprendo il cancello. Entra con...delicatezza» mio nonno non fa in tempo a finire la frase perché entro a tutta velocità all'interno della villa e mi fermo proprio dinanzi al porticato dove ad attenderci ci sono il turco con i Gomez e i parenti di Alecxander che si atteggiano a gran signori di questa casa. Non posso fare a meno di digrignare i denti e mandare giù un groppo di saliva. Spero che tutti i miei amici e parenti stiano bene, altrimenti non risponderò delle mie azioni. 

«Ma chi abbiamo qui? Scendi prima tu ragazzo, se non è un problema per te vorrei che  vi sottoponiante ad un controllo minuzioso da parte delle nostre guardie, per sicurezza» il signor Sebastian apre bocca proprio quando metto piede fuori dalla macchina, senza avere neanche il tempo di presentarmi. Proprio come mi aveva accenato una delle sue guardie del corpo si avvicina a me ed inizia a tastare ogni parte del mio corpo alla ricerca di un arma che non troverà facilmente. 

«Sono Nicodemo Lewis, signore. Sono qui con il mio capo e il suo erede. Se me lo cencedete vorrei presentarvi il boss della Polonia, Vladlislav e l'erede Vissarion. Vi abbiamo contatato proprio ieri per poter stringere un alleanza con voi e portarvi una grossa novità che distruggerà i Cooper per sempre» dico alterando la mia voce per renderla il più mascolina possibile mentre mio nonno e Tom scendono dalla macchina e si sottopongono al controllo a loro volta. Quando vedo l'uomo che mi sta esaminando, cercare di togliermi il cappuccio della felpa che indosso per continuare a vagare alla ricerca di qualche arma, lo fermo di scatto con una mano e lo spingo lontano da me con forza.

«Se non vi dispiace, vorrei non mostrare il mio volto. Lo dico per non turbare anche le belle signore che vi affiancano. Purtroppo lo scontro con il mio nemico è stato molto acceso e l'acido che ha usato per ferirmi ha corroso gran parte del mio volto e non è uno spettacolo bellissimo da vedere. Non siamo qui per farvi del male, il viaggio è stato lungo e turbolento per questo vorremmo arrivare subito al dunque e mostrarvi quello che abbiamo portato per voi» dico facendo sentire l'accento polacco. Loro annuiscono ed io cammino in direzione del cofano per aprirlo e prendere il pacco che contiene la finta sorpresa che li attende. Tutta la loro curiosità è rivolta al pacco che tengo in mano e ci fanno segno di accomodarci in casa per arrivare subito al dunque. Li seguiamo in silenzio e non posso fare a meno di digrignare i denti nel vedere la mia casa completamente rovinata: gli sono bastati solamente cinque giorni per stravolgere tutto distruggendo le foto di famiglia, imbrattando i marmi e le statue, i dipinti sono stati trasformati in cenere e molti oggetti di valore sono scomparsi. La stanza dove veniamo condotti è il salone principale dove posso già vedere molti membri dello staff  legati alle colonne della sala come se fossero animani, tenuti fermi da catene e collari con lo sguardo di molti uomini addosso che li osservano manco fossero la carne da macello più prelibata. Nell'immenso tavolo da pranzo iniziano a prendere posto gli usurpatori, seduta a capotavole vedo Lèonore e dietro di lei posso scorgere in catene quasi tutta la mia famiglia. Il mio cuore batte all'impazzata nel vedere i miei bambini legati e leggermente dimagriti, non hanno lividi ringraziando il cielo ma non passa inosservato ai miei occhi il fisico malandato del mio Alecxander, completamente ferito e sporco di sangue dalla testa ai piedi, gli occhi tenuti semichiusi con enorme fatica e il respiro affannato e corto. Dal colore di alcune ferite che vedo nella sua spalla e nella sua gamba e da quel po' di vomito che sporca i suoi capi, posso dedurre che con ogni probabilità lo stanno avvelenando lentamente. All'appello manca momentaneamente solo mio padre.

«Vi piace l'opera d'arte che abbiamo creato? Abbiamo pensato di unire davanti ai vostri occhi tutti coloro che si mettono contro di noi per farvi capire che fine farete se osate fare qualcosa contro di noi. Purtroppo manca il vecchio padrone di casa all'appello, ma il poverino è nelle celle completamente paralizzato a causa del colpo in testa che gli abbiamo inferto durante la battaglia che ha sancito la nostra vittoria. Andiamo al dunque, so che avete portato una sorpresa per noi» a prendere parola e la donna di fronte a noi che sembra particolarmente euforica nel sapere che qualcun altro si sta unendo a lei. Non mi è sfuggito di certo il dettaglio su chi, tra tutti loro, porta in realtà i pantaloni per questo è arrivato il momento di metterla in ridicolo davanti a tutti: se pensa che quello che sta facendo lei sia comandare si sbaglia di grosso, io sono almeno quattro passi avanti e lo dimostra la posizione in cui sono adesso. So che con quello che farò andrò completamente contro tutto quello che ho professato sempre fino ad ora, ma è per il nostro bene e per quello della mia famiglia. L'importante è che io non dimentichi mai chi sono realmente. 

«Non vorrei sembrare scortese e comandare così in casa vostra ma credo che quella donna debba alzarsi da quel posto e ritornare nelle sue camere. Odio con tutto me stesso vedere le cose e le persone fuori contesto e lei lo è decisamente in una discussione tra uomini. Il suo posto dovrebbe essere in cucina a guardare lo staff, in camera a lavorare coi ferri della maglia o, meglio ancora, a scaldare il letto in attesa che tu la vada a trovare per sfogare le tue esigenze sessuali, mio caro Sebastian. Le donne servono solo per svuotare le palle per questo consiglio di farla filare via se vogliamo parlare seriamente» dico sedendomi comoda con il pacco davanti a me.
Per lasciare andare un po' della tensione che sto provando, metto una sigaretta in bocca e l'accendo inalando il fumo grigio ignorando lo sguardo furente della signora.

«Ma come si permette? Chi si crede di essere questo tizio incappucciato per venire a comandare in casa mia? Sebastian di qualcosa» alle parole delle donna e al dito alzato di Sebastian pronto a parlare contro di me, mi viene spontaneo alzare il pugno e sbatterlo sul tavolo per far zittire tutti e richiamare l'attenzione solo su di me. Mio nonno e Tom se la ridono vedendo lo spettacolino che sto mettendo su e lo faccio anche io, divertita dalla faccia sconcertata della zoccola davanti a me. 

«Come ti permetti tu, lurida puttana. Fossi al posto di tuo marito, ti avrei già tagliato la lingua per la tua insolenza e non credo proprio che questa sia casa tua, nei documenti risulta ancora sotto il nome Cooper. Aprite tutti quanti le orecchie, mio nonno era Nicodemo Santapaola, penso che lo conosciate tutti quanti qui e sappiate quale era la sua idea di gerarchia sociale all'interno dei nostri clan e voi donne con le bambine, eravate tutte quante a livello dello staff.  Gli uomini devono sbrigare i propri affari solo con altri uomini, quindi siete pregata di andare via e lasciarci parlare delle cose serie» tutti gelano a sentire nominare il nome del grande Nicodemo Santapaola. Il vecchio mafioso italiano è sempre stato chiaro sul ruolo che avevano le donne, tuttavia quando sono andata a trovarlo con Dimitri nella sua amata terra, la Sicilia, gli ho fatto subito simpatia e mi ha preso sotto la sua ala protettiva insegnandomi tante cose, anche come fare affari senza uccidere nessuno. Lo ha fatto perché a detta sua, gli ricordavo tantissimo mio nonno e, se lui era stato un grande mafioso, sicuramente lo sarei stata anche io nonostante non avessi gli attributi maschili. Inoltre era divertente come vecchio e sapeva fare belle partite di carte. Purtroppo è morto di vecchiaia poco prima che io partissi per tornare qui in America, ci sono gli eredi ma non è la stessa cosa. 

«Conosco suo nonno e so che sotto certi aspetti ha ragione ma, se lei permette, vorrei che mia moglie fosse presente durante le nostre discussioni perché è merito suo e al suo incoraggiamente se ho potuto fare tutto questo» Sebastian si indica intorno e improvvisamente tutte le mie supposizioni prendono forma e diventano certezza, ormai ho la prova lampante sotto gli occhi: l'attacco non è stato voluto da questi uomini ma è stata la donna a guidare tutto, lo dimostra anche lo sguardo di vittoria che ha dipinto sul volto in questo momento dopo le difese del marito. Mi volto verso mio nonno e Tom per capire se anche loro hanno avuto la mia stessa pensata e, dinanzi al mio sguardo annuiscono prendendo posizione, il primo dietro le mie spalle con le mani sullo schienale della sedia e il secondo proprio sulla sedia al mio fianco. 
Proprio Tom prende parola e decide di asfaltare ulteriormente quella donna.

«Ho chiamato il boss turco pensando che voi uomini aveste il controllo della situazione e vengo a scoprire che siete solo delle marionette nelle mani di una donna che si finge burattinaio. Tutto questo risulta veramente patetico» Tom li colpisce dove fa più male e il loro colorito conferma che queste parole hanno fatto centro. Anche i loro gesti sono diventati improvvisamente più rigidi e ghigno mentre li osservo, deridendoli con una risata priva di emozione e, se non fosse stato per mio nonno che decide di prendere parola, non mi sarei di certo fermata. 

«Vi prego di ignorare mio figlio e il mio secondo in comando, hanno uno strano modo di scherzare. Ricordiamo che se siamo qui è perché tutti noi abbiamo un nemico in comune e sono i Cooper.  Come vi abbiamo accennato per telefono siamo qui per offrirvi una specie di alleanza tra di noi, seguendo avviamente delle regole che appaghino ambo le parti» dice gettando le basi per dar vita al mio discorso, modificando un attimino il piano iniziale: loro hanno fatto troppa confusione in casa mia, io farò tre volte peggio ma non voglio che i bambini siano presenti. 

«Innanzitutto ho notato che le donne e i bambini li avete lasciati in vita e abbastanza in salute per essere dei prigionieri. Vi propongo questa offerta che non potrete assolutamente rifiutare. In Polonia abbiamo un grande giro di prostituzione e spingiamo molto soprattutto su quella minorile. Potremmo liberarci in un colpo solo di tutte quelle zavorre inutili e occuparci solamente dei veri pericoli che potrebbero minare il vostro potere» dico e mi becco le occhiate di disappunto di Tom e del nonno che non avevano intuito il mio cambio di programma ma so che da un lato sono grati di questo cambio, così anche loro possono avere un via libera maggiore.

«In realtà vi è un accordo con il figlio del definto Moore, una volta che lui sarà morto noi avremo il lascia passare per torturarli e ucciderli dolorosamente. Aspettiamo solo che il veleno faccia effetto sul corpo di quel ragazzo. Inoltre siamo certi che Jane Cooper verrà a salvare tutti loro, se si venisse a sapere che sono stati mandati in Polonia, lei non verrebbe più qui, non ti sembra?» alle parole di Cristobal scoppio a ridere come una pazza lasciando tutti indignati.

«Voi aspettate la famosa Jane, la ragazza che siete riusciti a farvi scappare nonostante fosse stata inseguita da dei cani da caccia e che adesso state cercando in lungo e in largo sperando di scovarla» uso il tono più sarcastico che riesco a fare e mi alzo dalla sedia prendendo il pacco tra le mani. «Abbiamo un motivo se siamo noi a voler imporre le nostre regole a voi e non potete rifiutare. Nessuno può più salvare i prigionieri che tenete in questa casa perché Jane Cooper è morta. Out! Fuori dai giochi! Devo dire è stato divertente verderla sofferente e implorante davanti ai miei occhi mentre la torturavo per ucciderla lentamente, mi sembra di averle visto uscire tutte le budella dal suo stomaco una volta che le ho inferto quel taglio nel basso addome. L'ho lasciata marcire nei campi vicino casa mia, vittima dei corvi e degli animali selvaggi, come sapete era anche una nostra nemica e, pensando che non mi avreste creduto sulla parola, vi ho portato questo ber regalino. Ho anche ucciso il suo amichetto e l'ho dato in pasto ai miei cani. Se non ricordo male non le deve essere nemmeno piaciuto lo stupro di gruppo, piangeva, implorava, chiedeva di essere uccisa e nel frattempo chiamava un certo Alecx. Quel nome mi ha dato fastidio e ho deciso di eviscerarla mentre urlava» alzo le spalle come se niente fosse, certa che non mi crederanno mai su quello che ho appena detto. Infatti, se da prima tutto è silenzioso, poi il chiasso delle risate riempie la stanza. 

«Bella questa. Tu hai ucciso lei? Da film fantasy veramente» dice il turco ma lo zittisco prendendo una mela e lanciandogliela dritta in bocca, per sua sfortuna non sbaglio mai mira e, se oggi è una mela, domani potrebbe essere un bel proiettile.

«Una bella porchetta devo dire. Ma tornando al nostro discorso, sapevo che avreste preso le mie parole per semplici cazzate ma vi sto dicendo la verità e ve la mostrerò.  Quando avrete la certezza delle mie parole, autamenticamente noi faremo parte della vostra alleanza che sarà guidata da uno voi e dal mio signore, io mi occuperò dei bambini di cinque donne a mia scelta, li farò subito portare in Polonia a servire nei miei locali» dico e tutti annuiscono alle mie parole sicuri di avere la vittoria nelle loro mani.
Poveri ingenui.
Prendo lo scatolo e con disinvoltura lo apro rivelando un celofan di plastica, tolgo anche quello e alzo per i capelli la finta testa mozzata che mi rappresenta alla perfezione. Quando vedono cosa ho tra le mani, le reazione di tutti sono contrastanti: i nostri nemici sono saltati in aria terrorizzati consapevoli che ora il loro potere potrebbe vacillare di molto, gran parte della servitù legata ai pali è completamente scioccata, i bambini della mia famiglia iniziano a piangere insieme alle donne chiamando il mio nome a gran voce, mentre gli uomini sembrano inermi dinanzi alla vista rivoltante di questa cosa di plastica, quasi increduli dinanzi a tale rivelazione.

A sorprendermi più di tutto è la reazione di Alecxander che si accascia definitivamente per terra con la testa davanti alle sue ginocchia e grida di dolore mentre le lacrime iniziano a cadere dai suoi meravigliosi occhi ormai spenti. 
E il mio cuore inizia a stringersi all'interno del petto, mi fa terribilmente male, come se delle catene me lo stiano stritolando e lacerando dinanzi all'amore struggente che mi sta dimostrando questo uomo. 
Come può amarmi fino a questo punto?
Non pensavo che provesse tutto questo per me, ma questo suo comportamento è dettato dall'amore e soprattutto dal senso di colpa per non avermi protetto con tutte le sue forze.

«Oh, per l'amor di Dio smettila di frignare, tuo padre non ti ha addestrato così. E pensare che prima aveva un compito totalemente differente da quello che ha ora. Doveva fare innamorare la ragazza per farla soffrire prima di ucciderla. Invece guardate come è diventanto patetico. Si è innamorato di una morta ambulante e non si è fatto problemi a voltarci le spalle. Stai sereno nipote, tra poco la raggiungerai pure tu e spera che non essiste l'altro mondo perché sono sicura che sei mi sentisse ora, tornerebbe in vita solo per ucciderti con le sue stesse mani» come?!
Le parole della zia di Alecxander mi rimbombano nella testa come delle bombe che esplodono una dietro l'altra in seguenza, altri pezzi del puzzle prendono posto nella mia testa e mi rendo conto che alla fine ho sempre visto bene riguardo le intenzioni di Alecx nei miei confronti. Voleva solo uccidermi. Ferirmi. Faceva tutto parte di un piano ben costruito che poi ha gettato all'aria per amore. E non posso essere cieca dinanzi a questa sua dimostrazione di sentimenti nei miei confronti, certo quando starà meglio e la situazione si sarà calmata, ci farò una bella discussione ma lo perdonerò perché è diventato un tassello fondamentale della mia vita in così poco tempo. Il primo passo che devo fare per lui è trovare l'antidoto al veleno e farlo riprendere almeno un po'.

«Porta i bambini in macchina Vissarion e fagli fare un bel viaggetto fino in Polonia. Affidali ad Ada che saprà cosa farne di loro. E con loro porta la ragazza legata al palo alla mia sinistra, la consorte di Stephen Cooper, la madre e la sorella del vecchio erede Moore e la donna del braccio destro di James. Dobbiamo essere veloci nei trasporti, i nostri locali richiedono mercanzia fresca e di qualità, sono sicura che questa merce nuova sarà di loro gradimento» dico sotto le urla strazianti dei bambini e degli uomini della mia famiglia che urlano minacce verso di me, come se potessero veramente farmi qualcosa al momento. Li lascio parlare a vanvera e faccio segno a Tom di accompagnare le persone prese in causa da me in macchina, prima di farlo uscire gli faccio un cenno con la testa per fargli capire di parlare con i bambini e le donne della mia famiglia per tranquillizzarli.

«Perfetto, adesso ti faccio vedere le prigioni. Porta la testa con te, così il non morto che sta facendo la muffa in quelle celle putride potrà vedere cosa ne resta della sua amata figlia. L'ha protetta per anni ed ora ha fallito» dice il turco ridendo.
Si, continua a fare il gradasso come stai facendo ora, sicuramente tu sarai il primo a morire.
Osservo le guardie muoversi per cercare di portare tutti gli altri "prigionieri" nelle loro celle, ma sono tutti agitati, mio fratello vorrebbe solamente liberarsi per raggiungermi e uccidermi, riprendendosi così sua moglie. 
La percepisco dai suoi occhi l'emozione che sta provando ora.
La rabbia gli brucia dentro come un fuoco.
La voglia di vendetta scorre nelle sue vene.
Riesco a leggere il desiderio di voler uccidere Nicodemo.
La paura  per quello che potrebbe accadere alla sua donna e ai suoi figli entra in forte contrasto con la rabbia.
La consapevolezza che adesso è lui a tenere le redini della nostra famiglia allo spascio è la ciliegina sulla torna.
Ha creato un mix letale di emozioni.
Un miscuglio pericoloso spezzato dal rumore sordo di un corpo senza vita che cade per terra proprio dietro le mie spalle.
Un corpo che conosco come le mie tasche e di cui non posso farne a meno, la persona che piano piano è entrato nella mia visione di mondo e con forza e passione mi ha stravolto ogni visione della mia vita.

«Patetico. Ci stavo prendendo gusto nel torturarlo e lui decide di morire proprio ora dopo quasi cinque giorni di agonia. Proprio patetico come ragazzo, beh! Non ci resta che guardare la sua morte» dice uno dei cugini di Alecx ghignando divertito della situazione. Tutti ridono della situazione in cui si trova il mio bestione tatuato ma io non ci riesco. Scatto verso di lui e affianco il suo corpo, togliendogli i capelli sudaticci dalla fronte sperando che percepisca la mia presenza. Alecxander se ti azzardi a morire giuro che te la farò pagare cara appena ti raggiungerò all'inferno.

«Che cazzo ridete?! Lui vi ha tradito come se niente fosse e voi cosa avete intesione di fare? Vederlo morire subito senza torturarlo nemmeno un po'? Dovete prendere quello che è vostro di dovere, dovete salvargli la vita e farlo soffrire ancora e nei modi peggiori che conoscete. Il veleno non è la scelta migliore per la sua morte, voglio di peggio. Prendete l'antidoto, me la vedrò io con lui e farò in modo di farlo soffrire sei volte peggio di quanto avete già fatto. Inoltre ha umiliato una ragazza così carina come la figlia dei Gomez e tradito la vostra famiglia come se il sangue non contasse niente» indico Paloma che ci ha raggiunto da poco e, lusingata dalle mie parole, lei mi porta immeditamente l'antidoto affermando che la mia era la scelta migliore perché uno come Alecx merita solo il peggio. 
Giuro che vomito se questa continua a respirare la mia aria. Non avevo bisogno di lei per sapere che  le mie sono sempre e solo scelte migliori e so che Alecxander è la goccia che ha fatto traboccare il vaso,  mi basta un altro singolo capello fuori posto e faccio saltare tutta questa merda di messa in scena per fargli vedere chi realmente sono. 

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