.B.A.D. (In revisione)

By Robertasalpietro

592K 17.4K 2.4K

La mafia da secoli segue schemi prestabiliti dove l'uomo è al comando mentre la donna viene mostrata alle sue... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
PERSONAGGI

Capitolo 2

15.2K 441 42
By Robertasalpietro

Revisionato

James's POV

«Lo sai che tuo padre ha dei debiti con me? Dovrei prendere la sua vita per essere ripagato, ma tuo nonnomaterno mi ha fatto un grandissimo favore ed io intendo ricambiarlo» dico al figlio del "muratore" che si occupa delle manutenzioni di casa nostra.

Il ragazzo è Francisco La Rua, il padre è un ex capo mafioso spagnolo che ha perso il potere a causa della sua indole buona e perbenista: il cugino è stato molto più scaltro è ora ha il monopolio della mafia spagnola e portoghese. Gli ho fatto una cortesia portandolo qui da me a lavorare nella mia casa e nei miei affari più piccoli. Ho dovuto farlo. La madre del ragazzo è figlia di Dimitri, quindi mi sono ritrovato con le mani legate. 

Il piccolo idiota aveva un solo compito da portare a termine: fare da pusher alle feste dei ricchi commercianti che trovano nella droga lo sballo di una sera, ma ha fallito. Si è fatto fregare il carico da un gruppo minore e mi ha fatto perdere non so quanti soldi. Dovevo punirlo in un modo o in un altro: la giusta punizione sarebbe stata la tortura fino alla morte. Poi mi sono ricordato di Dimitri e del grosso favore che mi ha fatto tenedosi mia figlia per tutti questi anni e non posso proprio prendere una punizione così radicale nei confronti del signore La Rua.
Ho pensato a diversi piani, inizialmente la mia intenzione era prendere i figli minori e farli crescere con me. Poi ho visto il giovane che rientrava dall'Università di medicina e ho deciso di prendere lui con me. Ho preso due piccioni con una fava: il ragazzo aiuta a ripagare il debito del padre nei miei confronti e sarà allenato come prossimo boss della mafia russa, come da volonta di Dimitri che per anni mi ha implorato di fare una cosa del genere quallora il genero e la figlia si fossero dati una svegliata. 

Inoltre torturare qualcuno richiede tempo, ed io non posso sprecare il mio tempo prezioso quando la mia bambina ritornerà finalmente a casa sua, qui da me. Il pericolo nei suoi confronti è finalmente diminuito da mesi, inoltre ora con mio figlio abbastanza potente e nuovi clan che si sono uniti al mio, posso permettermi il lusso di poterla proteggere al meglio delle mie forze.
Quattordici anni so che non sono pochi, inoltre non l'ho più sentita da quando Luke è tornato dalla Russia: ho provato a chiamarla tutti i giorni ma puntualmente Dimitri mi passava il suo tutore che mi ha sempre ribadito la solita minestra "Jane non vuole sentirti, è ancora arrabbiatacon te". Sono andato pure a trovarla diverse volte ma, ogni volta che i servitori di Dimitri andavano a chiamarla, ritornavano sempre a mani vuote. Mia figlia si è sempre rifiutata di vedermi, non è mai uscita dalla sua stanza e questo mi ha fatto soffrire molto.

Da un lato però sono contento di questo, nessuno ha immaginato che andassi li per lei. Solo per viaggi di affari e così, è sempre rimasta al sicuro. L'unica pecca è che non ho mai incotrato i due uomini che si prendevano cura della sua educazione. Nonostante ciò, Dimitri ha sempre garantito per loro, soprattutto per un certo Ash.

«Io salvo la vita, non uccido. Voglio diventare medico per questo motivo! Non voglio essere come mio nonno o mio padre, voglio essere una persona comine» sbotta il ragazzo strattonando le manette che gli ho messo per sicurezza, riportandomi così alla realtà.
Quando parla mi ricorda suo padre, "non voglio uccidere, voglio esser eun comune essere umano" e, il pensiero di strappargli le corde vocali per farlo tacere mi sta passando per la testa già da un po'.

«E ti ho già detto che farai quello per cui stqai studiando. Salverai la vita delle persone comuni e del clan, ma imparerai anche ad essere un boss, che è anche la tua vita. Se nasci nel mondo mafioso, non potrai essere un comune essere umano ma puoi vivere con le doppie vite. Guarda me: sono un leader mafioso molto potente ma mi occupo anche di un'azienda di moda con tutta la mia famiglia. Quindi fammi il piacere di non rompere con la storia che salvi persone, perché conosco altri mafiosi che fanno i medici e ti assicuro che salvano le vite di tutti» ancora una volta in ragazzo non sembra contento delle mie parole e mentre sta per ribattere al mio discorso, una guardia entra nel mio ufficio senza bussare.

«Signore, è ritornata la signorina, stanno varcando i cancelli proprio ora» dice la guardia e, con un sorriso radioso in volto, esco subito da questo buco per andare incontro alla mia pricipessa: mi sento come una di quelle ragazzine  con gli ormoni a mille che sta per avere per la prima volta un appuntamento con il ragazzo che le piace, peccato che qui si tratta di mia figlia.
Volevo che fosse un incontro di famiglia molto semplice, ma Clarisse ha insistito per invitare a casa nostro anche la famiglia Grent che saranno i nostri futuri consuoceri poiché mia moglie ha scelto il loro erede come sposo di Jane: non che l'idea mi faccia impazzire, ma per le figlie femmine siamo scesi a degli accordi con mia moglie,  lei si sarebbe occupata di tutto ciò che le riguardasse, dall'istruzione alla scelta del futuro marito. Io mi occuperò solo del mio erede.

Con questi pensieri nella testa, ci siamo diretti tutti sull'uscio di casa, pronti a vedere mia figlia scendere dalla moto del Grent biondino. Cosa che però non accade perchè è il mio migliore amico e braccio destro Luke, a scendere dalla moto insieme al futuro fidanzato di mia figlia: i miei ordini credo di averli dati precisi. Lui in macchina con gli amici di mia figlia (anche se potevano pure non venire) e lei con il biondino sulla moto, per conoscersi meglio, per avere almeno un primissimo approccio.

«Luke, avevi l'ordine di portare tu la macchina e di fare andare mia figlia con Gabriel» dico duro verso il mio migliore amico: manco è arrivata è già vedo i primi segni di ribellione?

«Jane è stata ferma nelle sue scelte e non avevo voglia di lottare con lei. Avete messo al mondo la fotocopia tua e di tuo padre ma al femminile. Guardala. Ha la stessa espressione di quando voi Cooper state calcolando di uccidere qualcuno nel modo più atroce possibile» dice Luke e il mio sguardo cade proprio su mia figlia. Ha ragione Luke: è identica a me e mio padre. Stesso tagli degli occhi, stesse tonalità di colori, stessa postura, stesso sguardo indecifrabile. Il mix perfetto della dinastia Cooper in un corpo femminile: neanche la mia seconda figlia è così identica alla stirpe Cooper.

«Penso che sia un bene che abbia preso un po' del carattere dominante dei Cooper, almeno saprà giostrare meglio le cose nella sua futura famiglia col suo futuro marito. Ed è meglio che sia la mia copia, almeno sapranno contro chi si metteranno contro se solo osano farle qualcosa» dico guardandola. Solo adesso mi rendo conto di quanto ho aspettato questo momento e di quanto sia stata grande la mia cazzata di mandarla via: ho perso tutti i suoi anni migliori. Lei ha sempre avuto ragione, nonostante fosse una bambina di sei anni: saremmo potuti essere una famiglia molto unita ma ho sbagliato in tutto e me ne sono reso conto solo ora. Una debolezza che si aggiunge tra le altre, ma che per il bene comune devo nascondere.

«Papi, chi è Jane?» domanda la mia seconda bambina in braccio a mio figlio. Anche lui è molto simile alla stirpe, ma  il carattere si è evoluto talmente tanto da diventare simile a quello del mio defunto padre. Freddo, calcolatore ed egocentrico. Mio padre ha saputo creare la sua fotocopia quasi perfetta, peccato che per fare ciò, ha creato un ulteriore allontanamento nei confronti della gemella che, per ragioni a me ignote, non ha calcolato neanche il fratello.

«È nostra sorella, è tornata da un viaggio molto lontano» dice Stephen rivolto alla bambina e vedo Jane guardare verso il fratello con uno sguardo intenso ma privo di ogni emozione.

«Jane, lei è Janette, ha sei anni ed è la tua sorellina » dice mia moglie levando dalle braccia di mio figlio la piccola per metterla a terra. Le riserva un dolce sguardo alla piccola e poi va da Jane che resta impassibile.
Quando arriva davanti a lei, allunga una mano per poterla accarezzare. La compostezza e la fermezza di Jane mi mette i brividi: si lascia toccare ma non fa niente altro.

Improvvisamente mia moglie toglie la mano e abbraccia nostra figlia che ricambia l'abbraccio in maniera molto rigida.
Guardo tutto con attenzione, il comportamente di Jane è freddo e, ricordando il suo caratterino pepeto che aveva da bambina, non vorrei che ferisse i sentimenti di mia moglie. Non mi fido nemmeno dell'abbraccio ricambiato, sembra tutto molto finto e costruito.

«Lascia, faccio io!» sento urlare da dietro il due "madre-figlia", così sposto lo sguardo e vedo che Gabriel  nel cercare di prendere una valigia dal cofano della macchina viene richiamata con un urlo da un ragazzo del gruppo della mia bambina. Accade tutto molto velocemente, mia moglie viene spinta in modo brusco da Jane che si volta per guardare anche lei la scena della valigia che viene mollata per terra, uno scomparto di essa si apre e molti fogli scritti a mano con una cura maniacale, fotografie mie e dei vari membri della mia famiglia da giovani, foto di luoghi del posto, veicoli e molti post it, si disperdono per tutto il cortile. 

Mi viene spontaneo guardare mia figlia che resta impassibile davanti a tutti quei fogli mentre i suoi amici iniziano a raccogliere ogni singolo foglio con una cura maniacale.

«Daemon, capisco che oltre ad essere suoi amici siamo stati assegnati anche come sue guardie del corpo, ma fare ricerche così assidue sul clan Cooper e sui loro nemici, non ti sembra ridicolo?» domanda una ragazza simile a mia figlia e vedo il ragazzo tatuato alzare la testa per fissarla.

«Prevenire è meglio che curare. Sono maniacale nel mio lavoro, devo conoscere tutti i familiari di Jane e scoprire le possibile minacce se voglio proteggere al meglio la mia amica» dice il ragazzo sistemando tutto nuovamente dentro la valigia e resto visibilmente compiaciuto, oltre a tirare un sospiro di sollievo. Sono ricerche per della sua guardia del corpo per potreggere al meglio mia figlia: Dimitri deve aver scelto i migliori per la sua protezione e su questo gliene sono grato.

Mia moglie in tutta questa storia è stupita dal distacco brusco che ha avuto e torna come un cane bastonato verso di me mentre mia figlia si avvicina lentamente con passo quasi felino e provocatorio: non ha niente della bambina felice e spensierata che ha lasciato questa casa quattordici anni fa. Quando arriva proprio davanti a me, si sofferma con lo sguardo solo su Francisco, lo studia molto attentamente e non presta attenzione a nessuno, per questo motivo Henry la richiama all'ordine.

«Jane Cooper, finalmente ci conosciamo dal vivo. I racconti del mio amico Alex non rendono giustizia a codesta bellezza. Tuttavia mi ha assicurato che ha provveduto personalmente alla tua educazione e spero che tu sia una donna devota a tuo marito. Altrimenti potrebbe pensarci lui a metterti in riga» dice Henry facendo cenno di entrare dentro casa mia, ma mia figlia lo supera e lo guarda con un occhiata glaciale.

«Ti ha anche detto che passava più tempo col signor Ash e la figlia di Dimitri, che con lui? Sa, deve stare attento signor Grent, a volte i pesci piccoli fingono di essere degli squali per poter vivere in questo oceano» a rimettere in riga il signor Grent, è un altro amico di mia figlia che di riflesso, mi fa sembrare lo sciocco di turno: ha preso le difese di mia figlia al mio posto.

Non posso permettermi di far entrare in casa mia persone del genere: entrambi hanno scavalcato la mia autorità e per di più uno di loro ha minacciato mia figlia insinuando che se non sarà una perfetta moglie di casa, ne pagherà le coseguenze. 
So che sarà una brava moglie, è stata educata per questo e non permetterò ad un ignorante di torcerle anche solo un capello: non l'ho mandata in Russia solo per metterla in mano a una famiglia di psicopatici che pensano di poter trattare la mia bambina come un fottuto oggetto. 

Entro in casa facendo strada a tutti che si sistemano temporaneamente nel grande soggiorno che appare poco dopo la porta principale. Per il momento siamo solo questi come componenti che abiteranno la casa, solo più in là ci raggiungerà anche Dimitri che vuole conoscere il nipote per vedere se può andare in pensione o aspettare che i gemelli crescano. Lo capisco da un lato, ha una certa età e vuole godersi i nipotini e i pronipoti che verranno. Smetto di pensare alle altre persone e mi soffermo su Jane che ammira la mura di questa casa quasi estasiata.

«È cambiato tutto rispetto alle foto che avevo e da quello che ricordavo» dice toccando una delle due statue in scala della Venere di Milo che sono posizionate accanto alle scale che portano al piano di sopra. Le mostro un lieve sorriso e osservo Gabriel avvicinarsi pericolosamente a lei.

«Resterai meravigliata quando vedrai casa nostra: gli stucchi sono più lavorati e nel giardino ci sono statue che ti mozzeranno il fiato» dice Gabriel cercando di fare conversazione con mia figlia che puntualmente si sposta per avere il suo spazio personale. Tuttavia i suoi occhi si concentrano sempre su Francisco, lo studia e lo guarda come se avesse tre teste e non una, senza che lui ovviamente si accorga di niente.
Provo a richiamarla sotto la mia attenzione ma resto profondamente sorpreso quando inizia a parlare, mostrandomi quanto sia cambiata in questi anni e non sia più la piccola Jane ribelle.



Jane's POV

«Mi dispiace creare questo disturbo iniziale, ma vorrei salire in camera a cambiarmi, il viaggio è stato lungo e vorrei rinfrescarmi» quanto mi sta costando fare la finta timidona davanti a tutti che mi concedono il permesso di andare in camera mia nonostante io il permesso non dovrei chiederlo a nessuno. Faccio per andarmene quando mio padre si accosta a me per accompagnarmi ma evito il confronto diretto e sempre con cortesia gli dico di non abbandonare i suoi ospiti e di farmi accompagnare da una delle cameriera anche se la strada per la mia vecchia camera la conosco, spero almeno che l'abbiano un po' rimodernata mettendoci in letto più grande. 
Beh, credo che più che rimodernato camera mia, l'abbiano proprio cambiata perché la nuova cameriera che non conosco mi sta portanto per l'ala ovest della villa. Non abbiamo preso l'ala est dove si trovava la mia cameretta con le mura tinteggiate di rosa e viola, con tanti peluche, un letto da principessa e foto mie e della mia famiglia di quando ero piccina appese qua e là.

«Prego signorina Cooper» mi dice la signora aprendo una porta. La ringrazio ed entro guardandomi intorno. Una stanza enorme dai colori rosa antico e crema si apre alla mia visuale: è carina nell'insieme ma avrei preferito qualche accenno di colore più neutro e freddo per spezzare i toni del crema, tipo un grigio antrancide. Nel centro della sala vi è un bel letto a baldacchino sempre color crema con lenzuola di diverse tonalità di rosa, colore che tra parentesi odio adesso, una scrivania, una cabina armadio e tante mensole con foto di quando ero piccola: bel modo di rinfacciarmi che dopo i sei anni per me qui non c'è più stato posto. L'unica cosa decente forse è una copia di un quadro di Caravaggio che ho visto dal vivo al Museo Regionale di Messina quando Dimitri mi ha proposto una piccola gita nella bella Sicilia.  La resurrezione di Lazzaro, un quadro impressionante che mette insieme la luce e il buio, la vita e la morte, ma anche la fede; sicuramente Dima gli avrà detto che mi piaceva talmente tanto che volevo acquistare l'originale se fosse stato possibile.

Dopo un po' di contemplazione, al quadro in particolar modo, esco dalla valigia una camicia over bianca,  un jeans baggy pieno di tasche e delle scarpe dalla suola alta.  Mi tolgo velocemente i vestiti più pesanti a causa del caldo che sto iniziando a sentire e resto con l'intimo di pizzo del medesimo colore della camicia. 
Mi rinfresco velocemente e mi vesto con altrettanta velocità.
Do un'ultima occhiata allo specchio aggiustando il trucco molto naturale che mi ero fatta prima di scendere dall'aereo e, dopo un respiro profondo, scendo nuovamente al piano di sotto, pronta a evitare di far scoppiare la terza guerra mondiale nonostante il mio poco autocontrollo.

«Chiedi scusa al capo o la tua testa la facciamo saltare noi!» mentre sono sulle scale sento urlare una Tatiana furiosa. Preoccupata dal tono di voce usato dalla mia amica, corro a guardare quello che succede nel salone, calmandomi quando vedo che in realtà sta solo scherzando con il bambino visto prima e si diverte facendo combattere i soldatini di plastica causando una risatina nel bambino.
Tiro un sospiro di sollievo e scendo gli ultimi scalini in marmo bianco con calma.

«Signor Cooper, è ancora valida l'offerta per imparare da voi?» domanda il ragazzo che fino ad ora ho sempre visto ammanettato e che, mi ha incuriosito: è palesemente il nipote di Dima ma sembra un pesce lesso che si farà manovrare dagli altri. In sintesi non avrà vita lunga anche se lo addestrerà il migliore. Mio padre annuisce e va a liberarlo dalle manette borbottando qualcosa che non mi interessa.

«Perfetto, quando inizio l'addestramento?» domanda cercando palesemente di fare colpo su di me. Mio padre manco se ne accorge e sorride contento di questo cambiamento.
Questo ragazzo è così stupido, e la sua stupidità sembra direttamente proporzionale alla sua bruttezza: non è per niente figo, forse il classico tipo con la quale puoi giocare per poi scomparire nel nulla.

«Domani stesso, Stephen e Gabriel ti seguiranno e ti consiglieranno: solo il meglio per il nipote di DImitri. Ma ora andiamo a mangiare, voi avrete fame sicuramente» dice mio padre rivolto a me e ai ragazzi che annuiscono contenti alla parola cibo mentre ci dirigiamo nella sala da pranzo imbandita a festa. Sul tavolo già apparecchiato e finemente decorato con centrotavola di fiori osceni, vedo diversi segnaposti che leggo con attenzione: i miei amici sono stati posizionati tutti dal lato sinistro insieme a Francisco e i coniugi Grent, sul lato destro ci sono i mei parenti e la donna con quei due bambini. Io sono nel mezzo tra mia madre e Gabriel, agli estremi del tavolo ci sono lo zio Luke e mio padre.

«Jane, siamo tutti contenti di averti qua, tua madre è stata così minuziosa nel decorare questa sala e a decidere i vari posti. E lascia che ti presenti la mia famiglia, visto che prima sei scappata in camera tua: questa donna che vedi ora al mio fianco è Miriana, mia moglie. E loro sono Jonathan e Emma, i miei gioielli più preziosi» dice orgoglioso lo zio Luke accarezzando i capelli scuri del figlio prima di prendere posto.
Si è scelto proprio una bella donna e sono contenta per lui.

«Da bambina pensavo che ti saresti sposato con papà per quanto eravate appiccicosi. Sono contenta che finalmente hai messo la testa a posto, zio» dico sinceramente contenta per lui e mi presento alla moglie e al bambino mentre guardo con ammirazione il piccolo fagotto rosa di qualche mese che mi guarda sorridendo con quei suoi bellissimi occhioni marroni.

«Ma quanto sei bella? Sei bellissima!» ah, i bambini sono il mio punto debole. Io stravedo per loro e il modo in cui lei ride allungando le braccia verso di me mi sta facendo sciogliere come neve al sole.

«Posso prenderla?» domando alla donna che sorridendo me la passa con gioia. Mi siedo velocemente al mio posto con la piccola in braccio giocando con lei a fare l'aeroplanino con un pezzo di carta che ho trovato sul tavolo: glielo faccio finire sul suo pancino facendo dei versi strani e giocosi con la bocca, dimenticandomi di tutti i presenti, facendo ridere questo piccolo fagottino di gioia come una pazza. 

«Jane versione mamma me la immagino» dice Tatiana ridendo davanti alla scena comica che  si di aver messo in piedi e Alec mette il dito nella piaga aggiungendo:«Oh, si! I miei poveri nipotini vittime della propria madre altrettanto bambinesca. Ma ci penserà lo zio Alec a farli scappare da un piccolo mostricciattolo come questa» e fa anche una piccola linguaccia nella mia direzione per completare lo spettacolino che sotto sotto apprezzo perché nonostante il luogo diverso, siamo sempre gli stessi.

«Lasciamoli perdere a questi due mascalzoni. Noi giochiamo qui tranquilli e facciamo credere a quel mostro russo che potrà fare quello che vuole coi suoi nipoti» dico scherzosa baciando la testolina della piccola. Questa piccolina è troppo graziosa.Mi ricorda i miei due gemellini.

«Dovranno avere anche il conseso del padre per poter stare con i suoi zii. I suoi veri, zii. Solo i parenti di sangue possono essere definiti tali e puoi stare sereno che non permetterò mai ad estranei di intralciare nell'uducazine dei miei figli» dice il biondo  ma nessuno di noi lo calcola: Alec perché ha un cervello, io perché impegnata a giocare con la bambina che merita più attenzione del babbuino.

«Non mi rubare la mia principessa»  lo zio è quello che cerca di ammorbidire la situazione cambiando il fulcro del discorso, alzandosi per venire da me a prendere la bambina, ma continuo a giocare iniziando a scappare con la piccola tra le braccia che ride come una pazza vedendo suo padre che le corre dietro.
Prendi esempio padre, ti dovevi comportare così con me.

«Scappiamo, scappiamo!» dico alla bambina e ridiamo come pazze sia io che lei sotto gli occhi divertiti di tutti tranne che di mio padre, di Henry e di Gabriel che mi guardano tra un misto di furioso e sorpresi, soprattutto gli ultimi due.

«Ora basta! Dobbiamo pranzare» dice mio padre alzandosi e tirando via la bambina dalle mie braccia interrompendo tutto il divertimento. La passa allo zio  addirittura manco fosse la sua peggior nemica e ci fa segno di ricomporci e di metterci in riga come soldati: povero cucciolo, gli ho sbattuto in faccia quello che non è stato per me? Ah, che peccato. E non ha ancora visto niente.

«Sediamoci» dice freddo prendo il posto del capotavola: prevedo un pranzo disastroso ed io non vedo l'ora di sparare i primi proiettili che ho in canna. Caro papino, benvenuto nel tuo inferno personale.

Continue Reading

You'll Also Like

144K 4.1K 89
@charles_leclerc ha iniziato a seguirti
143K 4.6K 43
Quelle due lineette parallele, così semplici e banali, hanno distrutto il mondo apparentemente perfetto che avevo messo su con sudore e fatica. Sono...
51K 2.6K 47
Una semplice gita scolastica si trasformò in qualcosa di più...di inaspettato. Chi avrebbe mai pensato che esistessero realmente i vampiri? Belli, s...
1.1M 32.5K 94
Kimberly Morgan è una ragazza gentile, simpatica, testarda come poche, e a dir poco bella. Suo fratello ritenendola troppo innocente per la vita crud...