Quello che amo di te

By bijouttina

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«Sei tu che devi decidere cosa fare della tua vita. Io sono sicura di amarti, e tu?». Non dice niente. Ho vol... More

Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Quattro
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Capitolo Nove
Capitolo Undici
Capitolo Dodici
Capitolo Tredici
Capitolo Quattordici
Capitolo Quindici
Capitolo Sedici
Capitolo Diciasette
Capitolo Diciotto
Un anno dopo

Capitolo Dieci

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By bijouttina

«Pronto?», rispondo assonnata.
Non ho fatto nemmeno in tempo ad accendere il cellulare, che stava già squillando. Che rottura di scatole. Sono ancora mezza addormentata e non ho voglia di sentire nessuno.
«Sono Nicholas.».
La sua voce rimbomba immediatamente nella mia testa, un milione di campanelli d'allarme si attiva.
«Oh ciao.», saluto sentendomi improvvisamente sveglia e reattiva.
«Ho bisogno di parlarti. Nel parchetto vicino a casa tua fra dieci minuti?», mi chiede.
Non riesco a capire che tono stia usando, non so se devo preoccuparmi o fare i salti di gioia perché vuole vedermi. Mi sta facendo diventare matta.
«Va bene, ci vediamo lì tra poco.», rispondo cercando di rimanere calma.
«Ciao Emma.», riaggancia e io fisso il telefono in stato confusionale.
Ora che cosa sta succedendo? Mi metto la prima cosa che trovo nell'armadio, non ha senso mettermi qualcosa di carino se poi deve dirmi che non ne vuole più sapere di me. Tanto vale essere in pantaloncini e maglietta comoda. Mi spazzolo i capelli e li raccolgo in una coda di cavallo. I dieci minuti stanno scadendo, sono rimasti quelli giusti per raggiungere il parco. Sto tremando dall'ansia, non so cosa devo aspettarmi. Tutto questo mi fa agitare parecchio, ho il cuore che batte a mille e le mani che sudano tremendamente.
Quando arrivo al parco, Nicholas è già lì che mi aspetta. Sembra aver passato la notte in bianco.
«Stai bene?», gli domando preoccupata. «Non hai un bell'aspetto.».
Respira a fondo e mi guarda in un modo strano. Vorrei tanto sapere che cosa gli sta passando per la testa.
«Ho visto il tuo ex uscire da casa tua ieri sera.», afferma cupo.
Mi stava forse spiando?
«Che cosa vuoi sapere? Se ci sono andata a letto?», domando incrociando le braccia al petto.
Annuisce.
«Nicholas, non ne posso più di tutto questo tira e molla. Mi scoppia la testa.», sbotto sedendomi sulla panchina.
«Ti prego, devo sapere.», farfuglia inginocchiandosi davanti a me e prendendomi le mani.
«Non ci sono andata a letto. Lui ci ha provato, ma non ho voluto.», gli confesso affondando le dita tra i suoi capelli, mi manca così tanto stare con lui.
«Ti ha baciato?», continua a fissare le nostre mani unite.
«Sì.».
«Lo rifarai?», chiede guardandomi finalmente negli occhi.
«Era un bacio di addio.», rispondo seccata.
Comincio a non poterne più, respiro a fondo.
«Senti Nicholas, lo vuoi capire che io sono innamorata di te? Non ho bisogno di altri uomini accanto. Se non posso averti, passerò la vita da sola.», tuono con rabbia.
Mi alzo dalla panchina e mi porto le mani al viso. Si alza anche lui e mi raggiunge.
«Non ce la faccio più Nicholas, prima o poi dovrai prendere una decisione. Se non vuoi stare con me, me ne farò una ragione, ma devi scegliere. Questo stato di limbo mi fa diventare matta.».
«Emma, sto incasinando tutto. Perché non riesco ad aprirmi con te? Ti desidero così tanto e sto rovinando tutto!».
Si porta le mani alla testa e va a sedersi nuovamente sulla panchina.
«Sono solo un coglione.», borbotta.
Mi siedo accanto a lui e gli accarezzo il viso. Ho preso la mia decisione, non si può andare avanti in questo modo.
«Ti do dieci giorni di tempo.», gli dico.
Mi guarda confuso.
«Dieci giorni per capire cosa vuoi farne di me. Se dopo questi dieci giorni tu non avrai ancora fatto una scelta, ognuno andrà per la propria strada.».
Le lacrime mi rigano il viso, le asciugo con un gesto rapido.
«Posso vederti in questi giorni?», chiede guardandosi le mani.
«Fai quello che ti senti. Ti amo Nicholas.», lo bacio sulla guancia e corro via più veloce che posso. Deve cambiare per forza qualcosa, con lui o senza di lui, ma almeno saprò come gestire la mia vita. Sono sicura dei miei sentimenti nei suoi confronti, non sono mai stata così sicura in tutta la mia vita. Capisco quanto sia difficile per lui lasciarsi andare completamente all'amore, ma non posso annullarmi per un suo capriccio. Fare l'amore con lui è meraviglioso, ma io ho bisogno di qualcosa di più. Ho bisogno di essere amata, ho bisogno di amore nella mia vita. Sono stanca di non essere mai abbastanza per qualcuno. Mi concentrerò anima e corpo nel lancio del libro di Mattia ora. Se mi distraggo, forse smetterò di pensare a lui, almeno per un po'.
 

Un'ora dopo l'incontro con Nicholas, mi presento in libreria. Mi guardano tutti in modo strano. Mi è cresciuta una seconda testa e non me ne sono resa conto? Sono confusa. Che sta succedendo? Entro in ufficio ed è pieno di palloncini.
«Buon Compleanno Emma!».
Gridano in coro alle mie spalle.
Cazzo! Ero talmente presa dalle mie cose, che mi sono dimenticata del mio compleanno! Si può essere più storditi di così?
«Te ne sei dimenticata, non è vero?», chiede Mattia abbracciandomi forte.
Annuisco commossa.
«Non te ne sei dimenticato.», commento.
«Non avrei mai potuto farlo.», mi sorride felice e mi porge un pacchetto. «Buon compleanno Emma.».
«Non dovevi.», farfuglio imbarazzata guardandolo negli occhi.
«È da parte nostra.», indica anche Davide e Jessica.
Mi tremano le mani per l'emozione. Apro il pacchetto e c'è una bellissima collana con un ciondolo a forma di coccinella.
«Spero ti porti tanta fortuna.», mi bacia sulla guancia.
Lo abbraccio forte e piango sulla sua spalla, non sono più riuscita a trattenermi.
«Non è solo commozione questa, vero piccola?», mormora dolcemente al mio orecchio.
Scuoto la testa.
«Vuoi parlarne?».
«No.», rispondo. Non ho davvero voglia di parlare dei miei problemi di cuore con il mio ex ragazzo.
«Okay.», dice stringendomi forte a sé. «Sarò sempre qui per te se ne avrai bisogno.».
«Grazie.», gli dico asciugandomi gli occhi con le dita.
Abbraccio anche Davide e Jessica e li ringrazio per il bellissimo pensiero.
Come ho fatto a dimenticare il mio compleanno? Mi dispiace non poterlo passare con Nicholas, sarebbe stato davvero il più bel compleanno della mia vita se avessi potuto trascorrerlo con lui.
Sento vibrare il cellulare nella tasca dei pantaloni, mia madre.
«Ciao mamma!», saluto fingendomi allegra.
«Buon compleanno tesorino mio!», esclama lei su di giri.
«Grazie.».
«Come ti senti con un anno di più?», chiede allegra.
Che domanda del cavolo.
«Mi sento esattamente come ieri.», rispondo alzando gli occhi al cielo. Solo con un pezzo di cuore in meno.
«Quando vieni a trovarci?», domanda dopo un attimo di silenzio.
Sapevo che alla fine sarebbe andata a parare lì, conosco bene il mio pollo.
«Perché non venite voi invece? Non siete ancora venuti a trovarmi da quando mi sono trasferita e penso sia il momento ideale», propongo.
Guardo Mattia e si mette a ridere, ha già capito, dove voglio andare a parare. Mi sono sempre divertita a far passar loro un po' di tempo con lui a tradimento, mio padre non lo aveva accolto a braccia aperte. Mi dà il consenso con un cenno del capo.
«Perché che succede?», chiede incerta.
«C'è la presentazione di un libro di un autore emergente molto dotato qui in libreria. Mi piacerebbe ci foste anche voi quel giorno.».
Mattia sta ridendo come uno scemo. Gli dico di darsi una calmata con un cenno della mano, ma non serve a niente. Davide e Jessica ci guardano divertiti, senza capire che cosa stia succedendo.
«Va bene allora, quand'è?», acconsente mia madre.
«Fra dieci giorni.», la informo.
«Ci saremo tesoro.», mi dice lei felice.
«Non vedo l'ora.», sto cercando di non ridere.
«Ancora auguri bambina mia.».
«Grazie mamma, ciao!».
Appena riattacco, scoppio del tutto. Avevo bisogno di una bella risata dopo le lacrime di prima.
«Sei pazza!», esclama Mattia.
«Non oso immaginare che faccia faranno quando ti vedranno!», rido di gusto.
«Secondo me tuo papà mi prende a calci nel culo!», commenta lui abbracciandomi.
«Molto più che probabile!», confermo staccandomi da lui.
Mi sta abbracciando un po' troppo per i miei gusti oggi.
«Stasera ti portiamo fuori a festeggiare. Offriamo noi ovviamente.», Davide mi toglie da quella situazione imbarazzante.
«Grazie ragazzi, mi sono commossa.», mi asciugo gli occhi con un fazzoletto.
La giornata scorre piuttosto veloce. I ragazzi sono stati gentilissimi con me e mi hanno fatto sentire una regina. Verso le cinque Nicholas fa la sua apparizione. Mi batte forte il cuore, come ogni volta che i nostri sguardi s’incontrano. Non riesco a smettere di guardarlo, è più forte di me, lo amo da morire. Scambia due parole con Enrico e poi viene verso di me.
«Buon Compleanno Emma.», mi bacia sulla guancia, a un millimetro dalla bocca. Mi mette tra le mani un bellissimo mazzo di rose rosse.
«Come facevi a sapere che era il mio compleanno?», gli chiedo inebetita. Il mio viso deve essere dello stesso colore delle rose che ho tra le mani.
«Me l'ha detto Enrico.», risponde scompigliandosi i capelli nervosamente.
«Io l'ho dimenticato completamente!», ammetto ridendo.
Voglio stemperare questa atmosfera carica di imbarazzo, vorrei che questo giorno fosse il più spensierato possibile.
«Stai scherzando?», chiede lasciandosi andare in una delle sue bellissime risate. Era un po' che non lo sentivo ridere ed è stupendo.
«Ti sembra possa scherzare su una cosa così importante? Ne va della mia reputazione!», borbotto prendendolo in giro.
«È proprio da te dimenticarti il compleanno.», commenta lui baciandomi la guancia in fiamme.
«Bisogna essere portati anche per queste cose.», mi stringo nelle spalle.
«C'è il tuo ex nei paraggi?», domanda guardandomi in modo strano.
«Devo prepararmi a chiamare il centotredici?», inarco un sopracciglio.
«Scema, non mi permetterei mai. Devo parlargli un attimo.», mi sfiora il braccio e mi prende la mano, stringendola nella sua.
Proprio in quel momento Mattia esce dall'ufficio.
«Eccolo lì, è tutto tuo.», lo indico con un cenno del capo.
«Torno subito.», mi sfiora le labbra con le sue e si allontana. Rimango imbambolata sul posto, non mi aspettavo quel bacio da parte sua.
Enrico mi sta fissando con un sorrisetto stampato in volto.
«Che succede?», chiedo sgranando gli occhi.
«Niente cara.», risponde lui ridendo.
Sbuffo e mi siedo su uno sgabello. Osservo Nicholas e Mattia che parlano educatamente tra di loro, non sembra esserci alcuna tensione. Nicholas si accorge che lo sto guardando e mi sorride, mi strizza l'occhio. Mi sento avvampare immediatamente. Jessica se ne accorge e alza gli occhi al cielo.
«Devi fare qualcosa per questo tuo problema?», mi fa notare con un'espressione che è un misto tra il serio e il divertito.
«Quale problema?», farfuglio con aria innocente.
«Non è normale che diventi rossa in quel modo ogni volta che anche solo ti guarda!», ora ride di me e non è bello.
«Uffa, non lo faccio di certo apposta.», borbotto imbronciata.
«Secondo te potrei piacergli?», mi chiede timidamente dopo un attimo di esitazione.
«A Mattia?», inarco un sopracciglio.
«Shhhh, non così forte! Sei pazza?», mi ammonisce.
Stavolta è lei a diventare paonazza.
«Ora sei tu parecchio rossa.», le faccio notare.
«Okay, non ti prenderò più in giro promesso!».
Continua a sistemare dei libri appena arrivati mentre parliamo.
«Secondo me potresti piacergli.», le dico sinceramente.
Mi guarda con un sorriso enorme stampato in viso.
Quei due stanno ancora parlottando e io mi sto innervosendo. Chissà che cosa si stanno dicendo. Butto fuori tutta l'aria che avevo incamerato nelle guance.
«Chiedigli di venire con noi stasera.», mi propone Jessica dopo un po'.
«Credi che verrebbe?», chiedo poco convinta.
«Perché non dovrebbe?», commenta lei con una scrollata di spalle.
Dieci minuti dopo Nicholas è di ritorno e Mattia è con lui, fa davvero strano vederli insieme.
«Non vi siete presi a pugni a quanto vedo.», esclamo inarcando un sopracciglio.
«No, direi di no.», dice Mattia ridendo.
«Che peccato! Sarebbe stato bello...», lascio la frase in sospeso e scoppio a ridere.
«Da dove sei saltata fuori?», Nicholas scuote la testa e ride di gusto.
«Non lo so, domandalo a mia mamma!».
«Lo farò di sicuro.», mi guarda negli occhi senza smettere di ridere.
«Stasera la portiamo fuori a cena per festeggiare, ti va di venire con noi?».
Mattia mi ha battuto sul tempo, forse è meglio così. Nicholas mi sorride e poi rivolto a lui risponde: «Mi piacerebbe molto.».
«Bene allora, ci troviamo qui davanti per le otto e poi andiamo a fare i bagordi!», afferma Mattia allegro.
«Oh signore santissimo, si salvi chi può! Pazzi in libera uscita!», mi alzo dallo sgabello, facendolo traballare.
Scoppiamo tutti a ridere e mi sento felice. Erano giorni, forse addirittura mesi che non mi sentivo così bene, rilassata.
Nicholas intreccia le sue dita alle mie e mi guarda in un modo nuovo. Non voglio farmi illusioni, tutte le volte che è successo, un pezzo del mio cuore è andato in frantumi. Nessuna illusione stavolta, mi godo solo il momento. Lo bacio sulle labbra, appoggio la testa sulla sua spalla, mi sento bene.
 

Alle sette in punto corro a casa a prepararmi. Che cosa mi metto? Se non ci fosse stato Nicholas, il problema non sussisteva. Ora che so che ci sarà anche lui, sto andando completamente nel panico. Faccio una bella doccia fredda così mi riprendo un po'. Mi avvolgo nell'asciugamano e mi metto a guardare il contenuto del mio armadio. Perché non mi decido mai ad andare a comprare qualcosa di decente? Uffa! Scovo in un angolo molto remoto un vestitino senza spalline di un azzurro chiaro. Non ricordavo nemmeno di averlo. Mi arriva alle ginocchia e non mi sta per niente male, potrei optare per questa scelta alla fine. Indosso un paio di scarpe con il tacco, sono di un blu elettrico bellissimo. Se sono così belle perché non le indosso mai? Mah! Mi trucco un po' meglio del solito e lascio sciolti i capelli. Mi spruzzo un po' del mio profumo preferito e sono pronta. Mi guardo allo specchio e sono soddisfatta del risultato, stranamente. La collana che mi hanno regalato i ragazzi ha dei brillantini azzurri e sta benissimo con il vestito.
Mi sto ancora rimirando allo specchio, quando suona il campanello. Mi affaccio alla finestra e c'è Nicholas con una rosa rossa in mano. Quando mi vede, i suoi occhi s’illuminano e mi sorride così dolcemente che sento il calore al viso arrivarmi fino alla punta delle orecchie.
Scendo di corsa, mi chiudo il portone d'ingresso alle spalle e mi precipito da lui. Manco l'ultimo gradino, però, e sto per cadere in terra. Lui mi prende al volo e mi tiene stretta fra le sue braccia. I nostri occhi s’incontrano e non capisco più niente. Il cuore batte a dismisura, sembra voglia uscirmi dal petto, sto tremando.
«È il tuo cuore?», chiede senza staccare gli occhi dai miei.
Annuisco.
«Per la paura?», la dolcezza con cui mi sta parlando mi fa diventare le gambe molli.
Scuoto la testa.
«Come mai batte così forte allora?», noto un filo di agitazione nella voce.
Deglutisco a fatica.
«Sei tu che mi fai battere il cuore in questo modo, oppure sto avendo un infarto.», dico sommessamente, cercando di sorridergli.
«Spero tanto tu non abbia un infarto per colpa mia.».
Mi accarezza la guancia in fiamme, sto bramando la sua bocca in questo momento.
«Spero di no. Grazie per avermi salvata ancora una volta.».
Sono ancora stretta tra le sue braccia, e lui non sembra avere nessuna intenzione di lasciarmi andare.
«È mio dovere salvarti tutte le volte che combini qualche disastro.».
Gioca con i miei capelli e ogni volta che mi sfiora, sento dei brividi lungo la schiena.
«Sei il mio disastro Emma.», mi sfiora le labbra con il pollice, potrei svenire qui all'istante.
«Stiamo facendo tardi.», lo informo senza smettere di desiderare di essere baciata.
Mi bacia la guancia ancora rosso fuoco e mi lascia andare. Mi porge la mano e io intreccio le mie dita alle sue.
«Andiamo a fare bagordi.», esclama in tono così sexy da farmi sentire molle come una gelatina.
Quest'uomo mi farà impazzire, ne sono sicura.
Le scarpe che ho scelto non sono proprio il massimo della comodità, forse è per questo che erano segregate in una scatola in fondo all'armadio. Ogni tanto becco Nicholas ridere di me e lo fulmino con lo sguardo, ovviamente arriviamo in ritardo per questo motivo. Mai più queste scarpe se devo fare più di dieci passi!
I ragazzi ci stanno già aspettando davanti alla libreria.
Metto le mani avanti e dico prima che aprano bocca: «Colpa mia! Non indosserò mai più queste scarpe. Chi me l'ha fatto fare.».
Nicholas tiene la mia mano stretta nella sua. Sembriamo quasi una coppia normale questa sera e non mi dispiace per niente.
«Stai bene vestita così però.», commenta Jessica allegra.
«Anche tu Jessi.», affermo con un sorriso.
Indossa un vestito rosa confetto con le spalline, piuttosto corto e delle scarpe con la zeppa. Sembra più grande della sua età truccata in quel modo.
Davide mi sta guardando in un modo indecente, dovrebbe asciugarsi le bave. Lo guardo con gli occhi ridotti a due fessure. Mattia se ne accorge e gli molla una gomitata nelle costole. Nicholas sembra divertirsi e per rincarare la dose lascia andare la mia mano, la mette in basso sulla schiena e mi attira vicino a sé. Sta marcando il territorio.
Jessica continua a lanciare a Mattia degli sguardi timidi. Non credo che lui si sia accorto delle sue attenzioni, è concentrato su altro, sulla scollatura del mio vestito per essere precisi. Ho attirato anche l'attenzione di chi non volevo e non ne vado fiera.
«Visto che abbiamo avuto la nostra dose quotidiana di imbarazzo, possiamo andare, no?», propongo ridendo.
«Direi di sì.», afferma Mattia divertito.
«Dove mi portate di bello?», chiedo curiosa.
«È una sorpresa.», risponde il mio ex con aria misterioso.
«Non mi benderete mica, vero? Sono cintura nera di karate e se vi avvicinate a me, vi prendo a calci!», incrocio le braccia al petto, fingendomi combattiva.
«Oh Emma! Fammi il favore!», sbotta lui scacciando via l'idea con la mano.
«Mi sa che non ti crede nessuno.», Nicholas ride.
«Eppure mi sembrava di essere stata piuttosto convincente. Stavolta devo averlo perso davvero il mio fascino.», dico imbronciata.
«Sarà l'età.», commenta Davide prendendomi in giro.
«Dopo questa affermazione tu resti qui!», lo fulmino con lo sguardo.
Comincia ad agitarsi e io scoppio a ridere.
«Allora non l'ho perso del tutto il mio fascino!», gli strizzo l'occhio e lui comincia a respirare di nuovo normalmente.
«Credo di no!», Jessica scoppia in una fragorosa risata. Le piace un casino vedere suo cugino in difficoltà.
«Lo so che doveva essere una sorpresa, però, alla fin fine, anche se lo sa prima, non cambia niente, non credete?», Mattia sembra rivolgersi più a Nicholas che agli altri. Almeno mi è sembrato fosse così.
«Okay.», risponde Nicholas. Allora forse stava davvero parlando con lui. Che cosa avranno mai in mente?
«La cena l'abbiamo organizzata a casa mia, in giardino. Però non ti diciamo altro.», mi guarda negli occhi, il suo sorriso è così dolce.
«Oh, va bene. L'importante è divertirsi!», batto le mani felice.
Mi prende di nuovo per mano e raggiungiamo la sua macchina, gli altri salgono in quella di Davide.
«È per questo motivo che hai voluto parlare con Mattia oggi?», chiedo guardando fuori dal finestrino.
«Che curiosa che sei.», esclama mettendo la mano sulla mia.
Gli faccio la linguaccia e lui ride.
«Sei bellissima anche quando fai le facce buffe.», mi guarda di sottecchi per non distrarsi alla guida.
«Io non faccio mai le facce buffe.», gli metto il broncio.
«Ah no? Quest'ultima è una delle mie preferite.», intreccia le dita alle mie e si porta la mano alla bocca baciandone il dorso.
«Hai anche stilato una classifica magari?», mi sto prendendo di gioco.
«Ho stilato la mia top five la scorsa notte.», commenta soddisfatto.
Io lo stavo prendendo in giro, e lui l'ha fatto sul serio. Non ci credo.
«Invece di dormire?», inarco un sopracciglio, sorpresa.
«Non riuscivo a dormire.», si stringe nelle spalle.
«Quindi, invece di contare le classiche pecore, contavi le mie facce buffe.», sono un tantino scettica.
«Se vuoi metterla in questo modo...», lascia la frase in sospeso, un sorriso stampato sulle labbra.
«Secondo me hai qualche problema serio.», scuoto la testa divertita.
«Probabile. Dovrò farmi vedere da uno specialista al più presto.».
Il suo meraviglioso sorriso non lo abbandona nemmeno un istante. Amo quel sorriso.
«Allora? Quale sarebbe questa top five? Adesso voglio saperla!», gli pizzico il braccio.
«Dovrai aspettare, siamo arrivati.», trattiene una risata.
«Così non vale però!», mi fingo offesa.
«Mi dispiace, ma devi aspettare ugualmente.».
La sua bocca si posa dolcemente sulla mia e smetto di borbottare.
«Va bene, aspetterò.», mugugno con un accenno di frustrazione nella voce.
«Ho trovato il modo per farti stare zitta.», mi bacia nuovamente per poi scendere con le labbra lungo il collo.
«Così non va per niente bene.», respiro a fatica.
Mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non riesco a staccare gli occhi dai suoi, mi manca il respiro.
Nel frattempo sono arrivati anche gli altri, per mia fortuna, sennò la vedevo brutta, molto brutta. Scende dalla macchina e viene ad aprire la mia portiera. Mi tende la mano e mi aiuta a scendere.
«Grazie.», farfuglio sentendomi accalorata in viso.
«È un piacere per me.», mi bacia la mano lentamente e mentre lo fa, mi guarda dritto negli occhi. Ora svengo qui ai suoi piedi.
«Oh, che scena romantica.», sento squittire Jessica accanto a noi.
Davide lo guarda incredulo. Mi sa che una cosa del genere a lui non sarebbe mai nemmeno passata per l'anticamera del cervello.
«Dai piccioncini. Qui c'è gente che ha voglia di bere qualcosa.», sbotta Mattia incamminandosi verso il giardino, sembrava piuttosto irritato. Non ci faccio nemmeno caso, non m'importa.
Mi porto una mano al viso e scuoto la testa ridendo.
«Che c'è?», chiede Nicholas con un sorriso sghembo.
«Mi fa strano festeggiare il compleanno in questo modo, ma mi sto divertendo tanto. Erano anni che non mi capitava.», ammetto appoggiando la fronte sul suo petto, lui mi avvolge in un abbraccio.
«Sono felice che tu ti stia divertendo piccola.», mi accarezza la schiena lievemente.
«Grazie.», gli poso una mano sul viso e gli sorrido.
«E di cosa?», domanda confuso.
«Di essere entrato nella mia vita.», soffio dolcemente.
È rimasto un po' inebetito, così lo prendo per mano e lo trascino in giardino.
Oh mio Dio. Il giardino non è più come lo ricordavo. Ha fatto mettere dei veli bianchi tra gli alberi ricavando una specie di gazebo. Tante lucine bianche illuminano il tutto. Rimango a bocca aperta per lo stupore.
«Ti piace?», domanda al mio orecchio, in un sussurro.
«È stupendo Nicholas.», sento uno strano pizzicamento agli occhi, mi sto commuovendo.
«Vieni, ho ordinato la cena nel miglior ristorante della zona.».
Mi sposta la sedia a capotavola per farmi sedere, gli altri sono già accomodati. Sul tavolo c'è di tutto, non so nemmeno da che parte cominciare.
«Servitevi pure, mangiate tutto quello che volete. Non vi farete mica problemi?», esclama Nicholas ridendo.
«No di certo!», commenta Davide prendendosi una bella porzione di pasta con le vongole.
Anche Mattia e Jessica alla fine si fanno coraggio e si servono.
«Cosa ti va di assaggiare?», domanda Nicholas seduto accanto a me.
Mi guardo un po' in giro e poi vedo uno splendido astice.
«Vorrei assaggiare quello.», indico il crostaceo con l'indice.
«Buongustaia.», mi strizza l'occhio.
Mi passa l'astice e lo schiaccianoci per rompere le chele.
«Buon divertimento.», scoppia a ridere.
«Invidioso.», gli mostro la lingua e mi concentro su quella meraviglia di crostaceo.
Okay, bene, da che parte si comincia a mangiarlo? Volevo fare la raffinata, ma non ho la più pallida idea di come si mangi.
Nicholas mi spia con la coda dell'occhio e scuote la testa ridendo.
Prendo in mano una chela e cerco di romperla con lo schiaccianoci. Non l'avessi mai fatto! Un pezzo centra in piena fronte Mattia che mi guarda malissimo. Un altro va dritto nel bicchiere di Nicholas. Peccato stesse per bere e si è rovesciato il vino sui pantaloni.
«Oops.», nascondo il viso tra le mani per l'imbarazzo.
«Emma!», sbottano in coro Mattia e Nicholas.
«Scusate!», chiedo loro perdono con lo sguardo.
Jessica e Davide ridono come dei cretini e io mi sto trattenendo a fatica.
Prendo un tovagliolo e lo bagno con dell'acqua frizzante. Dicono che tolga le macchie, non saprei se sia vero o no. Cerco di pulire i pantaloni di Nicholas, ma forse sto solo peggiorando le cose. Mi guarda divertito.
«Tesoro, non mi sembra il caso.», mormora al mio orecchio.
Stavo pulendo nei suoi punti delicati. Oh mio Dio! Non voglio immaginare di che colore sia la mia faccia in questo momento. Mattia e Davide si guardano e scoppiano a ridere.
«Siamo disponibili anche noi!», esclama Mattia strizzandomi l'occhio.
«Smettetela! Ho capito, non serve infierire! Sono già abbastanza imbarazzata per conto mio!», agito le mani davanti al viso per sentire un po' di aria fresca.
Nicholas si avvicina al mio orecchio e sussurra: «Se ti va, possiamo continuare dopo in privato.».
«Scemo!», gli do una pacca sul braccio.
Ho il viso in fiamme dalla vergogna, sono un caso disperato.
Jessica si avvicina a Mattia e dice: «Se vuoi, ti aiuto io.».
Nicholas ed io ci guardiamo stupiti. Dove avrà mai trovato il coraggio di uscire con una frase del genere?
Mattia sembra divertito.
«Se ne avrò bisogno, te lo farò sapere.», commenta lui.
«Ragazzi, fatemi il favore!», tuono nascondendo nuovamente il viso tra le mani.
«Vado a prendere una boccata d'aria, va!».
Vado a sedermi sul muretto poco lontano da loro. Che scena imbarazzante, non mi sono mai vergognata così tanto in tutta la mia vita. Chiudo gli occhi e inspiro a fondo. Sento il profumo del suo dopobarba nell'aria, la testa comincia a girarmi.
«Scusami per prima.», gli dico ancora con gli occhi chiusi.
«Non scusarti, era una bella sensazione, anche se fuori luogo.».
Si siede accanto a me e mi prende la mano. Mi lascia una scia di baci sul collo, risvegliando tutti i miei sensi.
«Ho voglia di stare da solo con te.», mi soffia all'orecchio. «Mi manchi da morire.».
«Anche tu mi manchi.», apro gli occhi e fisso la sua bocca in totale adorazione.
«Ti va di aprire il mio regalo?», mi chiede dolcemente.
«Le rose e la cena non bastavano?», non mi aspettavo che si presentasse anche con il regalo.
Mi sorride. «Meriti molto di più Emma.».
Mi porge una scatolina.
«Buon Compleanno piccola mia.», mi bacia la guancia in fiamme.
Apro il pacchettino con mani tremanti. All'interno c'è un braccialetto d'oro con tanti piccoli cuori a pendente, sono completamente senza parole.
Mi porto una mano alla bocca per lo stupore.
«È bellissimo Nicholas.», balbetto con gli occhi lucidi.
«Vieni che te lo metto.».
Mi prende il polso e aggancia il braccialetto, non lascia andare la mia mano quando ha finito. La accarezza lievemente, ne bacia il palmo con infinita lentezza.
«Grazie.», sussurro avvicinandomi alla sua bocca.
«Solo il meglio per te.».
Le nostre bocche non fanno in tempo a sfiorarsi, che i nostri pseudo amici si mettono a battere le posate sui piatti per attirare la nostra attenzione.
«Stiamo aspettando voi per la torta!», urla Davide, come se stesse morendo di fame dopo tutto quello che ha mangiato.
«Mi sembra stiano boicottando il nostro bacio.», appoggia la fronte sulla mia e sospira.
«Lo credo anch'io, uffa.», brontolo.
«Andiamo sennò non smettono più.». Mi prende per mano e torniamo ai nostri rispettivi posti.
Jessica porta in tavola una bellissima torta con una montagna di panna montata e frutta fresca, è decorata sul bordo con delle invitanti spumiglie. Sembra deliziosa. C'è anche una targhetta di zucchero con scritto "Buon compleanno Emma" in cioccolata. Nella panna svettano tante candeline rosa, sono già accese.
«Mi volete male. Mi fate sentire vecchia.», fisso le candele con sguardo afflitto.
«Gallina vecchia fa buon brodo.», commenta Davide, è un po' brillo.
«Ah ah ah spiritoso!», gli mostro la lingua.
«Esprimi un desiderio.», mi sprona Jessica allegra.
Chiudo gli occhi, so già quello che desidero. Nicholas intreccia le sue dita alle mie sotto il tavolo. Apro gli occhi e soffio, le spengo tutte e trentatré in un colpo solo.
«Ne hai di fiato per la tua età!», esclama Mattia prendendomi in giro.
«È tutta invidia!», dico io di rimando.
Mangiamo la torta tra tante risate e prese in giro, e una bottiglia intera di spumante. Nicholas mi guarda con la coda dell'occhio e sorride.
«Che c'è?», domando con un filo di voce.
Si volta verso di me e mi pulisce il naso con un dito.
«Hai panna ovunque.», risponde dolcemente.
«Anche tu non sei da meno.», gli faccio notare.
Gli pulisco l'angolo della bocca con il pollice. Ho così tanta voglia di baciarlo in questo momento. Non so quanto posso resistere ancora senza di lui.
«Non credo di averti detto che sei bellissima stasera.», mormora sommessamente per non farsi sentire dagli altri.
Abbasso lo sguardo e arrossisco. Vorrei tanto che gli altri se ne andassero a casa, ho bisogno di stare da sola con lui. Dopo parecchie altre chiacchiere e bottiglie di vino, finalmente Jessica si alza e dice: «Meglio andare, si è fatto tardissimo.».
La ringrazio con lo sguardo e lei mi sorride.
«Ti accompagniamo a casa Emma?», chiede Davide speranzoso.
«Aiuto Nicholas a sistemare qui, è il minimo che posso fare.», alzo le spalle.
Mattia guarda Nicholas in modo poco amichevole, cerca di sorridermi, ma gli esce una smorfia.
«Ci vediamo domani allora.», saluta Jessica allegra.
«Grazie per la bella serata.», ringrazio abbracciandoli uno alla volta.
Guardo i fari della macchina allontanarsi e sospiro, non ne potevo più.
«Pensavo non se ne sarebbero più andati.», dice lui alle mie spalle.
Mi sfiora il collo con la lingua e chiudo gli occhi, mi tremano le gambe. Mi giro verso di lui e quando i nostri sguardi s’incontrano, il mio cervello non ragiona più, l'unico neurone rimasto sveglio va in corto circuito. Gli allaccio le braccia intorno al collo, mi fiondo sulle sue labbra. Mi stringe forte a sé e ricambia il bacio con una passione dirompente. Mi solleva da terra, le mie gambe gli circondano la vita, mi porta nella sua camera e mi adagia sul letto, le nostre bocche non si sono staccate nemmeno un istante.
«Torno subito.», m'informa senza fiato, andando verso il bagno.
Mi sfilo il vestito al volo e rimango in completino intimo. Quanto ci sta mettendo? Gli occhi sono così pesanti. No, non è possibile. Mi addormento in mezzo secondo netto.
Lo sento tornare in camera. Si stende accanto a me e mi attira a sé, mi posa un lieve bacio sulla spalla nuda.
«Mi dispiace.», riesco a farfugliare.
«Non fa niente piccola.», mi sussurra all'orecchio.
«Devo aver bevuto troppo.», mi giustifico debolmente.
Mi bacia il collo lievemente.
«A me basta averti qui con me amore.», soffia sfiorandomi il viso con le dita.
Ho sentito bene? Ha detto proprio amore? Forse è solo colpa del vino.
«Credo di amarti Emma.».
Affonda il viso tra i miei capelli e mi stringe di più a sé.

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