Emma.
Appena atterrata a Malta corsi ad abbracciare mio padre a cui avevo espressamente chiesto che fosse lui a venire a prendermi e non Keanu. Si era limitato ad acconsentire senza starmi a fare troppe domande e avevo molto apprezzato, però era pur sempre mio padre e quindi aveva capito che qualcosa non andasse.
L'odore di casa mia mi aveva distratta da tutti i pensieri che avevo da qualche giorno a questa parte. Il sorriso di mia madre mi convinceva sempre di più che stavo facendo la cosa giusta. Adesso ero convinta di quanto i miei genitori fossero orgogliosi di me. Non mi avevano mai nascosto le loro paure nel vedermi andare via di casa così presto, ma soprattutto così lontano, per inseguire questo mio sogno. Ma adesso avevano capito anche loro che purtroppo un piccolo paese come Malta non mi avrebbe permesso di fare molto a differenza dell'Italia.
Ci sedemmo intorno al tavolino per pranzare e mi sembrava passato un secolo dall'ultima volta che l'avevamo fatto. Iniziò così un vero e proprio interrogatorio. Le domande erano tra le più varie "Maria com'è? Il pubblico è affettuoso? Studiate molto? Mangi?" Tutte domande a cui avevo risposto sorridendo fino a che non ne fece un'altra, probabilmente banale quanto le altre, ma che bastò per farmi tornare ai pensieri che credevo di aver lasciato fuori dalla porta di casa mia. "Con chi hai legato di più?" chiese mia madre entusiasta.
Silenzio.
Non era una domanda difficile, la risposta la conoscevo benissimo in cuor mio, ma dirla ad alta voce e soprattutto a mia madre avrebbe confermato ciò che non avrei voluto ammettere. Non adesso.
"Un po' con tutti, tranne con le ragazze con cui divido la stanza" risposi vaga e spostai l'attenzione su quanto fossero stronze Carmen e Claudia. Preferivo parlare di loro piuttosto che di quel biondino ossigenato dall'aspetto un po' rocambolesco ma con cui avevo combinato un bel casino.
Mia madre mi consigliò di riposarmi prima di preparare la valigia per la nostra crociera ma neppure questa volta riuscii a farlo. "Se Luca non avesse aperto la porta ci sarei finita a letto" ripeteva da giorni la mia vocina interiore insieme ad un'altra frase che ormai abitava nel mio cervello "Lo dico a Keanu?". E questo era decisamente un bel problema, non sapevo come avrei reagito rivedendolo, non sapevo se mi sarei sentita in colpa o se invece sarei riuscita a far finta di niente ma soprattutto, cosa molto più importante, non sapevo se ancora lo amavo.
A fatica chiusi gli occhi per qualche ora e, una volta riaperti, iniziai a disfare la valigia che fino al giorno prima era nella mia stanza dell'OC hotel e a riempirla con i vestiti che mi sarebbero serviti per la crociera. Ad un certo punto il suono del campanello mi costrinse a lasciar perdere ciò che stavo facendo e quando aprii la porta trovai la figura di Keanu sorridente. Senza che riuscissi a realizzare qualcosa, mi trovai sollevata tra le sue braccia che volteggiavo sul pianerottolo. Sembrava così felice di rivedermi al contrario mio. Mi forzai per baciarlo e quello fu un chiaro segnale ad una delle mie domande: non riuscivo a far finta di niente. Così decisi di sputare il rospo e di far pace almeno con la mia coscienza.
Ci sedemmo sul mio letto e probabilmente dal mio sguardo intuì qualcosa, "Ascolta, so che penserai che sono una stronza e probabilmente hai tutte le ragioni per farlo. So che ci eravamo promessi che non sarebbe cambiato nulla ma davvero, ci ho provato con tutte le mie forze, non riesco a vivere una storia così a distanza." Lo avevo spiazzato e lo avevo capito e questo mi fece assalire dai sensi di colpa. Lo vidi sull'orlo delle lacrime e continuai "Non è colpa tua, è che io ora non so quale sarà il mio futuro dopo Amici, so solo che ho capito che tornando a Malta non potrei mai avere una carriera brillante come cantante e a questa cosa tengo tantissimo." La sua espressione cambiò da delusa ad arrabbiata "E a me non ci tieni?" domandò con la sua solita innocenza e mi ritrovai spiazzata. Non sapevo cosa rispondere e quel silenzio rispose per me. Lo vidi incazzato come mai lo avevo visto. "Ci tengo, davvero. Però non so se tu sei disposto a rinunciare a tutto per me, al tuo futuro, alla tua vita qui. E so benissimo che ti sto chiedendo di rinunciare a troppo ed è proprio per questo che tu non puoi chiedere a me di rinunciare al mio sogno." Lo avevo spiazzato e sinceramente avevo spiazzato anche me stessa. "Emma, ti prego. Non buttiamo nel cesso 3 anni bellissimi. Prendiamoci una pausa, almeno fino a che va avanti ad Amici. Dopo decideremo cosa fare." Con molti dubbi accettai questo compromesso e lo abbracciai fortissimo prima di riaccompagnarlo alla porta.
Tornai a fare la valigia e da un momento all'altro lacrime salate rigarono il mio viso. Sapevo benissimo il perché. "Il motivo è la tua carriera o una dura testa, spesso dolce e comprensiva, bionda?" mi ripetevo nella testa come se fosse il ritornello di una canzone.
Grazie mille a tutti per essere arrivati a più di 500 letture e per ringraziarvi ho postato un nuovo capitolo! Se riesco domani o mercoledì ne metterò un altro :)