nothing has changed //Yaoi//

By YumeNoshi

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- Ecco... Posso farti una domanda? - - Certo che sì, avanti! - - ...Ti saresti innamorato di me anche se foss... More

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conti in sospeso

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By YumeNoshi

Il suono improvviso di un clacson fece sussultare i due, facendoli voltare di scatto verso la strada, dove accostata al marciapiede stava una piccola macchina interamente nera.

Ma non piccola nel senso che aveva quattro posti anzichè sette. Piccola nel senso che di posti ne aveva solo due e il bagagliaio dietro pareva più un qualcosa di ornamentale che altro. Infatti non si trattava di una macchina qualunque, bensì di una minicar.

- Non dirmi che è quella la macchina di tua... -

Non fece in tempo a finire che il finestrino rivolto verso di loro si abbassò lentamente e la donna seduta al posto del guidatore, che da così lontano e con tutto quel buio Miroku faticava a vedere, si sporse leggermente fuori, rivolta indubbiamente verso di loro, dato che in quel momento non c'erano altri passanti.

- Sten, ma che fai? Stai aspettando un invito per caso? Sbrigati a salire che ho lasciato tutta la cena sul fuoco! -

All'udire quella voce Miroku strabuzzò gli occhi.
Gli era familiare, incredibilmente familiare.

- Dai, sbrighiamoci. -

Disse allora il danese afferrando la mano dell'altro e trascinandolo fino alla macchinetta.

- Aspetta un attimo! - Ribattè Miroku non appena si fu ripreso dalla sorpresa. -  Ma quella macchina non ha solo due posti? -

- Sì, perché? -

Ribattè Sten mentre apriva in fretta il bagagliaio e infilava con un po' di fatica sia il suo zaino che quello dell'altro.

- Noi non siamo in tre? -

- ...Oh - Mormorò mentre riabbassava lentamente il portello. - Giusto... -

- Non hai detto a tua zia che ci sarei stato anche io? -

- Beh, se anche glielo avessi detto non è che avrebbe fatto molta differenza. Questa è la sua unica macchina. -

- Smettila di perdere tempo lì dietro e salta su! -

Esclamò la voce della donna, incredibilmente vicina essendo in quella macchina il bagagliaio e il posto del guidatore a meno di un metro di distanza l'uno dall'altro.

- Ma zia... - Replicò il nipote avvicinandosi a lei. - Lì c'è solo un posto libero. -

- Beh, a meno che non ti sia cresciuta un'altra chiappa non vedo dove sia il problema. -

Ridacchiò la donna.

A quel punto però le arrivò davanti anche Miroku e lei ammutolì, fissandolo con tanto d'occhi.

Lo stesso fece il diciottenne, il quale nel riuscire finalmente a scorgere i tratti della donna, per poco non si prese un colpo dalla sorpresa.

- Ah, capisco. Quindi dobbiamo dare un passaggio a Roku? - Commentò lei mettendo fine a quello strano silenzio appena creatosi. - Forza, salite lo stesso. -

- Non possiamo usare un posto in due. -

Replicò Sten.

- Ma sì che potete. -

Ribattè la donna, liquidando la faccenda con un'alzata di spalle.
Quindi rialzò il finestrino, non lasciando ai due altra scelta che fare il giro della macchina per raggiungere il loro posto e verificare se una cosa del genere fosse realmente fattibile.

- Non rischi di prenderti una multa? -

Borbottò il nipote mentre Miroku entrava, stringendosi il più possibile verso l'interno della macchina.

- Beh, effettivamente potrei... Ma dobbiamo anche considerare che è notte, c'è traffico e casa di Miroku non è lontana. -

- Ma che esempio ci vuoi dare? -

Scoppiò a ridere il diciannovenne mentre entrava a sua volta.

- Ah, ma smettila di fare il finto moralista. - Ribattè la donna scuotendo leggermente il capo. - Ti ricordo che non ho mai avuto una sola multa, nè alcun tipo di incidente, in più di quindici anni al volante. Mentre tu quanto ci hai messo a sfasciarti la moto? Mhm? -

- ...Due settimane. -

- Ecco, appunto. Ora chiudi la porta e allacciati la cintura, dobbiamo sbrigarci o ci ritroveremo con la cena in fumo e i pompieri sotto casa. Giusto qualche giorno fa ho insegnato a Caroline i numeri da chiamare in caso di emergenza, speriamo solo che non se li ricordi... -

- Ok, ok. - Rise il ragazzo mentre, stringendosi il più possibile contro Miroku, richiudeva in fretta la portiera, passando poi la cintura al biondo in modo che la chiudesse. Quindi la donna mise la macchina in moto. - Beh, in qualche modo ce l'abbiamo fatta... Stai stretto, Roku? -

Il ragazzo però parve non sentirlo neanche, concentrato com'era nello studiare il volto della trentacinquenne.

- Ho qualcosa in faccia? - Ridacchiò la donna lanciandogli una rapida occhiata con la coda dell'occhio. - Mi guardi come se avessi davanti un fantasma. -

- Ma lei... - Mormorò il ragazzo in tono esitante. - Lei è davvero Cecilie? -

- Chi altri sennò? - Ribattè la bionda continuando a ridere. - Non mi pare di essere cambiata molto in questi ultimi sei anni. Semmai sarei dovuta essere io ad avere difficoltà a riconoscerti, no? -

- Ma questo significa che... -

E a quel punto, nel vedersi improvvisamente lo sguardo di Miroku puntato contro, Sten sussultò, mentre il suo cuore prese a battere all'impazzata.
Ma tanto già lo sapeva che non doveva darsi false speranze, perchè era chiaro che il giapponese gli avrebbe ingenuamente chiesto...

- Quindi sei un cugino di Kirsten? -

E a quel punto Cecilie scoppiò in una risata così fragorosa da far sussultare entrambi i ragazzi, Miroku in particolar modo.

- Oh santo cielo. - Sospirò la donna mentre spingeva delicatamente il piede sul freno, per fermarsi a un semaforo rosso. - Ma sei serio, Roku? Perchè se è una battuta ti assicuro che Sten ne ha già ricevute fin troppe da parte di mia figlia Caroline. Quella piccoletta proprio non sa quando è il caso di smetterla... -

- Ma di cosa sta parlando? -

E nel vedere lo sguardo sinceramente perplesso del ragazzo, la donna non potè che strabuzzare gli occhi incredula, volgendo poi lo sguardo verso il corvino alle sue spalle, il quale in quel momento stava facendo di tutto per non incrociare lo sguardo della zia.

- Tu dove pensi che sia Kirsten in questo momento? -

Nel sentirsi porgere quella domanda lo sguardo del diciottenne si rabbuiò, chinandosi leggermente verso il basso.
La sua risposta arrivò alle orecchie della donna debole e triste, sovrastata in parte dal suono dei clacson delle altre macchine, essendo il semaforo diventato verde già da un po'.

- In... In un cimitero da qualche parte a Tønder, immagino...
Insomma, nel messaggio che mi è arrivato non c'era scritto dove l'avrebbero seppellita. -

- Porca paletta, Sten si può sapere che cavolo hai combinato? -

Sbuffò la donna prima di voltarsi nuovamente verso la strada, cambiando marcia e rimettendo la macchina in moto, per la gioia di tutti gli altri guidatori.

- Potrebbe... Potrebbe esserci stato qualche piccolo fraintendimento, ecco... -

Borbottò il corvino, lo sguardo ora rivolto fuori dal finestrino.

- Tu dici? -

Replicò Cecilie stringendo le mani sul volante e svoltando così repentinamente verso destra da far finire il nipote contro la portiera e l'altro contro di lui.

- D'accordo, magari un po' più di un piccolo fraintendimento... -

Concesse allora il diciannovenne mentre Miroku continuava a volgere lo sguardo dall'una all'altro, nel tentativo di capire di cosa stessero parlando.

- Insomma... - Borbottò a quel punto in poco più di un bisbiglio. - Non è mica colpa mia se hanno messo i pulsanti "invia" e "cancella" vicini. -

- Sei proprio un totale sprovveduto. -

- Lo so, lo so! -

- Ma poi perchè diamine non gliel'hai detto subito? Adesso come glielo spieghi che... -

- Ma cosa sta succedendo?! -

Esclamò a quel punto Miroku, attirando subito su di sè lo sguardo di Sten e l'attenzione di Cecilie.
Pareva infatti che i due si fossero completamente dimenticati della sua presenza, impegnati com'erano a discutere.

- Cosa succede? - Sospirò la trentacinquenne mentre spingeva nuovamente il piede sul freno, accostando davanti alla casa del ragazzo. - Succede che in un certo senso Kirsten è morta sul serio tre anni fa, quando ti è arrivato quel messaggio. Solo che al suo posto è venuto fuori questo qui. -

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