Alien (Italian Translation)

Door gaia_1994

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Nel 2050, la Terra fu invasa dagli aliens, i cosiddetti alieni. Il loro principale obbiettivo era portare la... Meer

Trama
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
NON È UN CAPITOLO!
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32 - 33
Capitolo 34 - 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40 - 41 - 42
Capitolo 43 - 44
Capitolo 45 - 46 - 47
Capitolo 48
Capitolo 49 - 50
Capitolo 51 - 52
Capitolo 54 - 55 - 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Epilogo
SEQUEL PUBBLICATO!

Capitolo 53

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Door gaia_1994

"Justin, smetti di disturbare le vespe e vieni un secondo!" Gridai dalla finestra della cucina.

Justin era fuori a giocare con Romeo, fin quando non ha notato un nido di vespe su un albero e ha iniziato a prenderlo a colpi di bastone. Immediatamente smise di colpirlo e si avvicinò alla finestra.

"Perché?" Si fermò, inclinandosi in avanti per baciare le mie labbra.

"Perché potresti farti male, le vespe sono pericolose." Gli dissi dolcemente.

"Okay..." Sussurrò dispiaciuto e fece una smorfia. Mi inclinai fuori per baciare le sue labbra arricciate.

"Ehi, fammi un sorriso!" Esclamai e lui forzò un sorriso.

"Cosa stai cucinando? Sembra buono." Chiese e inalando profondamente il profumo, si appoggiò sul davanzale della finestra.

Quel giorno mi era venuta voglia di cucinare. Lessi numerosi libri di cucina e ricette su internet, finché non decisi di fare del semplicissimo pollo. "Non te lo dico, ma so che ti piacerà." Feci spallucce e lo sentii grugnire.

"Va bene. Sto arrivando." E prima che potessi rispondergli, sentii la porta aprirsi, dei passi farsi spazio nella stanza e delle braccia forti avvolgermi da dietro.

Presi un cucchiaio e lo immersi nel purè, all'interno della pentola. Glielo portai davanti alle labbra facendoglielo assaggiare e lui semplicemente sorrise per poi baciarmi sulla fronte. "Delizioso, piccola." Posizionò la guancia destra sulla mia testa, mentre abbracciavo il suo busto.

"Qualcuno è molto affettuoso oggi." Sorrisi sul suo petto.

"Semplicemente ti amo!" Cantilenò e si inclinò sulle mie labbra per baciarmi.

"Cosa hai fatto?" Ridacchiai.

"Mi offendi." Fece una smorfia. "Un uomo non può amare la sua donna senza ricevere un terzo grado?"

Lo guardai dubbiosa mordendomi l'interno della guancia. "Okay." Mi misi sulle punte e lo baciai.

All'improvviso il suono del forno ci fece separare e fare un salto. Entrambi ridacchiammo e iniziammo a mangiare.

Dopo aver mangiato e lavato i piatti, ci sedemmo sul divano: io sopra le sue gambe. "Ti amo." Sussurrai nella sua lingua. I suoi occhi brillarono e sorrise, mi accarezzò le guance con i pollici.

"Ti amo anch'io." Rispose a sua volta. Quando parlava nella sua lingua, la sua voce diventava più roca e dura. Si avvicinò e sfiorò la mia guancia destra con la sua mentre mi spingeva a distendermi sul divano. Premeva il suo corpo sul mio e respirava affannosamente nel mio orecchio, mentre io mi limitavo a mordermi il labbro e a guardare i suoi occhi diventare più scuri. Spinse i fianchi contro di me facendomi sentire la sua erezione e gemetti. Sentendo il rumore emesso dalle mie labbra, si fiondò su di esse. Gli accarezzai le spalle e le strinsi, mentre lui nascondeva il suo viso nell'incavo del mio collo.

Stemmo in silenzio per un po' finché non lo sentii sospirare e lo vidi alzare il viso. "Mi dispiace. Non so cosa mi succede, credo che quando mi hai detto di amarmi io-" Lo interruppi, unendo le nostre labbra in un bacio dolce.

"Non devi scusarti, Justin." Gli sorrisi. "È tutto a posto." Gli passai una mano tra i capelli.

"Dillo di nuovo." Ordinò all'improvviso. "Di che mi ami."

"Ti amo." Dissi lentamente e scandendo le parole. I suoi occhi brillarono, si inumidì le labbra e notai le sue guance diventare arrossate. Quando sorrise non seppi contenermi e capovolsi la situazione, riempendo il suo viso di baci. Fece una fragorosa risata e mi prese per i fianchi, cominciando a disegnare cerchi immaginari su di essi. Mi allontanai di poco, soltanto per vederlo ridere e sorrisi.
Era il ragazzo più bello che avessi mai visto ed era totalmente mio.

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