Oltre il buio c'è la luce

By samantademuru

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SEQUEL DI: "LA STRADA È IN SALITA MA LA VISTA É GRANDIOSA" Se la strada è in salita ma la vista è grandiosa a... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
NEWS IN VISTA!!
Capitolo 41

Capitolo 12

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By samantademuru

Mi butto praticamente a peso morto su di lei provando a camminare il più possibile.

La vedo che si sta sforzando nel portarmi data la sua corporatura minuta ma non riesco davvero a farcela da sola.

Usciamo dal vicolo e spero con tutta me stessa che non passi nessuno perché sarebbe un bel casino.

Se qualcuno scopre cos'è successo la vendetta sarà dura. È stato chiaro e sono più che sicura che parlasse seriamente. Ho sentito la rabbia e il rancore nel suo tono e se avessi potuto vedere i suoi occhi sono sicura che sarebbero stati impregnati di astio.

<C-ci siamo quasi> continua a trascinarmi.

Sta continuando a piangere e vorrei poterlo fare anch'io. C'è solo un luccichio nei miei occhi. Ma devo essere forte, per me e per lei.

<Mi servono le chiavi del cancello e quelle del portone> mi chiede con voce tremante.

Le indico la tasca posteriore e subito apre il piccolo cancello. Il suo respiro è affannato mentre il mio non riesco nemmeno a sentirlo.

<Fermati. Prenditi una pausa> faccio per sedermi nel giardino ma subito aumenta la presa.

<Non sono io quella che è stata menata, okay?> la sua domanda è più un impeto di rabbia.

Le emozioni la stanno sopraffando e ogni volta che guarda il mio viso aumenta la presa.

Devo essere davvero orribile in questo momento.

Mi adagia subito sul divano e si inginocchia davanti a me mordendosi il labbro per fermare le lacrime.

Mi sposta una ciocca di capelli e socchiude gli occhi stringendomi il ginocchio.

<S-sono così orribile?> le chiedo piano.

<No Railey> le lacrime contornano il suo viso come una cascata <S-sei fantastica>

<Non mentirmi Ronnie> provo a fare una risata ma ne esce solo una grande tosse.

<Io..io vado a prendere qualcosa per pulirti. Perché...cioè...tu sei e io n-non..>

<Ronnie> le tocco un braccio <Calmati>

Piano piano riesco a riacquistare la mia voce, anche se roca e bassa, mentre il mio respiro si regolarizza.

Si alza e si siede vicino a me guardandomi attentamente e poi scoppia in un fragoroso pianto coprendosi gli occhi con le mani.

<Sono così debole> piange forte <Io dovrei consolare te ma sono così debole. Lo sono sempre stata, sono sempre stati gli altri ad aiutarmi e ancora una volta sono stata salvata da qualcun altro. Non riesco m-mai a salvare qualcuno>

<Smettila>

Vorrei tanto consolarla ma mi è difficile riuscire a tenere un discorso ora e le mie capacità motorie non sono da meno.

<No, non ho fatto niente prima!>

<Ronnie ci hai provato. Ti ho vista> prendo un grande respiro <Nessuna di noi due poteva far niente>

<Ma tu lo hai fatto. Mi hai protetta>

Continua con il suo pianto isterico e poi si appoggia sulla mia spalla ma subito mugolo di dolore e si sposta.

<Scusa scusa scusa> si affretta a dire <Dobbiamo andare in ospedale. Hai sbattuto la testa tante volte e...> ma la interrompo subito.

<No Ronnie, sto bene> provo ad alzare il busto.

<Non stai affatto bene. Io chiamo l'ambulanza>

<Se andiamo in ospedale ci chiederanno cos'è successo e chiameranno Kate e succederà un macello>

<Tu..t-tu non vuoi dirlo a nessuno?>

Alzo completamente il busto e chiudo gli occhi per il forte giramento alla testa.

<Non hai sentito? Se qualcuno lo scopre finiamo nei guai>

<Ma..>

<Niente ma! Sono stanca, per favore...>

Si asciuga le lacrime e corre in cucina per tornare qualche secondo dopo con un bicchiere d'acqua e me lo porge.

Con fatica lo porto alle labbra ma quando deglutisco la gola mi fa malissimo.

<Ora ti disinfetto le ferite e ti metto un pó di crema> mi dice un pó più tranquilla <Hai un kit del pronto soccorso?>

<In bagno c'è ne deve essere uno. Andiamo>

<No!> scatta subito <Te lo porto qui>

<Almeno fammi andare in camera mia così mi stendo>

<Railey no, ti prego tu...>

Si morde il labbro inferiore e i suoi occhi guardano in modo frenetico il mio viso per poi abbassare lo sguardo.

<Non vuoi che mi guardo allo specchio, vero?> la mia voce esce spezzata.

<Hai ancora molto sangue e magari è meglio che ti vedi quando ti avrò  ripulita>

<Va bene> mi stendo lievemente sul divano.

<Torno subito, non muoverti>

Se potessi muovermi lo farei.

Se riuscissi a deglutire senza sentire un gran dolore riuscirei a essere più sollevata.

Se non sentissi dolore ad ogni movimento che faccio mi curerei da sola e non farei vedere un secondo di più il mio viso a Ronnie.

<Eccomi> si siede subito vicino a me.

Tira fuori del cotone, ci versa sopra del disinfettante per poi tamponare delicatamente il mio viso.

<Ahia!> esclamo.

<Lo so, mi dispiace ma è necessario>

Passa il panno sui miei zigomi e poi sul labbro facendomi un male cane. Stringo i denti e la tortura va avanti per ben dieci minuti.

Ronnie tampona quasi impercettibilmente e con estrema delicatezza per paura di farmi male ma questo è niente in confronto al dolore fisico che ho provato prima.

Tuttavia lo apprezzo perché mi sento uno schifo in questo momento e il suo tocco delicato non può farmi che bene.

Prende il cotone sporco di sangue e corre in cucina per poi tornare con un panno.

<È gelido>

<Si, l'ho inzuppato d'acqua per pulirti il sangue secco>

Lo passa sulla mia fronte, sotto gli occhi, strofina bene sulle guance e anche sulle mie clavicole leggermente esposte.

Prende le mie mani e comincia a pulire con il panno le mie nocche. Deve essermi scivolato mentre tossivo.

<Non sei messa così male> mi guarda dolcemente.

<Questo lo dirò io quando mi guarderò> le dico visto che non ci credo.

Mi mette una mano dietro la schiena e fruga nel retro della mia testa massaggiandomi la cute.

<Non ti sei fatta niente credo. Forse uscirà un bernoccolo>

<Sopravviveró> sorrido.

Ronnie mi sorride tristemente e mi solleva la maglia per osservarmi. Abbasso il capo e il mio stomaco non è messo per niente bene.

Alza ancora di più la maglia e guarda la mia schiena e la sento sospirare rumorosamente.

<Meglio mettere della crema> ne tira fuori una gialla e legge l'etichetta <Credo che questa dovrà alleviarti un pó il dolore>

Mi fa girare pian piano e spalma la crema sulla mia schiena. Deve essere piena di lividi perché anche se tocca piano sento un gran bruciore.

Mi fa stendere e ne spalma un pó anche sullo stomaco. È un miscuglio di macchie leggermente violacee.

Credevo che non si sarebbero notati subito ma solo dopo un pó, a quanto pare mi sbagliavo, forse i colpi sono stati molto forti.

<Forse è meglio che ti metto un pó di crema anche sulla gola>

<Va bene..>

La gola.

Pensavo che sarei morta quando ho sentito il respiro quasi mancarmi totalmente. Forse se uno di loro non fosse intervenuto, mi avrebbe uccisa per davvero.

Chiudo gli occhi come se potessi cancellare dalla mente ciò che è successo prima ma non succede.

Le sue mani sulla mia gola che mi rubano pian piano la vita, mi compaiono davanti gli occhi.

Il mio corpo si riempie di brividi e serro i pugni sul mio fianco per non tremare.

<Ho finito> sento la voce di Ronnie.

<Vai a casa, Ronnie. Riposati, io andrò a fare una doccia>

<No, io rimango qui. Dormo qui stanotte>

<No> dico dolorante mentre mi alzo <Devi tornare a casa o si insospettiranno>

<No, io dormo qui con te> punta i piedi. Alzo gli occhi al cielo.

<No, deve essere una giornata normale. Prendi i miei appunti e torna a casa>

Ronnie si avvicina a me e si accoccola al mio fianco cercando di non farmi male.

<Ronnie vai...>

<N-non voglio> mi stringe ancora un pó <Quelli non sono amici di Luke. È impossibile>

<Non ho idea di chi siano veramente e nemmeno cosa abbiano a che fare con Luke>

<Ma sembravano così arrabbiati con lui. Cosa potrà mai aver fatto per farli vendicare così?>

<Non lo so> sospiro per mantenere la calma <Ormai è passato>

<Hanno detto che torneranno> scatta subito guardandomi <E se dovessero ritornare? No, dobbiamo dirlo a Derek e Luke>

<Ronnie!> la scuoto lievemente <No! Non possiamo dirlo a nessuno, non ora almeno, e poi non voglio mettere in mezzo altre persone. Quelli volevano me!>

<Però lo diremo a Luke più avanti vero?> mi domanda sottovoce.

<Si..> dico poco convinta.

Non sono sicura di volerlo dire a Luke, anzi credo che non glielo dirò.

Loro non aspettano altro, io non ho la minima idea di come reagirà, ma non voglio scoprirlo.

So già cosa farò. Domattina chiamerò Kate e gli dirò che mi sento poco bene in modo da dare una giustificazione per la mia assenza da scuola.

Spero solo che alla fine della settimana i lividi sulla faccia scompaiano o che siano almeno copribili con del fondotinta.

<Railey..>

<Dimmi>

<Cosa intendeva quello quando ha detto che li manda tuo padre?>

Perché deve fare queste domande?

<È meglio che tu non sappia niente, fidati..> dico guardandola negli occhi <Ora vai..> le dico ancora una volta.

<Ti accompagno in bagno così ti fai una doccia> mi propone e io annuisco.

Metto un braccio sulle sue spalle e lei lo avvolge alla mia vita. Facciamo un passo per volta perché le costole mi fanno davvero male e su alcuni gradini ci soffermiamo un pó.

Entro senza guardarmi allo specchio, per poi sedermi sulla tavoletta.

<È un'agonia muovermi> mugolo.

<Visto? Io devo rimanere qui> dice subito lei.

<Ronnie> rido leggermente ma mi fermo quando sento male allo stomaco <Devi andare a casa>

<Sicura?> chiede abbassando lo sguardo.

Si sente in colpa per non avermi aiutata. Il punto è che non è colpa sua. Non è colpa di nessuno.

Gli occhi di Ronnie ora sono colmi di tristezza e pentimento e a me si spezza il cuore.

Io vedevo come cercava di aiutarmi ma glielo impedivano sempre e non me lo scorderò mai.

<Ronnie> la richiamo dolcemente <Vai e prenditi questi maledetti appunti, okay?>

Ronnie mi fa un sorriso amaro e poi le lacrime cominciano a sgorgarle dagli occhi senza sosta.

<Oh Railey> si fionda su di me abbracciandomi.

Mi fa male ma cerco di non dire niente e di non darlo a vedere. Il suo calore corporeo mi fa sentire bene e forse quello di cui ho bisogno è proprio un abbraccio.

Comincio ad accarezzarle i capelli lentamente.

<Te lo giuro su ciò che ho più caro al mondo che mi sarei presa quei calci al posto tuo. Giuro!> ora sta praticamente urlando mentre nasconde il viso nel mio petto.

<Shhh..> continuo ad accarezzarle i capelli.

<Non te la prendere con Luke..>

<Io non ce l'ho con lui> le sussurro.

Ed è vero. Non sto mentendo. Anzi, dovremmo incominciare a preoccuparci anche per lui visto che a quanto pare questi uomini sono pericolosi.

Non è assolutamente consapevole di questo pericolo visto che hanno detto che non avremmo dovuto dirglielo, non ora almeno.

<Ad ogni pugno che ti tiravano sentivo una morsa al petto. Perché non hai permesso che toccassero me? Sarebbe stato più facile! Potevo resistere a qualche schiffo o a un pugno>

<Non sarebbe stato qualche
s-schiaffo> sento le parole cominciare a mancarmi.

<Non mi importa!> urla forte mentre le sue lacrime inzuppano la mia maglia. <Li avrei presi tutti. Railey, in pochi mesi sei riuscita ad avvicinare Derek a me e a farmi sentire finalmente parte di un gruppo, di un qualcosa> dice singhiozzando <Sei una delle persone più importanti della mia vita. Dimmi perché non hai lasciato che toccassero anche me. Dimmelo!>

Passano minuti in cui Ronnie continua a piangere rumorosamente e io guardo un punto indefinito davanti a me come in trans.

I singhiozzi si placano e subito mi guarda asciugandosi le lacrime. La guardo seria mentre indietreggia lentamente.

<Ho già visto una persona morire davanti ai miei occhi. Non accadrà di nuovo>

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