Tutto quello di cui ho bisogno

By AlessiaSanti94

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Quando Nadia ha lasciato Roma per tornare al paese natale, si è portata dietro un cuore spezzato e tanta frag... More

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2 Anni dopo.
Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
E se vi dicessi... Nuova storia?
Capitolo 10.
La Nuova Storia è stata pubblicata!
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
#AskAle
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
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Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36.
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IMPORTANTE!
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
#AskYourCharacter.
Capitolo 41.
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Capitolo 43.
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Capitolo 46.
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Capitolo 48.
Capitolo 49.
Capitolo 50.
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Capitolo 56.
Capitolo 57.
Capitolo 58.
Capitolo 59.
Epilogo.
Capitolo extra + anticipazioni
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Capitolo 32.

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By AlessiaSanti94



A meno di un metro di distanza, Mattia era intento ad attaccare delle locandine sulla appesa al muro. Aveva ancora le braccia tese in alto, mentre spingeva una puntina colorata dentro il legno. La sua attenzione non era rivolta a lei, anche se, dall'espressione che aveva dipinta in volto, era chiaro che l'avesse riconosciuta subito.

Per un attimo Nadia si sentì mancare la terra sotto ai piedi. Negli ultimi giorni non si erano più visti, nemmeno di sfuggita, e il fatto di incontrarlo lì, in mezzo al corridoio della sua facoltà, la fece sentire estremamente esposta. L'ultima volta che aveva parlato con Mattia era stata nella sua macchina, dopo la festa al Club: quella sera, baciandolo, si era armata di un coraggio che in rare altre occasioni avrebbe potuto sfoggiare. Ma adesso, alla luce del giorno e contornata da studenti diretti in ogni direzione, sentiva l'imbarazzo di quel gesto pesarle sulle spalle, facendola arrossire al solo pensarci.

«Questa non è la tua facoltà», gli fece presente, schiarendosi la voce. «Mi stai pedinando?»

Mattia spinse un'altra puntina sul truciolato, facendo aderire il foglio colorato alla bacheca. Sollevò le labbra in un sorriso e alzò un sopracciglio, continuando a guardarla di sfuggita. «Perché dovrei seguire una ragazza che parla da sola in un corridoio?»

Nadia si voltò dalla sua parte e incrociò le braccia al petto. Odiava quel suo modo di parlarle. Era così freddo e privo d'interesse. Detestava il fatto che continuasse ancora a far finta che tra loro non c'era mai stato niente, quando invece la realtà era evidente a entrambi. «D'accordo, cosa stai facendo qui allora?» gli chiese, armandosi di pazienza. «Hai deciso di iscriverti al corso di Poesia occidentale?»

«E se anche fosse?»

La ragazza alzò gli occhi al cielo e si preparò a terminare quella conversazione inutile. «Bene, sopravvivrò lo stesso all'idea. Ci si-»

«No, aspetta.» Mattia alzò il tono di voce quel poco a farla fermare di scatto, prima che partisse spedita per il corridoio.

E come se le fosse stato impartito l'ordine più arbitrario del mondo, Nadia gli diede retta e si fermò a pochi passi da lui. «Si può sapere cosa vuoi, Mattia? Io davvero non ti capisco.»

«Tu... che non capisci me? Sei seria?» la schernì lui, con un tono esasperato. Si avvicinò alla ragazza e le prese un polso tra le dita. «Vuoi che ti ricordi cosa è successo l'ultima volta che ci siamo visti? Sono io a non capire te, e, credimi, non lascerò cadere l'argomento così. Voglio delle spiegazioni», le sussurrò a bassa voce.

Nadia cercò di scrollarsi la sua mano di dosso, ottenendo solo un piccolo allontanamento da parte sua. «Non ho voglia di discuterne.»

«Dovremo farlo, invece. Tu mi hai baciato, Nadia, e noi non stiamo più insieme. Non possiamo fare finta di niente. Non quando io non faccio altro che pensarci e ripensarci.» Mattia la fissò nei suoi grandi occhi verdi, e per un momento lei tentennò. Abbassò lo sguardo verso il pavimento, poi studiò il corridoio, adesso meno popolato di studenti.

«Non dovresti parlarmi così pubblicamente. Le persone guardano.»

«Non me ne frega un cazzo di loro. E poi sono venuto qui per fare altro. Ti ho sentita parlare con il professore, e ho deciso di aspettarti qui fuori.»

«Quindi mi stavi spiando?»

«La porta era aperta e la lezione era pubblica. So che hai ottenuto un posto nel giornalino della L.U.S.I. senza pagare alcun professore. Complimenti.»

«Devi farti gli affari tuoi, Mattia. Tieniti fuori dalla mia vita, okay?» ribadì lei, esasperata. Non le dava fastidio il fatto che la notizia del suo colloquio con il professore uscisse da quell'aula, ma che Mattia stesse cercando di metterla in difficoltà, facendola sentire a disagio in quella conversazione. In realtà, da quando era tornata a Roma, lui non aveva fatto altro che comportarsi in quel modo, stuzzicandola e facendola sentire a disagio.

Mattia rise a piena voce, con gli occhi iniettati di un freddo fastidio. «Sai che c'è, Nadia? Mi sarei davvero potuto tenere fuori dalla tua vita, se tu avessi tenuto la tua lingua fuori dalla mia bocca.»

Nadia sentì le guance diventare incandescenti, mentre venne colpita da quello schiaffo morale. Sgranò gli occhi e mise su un'espressione infastidita. Molto infastidita. «Si può sapere cosa sei venuto a fare, qui? Oltre a importunarmi.»

«Dovevo attaccare queste locandine. Sto aiutando Anita e il suo comitato studentesco a distribuirle nei vari edifici. Vuole che alla festa di primavera ci sia affluenza da ogni facoltà.» Mattia si poggiò con un lato del corpo alla bacheca e si puntellò una matita tra i capelli, pensieroso.

Nadia scosse la testa e rise. «Se questo è un tentativo per lanciarmi dei messaggi impliciti su di noi, sappi che non sta funzionando.»

«Nei sei sicura?» Mattia sorrise di sbieco e attirò la ragazza a meno di mezzo metro da sé, senza lasciare però che la situazione diventasse troppo equivoca. «Perché a me non sembri così consapevole delle tue parole.»

«Io sono perfettamente...» La ragazza cercò un modo abbastanza pungente per controbattere alla sua affermazione, ma la voce tentennante e innervosita la tradì. «Allontanati da me, Mattia. Sul serio, quello che è successo in macchina è stato un mio errore. Ma stai sicuro che non si ripeterà più», sospirò, tranquillizzandosi per un secondo. Lo fissò in quegli occhi nocciola, così intensi e concentrati, poi cambiò la traiettoria, per evitare di cadere in strane tentazioni.

Mattia strinse gli occhi, indispettito, e si guardò attentamente intorno, prima di procedere con la mossa successiva. Quando appurò che non c'era davvero nessuno a spiarli, si sporse in avanti, eliminando quella residua distanza che era frapposta tra loro, e avvicinò le labbra accanto al suo orecchio.

«E chi stabilisce che sia tu a deciderlo? Sei così sicura di poter avere ancora un'altra volta il privilegio di influire sulle mie azioni, Nadia?» rise, con un timbro di voce magnetico e gutturale.

Nadia rimase bloccata sul posto, con gli occhi sgranati e fissi sulla sua spalla. Da quella posizione riusciva perfettamente a sentire il profumo di colonia e il calore delle parole sussurrate al suo orecchio. Quel gesto, così normale e scontato, era in grado di scaturirle miriadi di sensazioni contrastanti tra loro: attrazione e repulsione stavano avendo una gara al tiro alla fune all'ultimo respiro. E lei poteva solo osservarli giocare in silenzio, da spettatrice.

«Ecco, vedi? È così che mi sono sentito quando mi hai baciato... Confuso, tramortito, attratto. E la cosa non mi è piaciuta affatto, capisci?» Con un dito le spostò una ciocca di capelli, provocandole un brivido che le partì dalla nuca fino al collo. «Perché questo implicherebbe provare qualcosa che durante questi due anni ho sotterrato chissà dove. E non sai quanto ti odio per avermi fatto ricordare cosa siamo stati io e te, prima che ci distruggessimo a vicenda.»

Nadia si allontanò istintivamente e trattenne un singhiozzo, portandosi una mano sulla bocca. «Smettila di dire queste cose. Non ne hai il diritto!»

«Non sai quanto ti ho detestata, in ogni fottutissimo giorno della tua assenza. Sono arrivato a distillare rabbia nel sangue, al solo pensarti.»

«Non è vero... queste sono solo bugie. Tu non mi odi veramente, Mattia.»

«È vero. Ma non sai quanto vorrei farlo. Vorrei davvero fissarti e provare repulsione per il tuo bel visetto... e, Dio, non sai nemmeno quante volte ci ho provato», annuì lui, quasi ringhiando le parole in faccia a Nadia. «Ma invece, guarda dove sono adesso. Guarda con chi sono, adesso.»

«Con me.»

«Sono sempre stato con te, anche quando non avrei dovuto farlo. Sono stato con te quando ti sei messa nei guai la prima volta, e quando invece mi ci hai messo tu. Sono stato con te quando tutti ci remavano contro, compresi mia madre e i miei amici, e sono rimasto con te quando te ne sei andata da Roma,» Mattia sembrò riflettere su quell'ultima affermazione per qualche secondo. «Sono rimasto con te soprattutto quando te ne sei andata. Mi hai fottuto la testa, capisci? Per questo sono qui adesso.»

Nadia scosse la testa, rinnegando con paura quelle parole. «Io non voglio più giocare con te.»

Lui rimase a fissarla, con lo sguardo vacuo, e non provò ad avvicinarsi di nuovo alla ragazza. Mise le mani in tasca e sorrise. «Ma sei stata tu a cominciare, Nadia. E non si torna indietro, ormai. Sai, avevo davvero intenzione di ignorarti, quando hai messo piede alla L.U.S.I., ma dopo quella provocazione ho cambiato radicalmente la mia idea», le riferì con freddezza. «Volevi giocare? D'accordo, ti accontenterò subito. Ma sappi che nessuno è riuscito a battermi, finora.»

Nadia deglutì e sbatté le palpebre più volte, sperando che la situazione che si era creata fosse soltanto un maledetto incubo. O sogno.

«E cosa...», si schiarì la voce, d'un tratto secca, «cosa ci guadagneremmo, alla fine?»

La risposta arrivò senza dover essere spiegata a parole. Mattia avanzò verso di lei con sicurezza e le prese il volto tra le mani, stringendo le dita sulle sue guance bollenti. I loro sguardi s'incastrarono l'uno nell'altro per quello che sembrò essere un attimo infinito e carico di tensione, poi Mattia si appropriò delle sue labbra, come se fossero sue. Come se non avessero mai smesso di esserlo. La baciò delicatamente e con una lentezza disarmante, solo facendo scivolare la sua bocca sulla sua. La distanza che fino a quel momento era sembrata insormontabile, adesso lo era un po' di meno. Quel gesto così improvviso stava cercando di riallacciare i ponti di due persone che erano passate dall'essere complici all'essere estranee. «Questo», le sussurrò sulle labbra.

Il cuore di Nadia fece un triplo salto mortale con avvitamento, prima di tornare al suo posto, a espletare le normali funzioni che un organo dovrebbe svolgere. Trattenne il respiro fino alla fine del bacio, per poi aprire lentamente gli occhi e alzarli per incontrare quelli di Mattia.

In quel momento non aveva per nulla chiaro cosa le stesse succedendo nel corpo e nella testa: era un misto di euforia e paura, sollievo e agitazione. Aveva bisogno di quel bacio come dell'aria nei polmoni, e di questo ne era consapevole, anche se lo avrebbe tenuto nascosto a se stessa fino allo stremo. Le serviva quel preciso contatto, a ricordarle che ciò che l'aveva attirata a Mattia la prima volta, era ancora lì, in agguato; pronto a trarla in trappola una seconda volta, una terza, e per quante altre glielo avrebbe permesso.

«Andrai al ballo di primavera?» le chiese lui, interrompendo il momento di magia che si era creato tra loro. Fece dietrofront di un passo e ristabilì le corrette distanze, quelle che nessuno avrebbe definito equivoche.

Nadia continuò a fissarlo con il fiato sospeso, poi annuì in silenzio. Com'era possibile che quel bacio le avesse tolto il dono della parola?

«E con chi?»

«Mi stai invitando a venirci con te?» ipotizzò la ragazza, trovando finalmente il coraggio di parlare.

«Io dovrò andarci con Anita», rispose lui, privo di espressione. Il suo volto era nuovamente una maschera illeggibile. «Ma voglio sapere ugualmente con chi andrai.»

Nadia rifletté bene su cosa dire a quel punto: il solo sentir parlare di Anita le aveva ridotto a metà dell'entusiasmo, facendola tornare con i piedi per terra. Quei due stavano ancora insieme, e non sarebbero bastati due baci rubati di nascosto a farli separare. La risposta di Mattia ne era la prova.

«Leonardo mi ha invitata», gli riferì, con un pizzico di soddisfazione, «e ho detto di sì. Insomma, è un ragazzo così carino e gentile.»

Mattia si morse l'interno della guancia e scosse appena percettibilmente la testa. La ruga in mezzo alla fronte demarcò un accenno di fastidio. «Se quell'idiota crede ancora di avere qualche chance con te, dovremo fare in modo di fargli cambiare idea.»

«Oh, andiamo. Non dirmi che sei geloso

Mattia sviò la risposta e strinse i pugni. Ingoiò un grumo amaro di rabbia e lasciò che la sua solita calma trascendentale tornasse ad albergargli nel corpo. Raddrizzò le spalle e alzò il volto, fiero. Prese dal pavimento la cartellina delle locandine e la infilò nello zaino. Senza smettere di sorridere si avvicinò a Nadia, che rimase a fissarlo assorta, e le lasciò una carezza tenera sulla guancia.

«Sei così ingenua, Nadia... Ti stai nuovamente dimenticando chi crea le regole, in questo gioco», le ricordò con un sospiro. «E se dico che voglio quel moscerino fuori dalle palle entro qualche settimana, credimi, lo sarà. Inizia a prendersi troppe libertà.» Tolse la mano dalla sua guancia solo per lasciarle un rapido bacio sulla fronte. Poi mise lo zaino in spalla e si avviò verso l'uscita della facoltà di Lettere.

Angolo dell'autrice.

Dopo infiniti giorni di "Quando aggiorni?", eccomi di nuovo qui, con il seguito del capitolo interrotto a metà! Come vi avevo promesso, in questa seconda parte sono accadute delle cose che alle Nattia shippers spero piaceranno tanto. Che dico, tantissimo. (Ho pensato tanto alle vostre minacce, quando lo scrivevo ahaha). Spero che le shippers di Nadia e Diego non me ne vogliano, adesso. Ma sto provando, e dico provando, ad accontentare un po' tutte. 

Adesso che gli intrighi si fanno sempre più intrecciati e le storie dei nostri protagonisti si cominciano a ingarbugliare pericolosamente, ci sarà da divertirsi. Mattia e Nadia, da ex fidanzati quali erano, stanno piano piano diventando degli amanti inconsapevoli, alla faccia di tutti coloro che li vorrebbero separati. Anita sembra la perfetta complice, finora, mentre il povero Leonardo il perfetto scemo :P Ma quanto riuscirà a durare questo equilibrio mooolto precario?

Next chapter spoiler ---> Il ballo di primavera è alle porte! 

Alla prossimaaa :*

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