Tutto quello di cui ho bisogno

By AlessiaSanti94

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Quando Nadia ha lasciato Roma per tornare al paese natale, si è portata dietro un cuore spezzato e tanta frag... More

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2 Anni dopo.
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Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
E se vi dicessi... Nuova storia?
Capitolo 10.
La Nuova Storia è stata pubblicata!
Capitolo 11.
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Capitolo 13.
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Capitolo 58.
Capitolo 59.
Epilogo.
Capitolo extra + anticipazioni
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Capitolo 25.

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By AlessiaSanti94



Avrebbe dovuto immaginarlo che le cose si sarebbero presto complicate.

Avrebbe dovuto capire che giocando con il fuoco, si sarebbe scottato le dita. O forse il cuore.

Mattia picchiò la testa sulla porta del bagno, seguendo il ritmo dei suoi pensieri tormentati. Erano passati due giorni ormai dal bacio che gli aveva rubato Nadia in macchina, e ancora si sentiva come se ce l'avesse seduta al fianco, mentre le poggiava le labbra morbide e piene sulle sue, mentre gli faceva provare cose che...

Niente. Cose che gli facevano sentire il più assoluto niente.

Quando realizzò di come stesse cercando di imbrogliare la sua mente sospirò con pesantezza e si passò le mani sugli occhi, frustrato.

La verità era che negare fino alla morte di non aver provato nulla quando la bocca di Nadia era entrata in contatto con la sua, non lo avrebbe aiutato ad accettare la realtà dei fatti: quel gesto così inaspettato in realtà aveva svegliato in lui un turbinio di emozioni. Forse le stesse che aveva provato quando l'aveva baciata per la prima volta sotto casa sua, nel pieno della notte. Anche quella era stata una mossa avventata e priva di ragionamenti, ma stavolta era stato diverso. Stavolta non era stato lui ad annullare i pensieri contrastanti e seguire l'istinto, ma l'aveva fatto lei. Nadia aveva preso l'iniziativa e l'aveva trascinato nella sua dolce trappola. Perché, per essere chiari, solo di una trappola si poteva parlare. L'aveva sedotto con lo sguardo e non gli aveva lasciato il tempo di metabolizzare il loro discorso, avventandosi su di lui e lasciandolo di sasso. E tutto per vendetta.

Nadia e la vendetta avevano appena stretto una pericolosa amicizia. Questo avrebbe potuto rendere le cose molto più complicate di quanto non lo fossero già.

Oltretutto, a rendere la situazione ancora più complessa e ostica, era la necessità di tenere la bocca chiusa con tutti, da Anita ai suoi amici. Ma soprattutto da Anita. Lei non sapeva neppure che Nadia avesse partecipato alla festa, né avrebbe mai dovuto scoprirlo. Odiava le voci di corridoio. Ma odiava ancora di più che i genitori le venissero a sapere. Era sempre stata terrorizzata dal fatto di essere messa sotto accusa o in ridicolo per qualcosa. La posta in gioco era alta, e non poteva rischiare di far sfigurare la sua famiglia. Per questo era sempre così accondiscendente con loro.

Per Mattia non era così. Anzi, se c'era qualcosa che avrebbe infastidito i genitori, era anche quella che più probabilmente avrebbe preso in considerazione: Nadia era stata una di quelle scelte, anche se quello era un caso a parte. I genitori l'avevano annientata come un moscerino senza che lui potesse farci niente. Per questo motivo adesso aveva iniziato a dar loro più ascolto, finendo addirittura ad acconsentire alla relazione di convenienza con Anita: aveva già perso una volta contro sua madre, e non era disposto a iniziarci una nuova, scorretta partita.

Lei non amava le regole, e lui non tollerava i bugiardi.

Ma adesso sarebbe cambiato qualcosa? Il bacio di Nadia aveva sicuramente riacceso dei bagliori di speranza ormai sprofondati nel petto da anni. Ma probabilmente non sarebbero stati sufficienti, visto che lei era stata la prima a intimargli che non sarebbe cambiato niente tra loro. Forse non aveva voglia di ricominciare una battaglia stremante, e come darle torto, insomma.

Nella sua testa la solita vocina pessimista prese vita: "Lei non ti vuole più, si è dimenticata di te".

Questo non poteva essere assolutamente vero. Aveva ancora quello sguardo negli occhi, quella luce, che sfoggiava solo in sua presenza. Ed era proprio quello spiraglio di vita a fargli pensare che Nadia provasse ancora qualche sentimento per lui. Magari era nascosto, sotterrato nella gabbia toracica, ma c'era.

Stava a lui decidere se iniziare o meno a farlo riemergere.

"Deciderai troppo tardi, e quello sfigato te la ruberà!", cantilenò ancora la voce, godendo della sua frustrazione. Si riferiva a Leonardo senza dubbio. Anche se non lo conosceva, sapeva già di odiarlo a morte. Stava sempre appicciato a Nadia, era diventato la sua ombra. La trattava come una principessa in ogni occasione, era garbato e attento. Sembrava il ritratto del ragazzo perbene da presentare ai propri genitori. Qualcuno di cui andare fieri.

"Te la ruberà sotto al naso. Così tutti diranno che sarai stato fregato da una matricola sfigata".

Mattia ridusse gli occhi a una fessura e sbatté la porta del bagno, sperando di chiuderci dentro anche la sua odiosa coscienza.

«Questo lo vedremo», sibilò.

«Vedremo cosa?» Una voce alle spalle lo fece sussultare, riportandolo improvvisamente con i piedi per terra. «Con chi stavi parlando?» domandò Anita, squadrandolo da dietro.

Lui si voltò con lentezza e cercò di rendere l'espressione sul suo volto più tranquilla possibile. Doveva apparire imperscrutabile.

«Stavo... pensando ad alta voce, Anita», cercò di spiegare, aggrottando le sopracciglia.

«Quindi stavi parlando da solo.»

Mattia sospirò e per un attimo si trovò a sperare che un giorno Anita perdesse il dono della parola. Il silenzio l'avrebbe resa molto più piacevole. «Sì, da solo.»

«Tesoro, ti senti bene? Hai una faccia...» Anita lo scrutò con attenzione, cercando di capire cosa non andasse in lui. «Vuoi che ti dia il numero del terapeuta di mia madre?»

«Anita, sto bene. E comunque anche l'università offre un servizio di terapia psicologica.»

Lei sbuffò, con un sopracciglio alzato. «Ma quella è roba da poveracci.»

Ancora una volta Mattia si trovò a riflettere su quanto fosse triste vivere dal punto di vista di Anita: vedere tutto schedato in caste e prezzato come un articolo da negozio non doveva essere affatto bello. Rendeva tutto così assurdamente... materialistico ed effimero.

«Volevi dirmi qualcosa?» Il ragazzo lasciò cadere il discorso. Su alcuni argomenti, era impossibile averla vinta con Anita.

«Abbiamo statistica insieme, e poi mi avevi promesso che mi avresti accompagnata al convegno delle nostre società. Sai che tua madre ci tiene.»

Con tutto quello che era successo negli ultimi giorni, Mattia si era completamente scordato di quel noiosissimo impegno che aveva preso. Anche se l'università restava l'obiettivo più importante, aveva dato la parola ai genitori sulla sua presenza fisica alle riunioni. Secondo loro, farsi vedere in pubblico in mezzo a grandi esponenti aziendali e figure politiche di elevata importanza, gli avrebbe sicuramente giovato in futuro, rendendogli la strada più spianata di quanto non lo fosse già.

«Già, quel convegno...» sospirò, guardando qualche studente camminare lungo il corridoio.

«Non mi starai dando buca, vero?»

«No. Ho detto avrei partecipato, quindi lo farò.»

Sul volto della ragazza si allargò un sorriso, chiaramente più rilassato e sollevato. Per un attimo si era preoccupata di dover subire anche l'ira dei suoi genitori, se si fosse presentata in pubblico senza il suo fidanzato. Si voltò di profilo e si schiarì la voce, giocherellando con la combinazione dell'armadietto. Tenne lo sguardo fisso e le sopracciglia corrucciate, e la cosa fece insospettire Mattia.

«Che succede?»

«Non so come dirtelo senza farti arrabbiare», mormorò lei, senza voltarsi a guardarlo.

La pazienza di Mattia iniziò ad affievolirsi, lasciando spazio a un incalzante senso di preoccupazione. «Dai, sputa il rospo.»

«Ecco, ieri, mentre ero con le altre ragazze, è uscito il discorso del ritorno di Nadia in città...» Lasciò il discorso a metà e guardò di sottecchi il ragazzo.

«E allora? Mi dovrei arrabbiare del fatto che avete passato il pomeriggio a gettare fango su Nadia? Per mesi al liceo non hai fatto altro, Anita!» replicò lui, senza afferrare bene il concetto del discorso.

«Il problema è un altro, infatti. Eravamo così prese a parlare, che non ci siamo accorte della presenza di mia madre sull'uscio della porta. È rimasta ferma per tutto il tempo, in silenzio. Doveva portarci un vassoio con il thè, ma evidentemente ha preferito origliare la conversazione, prima di entrare nella stanza.»

Mattia sentì come se il pavimento stesse iniziando a sgretolarsi sotto ai suoi piedi, lasciandolo fluttuare nel vuoto. Tra le tante cose che avrebbe potuto dirgli Anita, quella non se la sarebbe mai aspettata. Certo, aveva messo in conto che prima o poi i genitori avrebbero scoperto del ritorno di Nadiaa Roma, ma non si aspettava che sarebbe successo così presto. E soprattutto, non di nascosto. Nemmeno osò immaginare quanti problemi sarebbero sorti di lì a poco tra le due famiglie.

«Sei sicura che tua madre abbia capito il soggetto del discorso?» chiese, con la gola secca.

Anita sospirò. «Abbiamo ripetuto più volte il suo nome. Ad alta voce. E lei è entrata nella camera proprio quando l'argomento si è concluso. Non lo trovi troppo casuale?»

«Merda.»

«Io... mi dispiace. Non volevo metterti nei guai. Non mi interessa nulla di Nadia, ma di te sì. E non vorrei che pensassi che l'abbia fatto di proposito.»

Mattia la squadrò, lasciandosi andare in un lungo sospiro. La faccia della ragazza era troppo tesa per poter pensare che stesse mentendo. O almeno così sperava.

«D'accordo, mi fido. Risolverò anche questa faccenda», la rassicurò. «Pensi che le nostre madri abbiano già parlato tra di loro? Devo capire quanto è grave la situazione.»

Anita mise su una smorfia contrita e sorrise melanconicamente. Nel suo sguardo si poteva leggere una chiara frustrazione, a storpiarle i lineamenti perfetti del volto. «Lo è abbastanza. Dopo che le ragazze se ne sono andate, mia madre è andata su tutte le furie. Mi ha fatto la ramanzina e mi ha accusata di essere un'inetta, di non saper gestire da sola nemmeno le più piccole situazioni.» La sua voce nascose un tremolio, e subito gettò lo sguardo a terra. «È convinta che Nadia ti porterà di via da me, di nuovo. E che tutto quello che abbiamo creato insieme crollerà per colpa mia... Perché non so tenermi accanto nessuno, capisci? Lei ti prenderà di nascosto, e tu sguscerai via dalla mia vita, lasciandomi ancora più sola di quanto non lo sia già.»

Mattia non aveva mai visto Anita piangere, o crollare in pubblico. Ma quella mattina sembrava che stesse per cedere, vinta dai nervi. Era arrabbiata e triste allo stesso tempo, ma ciò che non riusciva a capire di quella crisi, era se fosse dovuta all'odio che provava nei confronti di Nadia, o verso sua madre.

«Risolveremo tutto, vedrai. Ti prometto che usciremo da questa merda, in un modo o nell'altro», le sussurrò, abbracciandola.

«Non è vero. Non ce la faremo mai. I loro interessi sono sempre stati più forti delle nostre volontà... E conosco mia madre. Lei ha sempre avuto quel maledetto dono di influire sulle mie decisioni. Farà di tutto per obbligarmi a essere una persona spregevole, Mattia», sbatté le palpebre per ricacciare indietro una lacrima. «E sai qual è la cosa peggiore? Che io le darò ascolto, come ho sempre fatto.»

Il ragazzo l'allontanò da sé, continuando però a poggiarle le braccia sulle spalle. La fissò con uno sguardo serio. «La parte da stronza ti riesce benissimo, Anita. Ma ti conosco un po', e posso assicurarti che sei migliore di come ti vorrebbero dipingere i tuoi genitori, di come vorrebbero ridurti solo per affari. Devi solo resistere, d'accordo? Non piegarti proprio adesso. Resisti, e vedrai che faremo andar bene le cose.»

Anita accennò un lieve sorriso e annuì. «Sei sempre stato un ragazzo d'oro, Mattia. Probabilmente l'unico che è riuscito a vedere un lato umano in me. E per questo non smetterò di lottare, anche se so di non poter competere in alcun modo con lei

Mattia trattenne il respiro senza nemmeno rendersene conto. «Io e Nadia non torneremo insieme.»

«Lo sai anche tu la che la vostra relazione è finita solo per colpa dei nostri genitori. Non avevate niente che non andasse.»

"Ti prego, smettila di infierire", pensò con rabbia il ragazzo. «Quando alcuni legami si rompono, non è sempre possibile aggiustarli.»

La ragazza sospirò tristemente, poi prese dalla borsa uno specchietto rotondo per rimettersi in ordine il trucco. «A volte mi chiedo se riuscirai mai ad amarmi come hai amato lei», gli rivelò, osservandolo dal riflesso del vetro, «o semplicemente, se riuscirò mai a trovare qualcuno che mi ami come tu ami lei.» Sorrise e scosse la testa, come se il silenzio di Mattia fosse una conferma ai suoi dubbi. «Ci vediamo a Statistica.»

Mattia la vide allontanarsi dal corridoio da sola, seguita solo dal ticchettio delle sue scarpe. Si portò dietro una scia di amarezza e consapevolezza quasi visibile agli occhi. Per la prima volta, Anita si era davvero confidata con lui, esternando le sue paure di perderlo, ma soprattutto, di perdere la fiducia dei genitori. E per la prima volta in assoluto, i suoi problemi con Nadia erano passati in secondo piano, surclassati da quelli con Anita.

Era davvero strano, ma in quel momento così sconfortante, sentì di essere perfettamente in sintonia con quella ragazza. Vivevano nello stesso mondo e condividevano delle realtà identiche. Si trovavano insieme non per volontà, ma per scelte di altri.

Ma in quel momento, in quel breve attimo in cui la vide allontanarsi da sola, Mattia sentì di provare qualcosa di diverso nei confronti di Anita: non la solita rabbia o sopportazione, ma una sorta di affettuosa comprensione, che li univa, seppur facendoli restare su due pianeti diversi.


Angolo dell'autrice.

Eccomi di nuovo qui, anche se con un leggero ritardo! In questo periodo sto scrivendo davvero poco, e a breve ricomincerò a viaggiare per l'università... spero che questo non rallenterà ancora di più il corso delle storie, ma mi auguro che voi siate sempre qui, ad aspettarmi :)

Comunque, in questo capitolo, abbiamo visto una grande novità... Anita, sotto delle sembianze quasi umane. Mattia crede che ci sia del buono, in lei, ma tutti gli altri non lo sanno. Voi come la pensate? Credete che la sua sia solo una farsa, oppure, in fondo in fondo, la bionda senza cuore potrebbe celare una personalità diversa? 

Commentate e votate! Alla prossima, bellezze :*

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