La Tatuatrice Di Libellule ||...

By JustMe727

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Camila Cabello marchiava la pelle delle persone. Lauren Jauregui marchiò il suo cuore... Per sempre. Traduzio... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27 (Finale)
Epilogo
Avviso e Ringraziamenti
Novità!
Novità! (Pt.2)

Capitolo 4

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By JustMe727

Milika: Allora tu e Camila andrete ad una festa oggi? -Chiese a Dinah mentre dava una cucchiaiata di cereali al piccolo Seth e correva infretta a girare i pancake per gli altri suoi figli.

La cucina era piccola, con appena sei sedie per tredici persone, però non era qualcosa che importasse a Camila.

Mangiare in piedi non le dava fastidio, e nemmeno muoversi continuamente in modo che sua madre adottiva girasse intorno al tavolo. Aveva una famiglia, e questo era tutto ciò che realmente le importava.

Dinah: Si. -Annuì togliendosi un auricolare dall'orecchio. L'altro lo stava usando Normani vicino a lei, e la cosa più sicura è che qualche canzone di Beyonce si riproduceva. Ally e Mani decisero di restare a guardardare la messa di padre Alberto.

Ally: Padre Alberto è incredibile. -Mormorò seduta per terra, finendo di benedire i suoi alimenti per poi portarsi un enorme boccone di pancake in bocca. Era incredibile quello che il piccolo corpo potesse ingerire.

Milika: Immagino che tu vada con Nela. -Intuì.

Dinah: È così. -Affermò con un sorriso. Il ragazzo poteva non essere il più divertente del pianeta, però rendeva felice Dinah e questo era ciò che importava.

Milika: E con chi andrai tu Camila?

Camila: Andrò con Austin. -Rispose dopo aver ingoiato un enorme boccone di pancake che si era messa in bocca. -Il che mi terrorizza perché il poverino è talmemte gay che probabilmente si metterà un vestito rosa...

Gordon: Pensavo che andassi con la ragazza del ristorante. -Mormorò stranito dietro il suo giornale.

Sentì le sue guancie ardere quando i suoi dieci fratelli e Milika si girarono a guardarla con gli occhi ben aperti.

Camila: Come... Come fai a saperlo? -Balbettò.

Gordon: Ero riunito con il mio capo nel tavolo infondo. Sono sicuro che tu non mi abbia visto... Eri troppo occupata a guardare quel quadro del panda... E quella ragazza.

Dinah: Perché non me l'hai detto, Mila?!

Camila: È stato solo un pranzo. -Rispose infretta. -Niente di importante.

La verità è che lo è stato, però raccontarlo ai suoi fratelli implicava che la obbligassero a chiamare Lauren Jauregui.

Gordon: Non sembrava essere "Solo un pranzo", ti vedevo abbastanza divertita.

"Grazie, Gordon."

Milika: È carina?

La appoggiavano con il tema della sua sessualità? Certo che sì. La amavano. Amavano ogni dettaglio di lei, dal modo rapido in cui mangiava al suo debole russare durante la notte. La amavano più di quanto i suoi genitori biologici avessero fatto.

Camila: Abbastanza. -Affermò. Non poteva mentire. -Dovreste vedere i suoi occhi, sono incredibili.

Sofia: Forse dovresti presentarcela. -Suggerì dolcemente. Non c'era curiosità in lei come nei suoi genitori e fratelli adottivi, né rabbia come in Dinah, solo il profondo desiderio di vedere Camila felice.

E questa era la sua piccola sorella biologica, riusciva sempre a farla sorridere. Se c'era qualcosa di cui era riconoscente a Milika e Gordon oltre ad averla adottata era che non l'avessero separata da sua sorella minore, l'unica cosa buona che Sinuhe ed Alejandro, i suoi genitori biologici, le avevano dato.

Camila: Abbiamo solo mangiato sushi! Non è così tanto!

Gordon: Certo che sì! Ha pagato anche per te!

Dinah: Com'è che mio padre sa più del tuo appuntamento di me, Mila?! Per caso non mi vuoi bene?

Camila: Bene. Lo racconterò così dopo Normani non mi ricatterà con quella foto di me da piccola con le chiappe di fuori e così Ally non mi obbligherà parlare con lei in segreto per confessarmi- Cedette frustrata.

Dinah: Non è giusto! Così anche loro lo sapranno!

Camila: Prendere o lasciare, Hansen.

Dinah: Okay. -Battibeccò.

Camila fece un respiro profondo e cercò di guardare in un punto della cucina dove non si scontrava con gli occhi dei suoi familiari, però fu quasi impossibile, quindi potè solo arrossire e fingere che loro non fossero lì.

Camila: Le ho fatto un tatuaggio qualche mese fa e due giorni fa è tornata per un altro. Lei mi ha invitata mangiare ed io ho accettato perché... Perché voglio e posso... Abbiamo parlato. Mangiato. Mi ha dato il suo numero. Ci siamo salutate. Questo è tutto.

Dinah: Questo è tutto?! QUESTO È TUTTO?! -Era alterata. -Ti ha dato il suo numero, Mila! Dimmi che l'hai chiamata!

Camila negò immediatamente.

Stava per farlo un paio di volte, però c'erano sempre i suoi fratelli o le sue sorelle che entravano in camera per chiederle qualche favore, e dopo il coraggio se ne andava.

Sofia: Come si chiama, Kaki? -Era l'unica che la chiamava così, e le piaceva. Amava Dinah, Ally e Normani ed i suoi altri fratelli adottivi, però Sofia era speciale. Era l'unico vincolo che aveva davvero con chi era veramente.

Camila: Lauren Jauregui. -Rispose automaticamente.

Al dire il suo nome ricordò in modo automatico le sue espressioni, le sue parole, il modo in cui il suo corpo si muoveva con la grazia di un angelo, seducendola come un diavolo. Sorrise. Sorrise perché le piaceva, e lo sapeva, ma non aveva idea di cosa fare a partire da lì.

Milika: Fai attenzione, Camila. Non voglio che succeda lo stesso che è successo con Ariana.

Camila: Non commetto lo stesso errore due volte, Milika.

***

Dinah: Perché porti quel cappotto, Mila?- Chiese sua sorella mentre Normani cercava di alzare la cerniera del suo bellissimo vestito nero che la ragazza alta aveva scelto. -La festa sarà a casa di Alexa, e ci saranno più di cinquanta persone in un salone disegnato per venticinque. Sono sicura che farà caldo.

Camila: Devo coprire le mie braccia. Sono sicura che almeno cinque dei miei clienti andranno a questa festa, e se sapranno che non ho tatuaggi rovineranno la mia carriera.

Dinah: Potresti metterti tatuaggi finti.- Suggerì stringendosi nelle spalle.

Certo, non sarebbe stata la prima volta in cui Camila era obbligata a questo. Doveva metterseli per andare in piscina o in spiaggia, e in più una volta una cliente abbastanza esigente chiese di vedere le sue braccia per lasciarsi toccare dal suo ago.

Camila: Non ho i modelli qui, Dinah.- Ovviamente ne aveva bisogno. Non poteva andare in piscina con tatuaggi di teschi e la seguente settimana apparire con farfalle.

Dinah: Allora muori di caldo!- Finì incrociando le braccia chiaramente arrabbiata. Nella parte dietro del vestito Normani continuava a cercare di far salire la cerniera, ora con l'aiuto di Ally. -Io voglio solo prendermi cura di te.- Finse di fare la tenera.

Camila: Disse la ragazza che tentò di farmi ubriacare la festa scorsa... E quella prima ancora... E a quella che andammo prima... E al funerale del nonno...

Dinah: Ho capito, ho capito...

Ally: Dio, Dinah! Cos'hai mangiato?!- Chiese mettendoci tutta la sua forza per chiudere la cerniera del vestito.

Dinah: Le tue stesse cose, nana.

Ally: Mamma deve averti dato una porzione più grande.- Dedusse con il volto completamente rosso e con le guancie gonfie debite allo sforzo.

Ally era l'unica delle figlie adottive di Milika e Gordon a chiamarli "Mamma e Papà". Forse era il fatto che fosse stata adottata quando aveva solo due anni di età e queste persone erano le uniche che conosceva come famiglia.

Camila sospirò.

Amava Milika e Gordon, però per qualche ragione la sua bocca non le permetteva di chiamarli "Mamma e Papà"... Per un momento si chiese quanto ci sarebbe voluto per farlo.

Normani: Non credo che sia il mangiare, Ally.- Ansimò. -... Sono le sue tette.

Camila rise subito.

Ally: Sono giorno per giorno più grandi.- Si fermò dandosi per vinta, allontandosi immediatamente insieme a Normani. La cerniera cadde subito, e così si slacciò il poco lavoro che erano riuscite a fare con tutto quello sforzo.

Dinah: Non è colpa mia! Paola e Paolina vogliono continuare a crescere!

Camila: Hai vent'anni, Dinah. Paola e Paolina non dovrebbero crescere più...

Normani: Aspetta! Paola e Paolina? Davvero chiami le tue tette così?!

Dinah: Ovvio!- Annuì con un sorriso. -Paola è più grande ed estroversa. Paolina è timida.

Ally: Perché non smettiamo di parlare delle tue tette prima che eccitiamo Mila e ti cambi questo vestito?

Camila non protestò sul commento. La verità è che stava osservando Paolina per un secondo, chiedendo a se stessa se c'era un modo di toglierle quella timidezza.

***

Camila si aggiustò il cappotto sopra il suo corto vestito rosso prima di entrare a quella che era l'enorme mansione di Alexa.

Entrando nel salone le luci erano spente, i riflettori accesi, la musica ad alto volume e i bicchieri d'alchool in mano ad ogni invitato.

Respirò profondamente. Ovviamente il fumo delle sigarette non poteva mancare, e nemmeno il tipico odore di sesso in tutta la casa.

Dinah: Vado a salutare Alexa. O conosci qualcuno, o fai qualcosa...

Camila: E cosa succede se non voglio?- Chiese incrociando le braccia. Ovviamente la ribellione viene prima della obbedienza... Eccetto se chi ti chiede obbedienza è Christian Grey. In questo caso lo chiami "Signore" e sei la sua sottomessa.

Taniela, che si era mantenuta dietro le ragazze, si avvicinò a Dinah e circondò il suo bacino con le braccia.

Taniela: Tua sorella è molto ribelle, Dinah.- Disse il ragazzo scherzando.

Dinah: Non mi abbracciare in pubblico, Nela. Ricordati che spaventa Alexa.

Austin: E me.- Interruppe. -Mi fai paura, tesoro.- Era vestito con un abito completamente rosa, però a guardarlo Camila si sentiva abbastanza bene con questo. Almeno non aveva portato un vestito come la volta scorsa.

Taniela: Mi dispiace.

E senza dire altro se ne andarono da lì, lasciando Camila insieme ad Austin in quella festa in cui non voleva stare.

Austin: Ti importa se vado a ballare un attimo con quella bellezza?- Le chiese mentre segnalava il ragazzo a metà pista che muoveva il bacino come se non ci fosse un domani.

Camila: Divertiti come un uomo.- Lo incoraggiò con un sorriso mentre colpiva le sue spalle un paio di volte, animandolo.

Austin: Non chiamarmi uomo!- Strillò saltando sul posto. -Sono una signora.

Camila: Allora vai e divertiti come la cagna che sei.

Austin: Così mi piace... Ci vediamo più tardi Camilla.

Camila: Camila! Ca-mEE-la!

Austin: Si, si, come vuoi. Questa cagna va a conquistare il suo uomo.

Camila semplicemente rise e lo vide andarsene.

Camminò fino al bancone e chiese un bicchiere d'acqua. Non aveva niente di meglio da fare.

Affianco a lei un ragazzo che puzzava d'alchool e i pantaloni abbassati la guardò spudoratamente e le offrì un po' della sua bibita.

XX: È solo vodka, tesoro. Lo giuro.

Camila semplicemente negò con un sorriso e bevve la sua acqua mentre si allontanava dallo sguardo di quello stupido ragazzo.

Un'ora dopo era ancora nello stesso posto, con i posti a sedere vicino a lei completamente vuoti. Dinah ballava col suo fidanzato, Austin tentava di conquistare il ragazzo dai movimenti strani con movimenti ancora più strani, negli angoli i giovani facevano sesso senza nessun pudore e lì, al bancone, Camila semplicemente osservava.

XX: Fantasticando con donne nude, Camila?

Completamente sorpresa la ragazza volse il suo sguardo in direzione della voce roca di Lauren Jauregui, che si sedette vicino a lei con eleganza. Portava un vestito color azzurro, era scalza ed aveva una sigaretta accesa tra le labbra. I suoi occhi si mostravano davvero seduzione sotto i riflettori, e le sue gambe...

"Per le tette di Dinah" Pensò. "Perché è così sexy?"

Lauren: Se stai fantasticando su di me allora potrei farti vedere un po'.- Si offrì prima di spegnere la sigaretta in un portacenere vicino. Camila ingoiò la saliva lentamente. Non stava pensando a Lauren, ovviamente, però questo non vuol dire che non voleva vederla... "Aspetta, Cabello! Cosa stai pensando?!... Sei una completa pervertita! Ally sarà molto delusa da te!"

Camila: Cosa fai qui?

Perfetto. Una tipica domanda per sviare una fantasia per niente comune.

Lauren: Mi ha invitata Alexa. Lei crede che sia la mia migliore amica o una cosa del genere... Quello che non sa è che penso che sia una cagna... Sono qui solo per l'alchool e le belle tatuatrici.

Camila spalancò gli occhi e subito arrossì.

Camila: Per caso ci sono altre tatuatrici in questo posto?

Lauren: Solo tu.- Affermò. -E se ce ne sono altre ti assicuro che sono abbastanza brutte.

Camila rise nervosamente e sviò il suo sguardo ai piedi scalzi della pittrice. Non era disposta a guardarla negli occhi essendo così arrossita.

La pelle dei suoi piedi era chiara come quella del resto del suo corpo, forse pulita come quella di un bambino, e le sue dita erano delicate e perfette. Le sue unghie erano tagliate bene e putturate di nero, non disastrose come quelle delle sue mani.

Lauren: Se ti stai chiedendo perché non porto le scarpe la risposta è semplice: Amo troppo i miei piedi per fargli avere le vesciche.- Sussurrò quasi con noia, muovendo le dita dei suoi piedi lentamente, come se loro stessero danzando sulle note di una canzone molto diversa da quella che si stava ascoltando. -... E se non te lo stavi chiedendo immagino che fosse un buon momento per confessarti il mio irrimediabile amore che ho per loro.

Camila: In realtà, io non...

Lauren: Non credi che faccia molto caldo per portare un cappotto, Camila?- La interruppe, chiaramente non desiderando sapere quello che stava per dire.

Camila: Non ho caldo.

"Bugiarda. Stai sudando... Però forse non è per il caldo. Forse è colpa di Lauren Jaure... Dio, Camila! Non di nuovo!"

Lauren: Sembra che ti sia fatta una doccia, Camila.- Ed anche se questo avrebbe dovuto suonare divertente, non lo fece. -Credimi, se non lo togli adesso è possibile che finirai per svenire.- Forse era preoccupazione quella che c'era nella sua voce? Per caso erano le sue mani calde quelle che tentarono di togliere il cappotto con delicatezza?

Camila: Mi dispiace, devo andare via un attimo.- Disse bruscamente mentre si allontanava da Lauren e sistemava il suo cappotto.

Non voleva lasciare Lauren da sola, però definitivamente aveva bisogno di uscire per prendere aria fresca e togliersi quello stupido cappotto senza che nessuno la vedesse.

Si fece spazio tra la gente con una certa rudezza, scontrandosi varie volte e vedendosi obbligata a chiedere scusa.

Quando arrivò fuori respirò profondamente e camminò fino a una panchina lontana dalla mansione di Alexa. C'era un lampione sopra la panchina, e sopra il lampione la luna e le stelle.

Si tolse il cappotto e respirò profondamente quando sentì la brezza della notte rinfrescarla e abbracciare il suo corpo come se volesse cantarle qualche tipo di canzone per cullarla.

Guardò il cielo.

Era una notte bellissima.

XX: Mi aspettavo di trovare tatuaggi terrificanti, Camila.- "Per favore, no. Per favore, che sia un'allucinazione. Per favore, che non sia lei." Girò lentamente la testa. "Merda" -...Non mi aspettavo davvero che mi soprendessi in questo modo.

Non sapeva se fossero quegli occhi verdi o la situazione in cui si trovava, però Camila era paralizzata.

Respirò profondamente quando vide Lauren sedersi vicino a lei ed estrarre una sigaretta dai suoi seni. Il suo vestito continuava a vedersi come se fosse uscito dalla tintoria, senza nessun tipo di piega o sporcizia, e i suoi piedi continuavano ad essere all'aria aperta. Tremò nervosa e lei le diresse un'occhiata e sorrise con la sigaretta tra i suoi denti.

Lauren: Hai un accendino?

Negò infretta.

Ovviamente non ce l'aveva. Camila non fumava... E non era nemmeno una piromane.

Lauren: Bene.- Sospirò sconfitta afferrando la sigaretta con le dita e allontanandola dalle sue labbra. Fece silenzio qualche secondo prima di tornare a parlare. -Non andartene. Vado alla mia auto, cercherò l'accendino e tornerò.

Camila semplicemente annuì e ingoiò la saliva vedendola andarsene.

Come glielo spiegherà? Come la convincerà a non dire a tutte le persone che Camila Cabello, una tatuatrice in crescita, non aveva tatuaggi?

Simon la licenzierà. Perderà il suono onore e la fiducia con i clienti. Non avrà più un opportunità.

"Brava, Camila! Brava!" Pensò per se stessa lasciando scappare l'aria dai suoi polmoni e guardando il cielo, il quale non sembrava più tanto bello. "Sei fottuta."

***

Continua...

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